Anish Kapoor in mostra al MACRO

Torna ad esporre in Italia Anish Kapoor. Dopo oltre 10 anni l’artista anglo-indiano espone al Museo d’Arte Contemporanea di Roma, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali fino al 17 aprile del 2017.

Curata da Mario Codognato, la mostra testimonia la continua ricerca di Kapoor in ambito concettuale, mettendo in risalto i processi più organici della sua opera. L’esposizione è caratterizzata da una serie di rilievi e dipinti composti da strati aggettanti di silicone rosso e bianco, così come da sculture-architetture monumentali, tra le quali la straordinaria “Sectional Body Preparing For Monadic Singularity” (in foto), esposta l’anno scorso nel parco della Reggia di Versailles. Tra le altre opere in mostra, c’è anche “Internal Objects in Three Parts”, costituita da un trittico in silicone dipinto e cera.

Immagini viscerali, brutali e sensuali al contempo, che continuano in chiave contemporanea l’inesauribile tradizione della rappresentazione metaforica della carne e del sangue. I paradigmi fondanti dell’arte di Kapoor sono incentrati su energie opposte, antitesi che costituiscono il mondo visibile: luce ed ombra, negativo e positivo, materiale e immateriale. Kapoor utilizza resine, marmi, metalli, plastiche, la materia sembra essere carne indagata: il corpo umano e animale vengono dilaniati, mortificati e allo stesso tempo celebrati, giocando sull’ambiguità attrazione - repulsione.

Il percorso artistico dell'autore è incentrato sui grandi temi dell’esistenza, senza mai essere didascalico, nonostante nelle sue opere affronti il mistero della vita e il dramma della morte. Nella sua arte ritroviamo i miti fondanti sia della cultura orientale che occidentale ed è più che visibile il passaggio dalla tradizione pittorica del modernismo occidentale alla scultura: dove ritroviamo l’evoluzione tecnologica nel trattamento della materia con l’accostamento di materiali eterogenei e contrastanti. Come il corpo umano, le opere di Kapoor, che sono costituite da cavità, da orifizi, da fenditure, da ferite e abrasioni, rappresentano spesso un attentato alla struttura, un’alterazione della struttura intesa come codice definito, come modello o prassi. Protagonista è la forza evocativa del colore rosso, del sangue che si addensa nella carne, che invade lo spazio e da simbolo diventa soggetto.

 

di Lucio Isoldo, studente al Master in Giornalismo e Ufficio Stampa