Prevenire il rischio idrogeologico, ecco gli strumenti

Come un moderno Sistema Informativo Territoriale può mappare la suscettibilità di eventi franosi o fenomeni legati al dissesto idrogeologico? Scoprilo a Futuro Remoto con il DiCDeA

L’Italia è fortemente esposta al dissesto idrogeologico sia per le sue caratteristiche geologiche, morfologiche e idrografiche sia per l’intensa urbanizzazione avvenuta il più delle volte senza un’adeguata pianificazione territoriale. Piogge intense, alluvioni e frane si verificano sempre più frequentemente da Nord a Sud causando gravi conseguenze sulle popolazioni, sulle infrastrutture e sull’economia. Secondo i dati del “Rapporto sul Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio”,elaborato dall’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), i Comuni italiani a rischio frane e/o alluvioni sono 7.145 (l’83%) e più di 7 milioni sono le persone che vivono in aree a rischio idrogeologico. Se si considera solo la Campania ben il 25% del territorio è esposto al rischio sia di frane che di alluvioni. Questi numeri dimostrano quanto sia importante elaborare un piano di gestione che riesca ad affrontare un problema che interessa gran parte del territorio italiano e soprattutto utilizzare gli strumenti tecnologici e scientifici disponibili. Ad esempio al Dipartimento di Ingegneria Civile, Design, Edilizia e Ambiente della Seconda Università degli Studi di Napoli lavora il gruppo di Ricerca sul Rischio Idrogeologico e i Potenziali Effetti dei Cambiamenti Climatici all’avanguardia in campo internazionale su queste tematiche. È attivo anche il Laboratorio di Geotecnica dotato di strumentazione per l’esecuzione di prove sui terreni, in sito ed in laboratorio, per il monitoraggio geotecnico e idrologico di versanti e di opere di Ingegneria Civile, e per la misurazione degli spostamenti dei terreni e delle strutture. Il Dipartimento di Ingegneria Civile, Design, Edilizia e Ambiente della Seconda Università degli Studi di Napoli gestisce inoltre una stazione automatica di monitoraggio idro-meteorologico del pendio di Cervinara (AV), colpito da una frana catastrofica nel 1999, per modellare e prevedere in tempo reale le condizioni di imminente instabilità dell’area.
 
A Futuro Remoto nel padiglione Terra madre il Dipartimento di Ingegneria Civile, Design, Edilizia e Ambiente darà l’opportunità di capire come un moderno Sistema Informativo Territoriale consenta di mappare la suscettibilità di eventi franosi o fenomeni legati al dissesto idrogeologico.
 
*L’immagine in evidenza è stata fornita da Dipartimento di Ingegneria civile, Design, Edilizia e Ambiente della Seconda Università degli Studi di Napoli