Il 2 ottobre 2024, presso l'Aula Magna di Ingegneria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, avrai l'opportunità di scoprire come le soluzioni open source di Red Hat stanno rivoluzionando il mondo accademico.
L'evento sarà suddiviso in due sessioni.

Mattina dedicata a Docenti e Personale Tecnico-Amministrativo

La sessione mattutina includerà tavole rotonde e discussioni con esperti IT sulle tendenze tecnologiche e le strategie Red Hat per l'infrastruttura open source. Saranno illustrate le opportunità offerte dal contratto CRUI-Red Hat per migliorare le strutture IT universitarie, insieme ai programmi di certificazione e formazione per il personale.


Pomeriggio dedicata a Studenti e Associazioni Studentesche

Il pomeriggio sarà dedicato agli studenti, con focus pratici su Red Hat Enterprise Linux (RHEL) e OpenShift. Verranno presentate dimostrazioni per containerizzare applicazioni e scalare risorse in ambienti cloud. Un'opportunità per approfondire l'open source e potenziare le competenze IT.


Per iscriversi all’evento, che sarà fruibile anche in streaming, basta accedere alla pagina di registrazione, disponibile al seguente indirizzo: https://evento.universamente.it/

 

Programma

Il prof. Antonio Viviani, del Dipartimento di Ingegneria, già rappresentante per l’Italia nello International Council of the Aeronautical Sciences (ICAS), su nomina della Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (AIDAA), ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti dalla International Academy of Astronautics (IAA), dalla quale è stato insignito con lo “IAA Award 2023 for the Basic Sciences” e nominato vice-chair dello Scientific Activities Committee (IAA-SAC). Il prof Viviani, nel 2023, è stato eletto nel Board of Trustees dell’Accademia e confermato come co-Editor di Acta Astronautica.

Medaglia d'oro del Gruppo Italiano Discussione Risonanze Magnetiche (GIDRM) a Roberto Fattorusso, professore ordinario di Chimica Generale e Inorganica presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche dell’Università Vanvitelli, per i contributi di particolare interesse scientifico, didattico e innovativo nel campo delle Risonanze Magnetiche.

I consigli direttivi di GIDRM e GIRM hanno conferito la medaglia d’oro 2024 a Roberto Fattorusso con la seguente motivazione:

Roberto Fattorusso, laureato in Chimica all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dove ha successivamente conseguito il dottorato di ricerca in Scienze Chimiche, ricopre da diversi anni il ruolo di professore ordinario di Chimica Generale e Inorganica presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.

Roberto Fattorusso ha dedicato gran parte della sua carriera scientifica allo sviluppo e all’applicazione della spettroscopia NMR per descrivere, a risoluzione atomica, le relazioni struttura-dinamica che regolano i meccanismi di riconoscimento molecolare e i processi di misfolding in macromolecole di interesse biologico, con particolare attenzione rivolta alle metallo-proteine.

Nei primi anni della sua carriera Roberto Fattorusso si è formato nel laboratorio del Prof. Carlo Pedone dove si occupato di sintesi peptidica. Durante il suo dottorato di ricerca ha partecipato alle attività di ricerca del gruppo del Prof. Silvio Aime dell’Università di Torino, dove ha utilizzato l’NMR allo scopo di investigare complessi paramagnetici. Nel biennio 1997-98 ha lavorato presso lo Swiss Federal Institute of Technology (ETH) di Zurigo nel gruppo del Prof. Wüthrich, vincitore del Premio Nobel in Chimica nel 2002 per il suo contributo alla determinazione della struttura di proteine in soluzione attraverso metodologie NMR. A Zurigo si è occupato dello sviluppo di metodologie NMR ad alta risoluzione per la determinazione strutturale di proteine in soluzione e alla loro applicazione a sistemi di interesse biomedicale. Successivamente, Roberto ha svolto, in qualità di visiting professor, attività di ricerca presso il laboratorio del prof. Maurizio Pellecchia del Burnham Institute of San Diego (USA) focalizzando la sua attenzione all’ottimizzazione di sequenze d’impulso NMR da applicare nel campo del drug discovery.

Nel 2000 ha fondato insieme alla prof.ssa Carla Isernia il centro di Risonanza Magnetica Nucleare (Nuclear Magnetic Center- Caserta NMRCC) dell’Università degli Studi della Campania, che ha dato un grande impulso allo sviluppo, all’insegnamento e alla divulgazione in campo nazionale e internazionale delle moderne tecniche NMR. Attualmente, il NMRCC rappresenta un punto di riferimento per i giovani ricercatori che vogliono approfondire le loro conoscenze sull’utilizzo delle avanzate metodologie NMR per la caratterizzazione strutturale e dinamica di biomolecole in soluzione e in cellula.

Ad oggi, gli interessi scientifici di Roberto Fattorusso riguardano lo sviluppo e l’applicazione di tecniche di Risonanza Magnetica Nucleare per: i) lo studio degli equilibri conformazionali coinvolti nella formazione di intermedi responsabili di patologie neurodegenerative; ii) la descrizione dettagliata dei meccanismi molecolari che regolano il folding proteico; iii) la comprensione dei meccanismi molecolari con i quali micro- e nano-plastiche alterano la struttura di una proteina in soluzione e in cellula.

L’attività di ricerca di Roberto Fattorusso è testimoniata da una ricca produzione scientifica, in prevalenza su riviste ad elevato fattore d’impatto, e da inviti a congressi e scuole. Roberto ha sempre partecipato con grande entusiasmo alle attività della comunità NMR organizzando anche congressi e giornate scientifiche su diverse tematiche.

Progetto TENORE, parte la campagna oceanografica della 39^ spedizione in Antartide finanziata dal MUR nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide. Tra i partecipanti alla spedizione, composta dai ricercatori dell'Università di Napoli Parthenope - responsabile Prof.ssa Giannetta Fusco -, in collaborazione con CNR, del CIRA e dell'Università Politecnica delle Marche insieme per questa importante iniziativa scientifica, c'è anche Davide Iazzetta, studente della Vanvitelli al Dipartimento di Matematica e Fisica. Il gruppo di ricerca della Vanvitelli che collabora alle misure per il progetto TENORE presso il Dipartimento di Matematica e Fisica è attualmente formato da Mauro Rubino docente di Fisica applicata alla Vanvitelli, dal Dott. Davide Iazzetta, anche da Fabio Marzaioli, docente alla Vanvitelli e dalla dottoressa Luisa Stellato. "Questa importante iniziativa scientifica dà lustro al nostro Ateneo - afferma Rubino, - e credo sia importante divulgarla, affinchè possa attirare studenti verso i Dipartimenti di discipline scientifiche".
 
 Davide, al ritorno dalla sua esperienza scientifica, racconterà agli studenti della Vanvitelli la sua esperienza per divulgare i risultati ottenuti. Eccone una anticipazione
 
"La spedizione alla quale ho partecipato è la 39esima spedizione italiana in Antartide ed è avvenuta sulla nave Laura Bassi - afferma Davide -. Sulla nave coesistono più progetti scientifici, Io ho collaborato al progetto TENORE (TErra NOva bay polynya high Resolution Experiment), coordinato dalla Prof.ssa Giannetta Fusco. Il progetto ha come scopo quello di caratterizzare accuratamente la baia Terranova (mare di Ross), attraverso una serie di misurazioni che copre diversi settori delle scienze Naturali. Baia Terranova è di particolare interesse in quanto rappresentativa di un fenomeno caratteristico di alcune coste antartiche: i forti venti, che si generano per moti discensionali sui crinali montani, durante l'estate liberano la costa dal ghiaccio, permettendo la formazione di nuovo ghiaccio marino. Durante il processo di congelamento, il sale presente nell'acqua che si trasforma in ghiaccio viene rilasciato per consentirne il passaggio alla fase solida, ne consegue che viene così prodotta una grande massa di acqua a grande salinità, e quindi anche a maggiore densità, acqua che poi andrà a contribuire sensibilmente alle dinamiche oceaniche su scala globale. Il lavoro mio e del gruppo di ricerca di cui faccio parte al CIRCE-Lab è quello di analizzare acqua raccolta in vari punti della baia ed a varie profondità per individuare le differenti masse d'acqua che sommandosi contribuiscono al fenomeno di cui sopra. Infatti, analizzando i rapporti isotopici delle molecole d'acqua, ovvero la concentrazione di molecole d'acqua caratterizzate da isotopi pesanti (Ossiegno 18, Deuterio) rispetto a quella da isotopi leggeri, è possibile individuare l'origine di tale massa d'acqua che potrebbe ad esempio non essere acqua generata durante il processo di solidificazione in mare, ma provenire dal continente a causa di altri fenomeni, ad esempio lo scioglimento di ghiacciai".
 
 

Produrre biomolecole attive per nutraceutica, farmaceutica, cosmetica, biostimolanti per agricoltura. Si chiama Originy la Start up innovativa che si è aggiudicata oggi il primo premio In The Green Future. Il progetto ha lo scopo sociale di proporre tecnologie per la valorizzazione della CO₂ nell’ottica dell’economia circolare: con l’Impianto di coltivazione di microalghe mediante conversione CO2 in esercizio, sono stati sviluppati sistemi di estrazione innovativi per recupero biomolecole attive per nutraceutica per l’applicazione in campo farmaceutico e in campo oncologico.

 La premiazione si è tenuta nell’Aula Magna del Dipartimento di Ingegneria dell’Università Vanvitelli, ad Aversa. Dopo un'attenta valutazione, la Commissione, presieduta dal Furio Cascetta - Pro Rettore alla Green Energy e alla Sostenibilità Ambientale dell'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, ha selezionato inizialmente 37 progetti, definendo, successivamente, la rosa dei finalisti a 15 progetti. Oltre al vincitore, che avrà accesso all’uso dei laboratori universitari del Dipartimento di Ingegneria dell’Ateneo Vanvitelli e il supporto scientifico dei ricercatori e docenti per la fase di ricerca, sono state conferite 6 menzioni speciali dai partner Invitalia, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli – Dipartimento di Ingegneria, CONI, Lega Navale Italiana, BCC e Comune di Procida.

Con il suo esordio, il Premio "In The Green Future" inaugura un innovativo e sinergico dialogo tra gli ambiti scientifico, accademico ed economico, congiuntamente alla partecipazione della Pubblica Amministrazione centrale e locale e del settore sociale.

Ed ecco il progetti che si sono aggiudicati le menzioni speciali:

1) Menzione speciale invitalia a Clentech: spin off accademico, sfrutta un brevetto dell'università di Cagliari per la realizzazione di un composto innovativo in formato poroso per l'applicazione in prodotti di carattere edili come vernici, smalti, piastrelle e spray. Tale composto rende i prodotti antinquinamento, antivirali e antibatterici grazie ad un processo di ossidazione e conversione degli inquinanti presenti nell'aria e nelle superfici grazie alla ricezione della luce. Il composto permette una applicazione superficiale o l'inserimento all'interno del processo produttivo per la realizzazione di prodotti tra cui: ceramiche, vetri, piastrelle, tessuti, prodotti per il packaging, purificatori dell'acqua. La tecnologia Clentech riduce l'inquinamento con qualsiasi tipologia di luce, comprese le luci a LED che non presentano componente UV.

2) Menzione speciale della Lega Navale a Mc Energy Innovation: il progetto proposto rientra nel settore delle opere marittime costiere, argini e frangiflutti costieri, con l’obiettivo di ridurre l'energia delle onde che raggiungono la costa per preservare la stabilità delle linee di costa e delle spiagge, ridurre i livelli di risalita e i rischi di inondazione dovuti agli effetti delle mareggiate e delle forti correnti marine. La soluzione proposta supera i limiti della tecnica nota nell’ambito del settore delle opere marittime fornendo un sistema multifunzionale bioispirato per la protezione delle linee di costa caratterizzato da funzionalità aggiuntive rispetto ai sistemi di protezione esistenti quali: produzione di energia rinnovabile mediante conversione di energia del moto ondoso omnidirezionale in energia cinematica ovvero elettricità, in grado di auto adattarsi alle differenti condizioni del mare; elevata flessibilità di installazione e reversibilità; elevata adattabilità ai fondali; elevata capacità d’integrazione nell’ecosistema marino; riduzione della forzante meteomarina e dei relativi effetti sulle linee di costa per il controllo dei fenomeni di erosione ed inondazione

3) Menzione speciale del Comune di Procida a Relicta: ha sviluppato una bioplastica ottenuta da sottoprodotti dell'industria ittica che risulta compostabile, biodegradabile e solubile in acqua. la solubilità in acqua è la caratteristica più importante della bioplastica in quanto apre a nuovi scenari di smaltimento dei packaging mono uso. Il progetto si rivolge a questo settore per essere parte della soluzione al problema legato alla gestione delle plastiche e al loro relativo inquinamento dovuto alla dispersione nell'ambiente. L’azienda si differenzia dai competitor in quanto offre una soluzione facilmente smaltibile che non deve passare per costosi processi di compostaggio, non utilizzare terreni o risorse alimentari.

 4) Menzione speciale dell’Università Vanvitelli a BBB: con il sistema costruttivo BioBuildingBlock è possibile realizzare pareti in legno armato per la prima volta al mondo garantendo maggiore robustezza strutturale in caso di terremoti e uragani con venti oltre i 250km/h. Attualmente sono terminate le prove sperimentali propedeutiche per la certificazione ETA e marcatura CE e si sta approcciando il going to market. Il sistema offre maggiore sicurezza in caso di terremoti e uragani e migliore qualità di vita e comfort abitativo grazie all'assenza di VOC per l'impiego di materiali tutti naturali e grazie alla traspirabilità naturale delle pareti degli edifici costruiti col sistema BioBuildingBlock

5) Menzione speciale di Spin-Off a Strain: (Smart Transducers and Reinforcements for the Development of Artificial INtelligence in civil engineering application) nasce allo scopo di sviluppare un sistema intelligente innovativo di monitoraggio integrato costituito da una combinazione di dispositivi di monitoraggio a basso costo (distribuiti e puntuali, tradizionali e innovativi) che possa fornire informazioni in tempo reale ed al contempo, grazie alle caratteristiche stesse di un trasduttore brevettato contribuire ove necessario al rinforzo strutturale. Il sistema si completa inoltre con procedure di manutenzione e strumenti di previsione ed interpretazione dei risultati. Il sistema proposto costituisce di fatto un "sistema innovativo di allarme rapido" (EWS) per applicazioni geotecniche e strutturali nonché, in caso di applicazione su strutture degradate, un sistema innovativo di monitoraggio e ripristino dello stato di salute" (SHMR).

6) Menzione speciale del Coni a Ganiga Innovation: il prodotto/servizio rivolto a tutti, in particolar modo, GDO, stazioni, centri sportivi e tutto quello dove c'è un alto flusso di persone che produce quantità dei rifiuti. Hoooly è il bidone intelligente che separa autonomamente i rifiuti, riconoscendo fino al 95% dei materiali. Trasforma la gestione dei rifiuti in un'esperienza completamente automatizzata e sostenibile. Realizzati con materiali riciclati, i bidoni sono rintracciabili tramite app, analizzano dati e statistiche per ridurre i costi di gestione fino al 30% e contribuire a un significativo risparmio di CO2. Raccogliendo dati, educando gli utenti, premiando azioni virtuose con cashback e molto altro, sostenibilità, tecnologia e convenienza definiscono l’impatto di Ganiga nel trasformare il panorama della gestione dei rifiuti."

Due premi dedicati agli scienziati banditi dall'Accademia delle Scienze di Torino. Il primo è il Premio Gili Agostinelli, internazionale, dell'importo di € 10.000, destinato quest'anno a premiare uno studioso che si sia particolarmente distinto nel campo della Meccanica Pura o Applicata o Fisica Matematica classica. Il premio non può essere conferito ai Soci dell'Accademia delle Scienze di Torino e a studiosi che abbiano già ricevuto il Premio Panetti o il Premio Panetti Ferrari. In conformità a quanto stabilito dal regolamento sono invitati a presentare proposte i Soci della Classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali dell'Accademia delle Scienze di Torino, i Presidenti delle maggiori Accademie italiane e straniere, i Direttori dei Dipartimenti competenti delle Università italiane e, quando il Premio riguardi la Meccanica Pura o Applicata o la Fisica Matematica classica, il Consiglio di presidenza della Intemational Union of Theoretical and Applied Mechanics.

Le designazioni, accompagnate da brevi cenni sullo studioso segnalato e in particolare sull'attività scientifica recente, dovranno pervenire entro il 31 marzo 2024. Esse possono riferirsi a una singola opera o scoperta, oppure alla carriera complessiva dello studioso proposto.

Il Premio e Medaglia d'oro Panetti Ferrari, internazionale, dell'importo di € 10.000, è destinato a «uno scienziato vivente che si sia particolarmente distinto per le sue ricerche nel campo della Meccanica Applicata (intesa in senso lato), effettuate nel decennio precedente alla data del conferimento del Premio stesso. Il Premio è indivisibile e non può essere conferito ai Soci dell'Accademia delle Scienze di Torino e a scienziati già onorati con analogo premio nazionale o internazionale se non per nuove opere o scoperte». In conformità a quanto stabilito dal regolamento sono invitati a presentare proposte i Soci della Classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali e i Presidenti delle maggiori Accademie scientifiche ei Enti culturali italiani e stranieri, nonché i Direttori dei Dipartimenti di Ingegneria delle Università italiane.
Le designazioni dovranno essere accompagnate dalla relativa motivazione e pervenire entro il 15 aprile 2024.

Le proposte, indirizzate al Presidente dell'Accademia, dovranno pervenire esclusivamente tramite e-mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
I premiati saranno resi noti sul sito internet dell'Accademia all'indirizzo www.accademiadellescienze.it/premi.

Premi per le start up e gli spin-off più innovativi incentrati sulla biodiversità e sulla sostenibilità ambientale. Si terrà il prossimo 20 maggio, alle ore 9, nell’Aula Magna del Dipartimento di Ingegneria dell’Università Vanvitelli, via Roma 29, ad Aversa, la presentazione dei primi 15 progetti selezionati, tra cui verrà scelto il vincitore e le due start up meritevoli a cui verrà invece riconosciuta la menzione speciale.

Con il suo esordio, il Premio "In The Green Future" inaugura un innovativo e sinergico dialogo tra gli ambiti scientifico, accademico ed economico, congiuntamente alla partecipazione della Pubblica Amministrazione centrale e locale e del settore sociale.

Questa prima edizione della competizione rappresenta il primo passo di un percorso verso un modello italiano distintivo, proiettato a livello internazionale, che valorizza la biodiversità e promuove nuove progettualità per la salvaguardia dei territori. Esso rientra tra le iniziative che coinvolgono gli attori del partenariato Procida oltre Procida, partecipato da INVITALIA, Università degli Studi della Campanaia Luigi Vanvitelli tramite il suo Dipartimento di Ingegneria, ARPAC - Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania, BCC, Comune di Procida, CONI e Lega Navale Italiana.

Dopo un'attenta valutazione, la Commissione, presieduta dal Furio Cascetta - Pro Rettore alla Green Energy e alla Sostenibilità Ambientale dell'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, ha selezionato inizialmente 37 progetti, definendo, successivamente, la rosa dei finalisti a 15 progetti che presenteranno il loro pitch il 20 maggio.

Il vincitore avrà accesso a un premio in servizi con l’uso dei laboratori universitari del Dipartimento di Ingegneria dell’Ateneo Vanvitelli e il supporto scientifico dei ricercatori e docenti per la fase di ricerca del progetto. Inoltre, in collaborazione con il partner Invitalia avrà l’opportunità di accedere ai programmi d'investimento.

Saranno conferite menzioni speciali dai partner Invitalia, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli – Dipartimento di Ingegneria, CONI, Lega Navale Italiana, BCC e Comune di Procida.

Il modello “In The Green Future”, si propone di rafforzare il dialogo tra il mondo economico, scientifico e sociale in un contesto innovativo che contribuisce alla valorizzazione dei territori e al loro sviluppo locale. In sintonia con i partner, esso si pone quale soggetto catalizzatore per valorizzare le competenze italiane attraverso una visione innovativa del Made in Italy e promuovere l'eccellenza italiana.

 

Locandina

La Vanvitelli a Futuro Remoto.

Tanti i temi toccati dal nostro Ateneo quest’anno, con focus su intelligenza artificiale (applicata al diritto e alla moda), sul cambiamento climatico, ecologia, ma anche laboratori sulla comprensione di sé, speed date scientifici, e tante attività in ambito medico-scientifico.

Con la sua XXXVII Edizione Futuro Remoto esplora, riflette e racconta i tanti EQUILIBRI E DISEQUILIBRI della nostra storia, della nostra vita, del nostro Pianeta. Ricerca e punti di equilibrio sono una costante stimolante per leggere, interpretare la realtà e tracciare gli obiettivi prioritari da perseguire. È la ricerca di un equilibrio stabile che pertanto deve oggi guidare scelte e azioni, sia che parliamo di equilibrio sociale, geopolitico, sia se guardiamo alla nostra Terra, alla Natura con i suoi ecosistemi.

"You", nei lab della Vanvitelli un gioco che ti aiuta a comprenderti

Genitorialità, una ricerca per studiare le attitudini dei futuri genitori

"Rimani", il progetto di design della Vanvitelli presentato a Futuro Remoto

Binge eating, a Futuro Remoto un progetto di Design per aiutare il disturbo da alimentazione incontrollata

Intelligenza artificiale e moda, a Futuro Remoto si discute sul diritto d'autore

Dati satellitari in supportoalle assicurazioni, presentato un progetto a Futuro Remoto

Astro, in mostra a Futuro Remoto il "razzo spaziale" che cura i denti dei bambini

E' un legame stretto e direttamente proporzionale quello che esiste tra gusto e ambiente circostante. La nostra percezione di un cibo o di una bevanda, infatti, cambia a seconda di ciò che c'è intorno intorno a noi in quel momento. Questo è il risultato di una ricerca pubblicata sulla rivista internazionale “Food Quality and Preference” , frutto della sinergia tra i laboratori del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale (Sens i-Lab, Proff. Masullo e Maffei) e del Dipartimento di Psicologia (Lab Cognitive Science and Immersive VR ,Proff. Iachini e Ruggiero) dell'Ateneo Vanvitelli.

Tra le più ricche e complesse esperienze multisensoriali che facciamo giornalmente vi sono certamente quelle di bere e mangiare: il frutto di questa esperienza sprigiona un complesso articolato di sensazioni che ci permettono sia di riconoscerne le caratteristiche, sia di stimolare i nostri desideri e comportamenti conseguenti.
Studi sulla gastrofisica hanno peraltro dimostrato come la percezione del gusto, oltre alle caratteristiche intrinseche di cibi e bevande, possa essere moderata da stimoli esterni.
Lo studio messo a punto dai due Dipartimenti ha permesso di sviluppare diversi studi per comprendere quanto l’ambiente circostante possa essere utilizzato per favorire l’assunzione di cibi più salutari, come quelli a minor contenuto di zucchero.

I primi risultati della collaborazione tra i gruppi di ricerca, focalizzati sull’assunzione di succo d’arancia a basso contenuto di zuccheri, hanno ricevuto premi internazionali e, pubblicati sulla rivista internazionale “Food Quality and Preference” da Istiani, Masullo, Ruggiero e Maffei, hanno ricevuto grande attenzione mediatica da parte di alcune rilevanti piattaforme di comunicazione scientifica e tecnologica internazionali, come stdaily.com, Sina.com e Medicalexpress.com.

Le attività sperimentali hanno evidenziato come, combinazioni di caratteristiche ambientali (visive e uditive) nelle quali coesistono la presenza di toni puri di alta frequenza, luci calde e sfondi di colore rosso, sono in grado di aumentare la percezione di dolcezza dei consumatori rispetto a condizioni di neutralità. Questo effetto di moderazione si verifica anche al variare del solo contesto sonoro in cui il succo viene assunto. In particolare, in ambienti sonori caratterizzati prevalentemente dalla presenza suoni naturali è possibile percepire il succo più dolce rispetto a contesti sonori maggiormente antropizzati, e più rumorosi. Ulteriori correlazioni con le caratteristiche psicoacustiche degli ambienti sonori suggeriscono inoltre la possibilità di modulare anche la percezione della consistenza della bevanda.

La ricerca è stata pubblicata su:

The influence of multisensory indoor environment on the perception of orange juice
Istiani, N.F.F., Masullo, M., Ruggiero, G., Maffei, L.
Food Quality and Preference, 2023, 112, 105026

link: 

http://www.stdaily.com
Sina.com
Medicalexpress.com

 

A cura di Dario Tedesco, docente di Vulcanologia alla Vanvitelli

I Campi Flegrei, come il Vesuvio sono l’area vulcanica più giovane del centro-sud Italia. In effetti sono proprio queste due aree vulcaniche che hanno modellato l’attuale morfologia della nostra zona, molto ampia, che ammanta e addolcisce colline e montagne di tutta la Campania.

I Campi Flegrei, con le sue due eruzioni principali, l’Ignimbrite Campana o Tufo Grigio Campano e il Tufo Giallo Napoletano ha dato luogo alle due più grandi eruzioni italiane conosciute. Sono avvenute rispettivamente tra i 39000 ed i 42000 e 15000 anni fa. Le altre, parliamo di oltre cinquanta eventi eruttivi, in alcuni casi con crateri perfettamente conservati, sono disseminate in quella che oggi chiamiamo “super” caldera flegrea. Questi crateri si sono formati generalmente in seguito ad un solo evento eruttivo e per questo definiti “monogenici” – formatisi in una sola eruzione--. Ma i Campi Flegrei prima delle due eruzioni principali erano stati particolarmente attivi proprio nella città di Napoli con almeno una decina di eventi esplosivi di forte energia riconosciuti solo di recente. 

L’ultimo evento eruttivo, quello del Monte Nuovo è avvenuto nel 1538 nell’area dell’allora abitato di Tripergole alle spalle di Arco Felice. Insieme alla descrizione di Plinio il Giovane dell’infausta eruzione del Vesuvio del 79 DC è probabilmente uno degli eventi meglio conosciuti della storia antica, grazie ai resoconti dettagliati delle cronache locali e politiche del tempo. È proprio grazie a queste descrizioni che oggi riconosciamo i segni di un evento geologico di lunga durata che si protrae nel tempo e che porta il suolo a “gonfiarsi”, bradisismo positivo, e ad abbassarsi “bradisismo negativo”. L’etimologia della parola bradisismo indirizza chiunque voglia conoscere la storia di questo fenomeno verso la chiara sensazione che la terra nei Campi Flegrei non abbia mai un attimo di pace. Infatti, il movimento lento del suolo, che sia ascendente o discendente, spiega tutto quello che sta accadendo e che è accaduto durante i secoli, certamente dal 1400 ad oggi (documenti storici) ma certamente anche in epoca romana, se immaginiamo che le città di Puteoli (Pozzuoli) e Baiae erano il fiore all’occhiello dell’impero ed all’improvviso sono scomparse dalle cronache, ben prima della caduta dell’impero stesso. È possibile immaginare che un forte e lungo nel tempo, evento bradisismico abbia costretto abitanti, legioni e flotta romana ad andare altrove.

In epoca recente, tra il 1968 ed il 1970 si ricomincia a parlare del bradisismo quando all’improvviso ci si rende conto che a Pozzuoli il fondale marino si sta alzando ed è sempre meno profondo, le barche dei pescatori ed i traghetti hanno sempre più difficoltà ad entrare nella darsena ed ormeggiare. Di quella crisi ci si ricorda soprattutto l’evacuazione rapidissima del Rione Terra, l’area greco-romana più antica e caratteristica di Pozzuoli. Il fenomeno, a differenza delle due fasi che lo seguiranno, 1982-1984 e quella attuale, non ebbe una forte componente sismica. I cittadini della parte centrale di Pozzuoli furono evacuati in un nuovo quartiere costruito poco lontano, Rione Toiano. La seconda fase che ho vissuto in toto per la mia tesi di dottorato fu più brutale. Circa 180 centimetri di deformazione verticale accompagnata da 15000 scosse in due anni, centinaia delle quali avvertite dalla popolazione. Le scosse, la maggioranza nella parte centrale della caldera, erano localizzate tra la superfice ed i 4 Km di profondità con una magnitudo massima di 4,0/4,2. Il 10 Ottobre 1983 per la seconda volta in pochi anni tutta i 30000 abitanti di Pozzuoli ebbero l’ordine di evacuare; prima in campi creati per l’occasione ed in seguito nell’area di Monterusciello, il nuovo quartiere, una vera e propria piccola città, costruita in fretta e furia per dare un tetto ad un’intera città.

È necessario fare un breve passo indietro. L’evacuazione non avvenne per il pericolo imminente di una nuova possibile eruzione, ma per la continua sismicità e per la fondata preoccupazione che molte strutture pubbliche ed edifici privati non avessero le caratteristiche statiche per reggere a terremoti di elevata energia e soprattutto molto vicini alla superficie. Di fatti, dopo l’evacuazione, con il proseguire delle scosse alcuni, pochi a dire il vero, edifici crollarono. È altrettanto vero che questi stessi edifici erano stati evacuati già prima del 10 Ottobre proprio per le loro precarie condizioni e per la non agibilità degli stessi.

Le prime due “crisi bradisismiche” hanno caratteristiche simili, almeno da un punto di vista temporale. Stessa durata e stessa variazione verticale, circa due metri. La prima avrà una discesa lenta di poche decine centimetri la seconda una più veloce di circa un metro. La poca sismicità della prima crisi contro una forte sismicità della seconda. Nell’ambito degli studi che sono stati effettuati durante la crisi tra il 1982 ed il 1984, quelli geochimici sono forse quelli che rivelano segnali premonitori con più largo anticipo. Infatti dal Gennaio 1984, con mesi di anticipo sulle componenti geofisiche, sismicità e deformazione continueranno ancora per alcuni mesi, tutti i parametri chimici relativi alla composizione dei gas cominceranno a scendere. Ci sono numerosi articoli scientifici su prestigiose riviste internazionali che ne parlano. Cosa vuol dire ? Una semplice spiegazione può essere quella che i fluidi (gas) si propagano in un mezzo altamente fratturato e permeabile come quello dei Flegrei molto più velocemente dei parametri geofisici ed arrivano molto rapidamente in superficie dove possono essere campionati e rivelarci eventuali variazioni di quanto avviene a profondità elevate. Un altro fattore importante è relativo al comportamento delle rocce dell’area e spiega anche come mai il primo segnale a disposizione sia quello dei gas. La prima variazione, probabilmente dovuta all’arrivo di fluidi caldi (non magma) è quello della vaporizzazione delle acque contenute negli strati attraversati da questi stessi fluidi durante la loro migrazione verso la superficie. Il passaggio da liquido a vapore crea un immediato squilibrio e soprattutto un aumento di pressione, lento ma continuo. Il vapore che prende il posto dell’acqua, mentre da una parte essendo molto più leggero tende a spostarsi e migrare verso l’alto creando un aumento di pressione ed un immediato rigonfiamento degli strati più prossimi che poi si propaga verso l’alto (deformazione verticale). All’inizio questa deformazione, proprio perché lenta, non produce sismicità ma viene assorbita dai diversi strati di rocce sotto forma di rigonfiamento. Le rocce che subiscono questo processo hanno un comportamento elastico all’inizio, fino a quando la deformazione non raggiunge un punto di rottura, e il sistema comincia a generare sismicità. Proprio la profondità dei sismi, tra i 4 Km e la superficie, ci dice che tutti gli strati sono interessati a questa deformazione e tutti gli strati, in maniera casuale, rilasciano energia nel momento in cui cominciano a fratturarsi.

Ed oggi? Oggi siamo di nuovo alle prese con lo stesso fenomeno, che però si è presentato sotto forma diversa, più lento (e purtroppo più lungo) nella sua evoluzione, circa 20 anni (dal 2002 ad oggi). Si manifesta con variazioni estremamente significative della composizione dei gas, con l’apparizione di nuove aree di degassamento, come l’area Agnano-Pisciarelli, ben visibile dalla tangenziale quando si arriva al casello. Una deformazione molto lenta del suolo, circa 120 centimetri che comincia 4/5 anni dopo le variazioni geochimiche ed una sismicità, ancora una volta che è l’ultima “a scendere in campo” che riprende, forse con un numero maggiore di terremoti a più alta magnitudo, la stessa sequenza delle due fasi precedenti.

Le domande più frequenti che ci poniamo sono due; (i) cosa genera queste crisi bradisimiche e (ii) quale sarà l’evoluzione di quella che stiamo attualmente vivendo ?

Credo che ogni ricercatore che abbia lavorato sui Campi Flegrei e su almeno una di queste crisi abbia una sua idea. La mia è piuttosto semplice, pubblicata diversi anni fa e credo accettata da diversi ricercatori. Siamo di fronte ad un fenomeno che una volta partito non si ferma. Ovvero, che la svolta finale sia senza alcun dubbio l’eruzione. Ma, e c’è una ma molto grande, per avere l’eruzione bisogna che tutti i parametri funzionino nella stessa maniera, che tutto il sistema sia in perfetto “disequilibrio” e soprattutto che il magma sia a disposizione e, cosa più importante, si muova verso l’alto. In tutti gli scenari delle tre fasi bradisismiche manca la componente più importante, il magma. Ad essere sinceri sono sorpreso che ad oggi, qualunque modello, qualunque scenario, parli del magma come un’entità astratta. In verità ad oggi sappiamo solo che il magma non si muove, che il magma, per quanto i sismologici ci dicono, non è responsabile della sismicità o della deformazione e certamente ancor meno delle variazioni geochimiche. Se vogliamo essere più spietati, ad oggi non ci sono indicazioni di dove sia realmente il magma. In pratica non ci sono stati segnali precisi per cui il magma sia stato chiaramente individuato. Alcuni ricercatori parlano oggi di 8 km, durante la precedente crisi si parlava al di sotto dei 4 km. Questa è la principale incertezza che regola tutti i modelli e tutti gli scenari. È anche possibile, come scritto in alcuni articoli che le variazioni deformative siano proprio dovute a piccole iniezioni di magma. Per essere precisi, ogni metro di deformazione corrisponderebbe ad un metro (su una vasta area) di magma che si è mosso verso l’alto. Se così fosse, per la crisi 1982-1984 ci sarebbe stata un’intrusione di magna di circa due metri e probabilmente l’attuale crisi avrebbe generato un ulteriore iniezione di circa un metro. Prima di capire se sia molto o poco, ci sono altri studi che ci dicono che questi volumi di magma nel giro di poche settimane e/o mesi non avrebbero più le caratteristiche fisiche per potersi muovere, in pratica non sarebbero più capaci di spostarsi verso l’alto. In poche parole, se questi modelli sono corretti, stiamo parlando di prove di eruzione. Le quantità di magma sono piccole e non dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) potersi muovere e creare ulteriori problemi e condurre all’eruzione. Inoltre una delle domande da porci è senza dubbio come sia possibile che non si sappia dove sia il magma e forse se non fosse possibile che il magma si muova poco o forse non si muova per niente perché non ce la fa a muoversi. Ovvero le sue caratteristiche reologiche non gli permettono più di muoversi verso l’alto. E qui torniamo alla prima domanda, ma allora perché stiamo vivendo in 55 anni questa terza fase di bradisismo ? 

L’unica possibile risposta ci viene dall’esperienza di Monte Nuovo nel 1538. I documenti dell’epoca ci dicono che la regina Giovanna (d’Angiò) cominciò ad elargire terre emerse a partire dal 1400, almeno 100 anni e più prima dell’evento eruttivo. Certamente questo processo deve essere cominciato diverso tempo prima e quindi sarà durato circa un secolo e mezzo.

Questo vuol dire che abbiamo ancora tempo? Io credo fermamente nella scienza e nei progressi che questa può fare in un ambito, delicatissimo viste le implicazioni, come la vulcanologia. Oggi non sappiamo tutto, ma certamente sappiamo molto più di 40 anni e 60 anni fa. La risposta principale che va data ai cittadini, i soli che hanno realmente bisogno di certezze, è se ci sono evidenze di una possibile eruzione oppure se si devono solo temere gli eventi sismici, che sono certamente un pericolo da un punto fisico ma soprattutto sotto il profilo psicologico.

I vulcanologi hanno un solo dovere, il primo è quello di dire che la vulcanologia non è una scienza esatta e quali sono ad oggi i propri limiti, il secondo è quali siano le conoscenze attuali e quali le possibili conclusioni. L’onestà e la chiarezza in questo campo sono fondamentali perché si abbia un rapporto corretto con i cittadini, soprattutto quelli esposti ai disastri naturali. La comunicazione diventa lo strumento principe affinché tutti sappiamo quale sia il grado conoscenza, di pericolo o più semplicemente cosa stanno facendo e come, in particolare i ricercatori impegnati ogni giorno in un lavoro spesso sfibrante e molto spesso non riconosciuto. D’altra parte la cacofonia di informazioni da parte di ricercatori che non hanno alcun titolo istituzionale per diffondere messaggi molto spesso in contraddizione con quanto diffuso dagli organi competenti, crea ancora più confusione e difficoltà nei cittadini. 

La giornata sui Campi Flegrei che vede tutti gli attori presenti è un momento che l’Ateneo ha deciso di dedicare, con molto coraggio vista la delicatezza del tema trattato, al territorio ed ai suoi cittadini. Un momento di confronto su una realtà probabilmente scomoda e pericolosa ma di cui si deve avere piena conoscenza per poter, tutti noi, capire prima e prendere poi le giuste decisioni, previsto per giovedì 19 ottobre 2023 - ore 9.00 al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Biologiche e Farmaceutiche, Aula Carfagna, Viale Lincoln 5 a Caserta, in una giornata dal titolo "Campi Flegrei: storia del bradisismo, attività recente, scenari".

 

La Scuderia Vanvitelli, team di Formula Sae dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, sarà presente al 1° Napoli Motor Show Trofeo Città di Napoli-Gran Premio di Napoli organizzato dall’Associazione Napoli Racing Show, in programma dal 12 al 14 Aprile 2024 sul lungomare di Napoli.
L’Università della Campania disporrà di una postazione nel Villaggio allestito all'interno del circuito, nell'area della Rotonda Diaz e zone limitrofe.

Attraverso la Realtà Virtuale sarà possibile immergersi nel mondo della Formula SAE visionando il progetto vettura della Scuderia Vanvitelli. Il team, inoltre, illustrerà tutte le peculiarità del veicolo ed i risultati sportivi internazionali conseguiti nel corso del 2023 insieme alla road map che porterà la Scuderia Vanvitelli alla realizzazione del prototipo fisico nel corso dei prossimi anni accademici.

L’evento sarà presenziato dei membri della Scuderia Vanvitelli in particolare dal Team Leader, dal Direttore Tecnico e dal Delegato di Ateneo per la Formula Sae.

Stem day nella sede Avio Aero di Pomigliano d'Arco. L'evento si svolgerà il 3 ottobre dalle ore 12.30, e coinvolgerà le studentesse del Dipartimento di Ingegneria dell'Ateneo Vanvitelli.

Si tratta di un pomeriggio in Azienda (a Pomigliano D'Arco) per esplorare le possibilità professionali e di formazione (tirocini, tesi) del business AVIO.
Il pomeriggio prevede il pranzo presso la loro mensa, uno shop tour, un incontro con diverse role model e la presenza di stand con desk dove saranno presenti diverse funzioni aziendali tra cui quelle HR e talent acquisition.

Per iscriversi e partecipare clicca qui

 

locandina

Pagina 1 di 8