Livio Gianfrani, docente di Fisica della Materia presso il Dipartimento di Matematica e Fisica della Vanvitelli, entra nella Commissione Scientifica dell'EGAS, European Group on Atomic Systems, una divisione della Società Fisica Europea.

Quattordici i membri del Board, eletti in rappresentanza dei diversi temi di ricerca e delle diverse nazioni europee. "Lo scopo primario del Board è quello di promuovere lo studio e la ricerca nei vari settori della Fisica Atomica e Molecolare e di contribuirne alla diffusione della conoscenza a livello Europeo  - spiega Gianfrani -  La Commissione ha il prestigioso incarico di  stilare il programma scientifico di due importanti conferenze internazionali nel campo della Fisica Atomica e Molecolare  la conferenza dell’ European Group on Atomic Systems, la cui 52^ edizione si è tenuta nel 2021, e la ECAMP - European Conference on Atoms, Molecules and Photons, che giunge quest’anno alla sua 14^ edizione. Sono molto contento di rappresentare il nostro Paese in questa Commissione scientifica e di avere l’opportunità di accrescere la visibilità del nostro Ateneo in ambito europeo - conclude il docente."

La Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS), di cui l’fa parte L’Ateneo Vanvitelli, segnala a tutta la comunità universitaria (studenti, docenti, personale tecnico-amministrativo) la Conferenza Climate Exp0-virtual conference (17-21 maggio 2021) organizzata dalla stessa RUS e da COP26 Universities Network (una rete di oltre 55 Università e Centri di Ricerca con sede nel Regno Unito).  

Climate Exp0 è una delle iniziative ufficiali che si svolgono in vista della più importante 26a Conferenza delle Parti (da qui l’acronimo COP26) sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite che sarà ospitata a Glasgow (1-12 novembre 2021) e preparata in Partnership con l’Italia. In occasione di COP26, capi di Stato, delegati, esperti del clima e negoziatori si riuniranno al fine di concordare un'azione coordinata per affrontare il cambiamento climatico, predisponendo i negoziati che indirizzeranno le attività future.

Climate Exp0 si svolge in un momento cruciale che include le pre-riunioni di COP26; è una Conferenza allestita da più di 300 scienziati di oltre 80 università inglesi e italiane, con lo scopo di fornire il supporto della scienza alla COP26; sono previste anche sessioni tematiche organizzate dagli studenti.

Registrati qui ➡ https://www.climateexp0.org

Il programma, disponibile online a questo link, presenta le più recenti riflessioni e le più rilevanti ricerche internazionali sui cambiamenti climatici e sulle correlate politiche; prevede più di 350 relatori internazionali e collaboratori che si alterneranno in oltre 70 sessioni. 

Gli oratori principali includono il Presidente di COP26, Alok Sharma; il Ministro italiano per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani; il Ministro italiano delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, il Ministro italiano dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa.

A pochi giorni dall’evento, c'è ancora tempo per iscriversi a Climate Exp0 che è una Conferenza Online, gratuita e aperta a tutti.

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Si chiamano Erika, Simone, Chiara e Giuseppe, e sono primi quattro laureati in Data Analytics, il corso di studio a doppio titolo erogato dalla Vanvitelli insieme con l’Università Paris 13. Un percorso completamente in lingua inglese e altamente professionalizzante, mirato a formare una tra le figure professionali più ricercate in azienda, il Data Analyst. Ma non solo. Il corso di laurea in Data Analytics prevede un percorso internazionale per l’acquisizione del doppio titolo di Studi: laurea in Data Analytics rilasciato dall’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e Licence (LMD) Mention Informatique del Dipartimento di Informatica dell’Institut Galilée, rilasciata dall’Université Paris 13 – Sorbonne Paris La Cité (Francia). Un intero semestre del corso di studi, infatti, è svolto all’estero, in Francia.

“La possibilità di ottenere un Doppio Titolo di Laurea in collaborazione con un altro Ateneo - spiega Simone - arricchisce la preparazione dello studente aggiungendo alla sua preparazione in Statistica sia gli strumenti che le conoscenze in ambito Informatico necessari per completare il suo percorso di studi in 3 anni di formazione. Inoltre – continua il neolaureato - avendo partecipato al programma di Doppio Titolo, e avendo avuto la possibilità di svolgere uno stage all’interno di uno dei laboratori dell’Ateneo ospitante (La Maison des Sciences Numériques o LaMSN), posso direttamente confermare quanto l’ambiente universitario, nonché professionale, siano stati di fondamentale importanza nella riuscita di questo programma”.

Accanto agli aspetti formativi ci sono poi quelli di vita vissuta, rappresentati dall’esperienza all’estero già inclusa nella scelta di questo corso di studi.

“Oltre che ad un’esperienza universitaria legata al termine del percorso di studi in questione – aggiunge Simone - quest’esperienza mi ha permesso di trascorrere un intero anno accademico a Parigi, vivendo la sua multietnicità e avendo la possibilità di approfondire la conoscenza della lingua francese. Un ringraziamento speciale va, da parte mia alla Dott.sa Verde Rosanna, Presidentessa del CdS in Data Analytics, per la sua disponibilità e per l’opportunità offerta, insieme ai membri del CdS in Data Analytics, per l’esperienza formativa e la qualità di erogazione degli insegnamenti, l’Université Sorbonne Paris 13, e tutti gli studenti (e amici) della Licence (LMD) Mention Informatique di Paris13, anch’essi parte integrante di questo percorso”.

Molto soddisfatta del corso di studi anche la neolaureata Erika.

“Il corso di laurea in Data Analytics è primo nel suo genere e all'avanguardia rispetto ad altri. Ha lo scopo di formare i suoi studenti per la professione di data analyst: è una figura molto nota all'estero, ma ancora non molto conosciuta in Italia, che unisce conoscenze statistiche, matematiche, informatiche ed economiche, fornite naturalmente dal corso di laurea. Questo lavoro è stato definito da molti come il "più sexy" del ventunesimo secolo e la sua richiesta sta aumentando esponenzialmente nelle aziende che si vogliono espandere. Anche dal punto di vista della didattica, questo corso è stato molto soddisfacente. I professori sono stati molto disponibili e vicini a noi studenti, mi hanno fatto appassionare ancor di più alle materie trattate, creando interesse in ambiti che non ritenevo nelle mie corde, come la programmazione.

Anche Erika, come Simone, ha completato il suo percorso di studi all’estero.

“Ho intrapreso il double degree andando a studiare a Parigi e ottenendo il doppio titolo. Quest'esperienza è stata molto formativa sia dal punto di vista di studio, sia relazionale: nonostante il Covid-19, sono riuscita insieme agli altri ragazzi, a creare nuove amicizie, venendo a contatto con numerose culture differenti e imparando anche una nuova lingua, il francese – conclude la neolaureata”. 

A conferire i diplomi di laurea e Licence (LMD) Mention Informatique insieme alla Commissione di laurea  della Vanvitelli, il Rettore dell’Université Paris Nord Prof. Crhistophe Fouqueré.

Identificare, valutare, selezionare la proprietà intellettuale e le innovazioni prodotte dalla ricerca scientifica sviluppata negli Atenei per valorizzarle e utilizzarle in ambito industriale e scientifico.
Con questi obiettivi l'Ateneo Vanvitelli ed altre 7 università delle regioni Puglia e Campania (Università di Napoli Federico II, Università di Salerno, Università del Sannio, Università di Napoli Parthenope, Politecnico di Bari, Università di Bari, Università del Salento) hanno dato origine ad un gruppo di lavoro finalizzato a sviluppare una collaborazione di rete, attraverso il Programma di Valorizzazione #NOACRONYM, insieme a Fondazione Ricerca & Imprenditorialità (Fondazione R&I), che proprio ieri ha visto il kick-off del progetto.

La Fondazione R&I si occuperà inoltre di promuovere e sostenere il lancio di un’iniziativa imprenditoriale, denominata Centro Innovazione e Tecnologia (CITec), concepita come una piattaforma di servizi di accelerazione e valorizzazione della conoscenza scientifica e tecnologica comprendente un insieme più vasto di partner accademici e industriali.

Come primo esempio concreto di partnership, l’Università della Campania Luigi Vanvitelli, in qualità di capofila e con il costante supporto di Fondazione R&I, ha presentato una domanda di finanziamento per la realizzazione di Programmi di Valorizzazione di brevetti e domande di brevetto attraverso progetti di Proof of Concept (PoC), ai fini di innalzarne il livello di maturità tecnologica, secondo quanto previsto dal Bando MISE pubblicato nella G.U. n. 283 del 03/12/2019 (cd. Bando PoC MISE o Bando).

Sono stati ammessi al finanziamento del MISE 12 progetti. Il valore complessivo delle attività è pari a 803.359 di cui 346.220 a carico degli Atenei, 320.000 a carico del MISE, 137.139 a carico di Fondazione R&I.
In particolare, 2 progetti sono relativi al settore ICT (Vanvitelli), 1 al settore aerospaziale e aviazione (Politecnico di Bari) e i restanti all’ambito sanità e biomedicale.

Ecco i PoC che, in tre milestones, saranno resi fruibili in ambito industriale con i relativi link a Knowledge Share:

1. Tuning meccanico Emulato Elettronicamente per harvester di energia vibrazionaleTEMELEV (Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”), che consentirà di eliminare nelle applicazioni di “Internet of Things”, la necessità dell’alimentazione elettrica via cavo e i costi di manutenzione e l’impatto ambientale delle batterie usa e getta;

2. NSTH transducer: Smart Transducers and Reinforcements for the Development of Artificial Intelligence in civil engineering application – STRAIN (Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”), che diventerà essenziale per sviluppare sistemi di allarme precoce (EWS) innovativi per applicazioni geotecniche e “Monitoraggio e Ripristino di salute strutturale” (SHMR);

3. Giunto radiale multiplo a controllo fine per riscrivere il sistema produttivo e d’uso di una bicicletta su misura, auto-costruibile e riconfigurabile – Re-Type (Politecnico di Bari);

4. Optical Rotation Sensor and its manufacturing method – RRPhCG (Politecnico di Bari);

5. Uso farmacologico di una miochina, l’irisina, in grado di preservare la funzione e la massa delle cellule pancreatiche, in condizioni dismetaboliche (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”);

6. Irisina: strategia terapeutica innovativa per la cura di osteoporosi, sarcopenia – #ISTIOS (Università di Bari “Aldo Moro” e Università Politecnica delle Marche);

7. Ingegnerizzazione di un sistema di filtrazione brevettato mediante sviluppo e analisi di un prototipo – INSISTERE (Università degli Studi di Salerno);

8. Studio dell’efficacia del mesolactano, una composizione a base di mesoglicano e lattoferrina per il trattamento delle lesioni cutanee (Università degli Studi di Salerno);

9. Development of miniaturized l-kynurenine biosensor or for fast detection of L-Kynurenine in biological fluids. Polimeri a stampo molecolare specifici per l-chinurenina, procedimento per la loro preparazione e procedimento per l’estrazione di l-chinurenina da fluidi biologici – KynSensFast (Università degli Studi del Salento e Università di Perugia);

10. Fibre elettrofilate per la crescita e l’incremento di produttività di microorganismi (Università degli Studi del Salento);

11. Dispositivo con metodo per il monitoraggio, la gestione e la prevenzione del rischio dei pazienti cronici polipatologici – ANALYTICareS (Università Degli Studi Di Napoli Federico II);

12. Pinza porta aghi con capacità di manipolazione: strumento laparoscopico in grado di attuare un moto di rotazione di un ago da sutura – PACMAN (Università Degli Studi Di Napoli Federico II)

Premio 'PreSa' 2021 a Vincenzo Russo, docente di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e Cardiologo del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali della Vanvitelli diretto da Paolo Golino. Russo ha ricevuto il Premio "PreSa 2021, prevenzione e salute" con la seguente motivazione:
“per aver promosso ricerche cliniche e sperimentali sulla stratificazione del rischio aritmico e sulla prevenzione morte cardiaca improvvisa nei pazienti affetti da distrofia muscolare e per aver contribuito alla stesura delle linee guida internazionali sulla gestione cardiologica dei pazienti affetti da malattie neuromuscolari.”
La consegna del Premio è avvenuta nel corso della presentazione del 2° Report sulla Disinformazione Pandemica ad opera della Fondazione MESIT, del Network Scientifico Prevenzione e Salute (PRESA), del Centre for Economic and Intenational Sciences (CEIS) dell’Università Tor Vergata, del Centro di Ricerca Interdipartimentale per gli Studi Politico-Costituzionali e di Legislazione Comparata (CRISPEL) dell’Università Roma Tre, dall’Università degli Studi del Molise.
“Questo riconoscimento - ha affermato Vuncenzo Russo - rappresenta per tutto il nostro gruppo di lavoro un ulteriore stimolo a continuare le attività di ricerca per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa nei pazienti affetti da malattie neuromuscolari”.

Attività di sviluppo, ricerca e sperimentazione e attività didattico-scientifica sono gli obiettivi primari dell’intesa sottoscritta da Centro Italiano Ricerche Aerospaziali e l’Ateneo Vanvitelli.

Una sinergia messa in essere già da anni che oggi è rinnovata e supportata sulla base di un Accordo Quadro e di Accordi Attuativi. Il primo è tra Cira e Ateneo, che mira a disciplinare le reciproche collaborazioni in attività di ricerca, sviluppo, innovazione, didattica, in alcuni campi: dall’Ingegneria alle Scienze Ambientali, dalla Fisica all’Informatica.

Il rapporto di collaborazione tra l’Università Vanvitelli e il CIRA si svolgerà sulla base di attività in settori di comune interesse, definiti in appositi Accordi applicativi, anche nella forma di Partnership di progetto, che preciseranno in dettaglio l’oggetto delle attività che saranno svolte da entrambi.

Il CIRA è una società a prevalente partecipazione pubblica costituita nel 1984 per svolgere attività di ricerca nelle discipline aeronautiche e spaziali. Oggi, dopo 37 anni dalla sua nascita, il CIRA possiede la più grande dotazione di infrastrutture di ricerca in campo aerospaziale presente in Italia, con impianti di prova unici al mondo e laboratori all'avanguardia utilizzati da enti e industrie nazionali ed internazionali.

E’ un accordo che definisce gli ambiti di una collaborazione che dura da decenni – spiega il Rettore della Vanvitelli, Gianfranco NicolettiOperiamo sullo stesso territorio e abbiamo molti obiettivi in comune, come quello della formazione e della ricerca. Ecco perché ci sembrava doveroso poter dare anche un nome a queste sinergie, così da poter collaborare in maniera sempre più efficace e produttiva. Questo Accordo Quadro sostituisce il precedente protocollo d’intesa, siglato circa 20 anni fa. E’ l’occasione per rilanciare, con impegno e slancio, la collaborazione istituzionale tra queste due realtà ”.

E con questo obiettivo c’è anche l’Accordo Attuativo tra CIRA e il Dipartimento di Ingegneria, le cui competenze e ambiti di ricerca e didattica sono affini.

Un’intesa che mira a fare sistema per le attività di ricerca svolte presso il CIRA e presso il Dipartimento di Ingegneria: laboratori, infrastrutture, strumentazioni, attrezzature e personale possono dunque essere messi al servizio delle attività di entrambi, soprattutto in alcuni ambiti della ricerca aerospaziale, come Aerodinamica, Tecnologie per lo Spazio, Elettronica, Sicurezza e Affidabilità di Sistemi, Metrologia, Automatica ed Informatica.

Ciascuna parte potrà affidare all'altra l'incarico di svolgere attività di ricerca e/o sperimentazione aventi ad oggetto problematiche di proprio interesse o richiedere consulenze tecniche in settori disciplinari connessi alla attività istituzionali svolte dalla stessa.

Questo Accordo Attuativo riguarda la possibilità di collaborare strettamente sia su tematiche scientifiche di ricerca (favorendo anche le possibili forme di partenariato per la partecipazione a bandi internazionali di ricerca) ma anche per attività didattiche, con la possibilità di scambiare docenti per seminari, lezioni, corsi di master o di dottorato – spiega Furio Cascetta, prorettore alla Green Energy e Sostenibilità Ambientale e referente del Dipartimento di Ingegneria per l’Accordo-. Potremo concordare attività didattiche complementari alla formazione di studenti, laureati o dottorandi. Inoltre, grazie a questo Accordo si potranno mettere in campo unità composite di ricerca per la partecipazione a bandi competitivi di Progetti di Ricerca, su scala nazionale ed internazionale”.

Lo SPIN-OFF Optosensing protagonista di una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma numero uno in Italia "CrowdFundMe". Si tratta di un sistema brevettato in grado di trasformare una fibra ottica tradizionale per comunicazioni in un sensore, che misura su tutta la sua lunghezza le deformazioni della temperatura. Optosensing, spin-off accademico nato nel 2013, dalla collaborazione tra l'Università della Campania “Luigi Vanvitelli”  e la partenopea Hpsystem.it Company, è la società che ha sviluppato una tecnologia di sensori in fibra ottica unica, perché in grado di monitorare, in tempo reale, la condizione strutturale di versanti in frana, ponti, viadotti, gallerie, dighe, gasdotti, cavidotti.

Si tratta di un sistema che eleva la sicurezza del territorio (il monitoraggio costituisce una tra le più importanti attività per il controllo e la valutazione dello stato di conservazione delle strutture, al fine di evitare crolli e incidenti). Le tecnologie Optosensing, inoltre, sono utili per il monitoraggio strutturale in ambito aerospaziale, nella pesa dinamica dei vagoni ferroviari, e nell’analisi strutturale di navi, piattaforme petrolifere e pale eoliche.

Le linee di prodotto dell’emittente sono, sostanzialmente, tre:
• Una relativa ai device di misura, che si suddividono in due prodotti: 1)l’Unità di misura per il sensing distribuito (OSD1). 2) Il sistema per la misura delle deformazioni integrali e per la piombatura in fibra ottica (FOSS);
• I sensori in fibra ottica che, a loro volta, si suddividono in due sotto categorie: 1) Cavo sensore con una linea di misura per le deformazioni ed una linea di misura per la temperatura; 2) Inclinometro ibrido per la misura dell’evoluzione di versanti instabili;
• Robot dedicato all’installazione automatica dei sensori in fibra sulle pipeline.

I sistemi Optosensing permettono la misurazione delle deformazioni e della temperatura su tutta la lunghezza della fibra ottica, mentre la maggior parte dei metodi tradizionali utilizza sensori “a punti”, tramite cui è possibile misurare la deformazione solamente in singole parti delle strutture. La fibra, inoltre, può essere utilizzata sia come sensore sia come mezzo per trasmettere le informazioni.
Secondo le stime di Gartner, si prevede che il mercato globale dei sensori in fibra ottica crescerà rapidamente con un tasso medio CAGR del 9,8% per i prossimi 10 anni. Inoltre, lo sviluppo delle strutture, in cui la fibra ottica potrà essere integrata anche per il monitoraggio continuo, renderà questa tipologia di sensori tra le più utilizzate nell’ambito del monitoraggio.
Potenziale ritorno per gli investitori: La società prevede due modalità principali per consentire agli investitori di monetizzare, ovvero una potenziale quotazione su Borsa Italiana nel medio termine o la prevedibile acquisizione di Optosensing da parte di operatori multinazionali Oil&Gas. Secondo Igigroup, infatti, i sistemi in fibra ottica “offrono vantaggi per tutta la vita di un pozzo, dall’esplorazione alla perforazione e al completamento, fino alla produzione e alla gestione del giacimento”. Inoltre possono essere utilizzati per gli impianti eolici e geotermici.
Network: Optosensing già lavora con i più grandi player del settore delle Infrastrutture sia italiani che internazionali, come l’Università degli studi di Padova, Next Geosolution, Socotec Italia, DG Impianti spa.
Tra i principali risultati raggiunti dalla società risultano già 3 brevetti in ambito italiano ed europeo:
1. procedimento per la realizzazione di un sensore inclinometrico a fibra ottica (per la stessa invenzione è stata presentata anche domanda pct internazionale attualmente pending).
2. apparato per la misura di profilo in fibra ottica basato sull’acquisizione in tempo reale del segnale differenziale.
3. procedimento ed apparecchiatura per l’installazione di sensori in fibra ottica su tubazioni.

E ora via alla campagna per OPTOSENSING che scade fra 44 giorni sulla piattaforma più importante d'Italia di Crowdfunding.
https://www.crowdfundme.it/projects/optosensing/

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Il più ampio studio finora condotto sul DNA fa luce sulla storia e sulla preistoria dei Caraibi. Utilizzando un nuovo metodo, gli scienziati confermano che le popolazioni dei Caraibi hanno origini indigene e che quindi provengono da popolazioni antecedenti al contatto con gli Europei.

Come riportato il 23 dicembre su Nature, un team internazionale di genetisti, archeologi, antropologi, curatori di musei e fisici, tra cui Fabio Marzaioli e Filippo Terrasi, rispettivamente Professore Associato di Fisica Applicata ed Emerito presso il Dipartimento di Matematica e Fisica dell'Università Vanvitelli, co-author di questo studio, ha analizzato i genomi di 263 reperti provenienti da individui antichi (174 nuovi e 89 sequenziati in precedenza). Questi individui vivevano in quelle che ora sono le Bahamas, Cuba, Repubblica Dominicana, Haiti, Porto Rico, Guadalupa, Santa Lucia, Curaçao e Venezuela.

“Quando il dottor Juan Aviles andava a scuola a Porto Rico – recita un recente articolo del Times - gli insegnarono che la popolazione originaria dell'isola, i Taino, scomparve subito dopo che la Spagna la colonizzò. Gli insegnanti dissero che la violenza, le malattie e il lavoro forzato li avevano spazzati via, distruggendo la loro cultura e lingua, e che i colonizzatori avevano ripopolato l'isola di schiavi, compresi gli indigeni del Centro e Sud America e gli africani. Ma a casa, il dottor Aviles aveva sentito un'altra storia. Sua nonna gli raccontava che essi discendevano da antenati Taino e che anche alcune delle parole che usavano discendevano dalla lingua Taino. "Ma mia nonna ha dovuto abbandonare la scuola in seconda elementare, quindi inizialmente non mi fidavo di lei", ha detto il dottor Aviles, ora medico a Goldsboro, N.C. Il dottor Aviles, che ha studiato genetica alla scuola di specializzazione, ha utilizzato i suoi studi per aiutare le persone dei Caraibi a collegarsi con la loro storia genealogica. E una recente ricerca sul campo lo ha portato a riconoscere che sua nonna aveva ragione.

Le analisi hanno riguardato infatti il corredo genetico delle persone che vissero nei Caraibi tra circa 3.100 e 400 anni prima del presente (1950 d.C.), sulla base di 45 date radiocarboniche appositamente prodotte. I dati hanno di fatto risolto diversi dibattiti archeologici e antropologici, evidenziando le ascendenze attuali e raggiungendo conclusioni sorprendenti sulle dimensioni della popolazione indigena poco prima che le culture caraibiche fossero devastate dal colonialismo europeo a partire dal 1490.

La ricostruzione cronologica degli eventi con il 14C ha richiesto un'analisi dettagliata dei campioni analizzati in termini di composizione isotopica delle ossa. Al fine di ottenere data-set cronologici privi di bias, l'effetto della dieta marina che potenzialmente influisce sul contenuto del 14C del collagene è stato stimato e trovato trascurabile seppur in zone insulari.

Questo lavoro rende i Caraibi il primo posto nelle Americhe dove gli scienziati hanno ottenuto dal DNA antico dati ad altissima risoluzione che fino ad ora erano disponibili solo nell'Eurasia occidentale. La disponibilità di questa tipologia di analisi permette di rispondere a domande sul passato che non potevano essere affrontate prima.

I ricercatori hanno scoperto che le popolazioni caraibiche di età arcaica sono coerenti con la discendenza da una singola popolazione originaria dell’America centrale o meridionale, in contrasto con i risultati della ricerca precedente. Il team di ricerca ha concluso che questi popoli arcaici probabilmente non avevano alcuna discendenza notevole con le popolazioni del Nord America.

Le popolazioni che lavoravano la ceramica migrarono nei Caraibi dal Sud America, molto probabilmente da un'isola all'altra attraverso le Piccole Antille, almeno 1.700 anni fa. Quando queste popolazioni iniziarono la loro migrazione si sostituirono quasi completamente le persone residenti che usavano utensili in pietra. Rimase solo una piccola percentuale della popolazione arcaica, persistente a Cuba fino all'epoca dell'arrivo degli Europei.

Gli stili ceramici caraibici subirono cambiamenti radicali nei successivi 2.000 anni, prima che arrivassero gli europei. Le analisi, rivelano che mentre la ceramica si è evoluta, la genetica della popolazione è rimasta sostanzialmente la stessa nei Caraibi, secolo dopo secolo escludendo le prove di un contributo genetico sostanziale da parte dei gruppi continentali ed indicando che l'innovazione dell'era della ceramica è supportata da uno scambio culturale tra un'isola e l'altra piuttosto che dall'influenza di ondate di nuove persone che migravano dalla terraferma.

In questo studio è stato introdotto anche un nuovo metodo per stimare le dimensioni delle popolazioni antiche. Con sorpresa dei ricercatori, i numeri indicano che le persone vivevano nella regione combinata di Hispaniola (Haiti e Repubblica Dominicana) e Porto Rico nei secoli prima dell'arrivo degli europei si aggiravano tra le 10.000 e le 50.000. Questa stima è di molto inferiore alle stime precedenti e ai resoconti storici che valutavano queste popolazioni da centinaia di migliaia a milioni di persone.

Le popolazioni caraibiche antiche hanno lasciato tracce genetiche nelle popolazioni caraibiche odierne, il DNA ancestrale dei Caraibi rappresenta oggi tra il 4 e il 14 % di quello della popolazione odierna mostrando un continuum temporale nella storia delle popolazioni caraibiche.
Fabio Marzaioli e Filippo Terrasi, hanno contribuito all'analisi radiocarbonica e al lavoro sugli isotopi stabili.

 

 

 

 

 

Si aggiudica il premio per la migliore tesi di laurea un laureato della Vanvitelli. Il premio intitolato a Carlo Afan De Rivera è un riconoscimento per le alle migliori tesi di Laurea, selezionate su base nazionale, in materia di Bonifica Idraulica e di Difesa del Suolo. Quest’anno la premiazione, particolarmente sentita in quanto dedicata alla memoria di Fabio Rossi - eminente accademico e punto di riferimento dell’Idrologia Italiana – si è svolta nell'Archivio di Stato di Napoli.

Tra i tre vincitori della VII edizione c’è Angelo Di Dona, Laureato Magistrale in Ingegneria Civile della Vanvitelli. Il giovane neo-laureato è stato premiato nella categoria A (tesi di laurea dedicate agli aspetti tecnici propri della bonifica idraulica e della difesa del suolo) per il suo lavoro intitolato “Mathematical modelling of flood impacts against rigid obstacles: predicting impact forces on building exposed to fluvial hazards”, sviluppato con la supervisione del prof. Michele Iervolino. Il premio giunge a compimento un percorso di studi brillante, conclusosi con il conseguimento della Laurea Magistrale con il massimo dei voti e la lode.

La menzione formulata dalla Giuria del Premio (composta da componenti del Comitato Scientifico del Centro Studi sulle bonifiche nell’Italia meridionale, del Direttivo del Gruppo 183 e da docenti universitari) sintetizza efficacemente i contenuti e i punti di forza del lavoro di Angelo Di Dona.

 "La tesi – ha sottolineato la Giuria - tratta la modellazione matematica delle forze di impatto delle correnti alluvionali contro gli ostacoli rigidi, di sicuro interesse per la prevenzione dei rischi di esondazione. Il tema è molto pertinente alle indicazioni del bando, di notevole interesse scientifico e di grande attualità ed è stato trattato dal concorrente con buoni livelli di approfondimento. L'esposizione del lavoro è formalmente ineccepibile."

Il nostro Laureato ha poi esposto i risultati principali del lavoro di Tesi, ricevendo l’apprezzamento dei numerosi docenti universitari presenti e dei rappresentati della famiglia Afan De Rivera.

Sei borse di studio da 20mila euro per le migliori ricercatrici residenti in Italia laureate in discipline nell’area di scienze della vita e delle materie, ivi incluse Ingegneria, Matematica e Informatica. Sono aperte le iscrizioni per la 19esima edizione del premio “L’Oreal Italia per le Donne e la Scienza”, promosso in collaborazione con la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, che ad oggi ha premiato 94 meritevoli ricercatrici. Ad esaminare i progetti candidati sarà la commissione giudicatrice del premio, composta da un panel di illustri professori universitari ed esperti scientifici italiani. Candidati entro l’8 febbraio http://www.forwomeninscience.com/

Insieme Vanvitelli, Cnr e Autorità di sistema portuale del Tirreno Centrale

Varato in mare, nel porto di Napoli, il primo laboratorio di ricerca per le energie rinnovabili. Il primo prototipo di HEXAFLOAT, una innovativa piattaforma per turbina eolica galleggiante di SAIPEM (brevetto in corso) e costruita in scala 1:6.8 presso i cantieri navali Palumbo Shipyards nel porto di Napoli, è stato appena inaugurato, grazie alle competenze della società di installazione napoletana Deep Sea Technology, presso il MaRELab (Marine Renewable Energy Laboratory), il primo laboratorio di ricerca per le energie rinnovabili marine del Mediterraneo, cogestito dall’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” (consegnataria del sito) e dal CNR, presso il molo San Vincenzo del Porto di Napoli. La piattaforma ospita una turbina eolica da 10kW Tozzi Green con il supporto della società napoletana Eco-Mac.

Lo studio, condotto all’interno di un accordo di collaborazione tra CNR e Saipem, è parte di un progetto di ricerca ideato e coordinato dal CNR, con il coinvolgimento dell’Università e degli Studi della Campania e la facoltà di Ingegneria delle Tecnologie del Mare dell’Università di Roma Tre. Il progetto e’ finanziato dal fondo della Ricerca di Sistema Elettrico (RdS) nell’ambito dell’accordo di programma stipulato con il Ministero dello Sviluppo Economico. Il prototipo, primo esempio di turbina eolica galleggiante del Mediterraneo, costituisce un presupposto unico per la costituzione di un centro di eccellenza per le energie rinnovabili marine, rimarrà in prova fino al mese di Ottobre 2021.

La forte sinergia tra Autorità Di Sistema Portuale Del Mar Tirreno Centrale, CNR, Università della Campania, grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo economico all’interno del Progetto RdS, consentirà di sviluppare un polo di ricerca strategico per il nostro Paese e di eccellenza per l’intera EU, da sempre all’avanguardia nell’innovazione tecnologica, grazie alle competenze uniche presenti del mondo della ricerca e nel sistema industriale nel settore delle energie rinnovabili marine.

La città di Napoli si propone quindi come punto di riferimento per la transizione ecologica nazionale ed europea. Attraverso questo accordo di lungo periodo, MaRELab diventerà un laboratorio all’avanguardia per lo sviluppo delle tecnologie per le rinnovabili marine. I dispositivi e le soluzioni tecnologiche sviluppate presso MaRELab costituiranno il presupposto per favorire l’avanzamento della tecnologia per lo sfruttamento delle rinnovabili marine, che saranno poi installate nel Mar Mediterraneo a grande distanza dalla costa.

In tal modo, Autorità Di Sistema Portuale Del Mar Tirreno Centrale, CNR e Università della Campania puntano su una strategia di formazione specialistica a lungo termine, per investire su giovani talenti, finanziando, anche con i contributi di industrie e PMI del settore, borse di studio per dottorati di ricerca, che costituiranno la linfa vitale dello sviluppo della ricerca innovativa. Questo genererà una nuova classe di ingegneri, con elevata formazione e altamente specializzati, in grado di creare un forte legame tra il mondo della ricerca e quello delle aziende nel settore delle energie rinnovabili marine.

La Società Americana di Fisica (APS) ha attribuito il prestigioso titolo di Fellow a Lucilla de Arcangelis, docente di Fisica teorica e modelli matematici del Dipartimento di Ingegneria della Vanvitelli.

La nomina è arrivata dal Consiglio dei Rappresentanti dell’APS nella riunione di Settembre su raccomandazione della Divisione di Fisica Computazionale dell’APS (DCOMP) “Per la scoperta di nuovi principi sottostanti le correlazioni temporali forti in fenomeni a valanga in sistemi critici, incluso la frattura di materiali disordinati, eruzioni solari, terremoti e bilanciamento dinamico di eccitazione e inibizione nel cervello”.

"Ringrazio l'APS ed esprimo grande soddisfazione per questo importante riconoscimento - afferma la docente - che dà ulteriore prestigio all'Università Vanvitelli, per cui ho l'onore di lavorare".
Un riconoscimento molto ambito, dunque, per la nostra docente - il numero di APS Fellows eletti ogni anno è infatti limitato a non più di mezzo punto percentuale dei membri – dovuto per i suoi eccezionali contributi alla fisica.