Creatività laboratoriale, Pina Pirozzi, Founder Maison Apnoea e Giuliana Borzillo, Founder ID.EIGHT, protagoniste dell’incontro sull’imprenditoria femminile dal titolo “La creatività laboratoriale per le donne: moda e design”. Le due giovani manager, laureate alla Vanvitelli, hanno deciso di investire su loro stesse e sulle loro competenze, mettendo in piedi due realtà aziendali nel campo della moda molto diverse tra loro ma davvero interessanti.

Vediamo nel dettaglio.

ID.EIGHT 

Nasce dall’incontro tra Dong Seon Lee e Giuliana Borzillo, entrambi provengono dal mondo delle calzature, in cui hanno lavorato e in cui si sono incontrati: Dong è un designer e Giuliana una product manager.

Insieme hanno dato vita ad una collezione di sneakers dal design ricercato e allo stesso tempo sostenibili ed etiche. Le scarpe sono realizzate in Italia con materiali a basso impatto ambientale provenienti da scarti dell’industria alimentare come bucce di mela, raspi e semi d’uva, foglie di ananas, cotone e poliestere riciclati.

 

MAISONAPNOEA
Apnea è un marchio di abbigliamento femminile con sede in Italia con un approccio multidisciplinare alla moda. Nata nel 2017 dai designer Pina Pirozzi ed Enzo Della Valle, Apnea è ideologicamente una bolla d'aria che diventa spazio di espressione e libertà. L'obiettivo è dare vita alla propria idea di estetica e moda, celebrando il Made in Italy, l'alta qualità, la secolare tradizione della sartoria napoletana. Le collezioni sono il risultato di una ricerca estetica che spazia dall'arte, all'architettura, allo streetwear, e mirano a creare nuove visioni estetiche e formali nel panorama italiano e internazionale.

L’evento si è tenuto presso l’Officina Vanvitelli, Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale della Vanvitelli, nell’ambito del Corso di Laurea Magistrale in Design per l’Innovazione - Curriculum Fashion Eco-Design

Calzature, borse e pelli sperimentali realizzate con alcune delle aziende del settore più note del territorio campano. Saranno presentati martedì, alle ore 10 presso Officina Vanvitelli, nel complesso del Belvedere di San Leucio, i dieci progetti e le realizzazioni dei borsisti che sono impegnati nello spazio di sperimentazione e innovazione della Moda del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Ateneo Vanvitelli.

Il progetto International Academy, proposta da Officina Vanvitelli, con Lineapelle, di cui i responsabili scientifici sono i docenti Patrizia Ranzo, Alessandra Cirafici e Roberto Liberti,  è pensato con l’obiettivo di sviluppare un modello formativo avanzato relativo al rapporto tra design e pelle, caratterizzato dall’approccio green e dal basso impatto ambientale delle produzioni conciarie italiane. In particolare l’Academy, in collaborazione con le aziende del lusso partner del progetto, sperimenta briefs di progetto innovativi basati sulla ricerca, che gli studenti del programma internazionale svilupperanno grazie al supporto scientifico e tecnico di Officina Vanvitelli.

L’Academy è in collaborazione con: Lineapelle; Ciro Paone SpA, Kiton; Mario Valentino; Stazione Sperimentale per l’industria delle pelli e delle materie concianti; Russo di Casandrino, Dean Industria Conciaria Pelli; L’Officina, Chimica in Movimento; Mc2 Solofra; Angela calzature srl, COSMIND.

I borsisti sono:

Emanuela Capasso (LINEAPELLE), Maria Rosaria Serra (LINEAPELLE), Claudia Luisi (LINEAPELLE), Chiara Caropreso (RUSSO DI CASANDRINO), Erica de Filippo (LINEAPELLE), Modia Romano (SSIP), Antonio Cesaro (ANGELA srl), Samuel Esposito (KITON), Eleonora Cecere (MARIO VALENTIMO),

Filomena Antonucci (DEAN) - Projects supervisor Chiara Scarpitti

Locandina

Francesca Barberio laureata magistrale in design per innovazione curriculum fashion eco design del Dipartimento di Architettura e Disegno industriale racconta la sua esperienza al Milano moda graduate 2022, sezione YKK con i migliori talents delle scuole di moda italiana

"Sono venuta a sapere di questo concorso in Ateneo e ho deciso di partecipare, per sperimentarmi e per entrare nel vivo di questa fantastica esperienza.

Sfilare con un mio capo su passerelle di moda così importanti è stato per me un momento bellissimo, utile perchè ho potuto vedere questo mondo dall'altro lato della medaglia: mi sono sentita partecipe e protagonista. Vivo qst traguardo come un punto di partenza e non di arrivo, anzispero possa essere un trampolino di lancio per poter lavorare a pieno titolo, in un futuro non troppo lontano, nel fashion system".

Milano Moda Graduate è manifestazione che premia i migliori prodotti realizzati da talenti della scuole e università di moda Italiane.

Un approccio diverso al fenomeno moda, riletto in collegamento con la città che ne costituisce non solo lo sfondo, ma il laboratorio, il bacino di diffusione e di risonanza. Nel libro di Ornella Cirillo, che sarà presentatoil prossimo 4 giugno alle ore 16.30 nella sala degli Affreschi del Chiostro di Sant'Andrea delle Dame in via De Crecchio 7 a Napoli, la narrazione critica complessiva, testuale e visiva, ‘riammaglia’ il lento evolversi di una vicenda che parte dalla Napoli post-borbonica, snodo storico in cui la modernità urbana collabora alla di usa estetizzazione dello stile di vita e all’omologazione dei comportamenti, dando prova della sua partecipazione alla competizione culturale, sociale e politica con altre metropoli europee.

Il libro della Cirillo, docente del Dipartimento di Archiettura e Disegno Industriale, intitolato "Città e moda, luoghi e protagonisti a Napoli tra fine ‘800 e metà ‘900, arte" , giunge nella sua elaborazione fino alla metà del Novecento, stagione nella quale l’ottimismo del ‘miracolo economico’ induce gli italiani a una crescente attenzione verso l’acquisto del ‘nuovo’ e i luoghi del commercio assumono una rilevanza molto significativa nella definizione dell’aspetto della città contemporanea; al suo interno si scoprono suggestive location che uniscono città e moda nell’immagine costruita dai fotografi e nascono organismi che rappresentano in maniera unitaria gli interessi del settore, lanciando nomi e figure che hanno difeso e consolidato la presenza del Made in Naples nella composita geografia della moda italiana.

A presentare il volume saranno Ornella Zerlenga, direttrice del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale della Vanvitelli, Patrizia Ranzo, Responsabile scientifico di Officina Vanvitelli, Alessandra Cirafici, coordinatrice Dottorato di interesse nazionale in Design per il Made in Italy: Identità, Innovazione e Sostenbilità. Interverranno Fabio Mangone dell'Università di Napoli Federico II e Alessandra Vaccari, dell'Università IUAV di Venezia. Modererà Alessandro Castagnaro dell'Università Federico II di Napoli.

locandina

 

POSTDIGITAL BODIES è il titolo della mostra che si tiene oggi dalle 18 alle 22 e domani dalle 18 alle 21 al Riot studio, via San Biagio dei Librai, 39 a cura di Patrizia Ranzo e Chiara Scarpitti In collaborazione con Francesca Nicolais.

PostDigital Bodies intende riportare il corpo organico al centro della tecnologia e dei suoi processi di trasformazione, nella volontà di esplorare nuovi modi d’essere e aprirsi al mondo. La prospettiva corporea, nel senso del vivente, emerge da un’insieme di pratiche digitali che, nel loro rinsaldarsi alla materia fisica, riportano il progetto ad un sentire, profondamente umano. Chiamare in causa il corpo come dispositivo sensibile significa restituirgli tutta la carica energetica e il peso simbolico che porta con sé: è dall’incontro tra il nostro corpo smarrito, smaterializzato, con quello del reale, percepito, che emergono nuove espressioni e potenzialità, secondo una rinnovata interazione tra interno e esterno, tra la proiezione del sé e la coesistenza con altre forme di vita, tra realtà fisica e realtà virtuale. A partire da quest’immaginario pluriverso, la mostra è un’invito a osservare le molteplici nature del corpo, nelle loro diverse scale e manifestazioni di esistenza, tra organico e inorganico, biologico e tecnologico, umano e non umano. PostDigital Bodies si articola attraverso una serie di oggetti, gioielli ed esperienze interattive. L’interazione è definita dall’ascolto di 9 talks di designer e artisti internazionali, dal coinvolgimento del pubblico in due proiezioni all’aperto, dall’ibridazione tra tecnologie come la stampa 3D, le Brain Computer Interfaces, l’Augmented Reality, l’Artificial Intelligence. Oltre la supremazia del corpo umano, verso nuovi orizzonti estetici e multispecie, l’evento è il manifesto di una visione post-antropocentrica del design, tesa a nuove prospettive e pratiche del contemporaneo. 

La mostra ha l’obiettivo di diffondere parte dei risultati del progetto di ricerca “Post Digital Manufacturing Processes. Body Hacking for Productive Systems”, finanziato nell’ambito del Programma V:alere - Università degli Studi della Campania “L.Vanvitelli”. Supporto scientifico e tecnico di Rosanna Veneziano. Foreign Partnership: Francesca Valsecchi - College of Design and Innovation, Tongji University Shanghai CN.

Invito

 

La Campania è la seconda regione italiana per numero di imprese attive nella Moda. Un sistema animato prevalentemente da micro (33%) e piccole aziende (60%), che si conferma una presenza significativa nel panorama del fashion system internazionale.
La filiera regionale del TAC (tessile, abbigliamento, calzature) è la più estesa e articolata, e in più si completa con accessoristica, oreficeria, occhialeria, cosmetici. La concentrazione territoriale in alcune aree determina veri e propri poli specializzati, come avviene per Avellino (conciario), Aversa (calzaturiero), Marcianise (orafo), Caserta (tessile, seterie), area Vesuviana (abbigliamento), Casalnuovo-Arzano (sartoria), Nola (logistica e distribuzione).
Ma è anche un comparto caratterizzato da innovazione e supportato da centri di ricerca e di alta formazione attivi nella sperimentazione di tessuti sostenibili e di abbigliamenti innovativi, attraverso il design di traiettorie tecnologiche in grado di rispondere alle esigenze di qualità nella produzione secondo le aspet-tative dei mercati esteri.
In linea con le strategie individuate dalla Regione Campania e dal Tavolo Regionale della Moda e del Design (MODEC), di cui fa parte l'Università Vanvitelli,per questo settore così strategico per la regione, si terranno a Napoli una serie di eventi il 22, 23, 24 gennaio 2024. Tra questi figura Meet Italian Brands, un fashion event di networking e relazioni con i mercati esteri per rafforzare gli strumenti a disposizione delle imprese campane, per intraprendere percorsi di promozione delle proprie produzioni all’estero e far conoscere la propria offerta produttiva dialogando a livello internazionale. L’evento è dedicato alle aziende del settore abbigliamento total look che distribuiscono un proprio marchio attraverso i canali di vendita Franchising & Retail, ed è promosso da Unione Industriali Napoli, il Cis Interporto ed ITA-ICE. Si svolgeranno incontri B2B tra le aziende selezionate con bando regionale, e i buyer invitati ed ospitati dall’ICE interessati a sviluppare il brand italiano sul proprio mercato, provenienti da 35 Paesi e 4 Continenti , America, Asia, Emirati Arabi, Europa e Africa, È stata inoltre realizzata da ITA-ICE Agenzia una spe-cifica piattaforma internet “365 SMART” promossa presso la rete dei 78 uffici esteri ICE con un sito dedicato sul quale sono state create delle vetrine digitali dedicate ad ogni singola azienda partecipante.
La singolarità dell’iniziativa, che conta sulla Mostra d’Oltremare come soggetto attuatore e su Confindustria Campania e CIS-Interporto Nola come promotori, prevede un format che non è solo “esposizione, contatti e vendita”, ma anche confronto e crescita formativa, tra modelli di innovazione e approfondimento delle radici, in una narrazione unitaria ricca di storia, sviluppo tecnologico sostenibile ed esperienze vive nelle aziende.
Il panel è completato da una conferenza di inaugurazione alla presenza delle autorità, da una serie di talk e da altri eventi autonomi già programmati nel centro storico di Napoli dalla Università degli Studi “Luigi Vanvitelli” e dalla Fondazione Mondragone, che coinvolgeranno la città in una kermesse di cultura e di impresa.
Il progetto dell’evento, realizzato con il contributo determinante dell’Assesso-rato alle Attività Produttive e di ITA, è stato predisposto su iniziativa della Uni-versità degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e vede partecipi: Unione In-dustriali di Napoli, CIS-Interporto, Fondazione Mondragone Museo della Moda.

Programma

Locandina evento Sant'Andrea delle Dame

Locandina evento Mostra d'Oltremare

Un'Academy per sviluppare un modello che metta insieme il design e il settore produttivo della pelle. Si chiama International Conscious Leather Design ACADEMY la proposta di Officina Vanvitelli con Lineapelle che sarà presentata presso la sede del Belvedere di San Leucio di Caserta il prossimo 18 luglio, dalle ore 9.30. 

Un progetto pensato con l’obiettivo di sviluppare un modello formativo avanzato relativo al rapporto tra design e pelle, caratterizzato dall’approccio green e dal basso impatto ambientale delle produzioni conciarie italiane. In particolare l’Academy, in collaborazione con le aziende del lusso partner del progetto, sperimenterà briefs di progetto innovativi basati sulla ricerca, che gli studenti del programma internazionale svilupperanno grazie al supporto scientifico e tecnico di Officina Vanvitelli e di LINEAPELLE.

Una sfida innovativa per lavorare su progetti sostenibili per il settore produttivo della pelle e su scenari materici avanzati nel mondo del design e della moda. 

L’Academy, che partirà a ottobre prossimo, è aperta a un numero massimo 30 laureati triennali e magistrali nei settori della moda e del design, a professionisti e giovani imprenditori del settore, italiani e stranieri, che vogliono approfondire le innovazioni nell’industria italiana dalla pelle e ai nuovi materiali. La formazione durerà 6 settimane. LINEAPELLE metterà a disposizione borse di studio e docenze di esperti del mondo della concia sostenibile che affiancheranno i docenti di Officina. Inoltre ci saranno collaborazioni con aziende per brief di progetto ad hoc nel settore della pelle fornite dalla stessa LINEAPELLE.

locandina

Tavola 1  |  Tavola 2  |  Tavola 3

Tutto pronto ad Aversa per l’evento di presentazione dei lavori e delle collezioni emerse dal progetto Fashion Alive, in programma per il 4 luglio, ore 20, nel chiostro dell’abbazia di San Lorenzo ad Septimun, sede del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università Vanvitelli. Ad accompagnare lo show con 50 modelle ci saranno rappresentazioni di videomapping sulla splendida architettura del chiostro e video storytelling con immagini e suoni che raccontano le “storie” da cui sono emerse le capsule collection.

Finanziato dalla Comunità Europea, il progetto Fashion Alive, finalizzato alla diffusione e sperimentazione di pratiche e metodi sostenibili nell'industria della moda, è condiviso con un team internazionale che include Creamodite, Asociación para la constitución y reestructuración de empresas de moda diseño y tecnología, di Madrid, e l’Universidade do Minho, Departamento de Engenharia Têxtil, di Guimarães, in Portogallo. Diversamente dai partner internazionali, che hanno lavorato sullo zero waste e l’upcycling, l’unità della Università Vanvitelli ha affrontato il focus progettuale come occasione per dimostrare ed esprimere la sua attenzione nei confronti della storia e della memoria della propria cultura materiale, un presupposto critico non eludibile, che distingue fortemente l’Italia rispetto alla gran parte del contesto europeo.

In tal senso, il contributo scientifico e progettuale portato avanti dal gruppo di ricerca (Roberto Liberti – responsabile scientifico –, Ornella Cirillo, Vincenzo Cirillo, Chiara Scarpitti), partendo dal presupposto che la sostenibilità non abbia solo a che fare con la produzione materiale dei beni, ma attenga anche alla dimensione culturale dei prodotti, ai loro contenuti immateriali e simbolici, ha prescelto un indirizzo centrato sulla sfera etica del progetto di moda, con un focus che privilegia pratiche di upcycling – riferite a elementi dei corredi tradizionali –, le quali superano il semplice riuso e riciclo materiale del bene, per innescare un processo di upgrade capace di elevarne il valore rispetto all’originale. Nelle molteplici scale di intervento che questa pratica consente, si è dato spazio, infatti, sia a più semplici reimpieghi dei capi, leggermente modificati e migliorati, sia, e soprattutto, a radicali trasformazioni creative che hanno previsto l’utilizzo degli indumenti, o di loro parti, nella realizzazione di oggetti anche molto distanti dall’iniziale destinazione, ma, nobilitati da una traduzione contemporanea della loro provenienza. In tale maniera, disincentivando l’utilizzo di materiali vergini a favore di risorse già disponibili, si è favorito un orientamento metodologico sensibile nei confronti dei valori delle comunità locali, del lavoro dell’uomo e della conservazione delle risorse, inclusi nell’ampio alveo della sostenibilità.

Al contempo, la non ordinarietà del patrimonio tessile recuperato ha innescato indirizzi progettuali eterogenei, che vanno dall’ossequio alla dissacrazione, dal minimo intervento alla radicale manipolazione e ha posto gli studenti di fronte a esperienze progettuali concrete, impostate su un concept progettuale specifico, dalle molteplici finalità etiche e formative.
In sintesi, un progetto inteso come interprete critico della contemporaneità che decostruisce sistemi obsoleti e acquisisce come propri nuovi valori sociali, innovando la tradizione: da un lato, la sostenibilità dell’upcycling e il riutilizzo di tessuti e capi in disuso; dall’altro, approcci disruptive nei confronti dei codici classici, della femminilità, dei generi, delle gerarchie sociali, del matrimonio, della sacralità. Tende, tovaglie, lenzuola, camicie da notte, canovacci, centrini, merletti sono decostruiti e ricomposti sartorialmente attraverso tecniche di folding, drapping, moulage, patchwork, sfilacciamento, stampa digitale o manuale, tintura, biocouture e così via.

Ne è derivato, infine, un lavoro per sua stessa natura artigianale, che amplifica la suggestione dell’oggetto unico realizzato per l'interesse speciale riservato al singolo manufatto di partenza; attualizza e converte il senso della antica pratica del riuso; sovrappone il presente al passato, con un approccio analogo a quello di tanti altri designer contemporanei, contribuendo a sensibilizzare i diversi attori coinvolti verso il rispetto delle risorse e il controllo degli sprechi. Decelerazione, personalizzazione, memoria individuale e collettiva, qualità materiche, valori immateriali, fai-da-te sono stati le componenti principali del processo e il loro travaso nella esperienza progettuale dei tanti studenti il primo traguardo raggiunto.

Alla manifestazione – anticipata da una tavola rotonda che si svolgerà il 3 luglio presso la sede di Officina Vanvitelli, nel Belvedere di San Leucio –, organizzata in collaborazione con l’agenzia di model management 2Rcomunicazioni di Robert Huober, interverranno tutti i docenti e gli studenti dei Corsi di laurea in Design per la Moda e Design per l’Innovazione / curriculum EcoFashion, prestatisi anche in alcuni casi a sfilare orgogliosamente con i sorprendenti abiti creati da colleghi.

locandina 3 luglio

locandina 4 luglio

 

I lavori in lino degli studenti in mostra a Procida. Il Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale della Vanvitelli ha stipulato un accordo di programma con il Comune di Procida, finalizzato alla collaborazione in progetti dedicati alla conoscenza e valorizzazione del suo patrimonio, sulla base delle competenze scientifiche presenti al suo interno e della comunità di studenti a cui è rivolta la sua attività formativa.

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Da qui una convenzione con l’Associazione Chiaiolella Borgo Marinaro individuata quale soggetto attuatore della mostra Fili d’ombra, fili di luce, programmata tra gli eventi del 2022, nell’ambito della quale si è strutturato il contributo scientifico e progettuale che il gruppo di ricerca dipartimentale (Ornella Cirillo – responsabile scientifico -; Caterina Cristina Fiorentino, Roberto Liberti – coordinamento scientifico –; insieme agli studenti del Corso di Laurea in Design per Moda: Assunta Battaglia, Mattia Cilento, Luigi Marco di Tommaso, Ileana Maietta, Federica Matacena, Rosa Martina Palma, Martina Valletta, e del Corso di Laurea in Design per l’Innovazione: Andrea Chiara Bonanno, Vincenza Caterino), ha condiviso con i diversi attori coinvolti nella mostra (oltre il DADI, il Comune di Procida, le Associazioni Chiaiolella Borgo Marinaro e Minerva, che aggregano sensibili eredi di questo patrimonio, il carcere di Pozzuoli, dove con la Palingen S.r.l. di Marco Maria Mazio, si praticano il cucito e il ricamo come attività di inclusione sociale), con l’auspicio concreto di diffondere la conoscenza della produzione di manufatti in lino connessa alla storica lavorazione di questo tessuto nell’opificio di Terra Murata e nelle case dell’isola.

Il focus del progetto si è specificato nella lettura di questa tradizione nel quadro della storia sociale e produttiva locale, e nella sua restituzione in una narrazione inedita, basata su un lavoro di co-progettazione di una collezione di manufatti “conscious”, che interpreta – e non altera – secondo un linguaggio contemporaneo gli elementi del corredo in lino. Al centro del processo di ricerca-azione l’oggetto fisico di riferimento è, dunque, il “curriero” procidano, inteso quale detonatore di narrazione, cioè come oggetto capace di esprimere l’insieme delle componenti culturali che ne hanno determinato la nascita, la sopravvivenza e anche la sua possibilità di trasformazione. Così federe, lenzuola, camicie da notte e asciugamani, attraverso procedimenti di sovrapposizione, piegatura o assemblaggio – le antiche pratiche con cui i corredi hanno avuto origine e conservazione nel tempo – sono diventati elementi compositivi di un’insolita collezione di upcycling di cappe e arredi per la casa, denominata “Linusitato”, combinazione tra il nome latino della pianta, linum usitatissimun, e il termine che allude alle insolite interpretazioni che possono derivare dall’attualizzazione della tradizione.

Inoltre, volendo diffondere con tale progetto la filosofia della “seconda opportunità” per oggetti speciali come i corredi dei procidani e idealmente per le donne sacrificate a una vita di isolamento nel carcere di Pozzuoli, ma nobilitate dall’etica del lavoro come i primi reclusi del penitenziario di Terra Murata, l’azione di cooperazione si è ampliata territorialmente e temporalmente, offrendo alla Palingen S.r.l., che promuove nella casa circondariale puteolana attività di reinserimento nel mondo lavorativo, un progetto di accessori che vada in produzione al di là della mostra stessa.
L'operazione ha assunto così la dimensione di storia collettiva e Procida ha congiunto mondi finora lontani nel tempo e nello spazio.

La mostra Fili d’ombra, fili di luce verrà inaugurata il 23 giugno e permarrà nelle sale del carcere di Procida per sei mesi.

DReAM -IT SrL, start up della Vanvitelli, è tra i protagonisti del Club Deal di Innovì, primo incubatore per Startup a prevalenza femminile che si è svolto a Vicenza nel mese di aprile.

Tra le 11 Startup provenienti da sette regioni d’Italia c’è anche DReAM -IT SrL, già Spin off accademico dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, il cui team è composto da Antonella Violano del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, Monica Cannaviello e Marica Merola. 

DReAM-IT opera nel campo dell’economia circolare e dell’innovazione di processo e prodotto per il settore delle costruzioni e del design, promuove lo sviluppo di materiali innovativi provenienti dal recupero dei materiali di scarto a base biologica, favorendo la nascita di modelli di produzione innovativa e circolare.

 

Opere di studenti del 1 anno in mostra al Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale della Vanvitelli. La mostra raccoglie una selezione dei lavori elaborati dagli oltre 160 studenti del primo anno dei Corsi di studio in Design e comunicazione e in Design per la moda, insegnamenti di Storia del design e dell'architettura 1 A e di Storia della moda 1 B nell’a.a. 2021/2022.
"I lavori esposti, realizzati da studenti appena all’inizio del loro percorso universitario, costituiscono degli ‘esercizi di lettura’, svolti autonomamente e con momenti di confronto collettivi - spiega Giulia Ceriani Sebregondi, docente di Storia dell'Architettura - rispettivamente dello spazio architettonico dipinto e degli abiti indossati dai personaggi ritratti in opere di pittura italiana del XVI secolo".

La mostra intende valorizzare i lavori elaborati degli studenti, per evidenziarne la grande varietà e mostrare come uno stesso tema comune possa essere declinato in modalità sempre diverse seguendo le proprie attitudini e modalità espressive. Gli studenti, utilizzando le conoscenze e le capacità di comprensione acquisite durante le lezioni, hanno analizzato le opere da loro scelte per riconoscerne rispettivamente gli elementi dell’architettura e quelli della moda, anche attraverso l’uso del lessico specialistico appreso. 

"L’osservazione ravvicinata ha permesso di affinare lo sguardo, di vedere e comprendere aspetti che a prima vista non si era riusciti a scorgere, stimolando così una più generale attitudine alla riflessione: osservare per pensare - continua la docente. Il lavoro su uno stesso tema - la pittura italiana del XVI secolo -, ma diverso per ciascuno di loro - nella scelta della singola opera da esaminare-, ha inoltre contribuito a sviluppare la capacità di collaborazione, lo scambio e la condivisione delle conoscenze, sperimentando un apprendimento attivo e dialogico".

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