Un bando fotografico e una mostra raccontano la forza silenziosa delle donne che hanno affrontato e superato il cancro. L’Università Vanvitelli promuove una riflessione sulla resilienza femminile attraverso l’arte fotografica
Caserta, giugno 2025 - Non una celebrazione della malattia, ma un tributo alla vita che ritorna, alla bellezza che resiste, allo sguardo che cambia. Al coraggio, insomma. Un coraggio che non fa rumore, che non cerca riflettori ma lascia segni profondi. È il “Coraggio delle Donne” che hanno attraversato l’esperienza del cancro e ne sono uscite più forti, più consapevoli, più vive. In Campania, ogni anno circa 17.000 donne ricevono una diagnosi di tumore. I più frequenti sono quelli al seno, alla tiroide, al colon-retto e all’utero. Ma i progressi della medicina, della prevenzione e delle cure hanno aumentato significativamente le possibilità di sopravvivenza. Molte donne (oltre 180.000 nella sola Campania) vivono oggi dopo una diagnosi oncologica, testimoniando ogni giorno la forza della rinascita. Per questo il “Coraggio delle Donne” è anche il titolo del nuovo progetto promosso dall’Ateneo Vanvitelli: un bando fotografico e una mostra per dare spazio a volti, gesti e storie di rinascita, per promuovere un messaggio di speranza e allo stesso tempo rafforzare il proprio impegno nella Terza Missione, aprendosi al territorio e diventando luogo di incontro tra conoscenza, cura e umanità.
- Locandina
- Bando - DR 424/2025
- Allegato 1 - Liberatoria all’utilizzo del materiale fotografico
- Allegato 2 - Liberatoria del soggetto ripreso
I soggetti interessati potranno presentare domanda di partecipazione, entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 01.08.2025, compilando l’apposito form on-line disponibile al seguente link: https://elixforms.unicampania.it/rwe2/module_preview.jsp?MODULE_TAG=form_concorso_fotografico
Una Università che ascolta, accoglie, restituisce
Attraverso questa iniziativa, l’Ateneo intende rafforzare il proprio impegno nella Terza Missione, aprendo le proprie competenze e sensibilità al territorio e alla comunità. Con questo concorso, a cui seguirà la mostra – afferma il Rettore Gianfranco Nicoletti – intendiamo veicolare un messaggio importante: la malattia non spegne la luce delle persone: in particolare le donne protagoniste di questi scatti rappresentano il coraggio, la dignità e la possibilità concreta di una vita che ricomincia. L’Università, in quanto presidio di sapere e di cittadinanza attiva, ha il dovere di contribuire alla costruzione di narrazioni che generano consapevolezza e vicinanza, anche nella “medicina di genere”, ambito di crescente rilievo scientifico che analizza e approfondisce le differenze con cui le patologie si presentano, evolvono e rispondono alle terapie nei due sessi. Tali differenze includono, tra l’altro, la variabilità nella tossicità dei farmaci e nella loro efficacia terapeutica. Si tratta di un approccio imprescindibile per una medicina più equa, personalizzata e consapevole delle specificità biologiche e sociali di ciascun individuo.
Il progetto si inserisce in un percorso più ampio volto a costruire un Ateneo sempre più attento al benessere delle persone, dentro e fuori le proprie aule.
La fotografia come carezza, come verità, come racconto
Il bando è riservato ai componenti della Comunità Accademica “Vanvitelli” che desiderino raccontare con la fotografia l’identità e la trasformazione di donne che, pur segnate dalla malattia, hanno scelto di mostrarsi, testimoniare e vivere pienamente la propria rinascita. Non si cercano immagini perfette, ma immagini che emozionano. Difatti, il valore tecnico delle foto cederà il passo alla capacità di trasmettere empatia, vicinanza, dignità.
Ogni scatto dovrà rendere visibile ciò che spesso resta invisibile: la forza tranquilla, la vulnerabilità trasformata in luce, la bellezza che nasce dal dolore. Una selezione delle opere più significative sarà esposta nella mostra-evento che sarà inaugurata presso gli spazi del Rettorato di Caserta nel prossimo autunno. Un’esposizione che vuole essere non solo artistica, ma anche civile e collettiva: un invito a guardare con occhi nuovi la malattia e chi l’ha attraversata.