I paesaggi del vino come cultura e memoria di lavoro, incontro a Lettere e Beni Culturali

I paesaggi del vino come cultura e memoria del lavoro, L'incontro si terà il 18 ottobre alle 9.30, presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della Università Vanvitelli, alla via Raffaele Perla 21 in Santa Maria Capua Vetere CE.

Un convegno che nasce come giornata di studio e confronto tra diverse istituzioni legate alla cultura del territorio, del turismo e del vino, con una particolare attenzione all’area provinciale di Napoli. Il momento di incontro vuole essere occasione di riflessione sull’interrelazione tra il valore culturale degli spazi del vino da intendersi come paesaggi, tradizione identitaria di coltivazione, qualità dei prodotti, forma del territorio, esperienza e mestieri.
Il rapporto tra i vigneti e il territorio è analizzato in vista di un recupero della memoria del lavoro, con una speciale attenzione ai “Vigneti Urbani”, ma anche attraverso correlazioni che indaghino sull’interazione culturale tra archeologia e natura, in qualità di una nuova modalità di conservazione dei paesaggi del vino.
Un momento formativo e di confronto, che vuole mettere in luce le possibili potenzialità dei territori attraverso una lettura attuale e multidisciplinare.
La polifonia degli interventi interdisciplinari avvia quindi le basi per la costituzione di un gruppo di lavoro per un’azione ricognitiva sul rapporto tra vigneto e spazio culturale al fine di dimostrare anche il reciproco beneficio che può sussistere integrando la tutela del patrimonio culturale con le diverse realtà di agricoltura urbana.

“ La conferenza – sottolinea Francesca Muzzillo- apre a recupero di un sapere fare rurale che ritorni all’interno della città come competenza professionale non solo ma anche come prospettiva di una antica e rinnovata identità urbana. La città di Napoli, inoltre, è la seconda città europea, dopo Vienna, in termini di ettari vinificati. Qui una stretta correlazione ha, nel corso dei secoli, legato il costruito urbano alla campagna ed è in questa tradizione che il gruppo di lavoro intende mettere le radici di una nuova idea di ruralità urbana. Potremmo ripartire dall’idea degli spazi agrari nella antica Pompei, strettamente interconnessi, come luoghi fisici e ambienti di vita, al costruito. Questa interrelazione ritorna oggi ad assumere valore, poiché metà della popolazione mondiale vive in spazi urbani e il ritorno alla campagna esprime un desiderio profondo per una vita che appaia ‘più umana’”.

“Ho accolto con grande piacere l’invito di Francesca Muzzillo e di Fosca Tortorella ( Donne del Vino) a promuovere questa iniziativa – precisa Nadia Barrella- Mi assomiglia per le motivazioni ad essa sottese: il confronto tra diverse istituzioni legate alla cultura del territorio, l’interrelazione tra il valore culturale dei paesaggi, la tradizione identitaria di coltivazione, la qualità dei prodotti, la forma del territorio, l’attenzione all’esperienza e al mestiere anche come recupero della memoria del lavoro, la necessità di conservazione dei paesaggi antropici. C’è poi il dato multidisciplinare e la voglia di gettare le basi per la costituzione di un gruppo di lavoro che credo sia un messaggio decisivo da dare ai nostri studenti spesso da noi spinti in direzione di un infruttuoso iperspecialismo. E poi c’è il vino, straordinario prodotto della nostra cultura, che non é solo un delizioso compagno di banchetto. E’ l’esito di un certo modo di coltivare la vite, di abbarbicarla ai pioppi o di piantarla in terreni vulcanici ed è, probabilmente, il segno più forte e conosciuto di quell’eredità di comunità definita dalla Convenzione di Faro”.

"Per il nostro Paese il vino è cultura, storia, tradizione, ma anche futuro - dice Fosca Tortorelli, Phd Architect, giornalista enogastronomica e vicedelegata dell’Associazione Nazionale Donne del Vino - Un mondo che ha subito tantissimi cambiamenti in questi ultimi anni, accelerati da una ricerca sempre più necessaria di soluzioni sostenibili e innovative. E di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici, vivere in città sempre più verdi e sostenibili non può e non deve restare un’utopia. L’idea di questo convegno è proprio quella di coniugare, in una visione multidisciplinare, la cultura del paesaggio vitivinicolo e la sua produttività, rapportandola al ridisegno degli spazi urbani anche in qualità di una nuova modalità di conservazione dei paesaggi stessi e come volano turistico".

" Sono onorata di poter raccontare di un luogo dove la geografia e la storia si fondono creando un racconto di intelligenze, intuizioni volte a ricercare l’equilibro con la natura”, ha invece detto Gilda Guida, Produttrice Azienda Salvatore Martusciello e vicedelegata dell’Associazione Nazionale Donne del Vino, mentre Valentina Carputo, Delegata della Campania dell’Associazione Nazionale Donne del Vino, ha sottolineato il fatto che “Siamo in un momento storico cruciale, in cui i recenti atti normativi riconoscono l’importanza culturale dei territori del vino come asset di marketing, tanto da avviare il processo di disciplina del comparto enoturistico; per questo è importante rafforzare tale valore e diventa fondamentale parlare dei paesaggi del vino come patrimonio culturale e come testimonianza di una tradizione millenaria. Questo convegno rappresenta per la nostra associazione un’opportunità per dialogare con il mondo accademico e con quello della ricerca, su una tematica di grande attualità”.

 

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