Una ricerca della Vanvitelli dimostra la genotossicità e citotossicità di microplastiche combinate con nanoparticelle di biossido di titanio
La capacità riproduttiva maschile può essere influenzata anche dalla plastica che ci circonda e dalla sua interazione con altre sostanze tossiche. È quanto emerge da una recente ricerca dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, premiata come miglior comunicazione nella sezione SIRU Young durante l’8° Congresso Nazionale SIRU 2025, tenutosi in questi giorni a Verona.
A presentare lo studio è stata Ilaria Palmieri, dottoranda del gruppo di ricerca coordinato dalla Prof.ssa Lucia Rocco, con una comunicazione dal titolo:
“Effetti della co-esposizione in vitro su spermatozoi umani di microplastiche di polistirene e nanoparticelle di biossido di titanio”.
Lo studio
La ricerca ha analizzato gli effetti di due inquinanti ambientali sempre più diffusi: le microplastiche di polistirene (PS-MP) e le nanoparticelle di biossido di titanio (TiO₂-NP). Le microplastiche possono derivare dalla frammentazione di rifiuti plastici (come imballaggi, stoviglie monouso, ecc.), spesso per effetto di radiazioni UV, oppure essere prodotte intenzionalmente per scopi commerciali. Le nanoparticelle di TiO₂, invece, sono largamente presenti in prodotti di uso quotidiano: cosmetici, creme solari, farmaci, vernici e alimenti.
“La nostra ricerca nasce dalla necessità di approfondire l’impatto degli inquinanti ambientali sulla salute umana, in particolare sulla fertilità maschile – spiega la Prof.ssa Lucia Rocco –. In un mondo saturo di plastica, è fondamentale comprendere cosa accade quando questi materiali si degradano e rilasciano microplastiche, che possono fungere da vettori per altri contaminanti, come le nanoparticelle di TiO₂.”
I risultati
Le microplastiche sono in grado di:
- indurre apoptosi (morte cellulare),
- aumentare la frammentazione del DNA,
- provocare stress ossidativo attraverso la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS).
Il dato innovativo emerso è che l’esposizione combinata a PS-MP e TiO₂-NP provoca livelli di genotossicità e citotossicità superiori rispetto all'esposizione alle sole PS-MP, ma inferiori rispetto all’esposizione alle sole TiO₂-NP. Questo indica che l’interazione tra i due contaminanti modifica la loro tossicità, aprendo nuove prospettive di studio.
“È stato un grande onore presentare il nostro lavoro in un contesto così prestigioso – commenta Ilaria Palmieri –. Credo molto nella ricerca applicata alla salute e all’ambiente, e questo riconoscimento mi motiva a continuare con ancora più determinazione. Ringrazio la Prof.ssa Rocco per il supporto e tutto il team per il lavoro condiviso.”
Prospettive future
La scoperta che la tossicità delle nanoparticelle può essere modulata da altri contaminanti apre nuove ipotesi anche nel campo della bonifica ambientale. Comprendere questi meccanismi potrebbe essere cruciale per lo sviluppo di strategie di mitigazione dell’impatto da inquinanti ambientali.
Coautori dello studio: Ilaria Palmieri, Maria Carannante, Filomena Mottola, Lorenzo Ibello, Luigi Montano, Lucia Rocco.