L'Università Vanvitelli in campo contro la violenza sulle donne

A cura di Marianna Pignata, Delegata di Ateneo alle Pari opportunità

Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Come ogni anno, l’Università della Campania scende in campo per un confronto sui temi della violenza sulle donne dal titolo Parole del Genere, il Linguaggio che umilia e che uccide, argomento, purtroppo di estrema attualità e che, nonostante l’intervento delle forze dell’ordine, l’appassionato lavoro di tante associazioni che si impegnano sul fronte dell’aiuto e del sostegno alle donne maltrattate, nonostante l’approvazione delle norme sullo stalking, la violenza morale e fisica contro le donne è ancora un fenomeno in spaventosa crescita, una emergenza gravissima. 

A fare da cornice all’evento la partecipazione straordinaria di Marianna Fontana, giovane attrice conterranea, pluripremiata ed apprezzata dalla critica per la serietà e professionalità che, per l'occasione, attraverso le sue parole animerà uno spazio di condivisione culturale diffusa e partecipata.

L’iniziativa, promossa dalle Delegate di Ateneo alle Pari opportunità (prof.ssa Marianna Pignata) e per la Terza Missione e Promozione del territorio (prof.ssa Lucia Monaco), dal Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo, in collaborazione con il Comune di Santa Maria Capua Vetere e l’Osservatorio sul fenomeno della violenza sulle donne del Consiglio Regione Campania, vedrà la partecipazione delle Autorità istituzionali di Ateneo e del territorio e si svolgerà il 25 novembre 2019 presso l’Aulario dell’Ateneo in Santa Maria Capua Vetere. Ricco il palinsesto di attività che coinvolgerà non solo gli studenti dell’Ateneo, ma anche i numerosi alunni delle scuole medie e superiori del territorio attraverso un reading di letture che accompagneranno le testimonianze di Adriana Esposito (la madre di Stefania Formicola,vittima di femminicidio), di Fatimah Ehikhebolo (mediatrice culturale della Cooperativa Dedalus) e di una donna, che pur mantenendo l’anonimato, protetta in una casa rifugio, racconterà l’importanza della denuncia.

Si presenteranno i progetti di Spazio donna e delle Associazioni femminili del Territorio (Acli, Cif, Fidapa, Soroptimist) che partecipano attivamente a combattere questa piaga sociale.

La manifestazione rappresenterà una tappa fondamentale di un percorso educativo ambizioso che impegna l’Ateneo e la città in continue attività e riflessioni, soprattutto sull'importanza di un linguaggio appropriato. Ci sono infatti parole che possono aiutare le donne a liberarsi da una gabbia e denunciare violenze e sopraffazioni, ma ci sono anche espressioni che possono provocare danni gravissimi. C’è una responsabilità collettiva di fronte al problema culturale sotteso al fenomeno. Ed è soprattutto su questo fronte che l’Università può e deve giocare il ruolo centrale. Sul piano della ricerca scientifica, che indaga a fondo il fenomeno della violenza, le sue conseguenze, le strategie degli aggressori e quelle, volte alla resistenza, delle vittime; sul piano della formazione specifica dei futuri operatori; ma anche e forse soprattutto sul piano della diffusione della cultura della non violenza.

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