In occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, il Dipartimento di Psicologia ospiterà un seminario dedicato alla percezione dell’autismo attraverso una prospettiva che valorizza la neurodiversità. L’evento, organizzato dal Comitato d’Indirizzo, dal Servizio di Tutorato e dall’ANGSA, si propone di esplorare il concetto di neurodiversità come parte integrante della diversità umana, analizzando il ruolo delle norme sociali nella costruzione dell’immagine dell’autismo. Il seminario mira a decostruire stereotipi e stigmi legati alla diagnosi, promuovendo una maggiore accettazione delle differenze neurologiche.

L’appuntamento è fissato per il 1° aprile ore 14 presso l’Aula Magna – via Vivaldi (Caserta), con interventi di esperti e professionisti del settore. Per maggiori informazioni e per partecipare, è possibile consultare il programma della giornata (vedi locandina).
La Prof.ssa Ida Sergi, responsabile del Servizio di Tutorato, sottolinea l’importanza di iniziative di questo tipo: "In accordo con il Comitato di Indirizzo, riteniamo fondamentale promuovere eventi che favoriscano una riflessione approfondita sulla neurodiversità. Questo seminario rappresenta un’opportunità per contribuire a un cambiamento nella percezione dell’autismo, soprattutto in ambito accademico e professionale, affinché l’università diventi sempre più un luogo di crescita e inclusione".

Un pensiero condiviso anche dalla Prof.ssa Lucia Ariemma, che evidenzia come la giornata dedicata alla consapevolezza sull’autismo rappresenti un’occasione concreta per superare i pregiudizi: "Il seminario offre l’opportunità di compiere un passo verso una reale comprensione di cosa significhi essere neurodivergenti, al di là di molti luoghi comuni fuorvianti. Gli stereotipi associati all’autismo, infatti, determinano spesso barriere comunicative e relazionali che impediscono la costruzione di processi inclusivi di qualità. Parola chiave dell’iniziativa è consapevolezza: solo attraverso di essa è possibile raggiungere la finalità ultima del processo di inclusione, ossia garantire alle persone con autismo la dignità e la possibilità e di essere cittadini a pieno titolo."

Ad arricchire il dibattito sulla neurodiversità interviene il Prof. Sebastiano Costa, che sottolinea la necessità di adottare una visione ampia e sfaccettata dell’autismo: “Questo seminario ci invita a una riflessione ampia sulla straordinaria diversità dell'esperienza umana. Lo spettro autistico, con la sua vasta gamma di manifestazioni, ci sfida ad abbracciare la ricchezza delle storie individuali e a utilizzare la lente della complessità per comprendere l'umano. Ogni persona segue un cammino individuale, influenzato da una miriade di fattori interconnessi che plasmano il proprio sviluppo. Sono convinto che questo seminario ci darà la possibilità di approfondire l'importanza di sostenere il benessere e l'autodeterminazione di ogni individuo, sensibilizzando la società verso questi temi, per creare un futuro in cui ogni persona sia pienamente valorizzata

In questa prospettiva si colloca anche il contributo del Prof. Massimiliano Conson, che pone l’accento sulla necessità di superare l’idea di una presunta “normalità” neurologica: “Accrescere la consapevolezza della neurodiversità implica allontanarsi dall’idea di “divergenza” da una ipotetica “neuro-normalità”. A ciò possono contribuire le evidenze scientifiche che dimostrano come i molteplici modi in cui le persone percepiscono il mondo corrispondono a differenze individuali nell’organizzazione del cervello.”

Oltre alla dimensione della consapevolezza e dell’inclusione, il seminario intende sottolineare un aspetto cruciale spesso trascurato: la transizione all’età adulta per le persone con ASD. Il Prof. Roberto Marcone spiega come il sistema di supporto, presente nei primi anni di vita, tenda a ridursi drasticamente con il tempo: "Nei primi anni di scuola, i bambini con ASD riescono spesso a costruire una rete sociale tra pari, grazie al supporto di scuola, ASL e centri riabilitativi. Tuttavia, in adolescenza le amicizie cambiano e il rischio di esclusione aumenta, mentre i supporti si riducono. Con la maggiore età, la situazione si aggrava: fuori dal sistema scolastico, le persone con ASD perdono gran parte dell’assistenza e l’unica alternativa restano cooperative e associazioni, che pur svolgendo un ottimo lavoro, accolgono solo persone con neurodiversità, limitando l’inclusione. Se l’inclusione scolastica è migliorata, quella sociale e lavorativa è ancora carente. Servirebbe una figura di case manager, capace di guidare questo passaggio ed evitare che l’ASD diventi sinonimo di isolamento e marginalità."

A sottolineare ulteriormente questa prospettiva, la Dott.ssa Roberta Pennarola, presidentessa dell’Associazione Nazionale Genitori Persone con Autismo (ANGSA), ribadisce la necessità di una presa in carico più strutturata per le persone con ASD nell’età adulta: "Come associazione riteniamo fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di figure professionali altamente formate per lavorare con persone con disturbo dello spettro autistico. Il passaggio all’età adulta non dovrebbe significare una perdita di supporti, ma piuttosto un’evoluzione dell’accompagnamento verso l’inclusione sociale e lavorativa. È indispensabile colmare il vuoto di assistenza che si crea non solo con la fine del percorso scolastico, ma soprattutto con il compimento della maggiore età".

locandina

Prima edizione dell'evento "Juniors in Neuroimmunology - Meet the expert", un' Academy di Neuroimmunologia Clinica, prima in Italia, rivolta a giovani Neurologi (under 40) e assistenti in formazione in Neurologia agli ultimi anni di Specializzazione. Il corso è patrocinato da SIN (Società Italiana di Neurologia) e AINI (Associazione Italiana di Neuroimmunologia): direttore è il Prof. Alessandro Tessitore e il Responsabile Scientifico il Prof. Alvino Bisecco.

Si tratta di un corso teorico-pratico, a numero chiuso con 30 discenti di cui metà campani e metà dal resto d'Italia. che prevede una grossa interattività con i docenti e con lo scopo di fornire una formazione a 360 gradi ai giovani interessati alla Neuroimmunologia Clinica.

 

Programma

Individuati 528 geni deregolati nei pazienti con sclerosi multipla (SM), alcuni dei quali potenziali bersagli terapeutici. La Seconda Clinica Neurologica dell’Università Vanvitelli di Napoli, in collaborazione con il prestigioso Imperial College di Londra, ha raggiunto un risultato di rilievo internazionale per la ricerca sulla SM. Il lavoro, condotto dal team della professoressa Simona Bonavita presso l’Università Vanvitelli e guidato dal dottor Gianmarco Abbadessa come primo autore, in collaborazione con il gruppo del Professor Richard Nicholas dell’Imperial College, è stato pubblicato su Annals of Neurology, una delle 10 riviste scientifiche neurologiche più autorevoli al mondo, confermando l’alto livello scientifico del risultato ottenuto.

Risultati dello studio
Sono stati analizzati i risultati di diversi studi sull’espressione genetica nella SM per identificare con maggiore precisione i geni effettivamente coinvolti nella malattia. I risultati hanno rivelato alterazioni in specifici percorsi biologici e processi infiammatori, offrendo nuove prospettive per lo sviluppo di terapie mirate.
Lo studio ha applicato un metodo innovativo per integrare dati trascrittomici derivanti da molteplici studi. L’analisi è stata applicata a dati derivanti dalla sostanza bianca cerebrale nella SM, identificando con maggiore precisione i geni coinvolti nella patologia e riducendo il rischio di falsi positivi. Questa strategia potrebbe avere un impatto significativo nello sviluppo di nuovi farmaci per la malattia.
Grazie all’integrazione sistematica di più studi indipendenti e all’applicazione di un approccio basato sul “vote-counting” e simulazioni Monte Carlo, i ricercatori hanno individuato 528 geni deregolati con elevata significatività statistica, riducendo il rumore generato da variabilità tecnica e piccoli campioni. Inoltre, l’analisi delle reti proteiche ha identificato alcuni geni chiave, tra cui PTPRC, HLA-B, MYC, MMP2, COL11A2 e MAG, che potrebbero rappresentare nuovi bersagli terapeutici per la SM.

Lo studio dimostra come questa strategia permetta di prioritizzare potenziali candidati come target terapeutici tramite la dimostrazione del loro impatto nella progressione della patologia in modelli animali.
La rilevanza dello studio sta soprattutto nel fatto che il metodo utilizzato potrebbe essere applicato anche ad altre patologie neurologiche, ampliando il potenziale della medicina di precisione.

Un passo avanti per la ricerca e i pazienti
Questo importante traguardo rappresenta un passo avanti significativo per i pazienti affetti da sclerosi multipla, aprendo nuove possibilità per una gestione clinica più personalizzata e per lo sviluppo di trattamenti innovativi.

Professore Ordinario di Psichiatria presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli, è stato eletto all’unanimità Presidente del Collegio Nazionale dei Professori Ordinari di Psichiatria. La nomina di Fiorillo arriva dopo due anni da quella come presidente della European Psychiatric Association (EPA).

Classe 1973, Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università degli Studi di Napoli nel 1997 e Specializzazione in Psichiatria nel 2001 e successivo dottorato di ricerca in Scienze del Comportamento e dei Processi di Apprendimento sempre nella medesima università, Fiorillo aveva ricoperto numerosi incarichi nella Società europea negli ultimi 20 anni prima di essere proposto per la presidenza. 

Con oltre 200 lavori pubblicati su riviste scientifiche e oltre 15 libri sulla salute mentale, Andrea Fiorillo è anche Editor di European Psychiatry. I suoi lavori hanno ricevuto oltre 11.000 citazioni e il suo H-index è pari a 54.

“Affronteremo insieme, e con la collaborazione attiva di tutti i membri del Collegio, le sfide attuali e future della nostra disciplina con l’obiettivo di rafforzare l’immagine e la rappresentatività della psichiatria a livello nazionale ed internazionale”. Queste le prime parole di Andrea Fiorillo, dopo le elezioni del Collegio Nazionale dei Professori Ordinari di Psichiatria.

Un percorso tra consapevolezza, prevenzione e benessere. Appuntamento fissato per il 22 settembre alle ore 11.00 in Viale Ellittico a Caserta con l’evento “Giornata per la mente e corpo”, in cui ci sarà una giornata dedicata alla promozione del benessere psicofisico, rivolta a tutta la comunità universitaria.

Spazi informativi, laboratori esperienziali, interventi specialistici e attività creative per riflettere, scoprire e sperimentare nuovi modi per prendersi cura di sé.

A fine evento ci sarà un contributo artistico a cura del cantautore Roberto Colella.

Per prenotazioni riguardanti eventi, laboratori o altro visita il sito staichill.it

 

Brochure

10 Gennaio 2025 - ore 14.30 – Webinar:  

Uno, Nessuno e Centomila – Tre prospettive sulla Ricerca e sulla Metodologia 

link: https://events.teams.microsoft.com/event/40ae9aa2-0b2c-490b-b895-829673e0298e@8f547aef-14d7-49ca-a4d4-51a6c5cb92c1

In occasione del lancio della 5ª edizione del Master in Metodi Statistici per la Ricerca Clinica e l'Epidemiologia, l'Unità di Statistica Medica dell'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" è lieta di presentare il webinar:

"Uno, Nessuno e Centomila – Tre prospettive sulla Ricerca e sulla Metodologia"

Quando? Venerdì 10 gennaio 2025, ore 14.30
Dove? Online, su piattaforma Microsoft Teams

Durante l'evento, Loredana Baldi (Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno), Paola Berchialla (Università degli Studi di Torino) e Luca De Fiore (Il Pensiero Scientifico) offriranno spunti di riflessione su nuove prospettive della ricerca clinica ed epidemiologica, affrontando temi di grande attualità quali:

  • One Health
  • Dati sintetici
  • Science Publishing

A seguire, il Prof. Paolo Chiodini, direttore del Master, illustrerà il report valutativo delle edizioni precedenti e presenterà l’offerta formativa della nuova edizione del Master.

Moderano:

  • Prof. Italo Francesco Angelillo
  • Prof. Paolo Chiodini
    (Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli")

Link alla pagina web del master: https://www.salutementaleefisica.unicampania.it/didattica/master-corsi-di-perfezionamento-e-di-alta-formazione-summer-winter-school/10-didattica/252-master-ii-livello-metodi-statistici-per-la-ricerca-clinica-e-l-epidemiologia

gravinaDedicata ad Antonietta Gerarda Gravina, Professore associato di Gastroenterologia presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, docente di Malattie dell’Apparato Digerente presso il nostro Ateneo e docente della stessa scuola di specializzazione e del Dottorato di Ricerca in Scienze Mediche Cliniche e Sperimentali, la copertina dell’edizione del 7 giugno 2025 del World Journal of Gastroenterology, rivista di primo piano nel settore delle malattie dell’apparato digerente classificandosi nel primo quartile secondo il Journal Citation Report vigente.

Classe 1980, Laurea in Medicina e Chirurgia nel 2005, specializzata in Gastroenterologia nel 2010 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in “Alimenti e Salute: Biotecnologie e Metodologie applicate alla Fisiopatologia Digestiva” presso il nostro Ateneo nel 2012, ha pubblicato oltre 140 pubblicazioni scientifiche in riviste di rilevanza internazionale, principalmente nel campo delle malattie infiammatorie croniche intestinali dell’infezione da Helicobacter Pylori e della endoscopia digestiva. Svolge dal 2022 il ruolo di Segretario nazionale del Comitato Nazionale per la Didattica di Gastroenterologia UNIGASTRO, nell’ambito del collegio nazionale dei docenti universitari di gastroenterologia COLMAD. La prof.ssa Gravina ha effettuato diversi soggiorni di ricerca in strutture universitarie estere prestigiose quali la Queen Mary University of London nel Regno Unito e l’Università di Indianapolis negli Stati Uniti d’America.

Già membro del Comitato Tecnico Scientifico, su individuazione della Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, per la produzione delle linee guida nazionali per l’eradicazione dell’Helicobacter pylori, pubblicate nel 2023 nel sistema nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità ed inventrice di un brevetto internazionale per la terapia delle malattie infiammatorie croniche intestinali nel medesimo anno è attualmente responsabile nazionale per un progetto PRIN PNRR finanziato sullo studio dell’infiammazione nel microambiente tumorale del cancro colico ed investigator principale per un progetto multicentrico nazionale sulla qualità della colonscopia nei pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali.

Già presente nel Comitato Editoriale di diverse riviste internazionali, il World Journal of Gastroenterology, a corredo della copertina dedicata, ha recentemente deciso di includere la Prof.ssa Gravina nel suo Comitato.

Per maggiori informazioni: https://bsdwebstorage.blob.core.windows.net/ejournals-1007-9327/WJGv31i21.pdf

Premio per la migliore pubbblicazione dell’anno 2022 sulla rivista Andrology al dottorando Lorenzo Romano . Lo studio intitolato "Erectile and sexual dysfunction in male and female patients with celiac disease: a cross-sectional observational study" ha ricevuto il prestigioso riconoscimento durante il Congresso della European Andrology Academy ia Stoccolma.

Le disfunzioni sessuali costituiscono un problema di notevole rilevanza clinica nella popolazione generale alterando in maniera profonda la qualità della vita di coloro che ne soffrono. La principale disfunzione sessuale tra i maschi è la disfunzione erettile che ha una prevalenza nella popolazione generale che varia dall’1 al 40% in relazione all’età. Le principali disfunzioni sessuali tra le donne sono la incapacità a raggiungere un orgasmo, il deficit di lubrificazione, la riduzione del desiderio ed il dolore durante il rapporto sessuale. con una prevalenza di circa il 40-50%, indipendentemente dall’età. Le cause sono molteplici e fattori psico-sociali, endocrinologici, neurologici possono giocare un ruolo importante. Molte malattie croniche possono essere associate a disfunzione sessuale,e, tra queste, anche quelle che coinvolgono l’apparato digerente.

Questo studio osservazionale attuato da Romano, specialista in Urologia e Dottorando di Ricerca presso la Scuola di Dottorato in Scienze Mediche Cliniche e Sperimentali della  Vanvitelli diretta dalla professoressa Armida Mucci, è stato effettuato attraverso la somministrazione on-line di questionari assolutamente anonimi ha avuto come scopo quello di valutare la prevalenza ed i fattori di rischio di Disfunzioni Sessuali in una malattia dell’apparato digerente, la Malattia Celiaca, che è particolarmente frequente nella popolazione generale con una prevalenza accertata in Italia dell’1%. In breve, circa il 50% della popolazione celiaca femminile aveva uno o più disturbi della funzione sessuale (in prevalenza riduzione del desiderio, difficoltà ad eccitarsi ed a raggiungere l’orgasmo e dolore nel corso del rapporto) ed oltre il 60% della popolazione celiaca maschile aveva disfunzione erettile di diverso grado. Un elevato indice di massa corporea (BMI) si associava significativamente a disfunzione sessuale in entrambi i sessi, ed una diagnosi di celiachia in età precoce è risultata essere un fattore predittivo di disfunzione sessuale tra i maschi.
Pertanto, questo studio, che ha visto come tutor Marco De Sio, Professore Ordinario di Urologia e Direttore della UOC di Urologia della Vanvitelli, e frutto della collaborazione tra le Divisioni di Urologia e Gastroenterologia di Diverse Aziende Ospedaliere, sia universitarie che ospedaliere, dimostra che una percentuale rilevante di pazienti con malattia celiaca soffre di disfunzione sessuale e che un alterato indice di massa corporea ed una età precoce alla diagnosi possono essere dei fattori predittivi di rischio di disfunzione sessuale tra I pazienti celiaci. Inoltre, sulla base di questo studio, si ipotizza che in una malattia con implicazioni multidisciplinari come la celiachia, possa essere utile la somministazione di questionari validati che esplorano la funzione sessuale in maschi e femmine, al fine di raggiungere una diagnosi precoce di disfunzione sessuale ed instaurare un trattamento pronto ed efficace.

Una ricerca della Vanvitelli dimostra la genotossicità e citotossicità di microplastiche combinate con nanoparticelle di biossido di titanio

La capacità riproduttiva maschile può essere influenzata anche dalla plastica che ci circonda e dalla sua interazione con altre sostanze tossiche. È quanto emerge da una recente ricerca dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, premiata come miglior comunicazione nella sezione SIRU Young durante l’8° Congresso Nazionale SIRU 2025, tenutosi in questi giorni a Verona.

A presentare lo studio è stata Ilaria Palmieri, dottoranda del gruppo di ricerca coordinato dalla Prof.ssa Lucia Rocco, con una comunicazione dal titolo:
“Effetti della co-esposizione in vitro su spermatozoi umani di microplastiche di polistirene e nanoparticelle di biossido di titanio”.

Lo studio

La ricerca ha analizzato gli effetti di due inquinanti ambientali sempre più diffusi: le microplastiche di polistirene (PS-MP) e le nanoparticelle di biossido di titanio (TiO₂-NP). Le microplastiche possono derivare dalla frammentazione di rifiuti plastici (come imballaggi, stoviglie monouso, ecc.), spesso per effetto di radiazioni UV, oppure essere prodotte intenzionalmente per scopi commerciali. Le nanoparticelle di TiO₂, invece, sono largamente presenti in prodotti di uso quotidiano: cosmetici, creme solari, farmaci, vernici e alimenti.

“La nostra ricerca nasce dalla necessità di approfondire l’impatto degli inquinanti ambientali sulla salute umana, in particolare sulla fertilità maschile – spiega la Prof.ssa Lucia Rocco –. In un mondo saturo di plastica, è fondamentale comprendere cosa accade quando questi materiali si degradano e rilasciano microplastiche, che possono fungere da vettori per altri contaminanti, come le nanoparticelle di TiO₂.”

I risultati

Le microplastiche sono in grado di:

  • indurre apoptosi (morte cellulare),
  • aumentare la frammentazione del DNA,
  • provocare stress ossidativo attraverso la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS).

Il dato innovativo emerso è che l’esposizione combinata a PS-MP e TiO₂-NP provoca livelli di genotossicità e citotossicità superiori rispetto all'esposizione alle sole PS-MP, ma inferiori rispetto all’esposizione alle sole TiO₂-NP. Questo indica che l’interazione tra i due contaminanti modifica la loro tossicità, aprendo nuove prospettive di studio.

“È stato un grande onore presentare il nostro lavoro in un contesto così prestigioso – commenta Ilaria Palmieri –. Credo molto nella ricerca applicata alla salute e all’ambiente, e questo riconoscimento mi motiva a continuare con ancora più determinazione. Ringrazio la Prof.ssa Rocco per il supporto e tutto il team per il lavoro condiviso.”

Prospettive future

La scoperta che la tossicità delle nanoparticelle può essere modulata da altri contaminanti apre nuove ipotesi anche nel campo della bonifica ambientale. Comprendere questi meccanismi potrebbe essere cruciale per lo sviluppo di strategie di mitigazione dell’impatto da inquinanti ambientali.

Coautori dello studio: Ilaria Palmieri, Maria Carannante, Filomena Mottola, Lorenzo Ibello, Luigi Montano, Lucia Rocco.

Combattere le microplastiche e i loro effetti sulla salute. Dai risultati delle ultime ricerche scientifiche alle campagne ambientali e di sensibilizzazione, dalla conoscenza delle tecnologie innovative alle azioni congiunte volte alla sostenibilità, nasce la collaborazione tra l’Università Vanvitelli e la Fondazione Marevivo.

Una collaborazione sancita dal confronto che si è tenuto nella Sala del Rettorato dell’Università Vanvitelli e che ha visto il Prorettore alla Green Energy e alla Sostenibilità Ambientale e Delegato RUS, Furio Cascetta, ribadire l'impegno dell'Ateneo nei confronti delle tematiche della sostenibilità ambientale.

Le micro-nanoplastiche sono un agente inquinante ambientale molto grave e largamente diffuso: basti pensare che tale sostanze possono essere presenti nelle bottiglie di plastica che contengono latte o acque minerali, nelle confezioni dei contenitori che utilizziamo per riscaldare il cibo nei forni a micro-onde, nei cosmetici , o nell’aria in seguito alle frenate delle auto che liberano dagli pneumatici. 

Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The New England Journal of Medicine, ideato e coordinato dall’Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha fornito per la prima volta la prova che le microplastiche e le nanoplastiche ingerite o inalate sono associate a esiti di malattie cardiovascolari nell’uomo, indicando che le materie plastiche hanno costi sempre più elevati, ormai visibili, per la salute umana e l’ambiente.

Nel nostro studio sono state esaminate le placche aterosclerotiche asportate per prevenire un ictus cerebrale dalle carotidi di pazienti che sono stati poi seguiti per un periodo di 3 anni - hanno dichiarato Giuseppe Paolisso e Raffaele Marfella, Dipartimento Scienze Mediche e Chirurgiche Avanzate DAMSS Università della Campania. - I pazienti che presentavano forme di inquinamento delle placche riportavano un maggior rischio di infarto del miocardio e di ictus cerebrale - di circa 4.5 volte superiore - rispetto ai pazienti senza inquinamento delle placche, poiché le placche inquinate erano più infiammate (a causa della presenza delle microplastiche) e quindi più instabili e fragili. È altamente verosimile che questa aumentata fragilità e instabilità si traduceva in una maggiore possibilità di rottura, con l’entrata in circolo dei frammenti che erano poi responsabili dell’ostruzione a distanza di piccoli vasi a livello cardiaco e cerebrale”.

Marevivo, dal canto suo, è impegnata costantemente in azioni di sensibilizzazione dei Governi per ottenere leggi efficaci e concrete finalizzate alla conservazione e alla difesa dell’ecosistema marino e delle sue specie.

Abbiamo lanciato l’allarme sui danni prodotti dalla dispersione delle microplastiche nell’ambiente già anni fa e grazie alle nostre battaglie si è arrivati a una legge che dal 2020 ha introdotto il divieto delle microplastiche nei cosmetici da risciacquo – dichiara Raffaella Giugni, Segretario Generale Marevivo. - Anche le microfibre rappresentano una seria minaccia per l’ambiente e la salute dell’uomo, per questo Marevivo ha promosso la campagna #stopmicrofibre denunciando che il lavaggio dei capi è una delle cause principali della loro presenza in mare, dove vengono ingerite dai pesci per poi entrare nella catena alimentare”. 

Attraverso una ricerca sulle microplastiche su campioni di latte materno, condotta da Elisabetta Giorgini, Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università Politecnica delle Marche, con Valentina Notarstefano e partendo da uno studio di Antonio Ragusa, sono state individuate più di 50 microplastiche distribuite nel 76% dei campioni analizzati.

La ricerca è proseguita sempre in ambito umano, con l’analisi di campioni umani di urina e sperma, in collaborazione con Luigi Montano dell’ ASL Salerno, e Oriana Motta dell’Università degli Studi di Salerno. Anche in queste due matrici biologiche, abbiamo individuato microplastiche derivanti da matrici polimeriche commerciali, quali polietilene, policarbonato, polistirene, polivinil cloruro”, ha spiegato Elisabetta Giorgini.

Esempio di impegno alla sostenibilità tradotto in azioni concrete è l’azienda Beko che ha progettato filtri integrati per le lavatrici che catturano fino al 90% delle microfibre di plastica rilasciate dai tessuti sintetici.

Crediamo fermamente che prendersi cura del pianeta sia il modo migliore per prendersi cura delle persone - ha spiegato durante il suo intervento Michela Lucchesini, Responsabile Marketing Beko Italy - ed è per questo che ci dedichiamo con passione a creare prodotti che rispettino l’ambiente e migliorino la vita dei nostri clienti. Questo impegno si riflette anche nel nostro modo di comunicare: con la campagna digitale "Una scelta di vita" abbiamo voluto promuovere un messaggio di consapevolezza e responsabilità, perché siamo convinti che ogni piccola azione possa fare la differenza”.

La collaborazione tra Ateneo e Marevivo, dunque, è volta ad agire con soluzioni virtuose e di favorire un cambiamento culturale che porti la società civile verso un modello di produzione e consumo circolare.

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