KPMG prima, Enel poi. Ferdinando, laureato alla Vanvitelli in matematica nel dicembre 2010, è oggi Risk Management Specialist per Enel - business line internazionale Enel Global Trading -. Conosciamo insieme il nostro laureato eccellente!
Spieghiamolo ai più: che cosa fa un Risk Management Specialist?
Il risk manager valuta quali potrebbero essere i rischi aziendali in cui può incorrere l’azienda ed intervenire in linea con gli obiettivi strategici prefissati dagli organi di governo. Una volta individuati, è compito del risk manager valutare quali di questi possano essere gestiti e quali no, per limitarne il raggio di azione dell’eventuale danno.
Quanto ha inciso la tua formazione universitaria in questo lavoro di responsabilità e, più in generale, nel momento in cui ti sei interfacciato con il mondo del lavoro?
La mia formazione mi è stata molto utile. La mia formazione mi ha permesso di avere una buona base teorica e pratica, ma, in particolare, un’enorme elasticità mentale, che mi ha aiutato ad approcciare a tanti argomenti, anche eterogenei tra loro, con grande slancio. Sono grato alla Vanvitelli per la grande professionalità del corpo docente, che si è tradotta in un’ottima base di conoscenze, ma anche perché ci è stato insegnato a ragionare e ad avere una mente elastica e rivolta al ‘problem solving’.
Perché hai scelto l'Università Vanvitelli per il tuo percorso di studio?
Ho sempre pensato che l’Università Vanvitelli fosse un centro di eccellenza delle nostre terre. A differenza di molti altri ho creduto nella possibilità di seguire un corso di studi altamente formativo, senza la necessità di emigrare fin da subito. E ad anni di distanza tale percorso mi è stato riconosciuto più volte.
C'è un momento, un episodio della tua vita universitaria che ricordi con piacere?
La vita universitaria è stata molto impegnativa, ma mi ha lasciato anche tanti bei ricordi. Un paio che rispolvero sempre con grande piacere sono i tanti pomeriggi passati con i colleghi (amici) a studiare nelle aule o in biblioteca e la grande disponibilità dei docenti nel riceverci e darci spiegazioni.
Cosa consiglieresti ad uno studente oggi per avere una storia di successo?
Di seguire il proprio percorso con serietà. Nella vita si ricevono dei frutti se si profonde il giusto impegno, se si focalizzano i propri obiettivi. Agli studenti consiglierei: cercate sempre di capire quali sono le proprie inclinazioni, poiché bisogna sempre provare a raggiungere ciò che ci piace e ci stimola e di approfondire quegli argomenti che piacciono e che possono dare qualcosa in più, magari anche comprandosi un libro e leggendolo nei momenti liberi. Non abbiate mai paura di fare delle scelte, gli errori sono il pane quotidiano di tutti. Ovviamente tutto ciò trovando anche il tempo di divertirsi e vivere la propria vita: quando ci si rende conto di dover staccare un pochino va fatto! E soprattutto consiglierei di provare a realizzare le proprie aspirazioni, o sogni se vogliamo utilizzare una connotazione un pochino più poetica.Credo che nella vita non bisogni accontentarsi, o perlomeno bisogna provare, con caparbietà, a fare ciò che piace e ci stimola. La paura di fallire, di non riuscire, di doversi spostare, di approcciarsi al cambiamento accompagna tutti, sta a noi trovare il coraggio e le motivazioni per non mollare. Devo dire che magari i frutti di un simile impegno difficilmente si colgono subito, ma vale la pena aspettare e soprattutto ciò non vuol dire che si debbano necessariamente sacrificare altre cose, tipo la famiglia.
Se dovessi definire la Vanvitelli in una sola parola, quale useresti e perché?
Professionalità. Perché la professionalità è la base da cui partire per essere un’eccellenza e nell’Università Vanvitelli si respira aria di professionalità.
Tu sei un esperto nella gestione del rischio, nessuno più di te può comprendere cosa sia. E dunque: che rischi consigli di correre agli studenti che vogliono puntare all’eccellenza?
Ragazzi, correte semplicemente il rischio di mettervi alla prova, sempre! In bocca al lupo a tutti.