Rallentare la crescita delle cellule tumorali, lo studio sui telomeri pubblicato su Cell Chemical Biology

Incidere sul funzionamento dell’orologio biologico delle cellule per rallentare la crescita di quelle tumorali. Un importante passo avanti nella ricerca contro il cancro è stato compiuto dal team di ricercatori guidato da Sandro Cosconati, docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali e Farmaceutiche dell’Università Vanvitelli. In collaborazione con la Prof.ssa Hilda Picket del Children's Medical Research Institute (CMRI) di Sydney, i risultati di questa innovativa scoperta sono stati condivisi recentemente sulla prestigiosa rivista Cell Chemical Biology (https://authors.elsevier.com/c/1iDJY8jWWJtYH9) in cui figurano come primi autori Alex Sobinoff (CMRI) e Salvatore Di Maro (Vanvitelli).
Lo studio si focalizza su un componente chiave del complesso multiproteico denominato shelterin, il telomeric repeat-binding factor 2 (TRF2), che svolge un ruolo essenziale nella regolazione dell'omeostasi telomerica e nella stabilità genomica e sembra essere implicato nel processo di tumorigenesi.
"I telomeri - spiega Cosconati - spesso considerati l'orologio biologico delle cellule, svolgono un ruolo cruciale nel determinare il destino cellulare, bilanciando tra la morte cellulare programmata, nota come senescenza, e la possibilità di immortalità. Posti alle estremità dei cromosomi, questi segmenti di DNA fungono da chiari indicatori del numero di divisioni cellulari a cui una cellula può ancora sottoporsi. La loro regolazione precisa è fondamentale: telomeri troppo corti possono innescare il processo di senescenza, mentre un allungamento eccessivo potrebbe favorire la trasformazione tumorale delle cellule.
Lo studio dunque si focalizza su un elemento chiave nel complesso quadro di regolazione dei telomeri: il telomeric repeat-binding factor 2 (TRF2), parte integrante del complesso multiproteico noto come shelterin. TRF2 è vitale per controllare la stabilità dei telomeri e il suo coinvolgimento nello sviluppo di tumori è ampiamente riconosciuto".

Il team ha ideato molecole innovative in grado di legarsi in modo irreversibile a TRF2. Tra queste, APOD53 ha dimostrato di innescare una risposta di danno al DNA nei telomeri, generando stress durante la replicazione cellulare e interferendo con il corretto funzionamento di proteine regolatrici. Attraverso questo meccanismo, APOD53 ha mostrato la sua capacità di rallentare la crescita delle cellule tumorali, indipendentemente dal tipo di meccanismo di allungamento dei telomeri utilizzato, preservando al contempo la vitalità delle cellule sane.

"Questo successo è il risultato di anni di impegno e della preziosa collaborazione con la professoressa Hilda Picket - dice ancora Cosconati - Abbiamo aperto nuove prospettive nella comprensione e nel potenziale trattamento del cancro. APOD53 rappresenta un significativo passo avanti, ma ci sono ancora sfide da affrontare per traslare questa promettente scoperta in fase pre-clinica e clinica."
Questa ricerca non solo fornisce basi solide per futuri sviluppi terapeutici, ma sottolinea anche l'importanza della cooperazione internazionale nella ricerca scientifica. Lo studio è frutto di una collaborazione anche con altri gruppi dell'ateneo, come quelli dei docenti Angela Chambery, Paolo Vincenzo Pedone e Lucia Altucci, ma anche grazie al sostegno ricevuto dalla Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, che ha scelto di finanziare le sue ricerche nel 2021 attraverso un Investigator Grant. Ciò conferma che l'impegno finanziario, lo studio e le collaborazioni interdisciplinari sono gli elementi fondamentali di una formula che, in un futuro prossimo, ci condurrà verso progressi sempre più significativi nella cura del cancro.