Il 27 maggio 2024, presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università degli Studi
“Luigi Vanvitelli”, avrà luogo l’appuntamento finale del DAE – Festival corto, concorso di cortometraggi scolastici.
L’evento, organizzato nell’ aula Appia dell’Aulario sito in via Perla 21 a Santa Maria Capua Vetere (CE) a partire dalle ore 10.00 fino alle 13.00, vedrà il coinvolgimento di studentesse, studenti, insegnanti di vari istituti campani e di altre regioni italiane.
IlDae.Festival-corto, Festival di cortometraggi scolastici, promosso da Dario Abate Editore, con il Patrocinio dell' Universita' Degli Studi della Campania"L. Vanvitelli" -Dipartimento di Lettere e Beni culturali, dell'AICC- Terra di Lavoro e della Citta' delle Donne, ha coinvolto, nel corrente anno scolastico, Istituti superiori della Campania, della Sicilia e della Puglia ed ha offerto agli studenti una didattica innovativa, grazie alla sinergia tra Università ( con l’insegnamento di Cinema e arti visuali tenuto dalla dr. Lucia di Girolamo), le Scuole e le Associazioni. La Giuria e' stata presieduta dalla Prof.ssa Maria Luisa Chirico,Presidente dell'AICC- Terra di Lavoro.
“Il cortometraggio aiuta i giovani a sviluppare capacità critiche e di lettura di molteplici linguaggi e favorisce la multidisciplinarietà e l’interdisciplinarietà che caratterizzano l’azione del nostro Dipartimento – precisa il Direttore Giulio Sodano- Spesso, inoltre, concentrano l’attenzione su tematiche etiche, sociali e morali offrendo interessanti spunti su valori come la tolleranza, la giustizia e la sostenibilità su cui si basano le cosiddette Humanities. Hanno inoltre il vantaggio notevole di migliorare le competenze linguistiche degli studenti e la loro capacità di espressione scritta e orale.
Far conoscere e divulgare il cortometraggio prezioso strumento educativo e didattico per i giovani, diventa un’ulteriore occasione di orientamento per gli studenti. La natura visiva e narrativa dei
“corti” stimola la creatività e sviluppa competenze in scrittura e comunicazione assolutamente in linea con i percorsi formativi del Dilbec’”.

 

Locandina

Autoritratti di città tra Otto e Novecento. Grandi decorazioni, collezioni e musei. Si terrà a Napoli, il 29 e 30 gennaio, il convegno, conclusivo di un PRIN ( Progetto di Ricerca d’Interesse Nazionale) che ha visto coinvolte unità di ricerca dell’’Università della Campania Luigi Vanvitelli, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dell’Università degli Studi di Padova e dell’Università degli Studi di Verona. 
 
Il progetto ha proposto una ricognizione sui modi di autorappresentazione della collettività nella città, fra XIX e XX secolo muovendo da alcuni centri urbani (Milano, Napoli, Padova  e Verona) da intendersi come spazi di sperimentazione di metodologie di ricerca e verifica di strumenti. Prende in considerazione il fenomeno ostensivo così come esso è stato esplicitato dentro e fuori i musei, cercando di connettere modi e sensi adottati dalla comunità nel rendere la propria immagine estetica, sociale, politica e culturale. La costruzione del gruppo come soggetto visibile –  cioè rappresentabile –  riguarda tanto le opere d’arte pensate per gli spazi del quotidiano (salotti, sedi universitarie, farmacie, alberghi) quanto le pubbliche collezioni, dove le produzioni passate, continuamente re-inventate dagli allestimenti, hanno espresso, nel tempo, la natura volitiva e deliberata del concetto di tradizione.
 
L’indagine ha mirato a chiarire la natura poietica sottesa al “fare storia” dei luoghi, attraverso il museo’, così come l’empito critico che spinge a nuove realizzazioni per sottolinearne vocazioni e-o nuovi percorsi di sviluppo. Focalizzando congiuntamente sia il sistema-museo che il sistema-arte contemporanea connessa ai luoghi della città come opzioni di critica in atto rispetto al presente, la ricerca ha avuto come obiettivo ultimo la creazione di un sistema informativo di patrimonializzazione e valorizzazione “open source” della conoscenza acquisita che possa: favorire reti di collaborazione tra istituzioni; fornire materiali semilavorati per la realizzazione di strumenti in grado di estendere le capacità percettive degli utenti e incrementare la frequentazione qualitativa delle istituzioni museali e dei luoghi della città individuati come parte del museo diffuso; dotare, previo accordo, amministrazioni comunali o fondazioni o associazioni, di parte dei risultati della ricerca per favorire la creazione di percorsi di conoscenza e valorizzazione della città. 
Curatori del progetto e  coordinatori delle unità di ricerca locali, Nadia Barrella per la Vanvitelli, Alessandro Rovetta per la Cattolica, Marta Nezzo per l’Università di Padova e Valerio Terarroli per Univerona. 
 
“il Convegno gode dell’ospitalità della Fondazione San Giuseppe dei Nudi e di Gallerie d’Italia - ha detto Nadia Barrella - Sedi prestigiose per una riflessione che risponde ad un’esigenza di grande attualità: contribuire alla creazione di uno strumento di “orientamento” nelle città che, ovviamente, non riguarda la capacità di muoversi in essa ( per questo basta qualsiasi navigatore) quanto la capacità offerta a chi la vive di decodificare l’ insiemi di simboli, materiali e immateriali - sedimentati dal passato, modificati e trasformati dalle esigenze del futuro-  che, inevitabilmente, si  collegano al presente della vita sociale, all’esperienza quotidiana dei suoi abitanti ai loro bisogni ed alle necessità di soddisfarli. Lo spazio urbano, com’è noto,  interviene sulla formazione del cittadino e sul processo di costruzione della sua identità: la città – precisa Louis Kahn- è quel luogo dove, camminando, un bambino può vedere qualche cosa che gli comunica ciò che lui vorrà fare da grande. La nostra ipotesi di lavoro muove da questa consapevolezza e dalla necessità di strumenti di orientamento tra i segni ma, comprensibilmente, taglia su temi connessi ai nostri percorsi di studio, li affronta con le metodologie della storia dell’arte , della critica e del collezionismo  restituendo le informazioni su di una specifica cronologia – 1850-1950 ca- su quattro città e su alcuni possibili aspetti della loro rappresentazione”.
 
Autoritratti di città tra Otto e Novecento. Grandi decorazioni, collezioni e musei.
Community identity between museum and the city: sources, projects, collections and strategies for self-representation in the nineteenth and twentieth centuries.
 29 – 30 gennaio 2024
Chiesa del Real Monte ed Arciconfraternita di San Giuseppe dei Nudi - Via S. Giuseppe dei Nudi
Gallerie d’Italia,  Napoli  - Via Toledo, 177
 
 
 
 

La celebrazione della Prima Edizione del Premio Internazionale Luigi Vanvitelli si terrà a Caserta, venerdì 24 maggio, alle ore 16.30, presso la sede del Rettorato dell'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli", in Viale Ellittico n.31.

La cerimonia si svolgerà alla presenza di varie autorità e rappresentanti istituzionali, universitari, comunali e associativi.

Per l’Italia, autori premiati da 11 regioni: Campania, Sardegna, Marche, Veneto, Sicilia, Molise, Abruzzo, Lazio, Toscana, Lombardia e Liguria.

Per la sezione estera (in lingue ispano-americane), partecipanti da diversi Stati dell’America Latina (Argentina, Perù, Venezuela, Cile, Messico). Circa 430 i componimenti pervenuti, con una ricca rosa di autori che saranno premiati durante la cerimonia.

Il Premio di poesia è costituito da Maria Pia Dell'Omo, Presidente del Premio e organizzatrice di eventi culturali, e il giornalista e divulgatore Antonio Dentice d'Accadia, nell'obiettivo di affermare una centralità casertana nell'organizzazione internazionale di una vetrina poetico-letteraria, che partendo da Terra di Lavoro si articola tra Nord e Sud Italia, fino al continente latino-americano, in virtù della collaborazione con il Centro Cultural Tina Modotti di Buenos Aires, presieduto da Antonio Nazzaro (Presidente di Giuria della sezione in lingue ispano-americane), tra i più stimati traduttori nazionali e del mondo latino, già insignito del riconoscimento del Ministero della Cultura di Cuba. La Prof.ssa Lucia Monaco, Delegata del Rettore per la Terza Missione, è responsabile del rapporto tra Università e Premio, nonché giudice della sezione dedicata alle questioni di genere. Tra gli altri membri della giuria spiccano vari protagonisti del mondo culturale e accademico nazionale e internazionale, tra direttori di riviste poetiche, docenti universitari, organizzatori e storici fondatori di ventennali premi nazionali italiani.

Tra le sezioni spicca quella dedicata alla poesia performativa, di cui Dell’Omo è tra le maggiori divulgatrici in Campania, che propone l’innovativa mescolanza di arti teatrali e poetiche con il mondo della medicina, nella disciplina della Foniatria artistica, grazie alla collaborazione con il team sanitario di “Vocologica”. I vincitori della sezione si esibiranno durante la cerimonia, dando vita ai propri versi con corpo e voce. Altra peculiarità del premio è da riscontrarsi nella ulteriore connessione tra scrittura e mondo accademico, con la poesia vincitrice della sezione dedicata alle questioni di genere che sarà presentata anche all’interno del “Laboratorio di Critica di genere“ a cura delle Prof.sse Cristina Pepe ed Elena Porciani, presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della Vanvitelli.

Il Premio è dedicato alla memoria dell'Illustre critico artistico-letterario Angelo Calabrese (1936-2020) e riceve i patrocini morali di: Osservatorio Nazionale degli Enti Non-Profit (OINP); Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli"; Amministrazione Comunale di Caserta.

 

Ingresso libero e gratuito, aperto alla cittadinanza. La sede è accessibile alle persone con disabilità.

 

Sito: www.premiointernazionaleluigivanvitelli.it

Facebook: www.facebook.com/premioluigivanvitelli

Instagram: www.instagram.com/premioluigivanvitelli

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All’interno delle Celebrazioni del DiLBeC, in occasione dei 300 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli, nel Corso di Storia dell’architettura a.a. 2022-23 della laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’arte è stata organizzata un’attività laboratoriale con gli studenti incentrata sull’Epistolario vanvitelliano al fine di realizzare brevi filmati con una grafica coordinata. Di qui il titolo del progetto: I CORTI DI VANVITELLI. SCHEGGE DI VITA DALL’EPISTOLARIO.

Dalle lettere si è preferito selezionare temi che facessero emergere aspetti della vita intima e relazionale del grande architetto: le impressioni sui luoghi; la descrizione delle eruzioni; la tenerezza con i figli; le raccomandazioni e il futuro dei figli; il denaro; il gioco del lotto; il rapporto con la cultura napoletana; la passione per la musica e il teatro; la salute; le relazioni coi reali; le opinioni su colleghi e i contemporanei (Juvarra, Fuga, Marchionni, Sabatini, Gioffredo; Tanucci; Bottari); le antichità in cantiere; le parti irrealizzate della reggia (la scala elicoidale).

Ne è emerso un mosaico umano del grande artefice con fragilità e debolezze che i ragazzi hanno contribuito a trasmettere attraverso un lavoro connotato da creatività comunicativa attraverso l’utilizzo di media non tradizionalmente adottati, nel cui confezionamento hanno dovuto, per sigla iniziale e sigla di coda, attenersi con disciplina all’immagine grafica coordinata definita dalla docente.

Il progetto, ideato e coordinato dalla prof.ssa Maria Gabriella Pezone, si è avvalso della collaborazione delle dottoresse Lucia Giorgi, Angela Pecorario Martucci e Liliana Uccello.

I corti sono stati realizzati dagli studenti dell’a.a. 2022-23: Bianca Amico | Lucia de Angelis | Caterina de Stefano | Gaetano Bollito | Sara Del Mondo | Carolina Di Pasquale | Maria Antonia Galdiero | Iris Golino | Maria Grazia Farro | Nicole Lauri | Claudia Lombardi | Marco Mauro | Antonio Molarella | Alessia Piccirillo | Rosaria Roviello | Giorgia Russo | Teresa Schiavone | Ilenia Valentino | Andrea Zaccardi.

Saranno proiettati nell’aula Appia del DiLBeC martedì 5 dicembre ore 10, dopo i saluti del direttore, prof. Giulio Sodano e la lectio introduttiva Vanvitelli e gli allievi: il rapporto con Collecinidel prof. Riccardo Serraglio del DADI, che ha condotto ricerche approfondite sulla sua figura.

 

locandina

La prima mostra dedicata ai codici con fogli in pergamena purpurea. Si terrà dal 1 dicembre al 6 febbraio 2024 la mostra Di porpora e di luce. Forma e materia dell'Antico nei codici della Biblioteca Nazionale di Napoli, frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” (Teresa D’Urso e Giulia Simeoni) e la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” (Daniela Bacca), nell’ambito del progetto di ricerca PURPLE - PURple Parchment LEgacy finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. L’iniziativa si è avvalsa delle indagini diagnostiche condotte sui manoscritti esposti, sotto la guida di Maurizio Aceto (Dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile e la Transizione Ecologica dell’Università del Piemonte Orientale), Angelo Agostino (Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino) e Marcello Picollo (Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” – CNR).

La mostra – la prima in assoluto dedicata ai codici con fogli in pergamena purpurea – racconta, attraverso straordinari esemplari antichi, medievali e rinascimentali della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” e della Biblioteca dei Girolamini di Napoli, l’avventura plurisecolare di un prodotto librario che ha segnato la storia della cultura occidentale, cambiando nei secoli forma, significato e funzione, ma mantenendo intrinseche valenze simboliche.

Il colore porpora, fin dall’Antichità associato alla figura dell’imperatore, con l’avvento del cristianesimo fu messo in relazione simbolica con il sacrificio di Cristo. Grazie anche ai numerosi riferimenti presenti nelle fonti greco-latine, nel corso dei secoli il codice purpureo è stato considerato immagine per eccellenza del libro antico. Questo spiega perché l’uso di colorare la pergamena assunse carattere di vero e proprio revival in quei momenti della storia che, come la Rinascenza carolingia e il Rinascimento italiano, individuarono nell’età antica non solo un punto di riferimento ideale, ma anche concreti modelli dell’operare artistico.

I codici più antichi esposti in mostra sono due rari esemplari interamente purpurei, vergati in inchiostri d’oro e d’argento: un Vangelo ravennate risalente alla fine del V sec. d. C. e un Lezionario di committenza imperiale bizantina databile al IX o al X sec. Circa mille anni separano il Vangelo dai manoscritti rinascimentali con fogli tinti della Biblioteca Nazionale e della Biblioteca dei Girolamini. Dopo l’età carolingia, l’uso di realizzare lussuosi codici in pergamena color porpora riprende vigore a Padova intornoalla metà del Quattrocento, quando la città è frequentata da maestri rivoluzionari come Donatello e Andrea Mantegna, campioni di un nuovo linguaggio artistico che guarda al mondo antico come principale modello di riferimento. Dal Veneto a Roma, attraverso la circolazione di libri, artisti e committenti, nella seconda metà del Quattrocento la moda del codice ‘all’antica’ e il revival dei purpurei si diffondono anche nella Napoli aragonese (1443-1501). Testimone esemplare della circolazione di artisti e di opere è il De Officiis di Cicerone (ms. IV.G.65), realizzato nell’Urbe, verso il 1470, dal calligrafo Bartolomeo Sanvito e dal miniatore Gaspare da Padova per un membro della famiglia Gonzaga di Mantova.
Alla stagione rinascimentale, e a Napoli in particolare, si ricollegano ben cinque manoscritti: il Breviario di re Ferrante d’Aragona, il Libro d’ore , le Sentenze in volgare di Plutarco, la Raccolta di testi grammaticali e l’Opera di Apuleio proveniente dai Girolamini. Si tratta di codici realizzati nella seconda metà del Quattrocento per la celebre Biblioteca napoletana dei re d’Aragona o per committenti meridionali di alto rango, come Andrea Matteo III Acquaviva (1458-1529), duca d’Atri. Quest’ultimo è il caso dell’Apuleio, unico esemplare in mostra a recare un foglio in pergamena di colore ocra (detta crocea dal colore dello zafferano, o croco).

Per l’occasione, l’intero nucleo di manoscritti con fogli tinti della Biblioteca Nazionale è stato analizzato con un approccio multidisciplinare e posto sotto la lente delle indagini diagnostiche, con l’intento di fare luce sui materiali e sulle tecniche impiegati nell’allestimento di questi testimoni unici del ‘filo purpureo’ che unisce l’Antichità al Rinascimento.
La mostra include anche una sezione in cui sono esposte fonti letterarie che documentano la diffusione dei codici purpurei e l’uso e il significato della porpora attraverso i secoli; si chiude, infine, con una sezione dedicata alla tintura della pergamena e ai coloranti utilizzati per ottenere il colore porpora nelle sue diverse tonalità.

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Il 6 maggio alle ore 10.00, presso la sede del Rettorato dell’Università Vanvitelli (Viale Ellittico, Caserta), si svolgerà il secondo dei due eventi speciali previsti all’interno della rassegna V:ertigo in Ateneo - Proiezioni, incontri, seminari su Cinema e Follia con ospite il regista e sceneggiatore Francesco Bruni in un talk coordinato dal critico cinematografico, Federico Pontiggia.
L’evento speciale, dal titolo “Tutto chiede terapia. L’arte della follia secondo Francesco Bruni” a cura di Federico Pontiggia sarà aperto al pubblico e realizzato in collaborazione con il Liceo Statale Alessandro Manzoni di Caserta, e si svolgerà alla presenza di numerosi studenti dell’Università Vanvitelli e del prestigioso ed innovativo campus liceale del Capoluogo.

Francesco Bruni inizia la sua carriera nel 1991 con la co-sceneggiatura del film Condominio di Felice Farina. Dal 1994 collabora alle sceneggiature del regista Paolo Virzì (La bella vita, Ferie d’agosto, Ovosodo, My Name is Tanino, Tutta la vita davanti, La prima cosa bella, Tutti i santi giorni e Il capitale umano) e, dal 1995 al 2003, anche a quelle dei film del regista Mimmo Calopresti (La seconda volta, Preferisco il rumore del mare, La felicità non costa niente). Collabora inoltre alle sceneggiature de I Viceré di Roberto Faenza e del film Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee. Per la televisione adatta, per la serie del Commissario Montalbano, i racconti e i romanzi di Andrea Camilleri, e per la serie Il commissario De Luca, quelli di Carlo Lucarelli. Nel 2011 esordisce alla regia con Scialla! (Stai sereno), presentato al Festival di Venezia 2011 dove vince il Premio Controcampo per i lungometraggi narrativi.

Per questo film vince il David di Donatello 2012 come Miglior regista esordiente e il Nastro d’argento 2012 per Miglior regista esordiente. Vince il premio Flaiano per la sceneggiatura per Cosa sarà (2020).

La matinée sarà introdotta dal direttore artistico della rassegna, Remigio Truocchio, ceo&coufounder di Cineventi e docente di Tecniche e Linguaggio Cinematografico, con un approfondimento su Tutto chiede salvezza, la serie in 7 episodi, liberamente tratta dall’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli, vincitore del Premio Strega Giovani 2020. Sette episodi, uno per ciascuno dei sette giorni di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) a cui Daniele (Federico Cesari) viene sottoposto a seguito di un crollo psicotico. Alla storia di Daniele si intrecciano, infatti, quelle degli altri suoi compagni di camerata e del personale del reparto psichiatrico, in un crescendo di emozioni e intensità, di fragilità e forza, di amicizia e amore. Durante l’evento, che vedrà la partecipazione attiva degli studenti di Ateneo e degli alunni del Liceo Statale A. Manzoni, dopo i saluti istituzionali del Rettore dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, Gianfranco Nicoletti e della Dirigente del Liceo Manzoni, Adele Vairo, seguirà l’intervista del critico cinematografico Federico Pontiggia al regista Francesco Bruni e la proiezione di video-saluti personalizzati da Federico Cesari e Fotinì Peluso. La manifestazione rappresenterà per i giovani un’occasione di incontro e confronto su un tema attuale e tristemente noto ai ragazzi.

 

 

Dietro la facciata. Quali realtà, quali scelte, quali professionisti per i musei degli enti locali. Questo il titolo del convegno che si terrà il prossimo 17 novembre, dalle ore 9.30, presso il Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli in Via dei Tribunali 213.

A cura di ANMLI e del DiLBeC (Dipartimento di Lettere e BB.CC. Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli), la giornata - dedicata alla memoria di Anna Maria Visser - intende focalizzarsi su alcuni temi particolarmente urgenti per i musei appartenenti ad enti diversi dallo Stato. Piccoli, medi e grandi musei locali e istituzionali, negli ultimi anni, hanno assistito a significative modifiche normative e preso atto di un ampio dibattito nazionale che richiede cambiamenti cui non sempre gli istituti museali in oggetto hanno potuto rispondere positivamente. La pubblicazione dei Livelli Uniformi di Qualità e l’attenzione crescente al Sistema Museale Nazionale rendono più che mai necessario fare il punto su questa realtà museale italiana, capire con chiarezza chi opera in questi musei, con quali strumenti (normativi e finanziari), con quali forme di gestione e, soprattutto, considerando l’attenzione che Anna Maria Visser ha sempre avuto per questo tema, con quale disponibilità di personale e quale formazione. Pensata come momento di confronto tra i diversi protagonisti del mondo dei musei non statali, la giornata napoletana intende collegarsi al dialogo nazionale da tempo esistente su tali temi e contribuire alla messa in campo di proposte utili allo sviluppo di un vero sistema e alla comunicazione di “buone pratiche”.
I numerosissimi musei non statali che puntellano il territorio del nostro Paese sono presidi territoriali di memoria, punti di accoglienza e di partenza per itinerari di visita appositamente studiati che potrebbero consentire, in sinergia con altre azioni, di dar vita ad un programma di interventi che permetta non solo l’uso ottimale e la rinnovabilità (ossia la tutela) delle risorse culturali del Paese, ma anche un’innovativa strategia di sviluppo. Tale sinergia potrebbe generare condizioni favorevoli alla loro conoscenza e riqualificazione, stimolare l’iniziativa imprenditoriale ad esse collegata, direttamente o indirettamente, potenziare l’offerta turistica, promuovere e sostenere la costituzione di una filiera produttiva e sviluppare un’identità culturale e nazionale.

“La nostra proposta nasce dalla ricerca universitaria e dal bisogno di confronto sugli esiti della ricerca stessa - ha spiegato Nadia Barrella, ordinario di Museologia del DiLBeC - Credo che questo approccio sia estremamente corretto e, soprattutto, coerente con le caratteristiche di un territorio plurimillenario ricco di antichi e polisemici istituti di cui occorre valutare, molto più di quanto sia stato finora fatto, il potenziale culturale, economico e sociale. Ritengo che, se ben gestiti, questi istituti possano essere un’immediata risorsa strategica per la qualità della vita delle persone, per la promozione dei territori, per il loro sviluppo sostenibile e per la stessa industria culturale italiana. Materiali o immateriali che siano, i beni culturali sono strumenti capaci di trasformare la pianificazione territoriale in “pianificazione culturale del territorio”. Diviene, perciò, necessario creare nuovi modelli diffusivi che contemperino la correttezza di informazioni ed esperienze trasmesse con una maggiore godibilità: si tratta di approdare ad una “gestione implicante”, ossia comprensiva dell’insieme dei bisogni, delle risorse, delle attività e dei prodotti intellettuali e materiali degli individui e delle comunità. La tesi di un patrimonio che sia principio aggregante per il territorio – che, in modo reticolare, ne valorizzi identità, conoscenze, ricerche, innovazioni, potenzialità formative ed informative – costituisce, ad un tempo, una plausibile risposta alle necessità di ridefinizione delle reali risorse (anche economiche) del paese e la miglior speranza di sopravvivenza della cultura stessa”.

"Ancora una volta ci troviamo insieme per affrontare i temi caldi che affliggono la gestione dei nostri musei civici, ossatura portante del sistema museale italiano - ha detto Anna Maria Montaldo, Presidente ANMLI - Vorremmo dare un taglio pragmatico a tutti gli interventi, al fine di individuare strumenti e pratiche che possano contribuire ulteriormente alla costruzione di rinnovati percorsi di lavoro".

  

Programma

 

Una scoperta innovativa che apre strade non ancora percorse riguardo i reperti archeologici arriva grazie al lavoro guidato da due docenti universitari campani: Gianluca Del Mastro (già sindaco di Pomigliano d’Arco e presidente delle Ville Vesuviane) professore di Papirologia all’ Università Vanvitelli e la collega Federica Nicolardi professore della Federico II. I papirologi campani sono stati in grado di recuperare alcuni frammenti di un testo filosofico non pervenuto da nessun manoscritto medievale. «Abbiamo l'opera Sulla natura di Epicuro e molti altri trattati, ma ci auguriamo di trovare altri testi di filosofia e letteratura antica, greca e latina», ha detto Gianluca Del Mastro.

La svolta si deve a un ragazzo di soli 22 anni, americano, studente di Informatica: Luke Farritor è riuscito a decifrare un papiro carbonizzato di Ercolano senza srotolarlo, grazie all'intelligenza artificiale. Con altri due ragazzi, Youssef Nader, berlinese di origini egiziane, e Julian Schilliger, appassionato di robotica e iscritto all'Eth di Zurigo, l'universitario, stagista di SpaceX in Nebraska, ha individuato i parametri giusti per «insegnare» al pc come rilevare tracce di inchiostro invisibili a occhio nudo e andare oltre i pochi caratteri già individuati con altri metodi. Si è così aggiudicato 700mila dollari del milione messo in palio da mecenati della Silicon Valley proprio con l'obiettivo di risolvere entro l'anno l'enigma sul contenuto dei rotoli che risalgono a 2000 anni fa, quasi tutti scritti in greco antico. 


I Papirologi campani guidati proprio da Gianluca Del Mastro (Università “Luigi Vanvitelli”) e Federica Nicolardi (Università Federico II)  sono stati invitati, nel corso di un workshop che si è tenuto presso la Kentucky University di Lexington, a discutere della storia e delle prospettive della ricerca e, in qualità di giurati della competizione, hanno partecipato alla premiazione dei vincitori del “First letters prize” (Luke Farritor e Youssef Nader), che sono riusciti a recuperare alcune linee di testo da un papiro carbonizzato, srotolato “virtualmente” attraverso le moderne tecnologie. 

I paesaggi del vino come cultura e memoria del lavoro, L'incontro si terà il 18 ottobre alle 9.30, presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della Università Vanvitelli, alla via Raffaele Perla 21 in Santa Maria Capua Vetere CE.

Un convegno che nasce come giornata di studio e confronto tra diverse istituzioni legate alla cultura del territorio, del turismo e del vino, con una particolare attenzione all’area provinciale di Napoli. Il momento di incontro vuole essere occasione di riflessione sull’interrelazione tra il valore culturale degli spazi del vino da intendersi come paesaggi, tradizione identitaria di coltivazione, qualità dei prodotti, forma del territorio, esperienza e mestieri.
Il rapporto tra i vigneti e il territorio è analizzato in vista di un recupero della memoria del lavoro, con una speciale attenzione ai “Vigneti Urbani”, ma anche attraverso correlazioni che indaghino sull’interazione culturale tra archeologia e natura, in qualità di una nuova modalità di conservazione dei paesaggi del vino.
Un momento formativo e di confronto, che vuole mettere in luce le possibili potenzialità dei territori attraverso una lettura attuale e multidisciplinare.
La polifonia degli interventi interdisciplinari avvia quindi le basi per la costituzione di un gruppo di lavoro per un’azione ricognitiva sul rapporto tra vigneto e spazio culturale al fine di dimostrare anche il reciproco beneficio che può sussistere integrando la tutela del patrimonio culturale con le diverse realtà di agricoltura urbana.

“ La conferenza – sottolinea Francesca Muzzillo- apre a recupero di un sapere fare rurale che ritorni all’interno della città come competenza professionale non solo ma anche come prospettiva di una antica e rinnovata identità urbana. La città di Napoli, inoltre, è la seconda città europea, dopo Vienna, in termini di ettari vinificati. Qui una stretta correlazione ha, nel corso dei secoli, legato il costruito urbano alla campagna ed è in questa tradizione che il gruppo di lavoro intende mettere le radici di una nuova idea di ruralità urbana. Potremmo ripartire dall’idea degli spazi agrari nella antica Pompei, strettamente interconnessi, come luoghi fisici e ambienti di vita, al costruito. Questa interrelazione ritorna oggi ad assumere valore, poiché metà della popolazione mondiale vive in spazi urbani e il ritorno alla campagna esprime un desiderio profondo per una vita che appaia ‘più umana’”.

“Ho accolto con grande piacere l’invito di Francesca Muzzillo e di Fosca Tortorella ( Donne del Vino) a promuovere questa iniziativa – precisa Nadia Barrella- Mi assomiglia per le motivazioni ad essa sottese: il confronto tra diverse istituzioni legate alla cultura del territorio, l’interrelazione tra il valore culturale dei paesaggi, la tradizione identitaria di coltivazione, la qualità dei prodotti, la forma del territorio, l’attenzione all’esperienza e al mestiere anche come recupero della memoria del lavoro, la necessità di conservazione dei paesaggi antropici. C’è poi il dato multidisciplinare e la voglia di gettare le basi per la costituzione di un gruppo di lavoro che credo sia un messaggio decisivo da dare ai nostri studenti spesso da noi spinti in direzione di un infruttuoso iperspecialismo. E poi c’è il vino, straordinario prodotto della nostra cultura, che non é solo un delizioso compagno di banchetto. E’ l’esito di un certo modo di coltivare la vite, di abbarbicarla ai pioppi o di piantarla in terreni vulcanici ed è, probabilmente, il segno più forte e conosciuto di quell’eredità di comunità definita dalla Convenzione di Faro”.

"Per il nostro Paese il vino è cultura, storia, tradizione, ma anche futuro - dice Fosca Tortorelli, Phd Architect, giornalista enogastronomica e vicedelegata dell’Associazione Nazionale Donne del Vino - Un mondo che ha subito tantissimi cambiamenti in questi ultimi anni, accelerati da una ricerca sempre più necessaria di soluzioni sostenibili e innovative. E di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici, vivere in città sempre più verdi e sostenibili non può e non deve restare un’utopia. L’idea di questo convegno è proprio quella di coniugare, in una visione multidisciplinare, la cultura del paesaggio vitivinicolo e la sua produttività, rapportandola al ridisegno degli spazi urbani anche in qualità di una nuova modalità di conservazione dei paesaggi stessi e come volano turistico".

" Sono onorata di poter raccontare di un luogo dove la geografia e la storia si fondono creando un racconto di intelligenze, intuizioni volte a ricercare l’equilibro con la natura”, ha invece detto Gilda Guida, Produttrice Azienda Salvatore Martusciello e vicedelegata dell’Associazione Nazionale Donne del Vino, mentre Valentina Carputo, Delegata della Campania dell’Associazione Nazionale Donne del Vino, ha sottolineato il fatto che “Siamo in un momento storico cruciale, in cui i recenti atti normativi riconoscono l’importanza culturale dei territori del vino come asset di marketing, tanto da avviare il processo di disciplina del comparto enoturistico; per questo è importante rafforzare tale valore e diventa fondamentale parlare dei paesaggi del vino come patrimonio culturale e come testimonianza di una tradizione millenaria. Questo convegno rappresenta per la nostra associazione un’opportunità per dialogare con il mondo accademico e con quello della ricerca, su una tematica di grande attualità”.

 

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Sabato 9 marzo 2024 alle ore 10.00, a Firenze nel quinto anniversario della prematura morte di Anna Costanza Baldry, psicologa e professoressa in psicologia sociale, Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" si terrà l’evento conclusivo della seconda edizione del premio a lei dedicato. 

Il premio “Anna Costanza Baldry” è stato istituito dal Coordinamento Italiano dei Servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’Infanzia – CISMAI e da Terre des Hommes, per far memoria del suo impegno personale e professionale dedicato alla ricerca universitaria nel dialogo con la pratica del contrasto alla violenza. Per la sua dedizione su questi temi è stata insignita nel 2015 del titolo di Ufficiale di Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

In questa occasione si consegneranno i premi delle migliori tesi di laurea sul tema del maltrattamento e abuso a danno di minorenni, selezionati dalla Commissione composta da Fortuna Procentese, professoressa di psicologia sociale e di comunità Università Federico II - Napoli, presidente; Annunziata Bartolomei, assistente sociale esperta, docente UniRoma3; Daniela Diano, psicologa, psicoterapeuta, esperta CISMAI; Paolo Ferrara, giurista, esperto Terre des Hommes; Federica Giannotta, sociologa, esperta Terre des Hommes; Marinella Malacrea, neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta, esperta CISMAI; Elena Monetti, pedagogista, esperta in processi di accoglienza; Giovanni Visci, pediatra, neuropsichiatra infantile, esperto CISMAI. Tra le numerose tesi pervenute, a ricevere il riconoscimento saranno i lavori di: Linda Scali, Giulia Seccaroni, Sara Spada e Daniele Valsecchi.

Locandina

I livelli Uniformi di qualità per i Musei di Interesse Regionale della Campania. Percorsi di aggiornamento e formazione del personale: Inclusione, lifelong learning e Disseminazione della ricerca. Il percorso formativo sarà presentato lunedí 3 luglio, ore 10,00, nell'Aula Appia del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell'Università Vanvitelli in Via R. Perla 21 a Santa Maria Capua Vetere.
 
L’evento di presentazione apre il nuovo Corso di Formazione per Direttori Responsabili e operatori museali appartenenti ai Musei non statali. Interverranno all’incontro: la responsabile del progetto, Nadia Barrella, ordinario di Museologia, Nicola Urbino del DILBEC,  Anita Florio, Dirigente UOD promozione e valorizzazione dei musei e delle biblioteche e Federico Lomolino. Saranno inoltre presenti la Ida Gennarelli, Direttrice del Museo Archeologico dell’Antica Capua eMarianella Pucci Amministratrice di Mediateur.  
 
Alla luce dei livelli uniformi di qualità per i musei appartenenti ad enti diversi dallo stato (e in un’ottica di Terza Missione dell’Università e di contributo allo sviluppo economico e culturale del territorio), la Cattedra di Museologia del DILBEC ha organizzato, anche per quest’anno, un’attività di formazione e di aggiornamento del personale dei musei campani, finanziata dalla Regione Campania e rivolta, in particolar  modo, a quanti operano per i musei già dichiarati d’interesse regionale. 
In accordo con gli obiettivi di sviluppo della UOD Promozione e valorizzazione dei musei della Regione Campania e alla luce dei risultati provenienti dall’indagine che la Cattedra di Museologia svolge attraverso il suo Osservatorio sui Musei della Campania, ci  si soffermerà su aspetti connessi all’organizzazione del museo, ai documenti economico-finanziari e all’accoglienza, informazione e inclusione.
Il corso, anche alla luce della pregressa esperienza formativa dedicata alla redazione della Carta dei servizi e che ha portato ad interessanti esiti in termini di crescita di competenze negli addetti ai musei e di aggiornamento , prevede la realizzazione di: 
- attività di formazione (lezioni frontali, seminari)
- attività laboratoriali (redazione di documenti strategici, carte, reportistica)
- Incontri mirati con specialisti ed associazioni di  settore  e tavoli di discussione su aspetti specifici dei prodotti realizzati
Il ciclo di incontri si terrà presso il DILBEC tra luglio e settembre 2023 .
 
“Il progetto mira a contribuire al raggiungimento dei livelli minimi previsti dal Decreto Ministeriale e accolti dalla Regione Campania - ha detto Nadia Barrella - e pone l’accento su alcuni obiettivi di miglioramento relativi soprattutto all’organizzazione del museo ed ai rapporti con il territorio. È l’esito del continuo lavoro di ricognizione sui musei che svolge l’Osservatorio del DILBEC da me diretto ed alla cui implementazione lavora Nicola Urbino e di cui, proprio in questa sede, illustreremo alcuni risultati. Le tematiche affrontate riguarderanno le modalità di aggiornamento e di perfezionamento di alcuni Livelli di qualità previsti per l’adesione al Sistema Museale Nazionale che si sta mettendo a punto e che costituirà, finalmente, una reale opportunità di crescita per i piccoli e medi musei italiani (che costituiscono la parte più cospicua del capitale museale nazionale)".
 
Accogliendo la richiesta di formazione che viene dalla Regione e che risulta pienamente il linea con i compiti di Terza Missione dell’Università e con il supporto che l’Accademia può e deve dare allo sviluppo dei territori in cui opera, il corso è una proposta di lifelong learning, un’occasione di formazione continua degli operatori che, grazie a nuove competenze, potranno essere in grado comunicare con chiarezza le attività svolte dall’istituto e favorire la comunicazione esterna e il pieno coinvolgimento degli stakeholder per definire accordi e iniziative pubbliche condivise.
 
"L’ambizione e l’obiettivo concreto - ha spiegato ancora la Barrella - è quello di potersi significativamente avvicinare, in termini di qualità di performance, agli standard di altri luoghi della cultura in ambito nazionale a cui, ormai è evidente, l’offerta regionale non avrà nulla da invidiare se solo sarà in grado di canalizzare le risorse, umane ed economiche ad oggi disponibili, da mettere a sistema per il raggiungimento di obiettivi comuni di cura e valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Mi auguro che possa prender parte a questa iniziativa un nutrito gruppo di esponenti del settore museale e culturale campano pronto ad intervenire e a dare vita ad un proficuo scambio di idee nella piena sinergia di obiettivi, intenzioni e metodologie d’azione”.
 
 

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