Brain and kidney interaction, alla Vanvitelli la prima conferenza internazionale sul rapporto rene - cervello

A cura del professor Giovambattista Capasso

Ordinario di nefrologia presso la Università Vanvitelli e Direttore Scientifico di Biogem, centro di ricerca in Biologia Molecolare e Genetica di Ariano Irpino.

Rene e cervello, quali connessioni? E' questo il tema della prima conferenza internazionale dal titolo Brain and kidney interaction, sul rapporto Rene - Cervello che si terrà a Napoli il 23 e 24 novembre.  Al convegno parteciperanno una folta schiera di eminenti studiosi appartenenti a diverse discipline mediche così come si addice quando si affronta un tema di punta del sapere medico.

I dati epidemiologici indicano un significativo aumento del numero di pazienti affetti da malattie renali croniche (MRC). Questa tendenza è evidente in tutte le fasce d'età, ma è particolarmente pronunciata tra gli anziani. La MRC è una condizione complessa e potenzialmente pericolosa per la vita che colpisce tutti gli organi, portando a alterazioni nei parametri fisiologici fondamentali, come il volume plasmatico, gli elettroliti, l'equilibrio acido-base, gli ormoni e il metabolismo proteico. Date le comorbilità associate, l'approccio terapeutico preferito prevede una strategia multidisciplinare che includa l'uso appropriato di farmaci e interventi adattati alle specifiche esigenze nutrizionali”.

Nel 30-60% dei casi di MRC avanzata, i pazienti presentano disturbi cognitivi. Queste persone spesso soffrono di vari sintomi che colpiscono sia il sistema nervoso centrale che quello periferico. Il deficit più osservato è la lieve compromissione cognitiva (MCI), caratterizzata da lesioni neurologiche e disfunzione cognitiva. È importante notare che l'MCI è già diffuso nelle fasi iniziali dell'insufficienza renale ed è significativamente più comune tra i pazienti affetti da MRC rispetto agli individui della stessa fascia d'età nella popolazione generale.

Nel campo attuale delle neuroscienze, ci sono numerose innovazioni che hanno notevolmente ampliato le nostre conoscenze, tra cui nuove tecnologie di imaging applicabili sia a modelli animali che umani. Inoltre, sono disponibili test cognitivi innovativi e gli approcci omici sono ampiamente utilizzati nella ricerca neuroscientifica.

Purtroppo, la collaborazione interdisciplinare mirata a comprendere la natura e l'origine dell'MCI-MRC è stata piuttosto limitata. Molte domande fondamentali su questa condizione sono rimaste senza risposta o, peggio ancora, sono state trascurate e non affrontate. La conseguenza grave di ciò è l'assenza di qualsiasi terapia patogenetica finora.

Pertanto, l'obiettivo primario di questa conferenza è riunire rinomati relatori internazionali provenienti da diversi campi per collaborare nel comprendere i meccanismi ed esplorare future opzioni terapeutiche per questa emergente entità clinica. Inoltre, c'è la speranza che una miglior comprensione dell'interazione tra il cervello e i reni possa migliorare la nostra comprensione di altre malattie neurologiche.

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