Coronavirus, un’epidemia simile alla SARS ma con una mortalità molto inferiore

Allarme Coronavirus anche in Italia leggi Nuovo Coronavirus. Indicazioni e comportamenti da seguire

 

 

Intervista a Nicola Coppola, professore ordinario di Malattie infettive del Dipartimento di Salute Mentale e Fisica e Medicina Preventiva dell’Ateneo Vanvitelli, del 31 gennaio 2020

Cos'è il coronavirus? Come si è sviluppata questa nuova forma?
Il coronavirus è un virus appartenente alla famiglia dei Nidovirales generalmente causa di infezioni delle vie aeree superiori come il comune raffreddore. Dei coronavirus si conoscono quattro generi a cui afferiscono varie specie che provocano infezioni nei mammiferi ed uccelli. A volte alcune specie di coronavirus, ma anche altre specie di virus ad RNA, possono effettuare il così detto salto di specie (spill over). Infatti lo sviluppo di mutazioni e/o ricombinazioni geniche comporta l’acquisizione da parte del virus di meccanismi patogenetici capaci di infettare specie prima non infettabili. La “nascita” di questo nuovo virus determina l’insorgenza di una nuova epidemia essendo tutta la popolazione della specie sensibile all’infezione.

La virulenza: da cosa è partito? Perchè proprio a Wuhan?
Dobbiamo prendere come punto di riferimento le precedenti epidemie di coronavirus, SARS nel 2020 e MERS nel 2012, durante le quali è avvenuto un salto di specie che ha messo il virus nelle condizioni di infettare l’uomo. Nel caso della SARS il virus da un pipistrello è passato ad una civetta delle palme mascherata e ad cane procione per poi determinarsi nell’uomo.
Si presume, quindi, che nel mercato di Wuhan si sia verificato un simile meccanismo di spill over anche se mancano certezze sulle dinamiche.

Come si diffonde?
Il virus si diffonde attraverso i droplets o goccioline, cioè attraverso starnuti, saliva e tosse di un paziente infetto e penetra nelle mucose esposte (bocca, naso, congiuntiva) direttamente o indirettamente contaminando oggetti e le mani.
Pertanto per prevenire bisogna, al momento:
. evitare la diffusione dei droplets di pazienti infetti munendosi di una mascherina;
. non usare mascherine ed occhiali dei soggetti contagiati;
. lavarsi frequentemente le mani per sfuggire alla contaminazione da oggetti.

Qual è il rischio che possa diffondersi nel mondo e soprattutto in Italia?
Tenuto conto del facile collegamento aereo tra continenti e del possibile contagio da soggetti asintomatici, il rischio di diffusione dell’infezione a livello globale è presente. Notizia di queste ore è la conferma di due casi anche in Italia, a Roma: due turisti cinesi infetti. Le autorità sanitarie hanno adottato misure preventive in grado di contenere, per il momento, l’infezione. Ovviamente questo non ci deve indurre a desistere dalla situazione di allerta che deve continuare ad essere alta.

Quali sono i sintomi? Quanto può essere pericoloso?
L’attuale infezione da coronavirus (2019-nCoV) si manifesta come una sindrome influenzale e prevede:
- febbre;
- tosse;
- mialgia;
- mal di gola;
- raffreddore.
I sintomi respiratori possono peggiorare per interessamento polmonare di varia gravitá, che puó comportare necessitá di cure di tipo intensivistico-rianimatorio. I casi di infezione polmonare grave sono più probabili nei pazienti anziani e/o con comorbidità.

Differenze con i virus passati
Dai report si possono evidenziare similitudini e differenze con i virus passati. I sintomi sembrerebbero simili con interessamento delle vie respiratorie superiori ed inferiori, ma con una mortalitá ed una severitá più moderata rispetto alle precedenti epidemie. Attualmente la mortalitá, dagli ultimi dati dell’OMS, è del 2.2% (170 decessi/7818 infetti al 30/1/2020), sicuramente inferiore a quella registrata nelle precedenti due epidemie (circa 9% per la SARS e circa 30% per la MERS). Per quanto riguarda il tasso di infezione, sembrerebbe al momento piú simile alla SARS che alla MERS.

Il vaccino: come procede la ricerca?
Grazie alle conoscenze sulla SARS è stato possibile un pronto sequenziamento del genoma del virus, passo fondamentale per la messa a punto del vaccino. Molte sono le organizzazioni che al momento sono impegnate nelle ricerche. Sicuramente la comunità scientifica è quella più avvantaggiata avendo già informazioni sulle epidemie passate.

Possibili terapie?
Al momento non ci sono terapie che agiscono direttamente sul virus, inibendone la replicazione ed il danno cellulare provocato. La terapia è confinata a terapie sintomatiche (anti-piretici) e al supporto delle condizioni vitali nei vari stadi patologici, compreso il managment intensivistico-rianimatorio nei casi più gravi. Nuove terapie eziologiche contro i coronavirus sono in fase precoce di studio.

Allarme o psicosi: è possibile davvero propagare il virus mediante spedizioni internazionali?
No, anche se il virus può contaminare con i droplets gli oggetti, ha una capacità di resistenza nell’ambiente estremamente ridotta (meno di 1 ora), rendendo impossibile tale meccanismo di trasmissione.

 

L'Università Vanvitelli segue l’evoluzione dell’epidemia tramite i canali ufficiali del Ministero della Salute

 

Nota Ministero della Salute
- Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina

 

Nota informativa sul Coronavirus inviata dalla CRUI
- versione in italiano
- versione in inglese