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16 Ottobre 2025

 La musica che cura, alla Vanvitelli il progetto pilota per il benessere dei pazienti oncologici

a cura di Giulia Della Volpe, studentessa in Medicina e Chirurgia 

Un violino che si accorda, una chitarra che vibra, un’aria di leggerezza che attraversa il silenzio del reparto. È questa l’atmosfera che si respira alla Vanvitelli grazie al progetto titolo “La musica che cura”, dove la musica dal vivo è diventata parte del percorso di cura.

 

L’appuntamento è  nella cappellina dell’UOSD di Oncologia Medica Toracica dell’AOU “Luigi Vanvitelli”, uno spazio di terapia dove i pazienti oncologici possono vivere un momento di pausa e serenità accompagnati dalle sonorità di chitarre, violini, arpe e violoncelli. 

 

“Numerosi studi dimostrano che la musica eseguita con strumenti acustici, in particolare a corda, favorisce il rilassamento e migliora l’umore – spiega Floriana Morgillo, Responsabile del Reparto e docente in Oncologia medica alla Vanvitelli – e per questo abbiamo pensato di abbinarla alle terapie, per far sì che il percorso diventi più umanizzato e più vicino alle persone”.

 

Il progetto, offerto gratuitamente durante i percorsi di cura, nasce con l’obiettivo di promuovere il benessere psicologico e spirituale dei pazienti oncologici, offrendo al tempo stesso sollievo e armonia anche a familiari e personale sanitario, ed è stato organizzato grazie alla disponibilità del Maestro Amabile, Coordinatore del Dipartimento di Strumenti ad Arco e Corda del Conservatorio di San Pietro a Majella, con il quale è in corso di definizione una collaborazione.

“La musica in ogni momento è parte della nostra vita, capace di dare voce a emozioni che le parole non sanno esprimere – racconta il Maestro – così li studenti del Conservatorio di San Pietro a Majella, che hanno aderito con entusiasmo e sensibilità a questa iniziativa, hanno scelto di dare il loro contributo in un reparto di Oncologia, trasformando un impegno emotivamente intenso in un'esperienza di profonda partecipazione e gioia condivisa". Ogni incontro, della durata di circa 30-45 minuti, propone repertori vari, eseguiti da musicisti professionisti volontari.

 

 Le esibizioni si svolgono negli spazi comuni del reparto e, quando possibile, anche nelle stanze dei pazienti, trasformando l’ambiente in un luogo di ascolto, relazione e conforto.

 

Riconosciuto come attività di Terza Missione del Dipartimento di Medicina di Precisione e realizzato con il supporto del DAI e della Direzione Sanitaria, il progetto si propone come un esempio concreto di collaborazione tra università, sanità e cultura.

 

Con “La musica che cura”, l’Università Vanvitelli manifesta il suo impegno per una medicina che non si limita alla terapia, ma si apre alla vita.

 

Progetto

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