L’Azienda Ospedaliera Universitaria dell’Ateneo Vanvitelli ha iniziato, così come programmato, a ricoverare pazienti COVID-19 per fare fronte all’emergenza epidemiologica e per garantire in modo ottimale la risposta clinico assistenziale. Ciò è stato reso possibile grazie alla riorganizzazione di un intero padiglione del Complesso di Cappella Cangiani principalmente a supporto dell’Ospedale Cotugno. La struttura di Malattie Infettive è stata riorganizzata e potenziata per arrivare a complessivi 25 posti letto completamente dedicati a pazienti COVID-19 e tutte le strutture aziendali sono state coinvolte in uno sforzo corale che ha permesso questo assetto, comunque aperto a modifiche in considerazione dell’evoluzione dell’attuale scenario epidemiologico ed in relazione al perdurare dello stato di emergenza.

Nella struttura è stato costituito un team multidisciplinare per la gestione dei pazienti COVID-19, coordinato dai medici specializzati in malattie infettive, composto da pneumologi, internisti, cardiologi, radiologi, anestesisti e rianimatori oltre che da personale infermieristico e socio-sanitario. 

L’attivazione dei posti letto è stata assunta dalla Direzione Generale in pieno accordo con l’Ateneo e con il Team di Governo Posti Letto della Regione Campania.

“Il ruolo sinergico della Azienda Ospedaliera Vanvitelli insieme al Cotugno – ha detto Maurizio Di Mauro del  Team di Governo Posti letto della Regione Campania - attualmente entrambe sotto la mia direzione, è un elemento estremamente importante nel panorama assistenziale del Sistema Sanitario Regionale perchè dimostra ancora una volta , anche in questo momento di grave emergenza e bisogno,  che la collaborazione di due entità assistenziali apparentemente diverse può trasformarsi in un meccanismo di reciproco potenziamento con grandi vantaggi per tutto il Sistema sanitario Regionale ma prima di tutto per i pazienti. E’ auspicabile che questo modello sia seguito anche da altre realtà assistenziali campane.“ 

XI Giornata Nazionale Parkinson. Sabato 30 novembre ci sarà l'apertura gratuita di oltre 90 centri medici specializzati nella Malattia di Parkinson su tutto il territorio nazionale il cui elenco è disponibile su www.fondazionelimpe.it.

Oggi nel nostro paese si contano circa 250mila malati di Parkinson. Se immaginiamo, inoltre, che ad ogni paziente è associato almeno un caregiver è facilmente intuibile che si tratta di un fenomeno che riguarda circa mezzo milione di persone. Sulla base di queste considerazioni, i cui numeri sono destinati a crescere con l’aumento delle aspettative di vita, parte l’idea della Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus coadiuvata dall’ Accademia LIMPE-DISMOV (la principale associazione scientifica di riferimento in Italia per la Malattia di Parkinson) di indire una giornata di sensibilizzazione e di sostegno proprio a queste famiglie. Nasce così la GIORNATA NAZIONALE PARKINSON, arrivata oramai alla sua undicesima edizione e che quest’anno ha ottenuto anche il patrocinio della RAI.

Per Napoli la giornata è coordinata dal Centro Parkinson dell'Ateneo Vanvitelli, coordinato da Alessandro Tessitore, docente della Scuola di Medicina, in collaborazione con l'Associazione pazienti Parkinson Parthenope e si terrà nel Complesso Vincenziano, nella Sala dell’Assunta Via dei Vergini, 51 - dalle ore  9.00 alle 13.30. 

Alla fine dell'incontro si terrà uno spettacolo  di Amedeo Colella con l’accompagnamento musicale di Dario Carandente dal titolo “A meglia mmericina ….na’ bella risata”.

 

Programma

Venticinque posti letto dedicati ai pazienti COVID-19

L’Azienda Ospedaliera Universitaria dell’Ateneo Vanvitelli destina un intero padiglione per la assistenza ai pazienti COVID-19 a supporto all’Ospedale Cotugno.

Venticinque posti letto completamente dedicati, con medici e personale sanitario specializzato, saranno disponibili già da martedì nel Padiglione 3 del Complesso di Cappella Cangiani dove fino a sabato svolgevano l’attività le strutture di Gastroenterologia, Reumatologia e Malattie infettive.

“I posti letto del padiglione saranno tutti messi a disposizione per garantire l’assistenza ai pazienti COVID-19 – spiega Italo Angelillo Coordinatore dell’Unità di Crisi COVID-19 per la Vanvitelli – per sostenere il Cotugno che, come è a tutti noto, sta combattendo in prima linea questa emergenza. In questo padiglione, coordinati dall’azione dei medici specializzati in malattie infettive, lavoreranno rianimatori, pneumologi e internisti, oltre al nostro personale infermieristico e socio-sanitario. Desidero ringraziare tutti coloro che stanno lavorando e continueranno a farlo: dai vertici dell’Azienda e dell’Ateneo, ma soprattutto ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari il cui contributo è fondamentale per contrastare l’emergenza".

Questa decisione è stata presa insieme al Team di Governo Posti letto della Regione Campania, composto da Maurizio di Mauro, Antonio Postiglione e Giuseppe Galano, che sta sovrintendendo alla gestione dell’emergenza ospedaliera.

Leggi anche Pazienti COVID-19 al Policlinico della Vanvitelli, un team multidisciplinare per 25 posti letto

IT | EN

American Society of Hematology Selects Maddalena Casale to Receive the Global Research Award

Naples,  September, 2019 – The University of Campania “Luigi Vanvitelli” is pleased to announce that Maddalena Casale has been selected by the American Society of Hematology (ASH) to receive the 2019 ASH Global Research Award. 

Maddalena Casale is one of nine talented early-career investigators selected for this honor.
The ASH Global Research Award was designed to support future international scientific leaders, increase hematology capacity, and nurture global collaboration. The award is intended to support hematologists between completion of training and the establishment of their independent careers.
The nine researchers selected represent eight countries: Brazil, China, Croatia, Czech Republic, Ghana, Italy, Japan, and Uganda.  

Maddalena Casale is a pediatrician who has been working as a researcher since November 2016 within the Division of Pediatric Hematology and Oncology at the Department of Woman, Child and General and Specialized Surgery of University of Campania “Luigi Vanvitelli”, under the supervision of Prof. Silverio Perrotta. At the same institution, she got her PhD in 2014 focused on advancements in the management of hemoglobinopathies and she made the first steps towards the development of a national network of asplenia in Italy. Maddalena Casale will receive research support for her project with the aim to perform a prospective multicenter nationwide analysis on mortality, morbidity, vaccine coverage and response in a large cohort of asplenic patients followed in the Italian Network of Asplenia.
“I am honored to receive this award from ASH, the leading scientific society in the field of hematology and I feel the responsibility to do my best with my research”, said Maddalena Casale, the researcher selected for the Global Research Award. “Support from academic and scientific institutions and independent resources are vital elements for a researcher. I really thank the ASH and the University Vanvitelli for this great opportunity”.
“We are proud of the talented recipients of this year’s Global Research Award and look forward to supporting them as they continue to pursue hematology training opportunities,” said 2019 ASH President Roy Silverstein, MD, of the Medical College of Wisconsin in Milwaukee. “Supporting the careers of future leaders from all over the world is a clear priority for ASH.”

 

The University of Campania “Luigi Vanvitelli”, formerly Second University of Naples, with its 16 departments located in 5 territorial areas between Naples and Caserta, promotes a vocational training offer integrated with the territory, supports quality research, and promotes the creation of business initiatives from research groups, in a constant perspective of internationalization and cultural exchange with other universities.
The University was established in 1991 and began its activity on November 1st 1992. Currently there are nearly 28 thousand students and 16 Departments located in 5 territorial areas:
Aversa with the School of Polytechnics and of the Basic Sciences with the Departments of Engineering, Architecture and Industrial Design;
Caserta with the Departments of Mathematics and Physics (witch also belongs to the School of Polytechnics and of the Basic Sciences), Psychology, Political Science, Environmental, Biological and Pharmaceutical Sciences and Technologies;
Santa Maria Capua Vetere with the Departments of Law Humanities and Cultural Heritage;
Capua with the Department of Economics;
Naples with the School of Medical Sciences and the Departments of Precision Medicine, General and Specialised Surgery for Women and Children, Experimental Medicine, Multidisciplinary Department of Medicine for Surgery and Orthodontics, Mental, Physical Health and Preventive Medicine, Cardiothoracic and Respiratory Sciences, Medical, Surgical, Neurologic, Metabolic and Aging Sciences.
In these years, the University has significantly dedicated its efforts and resources to maintaining and developing student services to promote their training and their "life" within the University facilities through an intensive orientation policy. A job placement centre provides students with career options assessment as well as continuous support.

The American Society of Hematology (ASH) (www.hematology.org) is the world’s largest professional society of hematologists dedicated to furthering the understanding, diagnosis, treatment, and prevention of disorders affecting the blood. For 60 years, the Society has led the development of hematology as a discipline by promoting research, patient care, education, training, and advocacy in hematology. ASH publishes Blood (www.bloodjournal.org), the most cited peer-reviewed publication in the field, which is available weekly in print and online, as well as the newly launched, online, peer-reviewed open-access journal, Blood Advances (www.bloodadvances.org). 
 

 

Allarme Coronavirus anche in Italia leggi Nuovo Coronavirus. Indicazioni e comportamenti da seguire

 

 

Intervista a Nicola Coppola, professore ordinario di Malattie infettive del Dipartimento di Salute Mentale e Fisica e Medicina Preventiva dell’Ateneo Vanvitelli, del 31 gennaio 2020

Cos'è il coronavirus? Come si è sviluppata questa nuova forma?
Il coronavirus è un virus appartenente alla famiglia dei Nidovirales generalmente causa di infezioni delle vie aeree superiori come il comune raffreddore. Dei coronavirus si conoscono quattro generi a cui afferiscono varie specie che provocano infezioni nei mammiferi ed uccelli. A volte alcune specie di coronavirus, ma anche altre specie di virus ad RNA, possono effettuare il così detto salto di specie (spill over). Infatti lo sviluppo di mutazioni e/o ricombinazioni geniche comporta l’acquisizione da parte del virus di meccanismi patogenetici capaci di infettare specie prima non infettabili. La “nascita” di questo nuovo virus determina l’insorgenza di una nuova epidemia essendo tutta la popolazione della specie sensibile all’infezione.

La virulenza: da cosa è partito? Perchè proprio a Wuhan?
Dobbiamo prendere come punto di riferimento le precedenti epidemie di coronavirus, SARS nel 2020 e MERS nel 2012, durante le quali è avvenuto un salto di specie che ha messo il virus nelle condizioni di infettare l’uomo. Nel caso della SARS il virus da un pipistrello è passato ad una civetta delle palme mascherata e ad cane procione per poi determinarsi nell’uomo.
Si presume, quindi, che nel mercato di Wuhan si sia verificato un simile meccanismo di spill over anche se mancano certezze sulle dinamiche.

Come si diffonde?
Il virus si diffonde attraverso i droplets o goccioline, cioè attraverso starnuti, saliva e tosse di un paziente infetto e penetra nelle mucose esposte (bocca, naso, congiuntiva) direttamente o indirettamente contaminando oggetti e le mani.
Pertanto per prevenire bisogna, al momento:
. evitare la diffusione dei droplets di pazienti infetti munendosi di una mascherina;
. non usare mascherine ed occhiali dei soggetti contagiati;
. lavarsi frequentemente le mani per sfuggire alla contaminazione da oggetti.

Qual è il rischio che possa diffondersi nel mondo e soprattutto in Italia?
Tenuto conto del facile collegamento aereo tra continenti e del possibile contagio da soggetti asintomatici, il rischio di diffusione dell’infezione a livello globale è presente. Notizia di queste ore è la conferma di due casi anche in Italia, a Roma: due turisti cinesi infetti. Le autorità sanitarie hanno adottato misure preventive in grado di contenere, per il momento, l’infezione. Ovviamente questo non ci deve indurre a desistere dalla situazione di allerta che deve continuare ad essere alta.

Quali sono i sintomi? Quanto può essere pericoloso?
L’attuale infezione da coronavirus (2019-nCoV) si manifesta come una sindrome influenzale e prevede:
- febbre;
- tosse;
- mialgia;
- mal di gola;
- raffreddore.
I sintomi respiratori possono peggiorare per interessamento polmonare di varia gravitá, che puó comportare necessitá di cure di tipo intensivistico-rianimatorio. I casi di infezione polmonare grave sono più probabili nei pazienti anziani e/o con comorbidità.

Differenze con i virus passati
Dai report si possono evidenziare similitudini e differenze con i virus passati. I sintomi sembrerebbero simili con interessamento delle vie respiratorie superiori ed inferiori, ma con una mortalitá ed una severitá più moderata rispetto alle precedenti epidemie. Attualmente la mortalitá, dagli ultimi dati dell’OMS, è del 2.2% (170 decessi/7818 infetti al 30/1/2020), sicuramente inferiore a quella registrata nelle precedenti due epidemie (circa 9% per la SARS e circa 30% per la MERS). Per quanto riguarda il tasso di infezione, sembrerebbe al momento piú simile alla SARS che alla MERS.

Il vaccino: come procede la ricerca?
Grazie alle conoscenze sulla SARS è stato possibile un pronto sequenziamento del genoma del virus, passo fondamentale per la messa a punto del vaccino. Molte sono le organizzazioni che al momento sono impegnate nelle ricerche. Sicuramente la comunità scientifica è quella più avvantaggiata avendo già informazioni sulle epidemie passate.

Possibili terapie?
Al momento non ci sono terapie che agiscono direttamente sul virus, inibendone la replicazione ed il danno cellulare provocato. La terapia è confinata a terapie sintomatiche (anti-piretici) e al supporto delle condizioni vitali nei vari stadi patologici, compreso il managment intensivistico-rianimatorio nei casi più gravi. Nuove terapie eziologiche contro i coronavirus sono in fase precoce di studio.

Allarme o psicosi: è possibile davvero propagare il virus mediante spedizioni internazionali?
No, anche se il virus può contaminare con i droplets gli oggetti, ha una capacità di resistenza nell’ambiente estremamente ridotta (meno di 1 ora), rendendo impossibile tale meccanismo di trasmissione.

 

L'Università Vanvitelli segue l’evoluzione dell’epidemia tramite i canali ufficiali del Ministero della Salute

 

Nota Ministero della Salute
- Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina

 

Nota informativa sul Coronavirus inviata dalla CRUI
- versione in italiano
- versione in inglese

 

IT | EN

La Società Americana di Ematologia ha conferito a Maddalena Casale, ricercatrice presso l’Università Vanvitelli, il Global Research Award

Napoli, Settembre 2019 –  L’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” è lieta di annunciare che Maddalena Casale ha ricevuto dalla Società Americana di Ematologia il premio ASH Global Research Award 2019.
Maddalena Casale è uno dei nove talentuosi ricercatori selezionati a ricevere questo importante riconoscimento.
Il Global Research Award della Società Americana di Ematologia è stato concepito con l’obiettivo di supportare i futuri leader scientifici a livello internazionale, incrementare le competenze in campo ematologico e promuovere collaborazioni internazionali. Con tale premio i ricercatori più meritevoli nel campo dell’ematologia vengo supportati al raggiungimento dell’indipendenza e dell’autonomia nelle proprie attività scientifiche.
I nove ricercatori selezionati rappresentano otto paesi nel mondo: Brasile, Cina, Croazia, Repubblica Ceca, Ghana, Italia, Giappone e Uganda.
Maddalena Casale è una pediatra che lavora come ricercatrice dal 2016 presso la Divisione di Ematologia e Oncologia Pediatrica, diretta dal Prof. Silverio Perrotta, nell’ambito del Dipartimento della Donna, del Bambino, di Chirurgia Generale e Specialistica dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. Presso questa stessa Università nel 2014 ha concluso il suo dottorato di ricerca focalizzato sulla costituzione del primo network di ricerca sull’asplenia in Italia. Maddalena Casale riceverà un finanziamento per portare a termine il suo progetto che ha l’obiettivo di analizzare la mortalità, le complicanze, la copertura vaccinale e la risposta ai vaccini in una coorte nazionale di pazienti affetti da asplenia attraverso uno studio prospettico multicentrico del Network Italiano Asplenia.

“La Società Americana di Ematologia è la tra le maggiori società scientifiche e punto di riferimento fondamentale per ogni ricercatore che lavora in questo campo. Per me è un grande onore ricevere questo premio ma sento anche forte il peso della responsabilità che questo riconoscimento implica - dice Maddalena Casale, la ricercatrice che è stata selezionata per il Global Research Award del 2019 - Il supporto degli organi universitari e scientifici insieme alla disponibilità di risorse indipendenti sono elementi vitali per un ricercatore. Ringrazio la Società Americana di Ematologia e l’Università Vanvitelli per la grande opportunità di crescita che mi stanno offrendo”.
“Siamo fieri dei ricercatori talentuosi che sono stati selezionati per il Global Research Award 2019 e siamo entusiasti di poter fornire il nostro supporto per la loro attività di ricerca in ematologia - dice Roy Silverstein, Medical College Wisconsin, Milwaukee e Presidente della Società Americana di Ematologia 2019 - Supportare la carriera dei futuri leader scientifici nel mondo è una chiara priorità della Società Americana di Ematologia”.

La Società Americana di Ematologia è la più grande società scientifica nel campo dell’ematologia a livello mondiale votata alla promozione della ricerca e al miglioramento della diagnosi, del trattamento e della prevenzione delle malattie ematologiche. Per sessant’anni, la Società ha favorito lo sviluppo dell’Ematologia come disciplina attraverso la promozione della ricerca, della cura del paziente, della formazione e dell’informazione in questo campo. Blood (www.bloodjournal.org), la rivista più prestigiosa nel campo dell’ematologia, è la rivista ufficiale della Società Americana di Ematologia.

 

"I Farmaci non sono caramelle!"

Un uso inappropriato dei farmaci può rendere la terapia inefficace e può sviluppare effetti avversi.

L'Ateneo Vanvitelli informa sui rischi che comporta l'uso inappropriato dei farmaci nel trattamento dello scompenso cardiaco, del diabete e in generale nel paziente anziano con comorbidità.
Nello specifico sono oggetto della campagna: 
Il rischio di interazione tra farmaci e tra farmaco e patologia nel trattamento dello scompenso cardiaco e del diabete nel paziente anziano.
La Polifarmacoterapia nel paziente anziano con comorbidità: come ottimizzare la terapia e prevenire le reazioni avverse da farmaci

Per saperne di più, scarica l'opuscolo informativo


Partecipa all'evento che si terrà in Piazza degli Artisti il 13 e 14 dicembre dalle 9.00 alle 18.00

Diabete

Farmaci

Problemi cardiovascolari

Si chiama Emoglobina Vanvitelli ed è la nuova variante emoglobinica scoperta in una bambina affetta da anemia emolitica cronica fin dalla nascita. Il gruppo di ricerca del Centro di ematologia e oncologia pediatrica dell’Ateneo Vanvitelli, diretto da Silverio Perrotta, ha individuato e caratterizzato una nuova variante emoglobinica, finora mai descritta, che ha preso il nome dall’Università Vanvitelli nella quale è stata scoperta.

“Diagnosticare una nuova variante dell’emoglobina può essere molto complesso - spiega Silverio Perrotta, direttore del centro di ematologia e oncologia pediatrica dell’Università Vanvitelli - 

 soprattutto se la proteina è altamente instabile, cioè si degrada in tempi molto brevi e non può essere evidenziata ai comuni esami diagnostici, come l’Emoglobina Vanvitelli. Per tale ragione la bambina è rimasta senza diagnosi certa per anni, prima di arrivare al nostro centro. 

Grazie alla scoperta, infatti, per la piccola paziente ora saranno possibili terapie mirate, di sicuro più efficaci e volte a combattere un nemico almeno conosciuto.

L’emoglobina, proteina implicata nel trasporto di ossigeno ai tessuti, è necessaria per la nostra sopravvivenza. Alterazioni della sintesi di questa proteina possono determinare quadri clinici complessi, come alcune anemie congenite gravi proprio come nel caso della bambina. Il lavoro, pubblicato su Clin Biochem, ha visto protagonisti Maddalena Casale, ricercatrice presso il Dipartimento della Donna, del Bambino e di Chirurgia Generale e Specialistica e primo nome del lavoro che appena pubblicato, e Saverio Scianguetta, biologo presso il laboratorio di biologia molecolare della Vanvitelli, che si sono occupati direttamente di questo studio e che hanno proseguito nelle ricerche nonostante le difficoltà esecutive.

“Essendo condizioni rare – spiega ancora Perrotta - le varianti emoglobiniche spesso non sono considerate nella diagnostica differenziale delle anemie emolitiche congenite, soprattutto se sono presenti altri segni clinici confondenti, come la bassa saturazione di ossigeno, che più spesso implica una patologia respiratoria o cardiaca sottostante. Nei pazienti con varianti emoglobiniche, la bassa saturazione d’ossigeno può esser dovuta semplicemente alla presenza dell’emoglobina anomala e non richiede ulteriori approfondimenti. Tuttavia i pazienti vengono sottoposti ad esami diagnostici e strumentali molto invasivi e costosi nel tentativo di approdare alla diagnosi definitiva che spesso viene ritardata o mai raggiunta”.

Gli esperimenti di proteomica, che hanno consentito l’isolamento e la caratterizzazione della nuova emoglobina, sono stati eseguiti dai ricercatori del Ceinge Flora Cozzolino e Vittoria Monaco, sotto la guida di Piero Pucci, coordinatore del laboratorio di proteomica e ordinario di Chimica Biologica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II,

«Le emoglobine varianti sono emoglobine strutturalmente anormali originate da cambiamenti genetici in specifici geni che causano alterazioni nella sequenza amminoacidica – spiega Piero Pucci -. Le malattie che colpiscono la sintesi e la funzione dell'emoglobina sono estremamente comuni in tutto il mondo; fino ad oggi sono state scoperte più di 1000 varianti dell'emoglobina umana, principalmente attraverso le loro manifestazioni cliniche. Questo caso ha evidenziato le insidie analitiche e di conseguenza le difficoltà diagnostiche delle varianti emoglobiniche instabili che possono generare sintomatologie confuse e gravi condizioni cliniche».

Il centro di ematologia pediatrica dell’Università Vanvitelli vanta una pluridecennale esperienza nella diagnosi e cura dei pazienti affetti da emoglobinopatie ed è centro di riferimento per la diagnosi e cura delle malattie ematologiche rare nell’ambito della rete istituita a livello europeo (ERN-EuroBloodNet). L’identificazione di una nuova variante emoglobinica che porta il nome dell’Università Vanvitelli dimostra lo sforzo compiuto dai ricercatori di questa istituzione per migliorare le conoscenze scientifiche in questo settore.

Una tecnica innovativa di cura per bambini ipovedenti dalla nascita. Un intervento eseguito su due piccoli pazienti nella Clinica Oculistica dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli restituisce la speranza ai piccoli affetti da cecità congenita.
La tecnica e i risultati ottenuti, unici in Italia, saranno presentati da Francesca Simonelli, Direttrice della Clinica Oculistica dell’Ateneo Vanvitelli, il prossimo 16 dicembre, alle ore 11.30, nell’aula Giacinto Auricchio dell’Edificio 15, V piano, Policlinico di via Cappella Cangiani, Napoli.

Parteciperanno alla conferenza, moderati dal giornalista e conduttore Rai Daniel Della Seta:
• Giuseppe Paolisso - Rettore dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
• Antonio Giordano- Direttore Generale AOU Luigi Vanvitelli
• Francesca Simonelli – Direttrice della Clinica Oculistica dell'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
• Maria Vittoria Montemurro - Direttore Sanitario AOU Luigi Vanvitelli
• Giuseppe Limongelli - Direttore Centro Coordinamento Malattie Rare Regione Campania
• Alberto Auricchio - Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem)
• Michele Della Corte – Responsabile Chirurgia vitreoretinica AOU Luigi Vanvitelli
• Rosa Annibale - Responsabile Farmacia AOU Luigi Vanvitelli
• Assia Andrau – Presidente Retina Italia Onlus Associazione pazienti con distrofie retiniche
• Fulvio Luccini - Patient Access Head Novartis

 

Terapie efficaci e nuove opportunità di diagnosi precoce per la sclerosi Sistemica. Due lavori scientifici firmati da Gabriele Valentini, docente dell’Ateneo Vanvitelli, sono stati appena pubblicati su due prestigiose riviste scientifiche e aprono importanti scenari per la cura e la prevenzione di questa malattia. La Sclerosi Sistemica è una malattia autoimmune sistemica reumatica (connettivite) caratterizzata da manifestazioni vascolari e da fibrosi della cute e degli organi interni, associata ad aumento della mortalità dovuta, nel 20 per cento dei casi, a complicanze cardiache.

Dal primo studio, pubblicato sugli Annals of Rheumatic Disease e finanziato dalla Comunità Europea, i ricercatori hanno scoperto che l’uso di farmaci vasodilatatori e dell’aspirina a basse dosi determina una riduzione dell’incidenza di aritmie ventricolari e una riduzione dell’incidenza di blocchi cardiaci e di necessità di impianto di pacemaker. In parole povere, si prospetta l’uso di questi farmaci semplici, privi di sostanziali effetti collaterali, in tutti i pazienti affetti da Sclerosi Sistemica, per ridurre l’incidenza delle suddette manifestazioni cardiache e, conseguentemente, la mortalità associata a questa patologia.

“Siamo partiti dal presupposto che nei pazienti affetti da cardiopatia sclerodermica – spiega Valentini – il miocardio presenta alterazioni delle piccole arterie coronariche, che si ritiene svolgano un ruolo nello sviluppo di una fibrosi a chiazze a carico di entrambi i ventricoli: entrambi questi processi causano blocchi cardiaci, aritmie ventricolari, alterazioni del riempimento diastolico , riduzione della frazione di eiezione ventricolare e scompenso cardiaco congestizio. Da qui abbiamo programmato lo studio che ha dimostrato un effetto favorevole di farmaci vasodilatatori sulla vascolarizzazione e sulla funzione cardiaca”.
Si tratta di uno studio osservazionale su 611 pazienti, i cui risultati sono in attesa di conferma mediante un trial randomizzato controllato.

La seconda ricerca, pubblicata su AutoimmunityReviews, riguarda invece la diagnosi precoce di questa malattia. Partendo dal dato che il fenomeno di Raynaud, molto diffuso nella popolazione generale (5% circa delle giovani donne nei paesi in cui sono disponibili indagini epidemiologiche) è una manifestazione di molte malattie autoimmuni sistemiche reumatiche e costituisce la manifestazione di esordio della Sclerosi Sistemica, sono stati identificati i fattori predittivi dello sviluppo di questa stessa patologia.

“A ognuno di questi fattori – spiega ancora Gabriele Valentini – Anticorpi Antinucleari a titolo medio-alto, Anticorpi anti-Scleroderma 70, Anticorpi anti-centromero, aree avascolari alla capillaroscopia è stato assegnato un peso relativo, permettendo così al clinico di predire alla prima visita, l’evoluzione della malattia. La diagnosi precoce effettuata in questo modo consente di introdurre, con l’obiettivo di ritardare o bloccare l’evoluzione, farmaci la cui efficacia è dimostrata nella Sclerosi Sistemica conclamata i.e. immunodepressori, e, a breve, antifibrotici, da associare a quelli già attualmente prescritti nei pazienti con fenomeno di Raynaud”.

Questo secondo studio osservazionale prospettico si è basato su 102 pazienti seguiti per 1-12 anni. Esso costituisce la base per studi di intervento tesi a verificare l'ipotesi che i pazienti identificati con lo score, immessi in terapia immunosoppressiva, non vadano incontro o vadano più tardi incontro allo sviluppo di Sclerosi Sistemica definita.

 

Big data in sanità, alla Vanvitelli una banca dati gigantesca potrà prevenire i tumori. Si chiama Synergy-net ed è un archivio informatico di grandissime proporzioni che consentirà di analizzare dati relativi ai più disparati casi di malattie oncologiche e confrontarle tra loro, grazie alla sinergia tra intelligenza umana ed intelligenza artificiale.
Il progetto sarà presentato Giovedì 12 dicembre 2019 ore 10.00 all’Università Vanvitelli, nella Sala degli Affreschi il Complesso di S. Andrea delle Dame Via Luigi De Crecchio.
“L’informatizzazione dei dati dei malati affetti dalle principali patologie tumorali può consentire l’utilizzo guidato di un notevole bagaglio di informazioni, i cosiddetti Big data” afferma il Prof. Docimo “Si tratta di giganteschi serbatoi dai quali attingere informazioni e soprattutto con i quali analizzare denominatori comuni, sospetti e poi eventualmente confermati, in un contesto apparentemente eterogeneo (immagini diagnostico-terapeutiche e dati puri)”.
Scienza e statistica insieme, dunque, per sperimentare diversi percorsi finalizzati ad “anticipare” le malattie oncologiche. “L’estrazione dei dati” prosegue il Prof. Docimo “può migliorare anche in campo oncologico le strategie diagnostiche e decisionali; ma per raggiungere tale obiettivo occorre la più alta competenza nell’individuare e analizzare le informazioni potenzialmente utili da acquisire, senza trascurare le basi delle conoscenze mediche e la guida dell’indispensabile intuito clinico. Attraverso questo articolato percorso si potrà arrivare alla tanto attesa sanità preventiva, predittiva e pro-attiva”. In campo oncologico la prevenzione primaria evita l’insorgere della malattia, la prevenzione interrompe l’evoluzione verso forme più importanti, mentre la prevenzione terziaria previene la comparsa di recidive.
“Pensiamo sia possibile” conclude il prof. Docimo “sperimentare l’utilizzo di questi percorsi anche per poter anticipare le malattie oncologiche, attraverso la costruzione di una rete sinergica per i tumori più diffusi in Campania, i cosiddetti top killer di cute, polmoni, mammella, tiroide, prostata, colon-retto e stomaco, aprendo la strada a sistemi esperti in grado di riprodurre artificialmente e rapidamente le deduzioni che uno specialista di un determinato settore otterrebbe in un tempo notevolmente maggiore.
La particolarità del nostro studio si basa anche sull’originale opportunità di studiare le variabili durante il percorso di diagnosi e cura, in modo da validare oltre all’andamento clinico anche singoli accertamenti e specifiche caratteristiche degli strumenti utilizzati”. L’auspicio è che sarà presto possibile interpretare aspetti determinanti delle principali malattie tumorali che affliggono la nostra regione, individuando profiling clinici e genetici dei soggetti a rischio oncologico, che oggi preoccupano maggiormente la popolazione e chi ha il compito di governarne, validarne e monitorarne efficaci indirizzi dei percorsi diagnostico-terapeutici.

All’evento parteciperà Vincenzo De Luca, Presidente Regione Campania.

Locandina

Olandesi, Russi, Greci. Arrivano da tutto il mondo gli studenti  che hanno partecipato all’ESMO-ESO course on medical oncology for medical students, il workshop in oncologia medica organizzato dall'Esmo e l'Università Vanvitelli.
Cinque giorni di approfondimenti sul tema in un ambiente internazionale dinamico e stimolante, che ha permesso agli studenti di vivere un’esperienza altamente formativa con esperti internazionali ed attraverso l’analisi di numerosi casi clinici ed esperienze pratiche.
“Questo corso è stato un utile momento di formazione soprattutto per gli studenti stranieri che nel proprio curriculum di studi, diversamente da quanto accade in Italia, non hanno un insegnamento totalmente dedicato all’oncologia medica, ma è allo stesso tempo un’occasione importante per far conoscere anche all’estero la realtà della nostra Università, molto apprezzata nella precedente edizione – spiega Fortunato Ciardiello, docente di Oncologia medica alla Vanvitelli e Past President dell’European society (ESMO). Fare l’oncologo è una bella professione, è questo il messaggio che vogliamo dare ai nostri medici del futuro, e grazie a questo corso vogliamo farli avvicinare alla professione”.
Miglior studente del corso è Dimo, studente bulgaro, che ha vinto un posto in prima fila al prossimo Congresso ESMO il 27 settembre, completamente spesato dall'ESMO. "Questo corso, è stato davvero interessante - spiega -, e sono felicissimo di partecipare all'ESMO COngress 2019, anzi ringrazio Esmo e l'Università Vanvitelli per questa opportunità".

Ho avuto un’esperienza straordinaria a Napoli durante la Medical Oncology Summer School – ha commentato Claudia Gardnier, studentessa inglese partecipante alla prima edizione del corso - È stata una grande opportunità, non solo per imparare dai principali specialisti del settore provenienti da tutto il mondo, ma anche per incontrare molti colleghi studenti di medicina che condividono le mie stesse passioni. Il corso mi ha dato l'opportunità di esplorare le mie opzioni di carriera, fare rete e permettermi di approfondire la mia conoscenza di vari aspetti dell'oncologia. Ora sono determinata a diventare un oncologo medico”!

Grazie alla partnership con ESMO il corso ed il soggiorno erano gratuiti, ed inoltre gli studenti hanno ricevuto un contributo per le spese di viaggio.