Consigli ai giovani per l'Università

di Giuseppe Paolisso, Rettore della Seconda Università degli studi di Napoli

 

Quali criteri per iscriversi all'università? O se preferite, come scegliere il corso di laurea più appropriato? Sono questi i dilemmi a cui molti studenti devono dare una risposta che è obiettivamente difficile; quindi, proviamo a mettere in ordine dei ragionamenti che uno studente dovrebbe fare.

Il primo punto è certamente la conoscenza dello stato dell'arte. Conoscere la differenza curriculare ma anche di prospettive di lavoro che esiste tra una laurea in giurisprudenza e in studi politici, tra medicina e professioni sanitarie, tra economia aziendale e green economy è fondamentale. Quanti studenti studiano i percorsi didattici che sono presenti nell'offerta formativa delle università prima di prendere una decisione? Credo pochi, mentre molti si lasciano ancora  influenzare solo dal titolo del Corso di laurea. Nascono così gli abbandoni (che sono economicamente svantaggiose per le famiglie e le università) o le scelte fatte tanto per essere iscritti all'università o ancora peggio le scelte fatte per cambiare città in cui vivere. Come si corregge questo problema? Da molti anni le università dedicano le giornate di "orientamento" all'incontro con i futuri studenti universitatri, che però dovrebbero arrivare all'appuntamento con qualche informazione in più facilmente reperibile sui vari siti delle università, sfruttando questo momento per un approfondimento con i docenti universitari. Se queste giornate sono vissute solo come un momento di svago il risultato è difficile da cogliere.

Il secondo punto è l'analisi puntuale del proprio curriculum. Ogni scuola secondaria superiore svolge un proprio ruolo formativo ma non svolge tutti i ruoli formativi. Il liceo scientifico prepara prevalentemente per un seguito di studi in campo scientifico tecnologico, il liceo classico per quelli in campo umanistico-giuridico, l'istituto tecnico professionale per studi che possono concretizzarsi anche con un accesso al mondo del lavoro senza la necessaria prosecuzione a livello universitario. È bene che queste peculiarità siano tenute presenti, anche se nessuno potrà mai proibire ad un diplomato al liceo scientifico di iscriversi a giurisprudenza, uno del classico ad ingegneria ed un ragioniere a lingue. Certo che in questi ultimi casi le difficoltà nel seguire il percorso didattico saranno maggiori, perché si dovranno colmare lacune curriculari che non sono dello studente ma insite nel percorso didattico che si è scelto.

Ma tutto ciò non basta, perché per fare una buona scelta, si deve ascoltare il cuore, al tecnicismo e al ragionamento bisogna aggiungere il sentimento, in un equilibrio tra ragione e sentimento molto difficile da raggiungere ma che è fondamentale per una buona scelta.

La voglia di sentirsi realizzato dentro come persona e non solo professionalmete è il fertilizzante che permette il crescere e germogliare di un seme in un terreno difficile, di superare ogni ostacolo che sembra insormontabile. La mancanza di una scelta di cuore è una causa molto importante del fallimento di fronte ai primi ostacoli, perché non esistono corsi di laurea semplici o difficili, ma solo corsi di laurea che con volontà, applicazione, serietà, disciplina e metodo (caratteristiche tipiche di chi vuole riuscire) permettono di realizzarsi.

Iscriversi all'università significa prepararsi al domani, al lavoro ma soprattutto alla competizione e alla selezione che la vita ci pone davanti. Per tale motivo la scelta del corso di laurea va ponderata, ma anche calibrata sulla propria persona e sulle proprie aspirazioni, e sicuramente non va mai fatta tenendo presente quanto si potrà guadagnare in futuro (elemento assolutamente imponderabile a distanza dei 5-8 anni necessari per entrare nel mondo del lavoro). Il guadagno è quasi sempre connesso alla propria professionalità ed è elemento secondario e non prioritario su cui ragionare.

Iscriversi all'università e avere una laurea è un diritto di tutti ma per avere successo e realizzarsi c'è bisogno di un perfetto equilibrio tra ragione e sentimento, in cui la volontà è un ago della bilancia fondamentale.