Solidarietà, gli studenti della Vanvitelli insieme per l'Ucraina

#VANVITELLIMAGAZINE | Anche gli studenti della Vanvitelli si sono mobilitati in supporto della popolazione ucraina. Varie sono state infatti le inziative messe a punto dai vari gruppi studenteschi, in collaborazione con enti diversi, ma tutte con un unico intento: far arrivare chiara la voce della solidarietà degli studenti della Vanvitelli alle persone colpite dalla guerra.

Ecco le nostre voci dei nostri studenti

 

CERVERA ALBERTO - DISTABIF

Il momento drammatico in cui siamo piombati con la guerra in Ucraina fa riflettere tutto il mondo. Ci siamo sentiti nel nostro piccolo di non stare fermi e di dare il nostro contributo.

Riportando una citazione di Gino Strada mai così attuale “il superamento della guerra, oggi come ieri, continuerà a essere la più nobile delle nostre mete”.

 

MARTINA CALIFANO - CONSIGLIERA DI CORSO DI STUDI IN ECONOMIA AZIENDALE

Un terreno su cui è difficile intervenire, difficoltà a capire cosa accade questa è l'emergenza della guerra in Ucraina. Ad oggi si contano oltre un milione di sfollati, centinaia di migliaia di cittadini bloccati a Kiev, Mariupol, Kharkiv e in molte altre città bombardate negli ultimi giorni.

Noi con l'intento di puro sostegno a queste popolazioni, abbiamo avviato una raccolta a supporto di tutti coloro che ne hanno bisogno. È stato un grande gesto di solidarietà, un’azione che ci ha uniti. Non potevamo stare fermi a guardare, e ognuno con un piccolo gesto ha contribuito ad aiutare.

Sappiamo che il nostro impegno è è stato solo una goccia in mezzo all’Oceano, ma probabilmente senza di essa l’Oceano avrebbe avuto una goccia in meno.

Grazie a tutti voi che col sorriso avete contribuito a tutto questo.

.. insieme si va lontano.

 

UMBERTO ALLEGRETTO - SENATORE ACCADEMICO

L’invasione dell’Ucraina è già la sconfitta di ogni pacifismo, di ogni dialogo, di ogni politica distensiva e lungimirante. Io penso che, invece di chiederci, con una certa ipocrisia, cosa fare adesso, dovremmo chiederci cosa potevamo fare, e non abbiamo fatto, per costruire un mondo davvero pacifico. Perché quando avremo finito di assistere impotenti al disastro in Ucraina, ci si dovrà rimboccare le maniche e fare tutto quello che avremmo già dovuto costruire: un diritto internazionale rinnovato, un dialogo aperto e costante con tutti i nostri vicini (russi, asiatici e africani), una lotta efficace alle disuguaglianze (che dovrà comprendere anche un ridimensionamento di certe dinamiche capitaliste), una riforma delle istituzioni democratiche all’interno degli Stati (per renderle maggiormente rappresentative e trasparenti), un rafforzamento dell’Unione Europea in senso federale e responsabile nei confronti dei suoi cittadini. Che la tragedia ucraina serva almeno a convincerci che la via per la pace è questa e nessun’altra.

 

MALFI MARIKA - CONSIGLIERA DI CORSO DI STUDI IN GIURISPRUDENZA

La drammaticità delle vicende politico-sociali alle quali assistiamo non può lasciarci indifferenti. Ecco perché abbiamo cercato di dare, nel nostro piccolo, un sostegno utile e doveroso. Non possiamo voltarci dall’altra parte in questa guerra che ci vede tutti coinvolti e protagonisti.

 

ARMANDO DI MARZIO - CONSIGLIERE DEGLI STUDENTI

Siamo cittadini di un mondo che oggi ci racconta la storia più buia degli ultimi 80 anni. Il nostro pensiero deve necessariamente andare al popolo ucraino, a tutta quella povera gente che chiede aiuto, intrappolata nelle proprie città, le stesse che fino a poco tempo fa erano il loro porto sicuro e che ora sono teatro di un mondo dove ciò che regna è la distruzione e la morte.

Tutto ciò non poteva lasciarci indifferenti, la storia di una ragazza, fidanzata di uno studente di ingegneria, toccata in prima persona dalla situazione, avendo dei familiari in quei posti, ha mosso la nostra coscienza e nel nostro piccolo abbiamo sentito l’esigenza di dover fare qualcosa.

L’iniziativa è stata presa in carico con entusiasmo fin da subito dal nostro dipartimento, che l’ha accolta con serietà e grande responsabilità, facendo sì che tutti gli studenti si mettessero a disposizione.

Sono davvero contento del supporto che stiamo dando all'emergenza umanitaria e ci tengo a ringraziare tutti gli studenti che hanno aderito e che si sono mossi all’istante per aiutare il popolo ucraino.

 

D’ASCIA PASQUALE - CONSIGLIERE DI CORSO DI STUDI IN MEDICINA E CHIRURGIA CASERTA

Con grande soddisfazione condividiamo l’iniziativa promossa dalla rappresentanza studentesca che, in un periodo buio, volge l’attenzione anche verso problemi che non rientrano nell’ambito accademico. In merito all’iniziativa hanno espresso: “Ringraziamo tutti gli studenti che, nel loro piccolo, hanno voluto manifestare solidarietà al popolo ucraino mediante una donazione spontanea. Sentivamo, come rappresentanza, di dover dare un contributo concreto in questa situazione drammatica che ha visto coinvolte tante vittime innocenti. Ci auguriamo che al più presto si possa concludere questo capitolo buio della nostra storia e che si ripristini il confronto democratico.”

 

FARINA GIULIA - CONSIGLIERA DI CORSO DI STUDI IN ECONOMIA AZIENDALE

Sono le debolezze umane a portarci alla guerra, quello che sta accadendo in Ucraina né è un esempio lampante.

In queste debolezze gli uomini hanno bisogno di ritrovare la speranza, di sentire quanta forza possiamo generare se uniti, ed è per questo motivo che abbiamo deciso di contribuire e di stare accanto, seppur da lontano, alle persone che stanno vivendo in prima persona questa tragedia.

 

LEONARDO PAGANO - CONSIGLIERE DEGLI STUDENTI

La guerra in Ucraina tocca la sensibilità di chi, nonostante la lontananza, assiste al conflitto che infierisce da settimane a Kiev e non solo.

Per esprimere la nostra solidarietà a queste persone martorizzate dalla guerra, in pochi giorni l’università Luigi Vanvitelli ha organizzato un raccolta di beni primari per la popolazione ucraina, con l’intento di sostenere, seppur da lontano, chi è in una situazione di disagio. Questo a dimostrazione che l’unione di tutti gli studenti, può aiutare concretamente chi è in difficoltà.

La cultura abbatte i muri e smaterializza i limiti.

Restiamo umani.