Esmo, premiata una ricercatrice dell'Università Vanvitelli

Tre giovani ricercatori italiani e una ricercatrice dell’Università Vanvitelli premiati a Madrid. Hanno vinto le loro idee innovative applicate alla ricerca oncologica, quelle che potevano fare la differenza per l’assegnazione di borse di studio durante l’annuale congresso dell’ESMO.
L’eccellenza italiana ha così conquistato l’ultimo convegno dell’ESMO. Nella giornata conclusiva della settimana di incontri tenutosi a Madrid, tre delle sei borse di studio “ESMO Clinical Research Fellowship”, che per tradizione sono riservate ai giovani più promettenti nell’ambito dell’oncologia, sono state assegnate a ricercatori italiani.
Tra i tre vincitori c’è quindi Giulia Martini, abruzzese di nascita e eccellenza dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. Il progetto della Martini, che andrà per un anno a Barcellona all’istituto oncologico Vall d’Hebron è intitolato “An integrative bedside to bench approach for discovery and validation of biomarkers of resistance in metastatic Colorectal Cancer (mCRC) by liquid and development of preclinical cancer models”, un interessante studio nell’ambito della biopsia liquida che ha come obiettivo la ricerca di biomarcatori di resistenza nei tumori colorettali metastatici.
Gli altri due ricercatori che porteranno la bravura italiana nel mondo sono: Benedetta Pellegrino ematologa dell’ospedale di Parma, che andrà anche lei a Barcellona e Antonio Di Meglio oncologo del San Martino di Genova, specialista in carcinoma mammario, però a differenza delle sue colleghe è diretto a Parigi presso l’Istitute Gustave Roussy.
L’ESMO Fellowship è stato istituito 25 anni fa e ha attribuito circa 7 milioni di dollari in assegni di ricerca scientifica a 462 giovani ricercatori di area oncologica. Quest’anno è però la prima volta che ben tre ricercatori italiani vi accedono contemporaneamente. Questi durante il loro periodo di ricerca, che può variare da uno a due anni sulla base della complessità del lavoro da svolgere, dovranno periodicamente fare rapporto sullo stato di avanzamento della loro ricerca.

a cura di Annalisa Benincasa, studentessa del Master in Giornalismo ed  Ufficio Stampa