Due giornate all'insegna della ricerca scientifica e della condivisione. Più di 1000 i partecipanti all'evento Spettri a Corte organizzato dal Dipartimento di Matematica e Fisica di Ateneo in collaborazione con l'INFN, sezione di Napoli, nel giardino della Scuola Nazionale dell'Amministrazione.

Nove i gruppi di ricerca tra ricercatori e studenti che hanno presentato le proprie attività a studenti, ma anche famiglie, passanti, bambini desiderosi di conoscere i misteri della ricerca scientifica in fisica. Tra i visitatori anche David Wizel, membro dell'Agenzia Esecutiva per la Ricerca (REA) della Commissione Europea, che ha espresso grande apprezzamento per il lavoro svolto.
Dall'astrofisica nucleare alla ricerca aerospaziale e all'osservazione astronomica, dallo studio della composizione dell'atmosfera alla conoscenza dei segreti della materia, dalle applicazioni per l'ambiente e i beni culturali alla diagnostica per immagini, tante le attività diffuse e spiegate ai partecipanti dell’iniziativa in maniera semplice ed immediata.

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Conoscere la fisica attraverso applicazioni pratiche. "Spettri a corte" è l'iniziativa del Dipartimento di Matematica e Fisica dell'Università Vanvitelli per la Notte Europea dei Ricercatori - edizione 2017, una due giorni per avvicinare la cittadinanza alla fisica attraverso le diverse applicazioni della spettroscopia. L’evento si è svolto nelle giornate di venerdì 29 (18:00 - 23:00) e sabato 30 (9:00 - 14:00) settembre 2017 presso il Centro Studi SNA , Emiciclo Est del Palazzo Reale di Caserta. Le Notti Europee dei Ricercatori sono eventi dedicati alla scienza e all'apprendimento giocoso, un'occasione unica di incontrare i ricercatori, parlare con loro e scoprire cosa fanno concretamente per la società in modo interattivo e coinvolgente.

Più di mille adesioni nella notte europea dei ricercatori - edizione 2017 alla Vanvitelli, guarda la gallery


Le visite guidate organizzate dal Dipartimento seguono tre percorsi didattici della durata di 90 minuti ognuno.
1)    SPETTRI DAL MONDO FISICO
Alla scoperta dei segreti della materia
-    L’atmosfera in laboratorio: l’interazione tra radiazione/materia per lo studio di processi atmosferici a cura del laboratorio di Spettroscopia laser del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
-    Le radiazioni ionizzanti: applicazioni e rivelazione a cura del laboratorio di Radioattività Ambientale dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
-    Masse atomiche che fanno la differenza: la spettrometria di massa applicata in capo archeometrico, ambientale e forense a cura del laboratorio di Spettrometria di Massa dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

2)    SPETTRI DALLO SPAZIO
Alla scoperta dello spazio vicino e lontano
-    L’Unione Maddalonese Amici del Cielo (UMAC) ci guiderà nell’osservazione della volta celeste e dei fenomeni che in essa si susseguono
-    La ricerca applicata in campo aerospaziale a cura del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA)
-    L’origine delle stelle ed esperimenti stellari: studio della nucleosintesi usando acceleratori di particelle, con i ricercatori in astrofisica dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.

3)    SPETTRI E SOCIETÀ
L’innovazione al servizio della società
-    La ricerca nel campo della diagnostica per immagini e di laboratorio (SDN).
-    Tecnologie avanzate e know-how altamente specializzato applicati alla fase di decommissioning degli impianti nucleari (SOGIN).
-    La fisica nucleare come strumento di indagine ambientale ed archeologica (CIRCE/INNOVA)

Fai un salto nei nostri laboratori e partecipa alle attività e ai giochi organizzati dai docenti insieme con gli studenti del corso di laurea in Fisica!

I visitatori saranno organizzati in gruppi di 15.
La partecipazione all’evento è gratuita previa prenotazione.

Sarà possibile prenotarsi ad uno o a tutti e tre i percorsi della durata di 90 minuti ognuno a partire dal 20 settembre 2017 compilando i seguenti moduli:

Percorso 1 - SPETTRI DAL MONDO FISICO
Percorso 2 - SPETTRI DALLO SPAZIO
Percorso 3 – SPETTRI E SOCIETA’

 

Locandina

Dalle aule universitarie alla città. L'Università della Campania Luigi Vanvitelli partecipa a Futuro Remoto 2017 e porta in piazza i 29 progetti di ricerca dal 25 al 28 maggio 2017. 

Futuro Remoto, una festa di scienza, tecnologia, innovazione, arte e cultura!

LE ISOLE TEMATICHE
La XXXI edizione di Futuro Remoto è dedicata al “creare connessioni”, al “mettere in comune”, secondo quella visione dello sharing che si vuole proporre come prospettiva per uno sviluppo sostenibile e condiviso.

Dodici i temi scelti per le isole tematiche allestite nel cuore della piazza: AEROSPAZIO, SCIENZE DELLA VITA, ENERGIA, CHIMICA VERDE, PATRIMONIO CULTURALE, AGRIFOOD, FABBRICA INTELLIGENTE, MEZZI E SISTEMI PER LA MOBILITÀ, SMART COMMUNITIES, AMBIENTI DI VITA, UN MARE DI RISORSE.

LE ATTIVITÀ DI FUTURO REMOTO
Tutte le attività del Villaggio della Scienza sono hands-on, basate sull’interattività e sulla possibilità peri visitatori ditoccare “con mano” i fenomeni scientifici e di scoprire le frontiere della ricerca scientifica, filosofia alla basedel successo di Città della Scienza e dei science centre di tutto il mondo.
>GRANDI CONFERENZE
>LABORATORI SCIENTIFICI
>NUOVE IDEE E COMPETIZIONI
>INCONTRI, CAFÉ SCIENTIFIQUE E LEZIONI IN PIAZZA
>FAB/LABORATORI DI ARTI E MESTIERI, CREATIVITÀ E MAKING
>SCIENCE SHOW E SPETTACOLI

Futuro Remoto edizione 2016, guarda i progetti, lezioni speciali, laboratori e le tante idee innovative dell'Università Vanvitelli!


Un sensore sottocutaneo per il monitoraggio continuo della glicemia. Si chiama “Eversense” , uno strumento innovativo per la cura e la gestione del diabete, impiantato questa mattina a due giovani diabetici presso l’ambulatorio dedicato alle Tecnologie per la Gestione e Cura del Diabete dell’Azienda Ospedaliera Universitaria dell’ Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” dai dottori Michela Petrizzo e Maurizio Gicchino, con la collaborazione dell’intero team diabetologico,  coordinati da  Katherine Esposito.
“Il monitoraggio in continuo della glicemia (CGM) – spiega Katherine Esposito - descrive in maniera dinamica il comportamento delle glicemie tramite un sensore sottocutaneo, da sostituire ogni 7 giorni, che rileva in continuo i valori di glucosio. Questo sistema migliora il controllo glicemico grazie alla possibilità di fornire letture di glucosio in tempo reale e informazioni sulla tendenza del glucosio. Anche le ipoglicemie inavvertite dai pazienti vengono prontamente segnalate, permettendone la correzione estemporanea.”
Per la prima volta in Campania è stato utilizzato Eversense, uno strumento innovativo per il monitoraggio in continuo della glicemia distribuito da Roche-Diabetes Care Italy.
 “Oggi, con il sistema Eversense – spiega ancora la Esposito - si offre ai pazienti la possibilità di usufruire di un CGM per 90 giorni consecutivi senza dover sostituire il sensore, con l’ulteriore vantaggio di visualizzare tutti i dati direttamente su una maneggevole APP scaricabile sullo smartphone, e di ricevere allarmi per il rilevamento e la previsione di episodi di ipoglicemia e di iperglicemia. Questo sistema rappresenta un’innovazione  terapeutica importante per la cura del diabete, con significativi risvolti sulla qualità di vita delle persone con diabete che ne sono candidati all’utilizzo”.

di Simona Castaldi, docente al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Biologiche e Farmaceutiche, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.

Il 2015 ha visto, durante la conferenza sul clima di Parigi (COP21) il «primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima», un accordo storico, ottenuto dopo due settimane di trattative serrate, nel corso del quale i migliaia di delegati delle 196 “parti” (195 Paesi e l'Unione europea) hanno riconosciuto, il ruolo negativo dell’azione antropica sui cambiamenti climatici, e la necessità di un piano d’azione globale, inteso ad evitare cambiamenti climatici pericolosi limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2ºC. L'Accordo di Parigi è l'esito finale di una lunga road map di negoziati iniziati specificamente con questo obiettivo alla COP17 di Durban nel 2011 (fase 2 del protocollo di Kyoto). L’accordo di Parigi è entrato in vigore il 4 novembre 2016. Tra i paesi che hanno ratificato l’accordo per la prima volta Stati Uniti e Cina, i due più grandi inquinatori mondiali  che rappresentano rispettivamente circa il 18% e il 20% delle emissioni globali. 

Cosa propone l’accordo di Parigi? Tutte le parti hanno concordato nella necessità di avere un obiettivo di mitigazione di lungo periodo che contenga l'aumento della temperatura terrestre entro fine secolo ben al di sotto dei 2°C rispetto all'era preindustriale e poi vada oltre per mantenersi entro 1,5°C. Sebbene nessuna specifica indicazione venga data sui target di riduzione delle emissioni da raggiungere, sono previste due velocità diverse di azione che favoriscano i paesi in via di sviluppo, i quali, quindi avranno più tempo per adattarsi tecnologicamente. Sono previsti dei meccanismi di controlli e verifica che ogni paese ratificante adotterà e nel 2023 ci sarà la prima valutazione di quanto raggiunto da ogni Paese. Le verifiche saranno quinquennali, permettendo quindi di correggere in corso d’opera le politiche nazionali sul clima e di sviluppo. I Paesi più poveri saranno esentati da queste verifiche. Gli sforzi rimarranno comunque su base volontaria per venire incontro a molti paesi tra cui gli Stati Uniti. Tuttavia, vi sarà una differenziazione degli impegni, con il maggior contributo che dovrà venire dai paesi sviluppati, che nei passati decenni hanno contribuito maggiormente all’incremento di gas ad effetto serra (GHGs) in atmosfera, mentre si lascerà maggior autonomia di gestione nelle politiche di mitigazione ai paesi in via di sviluppo per non creare impedimenti alla loro crescita. L’accordo inoltre prevede che i paesi sviluppati destinino investimenti e supportino tecnologicamente i paesi in via di sviluppo per far si che la loro crescita possa avvenire su basi non solo economicamente ma anche ambientalmente sostenibili. Ad oggi le emissioni di GHG di 186 paesi dei 196 che hanno dato indicazioni di politiche di mitigazione, ammonterebbero già ad un emissione globale di CO2 (equivalenti) entro il 2030 di 55 miliardi di tonnellate laddove per ottenere il target di contenimento della temperatura globale sotto i 2°C, le emissioni globali non dovrebbero superare i 42 miliardi di tonnellate di CO2 (equivalenti). Un ulteriore sforzo è quindi richiesto su scala planetaria.

L’accordo di Parigi ha dato tuttavia, per la prima volta, un chiara sensazione di trovarsi in un momento di irreversibilità delle scelte, un momento in cui la comprensione dell’importanza dell’azione negativa dell’uomo sul pianeta ha portato una convergenza di intenti e opinioni di governi, scienza e anche obiettivi economici (green economy). L’entusiasmo e la portata di tale evento, hanno spinto, nel successivo incontro della COP22 di Marrakech, ben 43 Paesi ad impegnarsi nell’ammirevole obiettivo di raggiungere il 100% di energia da fonti rinnovabili. L'Italia ha ratificato l’accordo di Parigi il 4 novembre 2016 (LEGGE 4 novembre 2016, n. 204).

La nuova ventata di ottimismo portata dall’accordo di Parigi sembra però aver subito un duro colpo di arresto, trainata dalla posizione negazionista che la nuova amministrazione americana ha preso su chiara indicazione del presidente Trump. Non solo il presidente degli Stati Uniti ritiene che «il riscaldamento globale è una bufala inventata dai cinesi per colpire le nostre aziende» (citazione dal Sole 24ore, Sviluppo Sostenibile a Rischio, M. Bartoloni, 31 gennaio 2017) ma ha dato chiare indicazioni di non voler onorare l’accordo di Parigi firmato dal precedente presidente, ed ha posto tre negazionisti del clima a capo di tre dipartimenti chiave per lo sviluppo sostenibile, il Dipartimento dell’Energia, il Dipartimento dell’Agricoltura e l’agenzia di protezione nazionale dell’ambiente (EPA). La preoccupazione è quindi non solo che gli Stati uniti, uno dei primi paesi per emissioni antropiche di GHG, non rispettino gli impegni di mitigazione, ma che sull’esempio degli USA molti altri paesi si possano ricollocare, per convenienza economica, su posizioni negazioniste o quanto meno non collaborative.

Tuttavia qual è il vero punto dirimente nelle nostre scelte “se essere a favore o meno delle politiche di mitigazione del clima”? E’ veramente la nostra scelta unicamente condizionata dalla dimostrazione oltre ogni ragionevole dubbio che gli attuali cambiamenti climatici in atto sono realmente indotti dall’azione dell’uomo attraverso l’immissione massiccia di GHG in atmosfera legate alla produzione di energia ed alle attività produttive?

E se invece cambiassimo il punto di vista? Se la “vision” di un mondo “decarbonizzato” in realtà portasse con se molto di più del solo immenso vantaggio di evitare disastri ambientali presenti e futuri?

In questa simpatica e veritiera vignetta ambientata durante un Summit sui Cambiamenti Climatici, una persona dal pubblico, che qui rappresenta la voce di coloro che non credono nelle evidenze scientifiche del cambiamento climatico di forte impronta antropica, dice: “E che succede se invece tutta questa storia è solo una grande bufala e noi creiamo un mondo migliore per nulla?”

climate summit

Come mostra infatti lo speaker nella sua presentazione al pubblico, in realtà le azioni che oggi vengono proposte dai paesi che hanno scelto di investire su uno sviluppo basato su scelte “low carbon” sono decisamente azioni che hanno un valore sociale, economico ed ambientale ben più ampio delle riduzioni di emissioni o mitigazione che propongono.

Le politiche di mitigazione infatti porterebbero comunque numerosi altri vantaggi (co-effects): il miglioramento della qualità dell’aria ed una riduzione dell’inquinamento atmosferico e dei sui impatti sulla salute umana e sugli ecosistemi, una maggiore sicurezza energetica che potrebbe anche arrivare nella visione più ottimistica all’indipendenza energetica (energy diversity), investimento sull’innovazione tecnologica e ricerca, una riduzione dei costi energetici, nuove opportunità lavorative ed un ulteriore sviluppo economico ed industriale, un netto miglioramento della salute umana associata a città meno inquinate ma anche a catene di produzione alimentare più sostenibili, valorizzazione del capitale naturale e protezione delle foreste, delle zone naturali e degli agroecosistemi, un futuro molto probabilmente migliore da consegnare nelle mani delle future generazioni (IPCC Fourth Assessment Report: Climate Change 2007, cap. 4.)

Siamo quindi sicuri che la vera domanda per decidere se seguire le politiche di sviluppo sostenibile diverse da quelle attuali sia: “cambiamento climatico si o cambiamento climatico no”? E’ veramente solo questo quello a cui siamo interessati a rispondere? E’ la risposta a questa domanda quello che farà la differenza nelle nostre scelte come cittadini e come paese?

Oggi, sabato 25 marzo alle 20.30 il WWF organizza la Earth Hour, un contributo alla lotta sui cambiamenti climatici, che ognuno può dare spegnendo la luce per un’ora. In fondo questo gesto, anche per il più convinto negazionista potrebbe anche significare indipendentemente dalle mie convinzioni sulle evidenze dei cambiamenti climatici io scelgo di prendere posizione, scelgo di credere che un futuro migliore è possibile, sicuramente migliore di quanto abbiamo oggi.

Si chiama Naples prognostic score, un nuovo sistema di valutazione dei tumori colo-rettali che potrà facilitare cure mirate e maggiormente efficaci. Verrà pubblicato sulla prestigiosa Rivista statunitense Diseases of the Colon & Rectum, periodico scientifico leader nel campo delle neoplasie colo-rettali, uno studio eseguito dai ricercatori della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, coordinato da Gennaro Galizia ed Eva Lieto, che ha portato all’ideazione di questo sistema. La ricerca, effettuata su 562 pazienti sottoposti ad intervento chirurgico per neoplasia colorettale presso l’Azienda Universitaria Policlinico Vanvitelli, ha consentito di definire un nuovo score prognostico che i ricercatori napoletani hanno chiamato Naples prognostic score, in onore della città nella quale vivono e lavorano.

Il cancro colo-rettale rappresenta il terzo più comune tumore nel mondo, con circa 1,4 milioni di nuovi casi all’anno, e, con una frequenza complessiva del 14%, rappresenta la neoplasia più comune negli italiani, con 546.000 nuovi casi nel 2013 (1 caso ogni 1096 abitanti), e con 20.000 decessi all’anno. Dopo il tumore del polmone, il cancro colo-rettale è la seconda causa di morte in Italia per tumore maligno.
Sempre maggiori prove vengono accumulate che molti tumori, compresi quelli colorettali, dipendono non solo dalle caratteristiche delle cellule tumorali, che attualmente sono le uniche considerate nel sistema di staging cosiddetto TNM, ma anche dalle condizioni del malato. In particolare, alterazioni delle condizioni nutrizionali e disordini immunitari, con l’attivazione di un complesso quadro di infiammazione sistemica, sembrano giocare un ruolo cruciale nella oncogenesi, crescita e diffusione a distanza delle cellule tumorali.


“Lo stato immuno-nutrizionale del paziente – spiega il professore Galizia - può essere valutato con l’ausilio di numerosi markers biologici, le cui caratteristiche devono essere la facile ed economica analizzabilità, la larga diffusione, l’affidabilità, e la significativa correlazione con la progressione della malattia neoplastica. Negli ultimi anni alcuni di questi markers sono stati combinati in sistemi prognostici a punti (prognostic scoring systems) nella speranza di poter ottimizzare la stadiazione di molti tumori. I sistemi in uso come il Glasgow score, l’indice nutrizionale prognostico (PNI), il punteggio dello stato nutrizionale (CONUT) e, recentemente, l’indice di infiammazione sistemica (SIS), sono stati proposti ed analizzati con risultati non completamente soddisfacenti e limitata diffusione internazionale”.


In questo panorama, i ricercatori napoletani hanno ipotizzato un sistema di valutazione che, utilizzando markers biologici di facile accessibilità, ha portato alla definizione di un nuovo scoring system con notevoli capacità di previsione di cura della patologia che rappresenta uno strumento importante per individuare i pazienti ad alto rischio di recidiva tumorale postoperatoria che possono giovarsi di trattamenti multimodali personalizzati.

 

Professionisti che sappiano gestire le tecnologie di realtà virtuale e aumentata. Nasce all’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli il master interdisciplinare di I livello in “Applicazioni di Realtà Virtuale – Corpo, mente e ambienti in simulazioni human-centered”, promosso dai Dipartimenti di Psicologia, Architettura e Disegno Industriale, Ingegneria Industriale e dell’Informazione, Lettere e Beni Culturali, che formerà esperti con competenze specifiche di sviluppo multidisciplinari in grado di intervenire in vari contesti.

Continua la campagna di sensibilizzazione per la raccolta differenziata dei rifiuti prodotti presso il Polo Scientifico dell'Università Vanvitelli (SUN SI DIFFERENZIA). Dopo il video contest dell'anno scorso, quest'anno è stato organizzato una gara di "Riciclo Creativo": i partecipanti sono stati invitati a presentare composizioni fatte a partire da materiale riciclato. La premiazione è avvenuta mercoledì 14 giugno nell'Aula Magna del Polo in occasione di una giornata di seminari e dibattiti con lo scopo di sviluppare un sistema virtuoso di gesitone dei rifiuti presso il Polo.

Hanno partecipato all'incontro diversi rappresentanti di imprese private ed enti pubblici campani, tra cui Carlo Di Domenico, responsabile della Microambiente s.r.l., che ha parlato di metodologie di gestione dei rifiuti, Valerio Ladalardo, responsabile servizio ambiente presso il comune di Baronissi fino al 2016, che ha raccontato la propria esperienza per incentivare la raccolta differenziata, Rosa Di Iesu, della Cutino Sistemi di Pesatura S.r.l., che ha donato al Polo una bilancia per effettuare la pesatura dei rifiuti prodotti divisi per tipologia; Sirio Vallarelli, direttore della ECOCAR ambiente, la ditta che si occupa del conferimento dei rifiuti per il Comune di Caserta, e che ha raccontato la sua esperienza e ha mostrato i dati per la città di Caserta.

Flyer riciclo finale

Parte ora una nuova fase del progetto che vedrà impegnati gli studenti tirocinanti del Dipatimento DISTABIF nella quantificazione dei rifiuti prodotti e la re-distribuzione dei bidoni per la raccolta differenziata. L'obiettivo è quello di aumentare la percentuale di materiale inviato al recupero e minimizzare quello che va in discarica o destinato all'incenerimento.

Maggiori informazioni su FB

Un'app della Sun anche per i docenti e una nuova versione con maggiori funzionalità per gli studenti. L'Ateneo arriva anche sugli smartphone dei prof, fornendo loro uno strumento per colloquiare più rapidamente con gli studenti.

In particolare i docenti, scaricando la App SUN, potranno:
- inviare messaggi testuali sulla “bacheca” dell’App studenti, con notifica;
- utilizzare i gruppi automaticamente creati dal sistema (ad esempio, il gruppo di tutti gli studenti prenotati ad un appello o il gruppo di tutti gli studenti che hanno in piano un'attività didattica del docente);
- creare nuovi gruppi mediante l'inserimento multiplo di matricole.
Un sistema innovativo che punta ad avvicinare sempre più i professori ai loro studenti, consentendo un rapporto diretto che vada anche "oltre" la cattedra.


Per i ragazzi, invece, arriva la nuova versione della app SUNMobile, con una veste grafica rinnovata. Direttamente sullo smartphone gli studenti della Sun avranno accesso alle seguenti nuove funzioni:
- ESAMI DA SOSTENERE (così come risultano nel proprio piano di studi su ESSE3);
- EMAIL (collegata direttamente al nuovo sistema di posta elettronica in cloud Microsoft);
- LUOGHI (con navigazione sia verso le sedi istituzionali dell'Ateneo che verso le location di eventi);
- MESSAGGI (lo studente riceve, con notifica, i messaggi dei docenti, potendo rispondere immediatamente a mezzo mail qualora il docente lo consenta).

Entrambe le app, sviluppate dall'Ufficio Sistemi e Servizi Informatizzati, sono accessibili anche da PC e MAC. Gli studenti non dovranno effettuare alcun aggiornamento di SUNMobile, in quanto all'apertura dell'app si attiverà automaticamente la nuova versione.

Per gli studenti: scarica l'app cliccando sui link Google Play Store (Android) e Apple App Store (iOS)

Per i docenti: scarica l'app cliccando sui link Google Play Store (Android) e Apple App Store (iOS)

 

Venticinque gruppi di studenti, lo Start Up Lab ed una piattaforma informatica. Così si fa impresa al Dipartimento di Economia dell’Università Vanvitelli, creando percorsi di formazione esperenziale a cavallo tra più corsi di studio: Relazione Imprese-Mercati, Imprenditorialità e Strategie di Sviluppo, Performance Management, Economia e Gestione dell’Innovazione. Ideatori del progetto i docenti Mazzoni, Dell’Anno, Cuccurullo e Castaldi.

Le idee sono svariate e i settori di riferimento sono molti, Mobile apps, Turismo, Materiali Innovativi, Fashion&Design, B2B Services & Platform, Agrifood, ma in particolare, di questi gruppi, ben 15 si sono dedicati all’iniziativa di Unicredit denominata Start Lab per un totale di circa 150 studenti. “Questo è un dato molto significativo - spiegano i docenti - in quanto manifesta un grande interesse dei nostri studenti a mettersi in gioco condividendo il sogno di creare un’impresa. I progetti sono ora al vaglio della Commissione nazionale di Unicredit che dovrà scegliere i vincitori. I pitch di tutti i business plan verranno presentati nella giornata conclusiva dell’Experimental Lab ad una giuria composta da funzionari Unicredit, esperti, operatori e docenti universitari, il 1 giugno a Capua, presso il Dipartimento di Economia.

Ai primi 3 gruppi classificati sarà data l’opportunità di essere seguiti per 3 mesi dagli esperti dello Start Up Lab del nostro Ateneo, per trasformare la loro idea in impresa.

“La strada intrapresa per realizzare la cosiddetta “Terza Missione” delle Università, da oltre un decennio un interesse comune studenti-docenti all’Università Vanvitelli, è solo all'inizio – concludono i docenti – ma siamo certi che gli sforzi compiuti all’unisono per diffondere il seme dell’imprenditorialità daranno i propri frutti”.

Arriva l’auto del futuro. Compatta, smart ed eco-compatibile è il primo prodotto automobilistico Sun in ambito di transportation design, la nuova microcar.
La microcar è il risultato della ricerca svolta nell’ambito del Programma Regionale per lo sviluppo delle filiere manifatturiere strategiche in Campania e condotta, per la parte di sviluppo del concept della vettura dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Design, Edilizia, Ambiente (DICDEA) con il coordinamento scientifico di Patrizia Ranzo e Rosanna Veneziano, ed è stata presentata ufficialmente presso il padiglione Quarta Rivoluzione industriale, nell’ambito della XXX edizione di Futuro Remoto.
La smart microcar è un veicolo elettrico connotato da innovativi concetti ed applicazioni sperimentate all’interno del gruppo di lavoro costituito dalla sinergica collaborazione tra Dipartimenti ed Aziende di settore.

La microcar è un prodotto eco-sostenibile ed è un progetto interessante perchè è una macchina elettrica estremamente sicura, totalmente riciclabile – afferma Patrizia Ranzo, docente di Disegno Industriale alla Sun -  e può essere tranquillamente utilizzata per gli spostamenti in quanto mantiene in maniera continuativa una certa velocità. Le minicar sono pensate ed immesse sul mercato soprattutto per i giovani che desiderano muoversi in città in maniera agevole e rapida. Partendo dal fatto che sulle minivetture del genere avvengono molti incidenti ed il grado di sicurezza è molto basso, abbiamo ideato un prodotto che possa offrire, al contrario, un grado di sicurezza elevato. La nuova smart microcar ha lo stesso grado di sicurezza di un'autovettura normale pur essendo omologata come quadriciclo per la Comunità Europea".

Il Dipartimento DICDEA, attraverso l’unità di ricerca di design, ha nel tempo maturato importanti esperienze di ricerca e sperimentazione nel settore della mobilità sostenibile, creando una vera e propria filiera di ricerca nel settore del car design, con l’organizzazione di diversi Workshop specialistici e con l’attivazione di uno specifico corso di Automotive Design.

“Il progetto nasce dall’intento sinergico di coniugare il design e lo stile con aspetti ingegneristici di grandissimo livello per un quadriciclo – afferma Francesco Fittipaldi, docente Sun al Corso (Workshop) di Automotive Design –  e lo sforzo che è stato fatto ha dato vita a un progetto di insieme modulare, polifunzionale e versatile”.
Il veicolo è stato realizzato con la collaborazione di un’importante società di progettazione internazionale, la BLUE Engineering, che si è occupata della progettazione, verifica, produzione e testing del veicolo. Nella sede campana di BLUE di Pomigliano d’Arco sono state realizzate tutte le più innovative attività di progettazione e sperimentazione nell’ambito della ingegneria dell’autoveicolo. “L'esperienza di BLUE si è tramutata in concetti di grande sicurezza applicati alla vettura per dare un prodotto totalmente innovativo – afferma Filippo Defina, Application Engineer CAE Department Blue Engineering -.  Normalmente le microcar sono concepite come vetture molto fragili per loro stessa costruzione e struttura, invece questa microcar ha un sistema di sicurezza che garantisce maggiore sicurezza all'impatto. L’idea è che la microcar non dev'essere più un gioco, ma un prodotto sicuro alla portata delle famiglie. Attualmente non esiste sul mercato un prodotto con queste stesse caratteristiche in tutto il mondo”.
Il progetto si è ulteriormente rafforzato attraverso la collaborazione di altri importanti partner di progetto come il Dipartimento di Ingegneria chimica, dei Materiali e della Produzione industriale, della Federico II di Napoli, l’unità di ricerca CNR – IPCB composta da G. Gentile, G. Cesaro, M.E. Errico, M. Cocca, M. Avella. Da sottolineare la partecipazione al progetto del designer, in ambito automotive, Francesco Fittipaldi, Phd, che ha al suo attivo numerosi progetti, italiani ed internazionali con prestigiose aziende del settore.

Hanno collaborato al progetto Gabriella Del Core, Adele Impinto, Fabio Mauro, Rossella Ragosta, Martina Venturelli, studenti del corso di Automotive design nell’ambito del CdL magistrale in Design per l’Innovazione, insieme con Stefano Borrelli in qualità di collaboratore del corso e Luigi Indaco, entrambi dottori presso la Sun.
“Durante il corso di Automotive design svolto con il professore Fittipaldi ci siamo occupati di sviluppare il restyling della plancia della minicar – affermano gli studenti designer –.  Siamo partiti dall'analisi del cruscotto analizzando le esigenze e le caratteristiche principali funzionali dello stesso per inserirlo adeguatamente nel contesto macchina. Nel progettare un cruscotto di design ci siamo ispirati ad una serie di parole chiavi quali praticità, innovazione, digitalizzazione, funzionalità, ergonomia.

L’obiettivo del progetto Microcar si inserisce nell’ambito della Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale e si è concretizzato nella realizzazione di un prototipo funzionante in scala reale di un autoveicolo per il trasporto passeggeri in ambito urbano ad elevata efficienza e basso impatto ambientale. I principali risultati raggiunti sono da riferirsi all’implementazione e sperimentazione di contenuti innovativi e tecnologie abilitanti  e nello specifico: design innovativo, soluzioni funzionali inedite, impiego di nuovi materiali e processi, impiego di nuove fonti energetiche, trazione elettrica.

 

Il veicolo di progetto è stato sviluppato nel Progetto di Ricerca “MICROCAR ECOCOMPATIBILE” CAMPANIA FESR 2007 – 2013 Azione A: Sviluppo innovativo della filiera automotive campana, per un valore complessivo di circa 2M€.
Unità di ricerca DICDEA: S. Cozzolino, F. Fittipaldi, F. La Rocca, C. Langella, R. Liberti, L. Mollo, D. Piscitelli, P.Ranzo, M.A.Sbordone, R. Valente, R. Veneziano, C. Scarpitti, S. Borrelli.
Blue engineering srl: A. Amodei, F. Defina, P. Mozzillo, V. D’Oriano
Dipartimento di Ingegneria chimica, dei Materiali e della Produzione industriale, Università degli studi di Napoli Federico II , unità di ricerca:  prof.ri M. Migliaccio , M. Cardone.
CNR – IPCB, unità di ricerca:  G. Gentile, G. Cesaro, M.E. Errico, M. Cocca, M. Avella