Il ciclo di seminari “MUNDUS ALTER. Dialoghi sulla follia” rientra tra le attività condotte dal gruppo di ricerca del progetto di Ateneo Political, legal and sociological profiles of phrenological research in Italy (FREIT), sostenuto dall’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e inserito nel Programma V:ALERE a.a. 2019. Il progetto si propone di indagare contenuti, metodologia ed eredità del pensiero frenologico in Italia attraverso un approccio multidisciplinare che vede coinvolti, accanto a docenti e ricercatori dei Dipartimenti di Scienze Politiche, Psicologia e Giurisprudenza, studiosi di altri atenei e istituzioni scientifiche italiani e stranieri.

Gli alienisti del XIX secolo elaborarono innovative prospettive di analisi che – pur nei limiti di una dottrina rivelatasi una “falsa scienza” – contribuirono a modificare il punto di osservazione delle qualità morali (dal piano metafisico a quello dell’osservazione anatomica e comportamentale), sviluppando una teoria esplicativa e regolativa dei comportamenti del singolo e dell’intera società.

Le ricerche organologiche degli studiosi del Mezzogiorno d’Italia risultano poco studiate, soprattutto in riferimento alla filosofia delle scienze sociali, la storia del diritto e della medicina e la sociologia della devianza. Gli incoraggianti risultati del primo anno di studi e ricerche del progetto FREIT hanno contribuito a colmare alcune lacune sulla ricostruzione del pensiero frenologico italiano. Gli esiti di queste ricerche sono stati raccolti in tre volumi: La società dei folli (a cura di G. Palermo - R. Perrella), Arbor alienationis (a cura di F. E. d’Ippolito - M. Pignata) e Cose da pazzi nelle Case de’ Matti (a cura di A. Cesaro - E. Falivene), recentemente pubblicati dalla casa editrice Artetetra. I saggi in essi raccolti sono stati presentati in occasione del convegno “L’immaginario della follia. Frenologia e scienze sociali tra Otto e Novecento”, tenutosi in data 11 e 12 Dicembre 2020.

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«Noi tutti lavoriamo con gli occhi. Immaginiamo anzitutto, e poi la mano ci aiuta a tracciare segni su una tavola. Ma il lavoro visuale impone l’attivazione di sensi che vanno oltre il solo guardare. Le arti visuali oggi non sono legate soltanto all’occhio, ma anche al senso di presenza del nostro corpo in un ambiente. Vedere vuol dire muoversi, tastare, camminare, proiettare, costruire una spazialità. E i media hanno un ruolo fondamentale in questo processo». Si è aperta con questa premessa la lectio magistralis “L’occhio, la mano, il piede: i media visuali come media ambientali” di Francesco Casetti – professore alla Yale University, tra i più autorevoli studiosi di film & media studies a livello internazionale – mercoledì 12 dicembre nell’ambito delle Storie di Architettura e Design promosse dal Dipartimento di Architettura e Disegno industriale. Al centro di un’aula magna gremita di studenti, Casetti ha discusso alcuni dei principali aspetti che legano l’atto della progettazione alle dinamiche mediali contemporanee. I media esibiscono, sorvegliano, orientano i nostri corpi e i nostri movimenti nello spazio, ma soprattutto configurano l’ambiente in cui viviamo attraverso la loro stessa presenza e la loro stessa azione, con molti vantaggi e moltissimi rischi. «Ma se coordiniamo gli occhi e il corpo, se quando pensiamo visivamente pensiamo anche spazialmente – ha sostenuto Casetti –, allora possiamo raggiungere quel sapere critico che ci consente di trovare spazi di libertà».

«Lo spazio è sempre stato costruito dai media, a partire dal fuoco»
"Questa è stata l'espressione del prof. Casetti che mi ha fatto vibrare i polsi, nel vero senso della parola - ha commentato Martina Piccolo - studentessa. Innanzitutto per l'idea dei media in quanto spazio concreto. Spazio architettonico in cui le persone interagiscono non solo tramite il senso privilegiato che è la vista, ma tastando. I media, associati al fuoco primitivo, non sono necessariamente qualcosa che riguarda la contemporaneità, sono qualcosa senza tempo. I media ci sono sempre stati e non ce ne siamo mai resi conto. I media ci sono oggi e ancora si manifestano silenziosamente. Sono i mezzi più presenti, anche se non localizzabili. Siamo perennemente all'interno di una spazio mediatico, uno spazio talmente pervasivo che ci induce a scendere a compromessi concedendo parte della nostra privacy. Interessante l'immagine del Panopticon di Bentham, una sorta di Big Brother, in cui i cittadini sono soggetti esposti agli occhi del potere, inconsapevolmente. I media come <<un'arte democratica>>. Un ambiente, apparentemente democratico, in cui, però, si disegnano zone, privilegiate e non. Per una questione spaziale non tutti hanno eguale accesso alla stessa cosa. Ho tratto dunque dalla conferenza ancora una volta la contraddizione del sistema dei media. Il suo esibirsi, ma al contempo occultarsi. Il suo carattere democratico, e intanto elitario.

«Staccarsi dal continuo obbligo e lanciarsi nell’avventura»
"Questa è la frase che mi ha colpito di più della lezione di Casetti - ha detto la studentessa Enza Caterino. - Trovo che sia perfettamente in linea con il nostro percorso di studio. Staccarsi dal continuo obbligo quindi allontanarsi da ciò che è statico, senza vita, forzato e lanciarsi nell’avventura ovvero sperimentare, conoscere, allargare gli orizzonti, buttarsi a capofitto in nuove sfide, abbattere gli schemi. Noi, studenti di design dovremmo fare tesoro di questa frase, anzi utilizzarla come promemoria ogni qualvolta intraprendiamo un nuovo progetto creativo al fine di creare sempre un qualcosa di nuovo, fresco ed innovativo evitando così di cadere nel monotono o, peggio ancora, in un qualcosa di antiquato.

«Non esiste più lo spazio dei luoghi. Lo spazio oggi è spazio dei flussi» 
Di questa frase di Francesco Casetti traggo l’idea che lo spazio fisico sembra oggi quasi dissolversi, a favore del fluire immateriale della nuova socialità - ha concluso Alessia Galdi, studentessa. - Essere trasportati dal flusso, stare al passo con il flusso, non si può fare altrimenti. Essere assenti per essere presenti. Questa lezione in fondo ci richiama a prestare maggiore attenzione allo spazio come qualcosa che non può essere più solo osservato, ma deve essere “abitato” nel momento stesso in cui viene immaginato e progettato. E prima degli ambienti che ci circondano, dobbiamo abitare noi stessi. Il primo luogo in cui dobbiamo sentirci è l’abito. Saper abitare l’abito...

Un archivio completo dei codici della divina Commedia. Legato al Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania "Luigi Vanvitelli" e al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Napoli "Federico II", nonché in partnership con diversi Enti e Istituzioni nazionali e internazionali (quali ad esempio: ICCU, DGBID, Paris BNF, Madrid BNE, Oxford BL, New York Morgan Library & Museum) il progetto di ricerca IDP-Illuminated Dante Project mira proprio alla creazione di un archivio completo di codici della Divina Commedia miniati nel XIV e XV sec., interoperabile secondo il protocollo IIIF, con relativo database open access, che potrà costituire un utile strumento di comprensione dei complessi meccanismi che regolano il rapporto tra versi danteschi e iconografia.

Dal 2019 è stata finanziata con fondi V:ALERE la seconda fase del progetto, IDP2.0 (PI: Ciro Perna), che sta puntando soprattutto allo sviluppo web e ad un incontro sempre più florido con l’umanistica digitale e le nuove tecnologie, oltre che alla implementazione dei metadati scientifici relativi al database. Frutto di questa nuova tendenza è da un lato l’istituzione del laboratorio di ricerca IDP presso la sede del DiLBeC ˗ inteso come spazio operativo per i vari assegnisti di ricerca reclutati ad hoc e di formazione per laureandi e dottorandi ˗, e dall’altro l’organizzazione del recente ciclo internazionale di seminari “D.A.N.T.E. (Digital Archive and New Technologies for E content)”, momento di celebrazione, altresí, per il settecentenario della morte del Poeta.

In occasione del 25 marzo, IDP ha presentato il Dantedí del Dilbec:
"Divine Reality. Virtualizing Dante's Comedy"
Si tratta di un progetto visuale nato nell'ambito delle iniziative del D.A.N.T.E. (Digital Archive and New Technologies for Econtent): un’esperienza unica per lo spettatore, che potrà attraversare i tre regni dell'oltretomba, osservando pene, purgazioni e beatitudini. Con l'oculus di Dante!

#dantedi #divinereality #staytuned #IDP #dilbec #unicampania

locandina

 

Lectio magistralis di Francesco Casetti (Yale) alla Vanvitelli sul tema “I media visuali come media ambientali”. Nell’ambito del ciclo di iniziative “Storie di architetture e design” promosso dal Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli
Studi “Luigi Vanvitelli”, mercoledì 11 dicembre 2019 alle ore 10.30 all’abazia di San Lorenzo ad Septimum ad Aversa si terrà una Lectio magistralis del professor Francesco Casetti, studioso di cinema e media alla Yale University.

Il tema
La lectio di Casetti, intitolata L’occhio, la mano e il piede: i media visuali come media ambientali, riguarderà i mutamenti del rapporto fra media e spazio in un’epoca caratterizzata dalla pervasività delle tecnologie e dall’affermazione di nuove pratiche sociali legate ai media della comunicazione. Secondo Casetti, «i media stessi si sono trasformati in ambienti: studiati per operare dovunque, oltre che sempre, la loro identità dipende inevitabilmente dal dove sono allocati. Ciò è vero per i media tradizionali: apparentemente destinati a uscire di scena, in realtà essi trovano nuovi luoghi in cui radicarsi e proseguire la loro esistenza. Il cinema esce dalle sale e s’installa in casa, nelle piazze, nei musei; il giornale si trasferisce dalla carta al tablet; i videogiochi lasciano le sale giochi o la console a casa e finiscono nel palmo della mano. Ciò è ancor più vero per i media più recenti: essi sono intimamente legati a uno spazio. Le telecamere di sorveglianza proteggono da intrusioni esterne; i dispositivi portatili creano delle bolle esistenziali entro cui l’utilizzatore può isolarsi pur rimanendo in mezzo alla folla; il GPS analizza la geografia del posto e identifica le strade buone e quelle sbagliate; le media-façades cittadine coprono interi edifici e li nascondono alla vista. Sia i vecchi sia i nuovi media lavorano grazie, dentro e sopra un territorio. La conseguenza è che lo spazio non appare più come un contenitore neutro in cui i media prendono semplicemente posto, magari solo per un momento. Al contrario, lo spazio è un’entità viva che risponde alla presenza dei media» (da “Mediascape. Un decalogo”, in Ambienti mediali, a cura di P. Montani et al., 2018).

Il programma
La lectio sarà preceduta dai saluti istituzionali di Luigi Maffei, direttore del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, e di Paolo Giordano, coordinatore del Dottorato di ricerca in Architettura, Disegno industriale e Beni culturali dell’Università Vanvitelli, e
verrà introdotta da Adriano D’Aloia, docente di Comunicazione per i media alla Vanvitelli. Dopo la lectio si terrà una tavola rotonda con gli interventi di Pina De Luca, docente di Estetica e Filosofia delle arti all’Università degli Studi di Salerno, e dei docenti del
Dipartimento di Architettura e Disegno industriale della Vanvitelli, fra cui Cettina Lenza (docente Storia dell’architettura contemporanea e presidente del corso di laurea in Scienze e tecniche dell’edilizia) e Alessandra Cirafici (docente Fondamenti visivi del progetto e presidente del Corso di laurea in Design per la moda).


L’immaginario della follia. Frenologia e scienze sociali tra Otto e Novecento. Questo il titolo del convegno di studi che si terrà l'11e il 12 dicembre sulla piattaforma Microsoft Teams. 

Il progetto di ricerca di Ateneo Political, legal and sociological profiles of phrenological research in Italy (FREIT), sostenuto dall’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e inserito nel Programma V:ALERE a.a. 2019, si propone di indagare contenuti, metodologia ed eredità del pensiero frenologico in Italia attraverso un approccio multidisciplinare che vede coinvolti, accanto a docenti e ricercatori dei Dipartimenti di Scienze Politiche, Psicologia e Giurisprudenza, studiosi di altri atenei e istituzioni scientifiche italiani e stranieri.

Gli alienisti del XIX secolo elaborarono innovative prospettive di analisi che – pur nei limiti di una dottrina rivelatasi una “falsa scienza” – contribuirono a modificare il punto di osservazione delle qualità morali (dal piano metafisico a quello dell’osservazione anatomica e comportamentale), elaborando una teoria esplicativa e regolativa dei comportamenti del singolo e dell’intera società.
Le ricerche organologiche degli studiosi del Mezzogiorno d’Italia risultano poco studiate, soprattutto in riferimento alla filosofia delle scienze sociali, la storia del diritto e della medicina e la sociologia della devianza. Gli incoraggianti risultati del primo anno di studi e ricerche del progetto FREIT hanno contribuito a colmare alcune lacune sulla ricostruzione del pensiero frenologico italiano. Gli esiti di queste ricerche sono stati raccolti in tre volumi: La società dei folli (a cura di G. Palermo - R. Perrella), Arbor alienationis (a cura di F. E. d’Ippolito - M. Pignata) e Cose da pazzi nelle Case de’ Matti (a cura di A. Cesaro - E. Falivene), recentemente pubblicati dalla casa editrice Artetetra. I saggi in essi raccolti saranno presentati in occasione delle due giornate di studio del presente convegno, con l’auspicio che, in forza dei risultati scientifici conseguiti e delle attività di divulgazione e di disseminazione previste nella seconda annualità del progetto FREIT, si possa anche contribuire ad offrire una più ricca “narrazione” all’illustrazione dei magnifici reperti conservati nel Museo Universitario delle Scienze e delle Arti dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.

I lavori si svolgeranno in videoconferenza sulla piattaforma Microsoft Teams
(codice di accesso: ps392bt)
Gli interessati privi di indirizzo email @unicampania dovranno inviare una richiesta di partecipazione, entro le ore 17.00 del giorno 10 Dicembre 2020, al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

locandina

Nove nuove opere per V.Ar.Co. Vanvitelli per l'arte contemporanea. Si chiama Secondo Varco ed è un'ulteriore tappa del progetto V.Ar.Co (Vanvitelli per l’arte contemporanea) che costituisce la sezione artistica del MUSA (musei universitari di scienze ed arte), e sarà presentata il 10 ottobre 2019 alle ore 17.30 nel Dipartimento di Lettere e Beni Culturali Via Perla 21, Santa Maria Capua Vetere (CE) .

Tale progetto, curato da Gaia Salvatori e Luca Palermo, è stato il punto di arrivo di una intensa riflessione sulla collocazione di opere d’arte all’interno dei contesti universitari. È questa, dunque, la quarta edizione di un progetto nato come Le Aule dell’arte nella sede storica dell’ex convento di San Francesco (2010-13) del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali. Ad essa hanno fatto seguito: 7 artisti per un progetto, dal 2015 al primo piano della nuova sede del Dipartimento (l'Aulario) e ancora, nello stesso spazio, la terza tappa del progetto avviato nel maggio 2018 con la denominazione V.Ar.Co.

Le opere esposte vanno a implementare una raccolta d'arte permanente che si è rivelata in questi anni non solo un mero abbellimento estetico. Esse svolgono una funzione formativa e sono diventate, al tempo stesso, un metodo ed uno strumento per attivare processi di partecipazione in grado di far slittare la ragione dell’università da tradizionale luogo contenitore e dispensatore di saperi a luogo di bilanciamento tra formazione, ricerca e pubblica fruizione. L’iniziativa è nata dall’idea di portare lo studio e la conoscenza delle arti contemporanee fuori dall’isolamento teorico-accademico per favorire la formazione degli studenti nella consapevolezza del sistema delle arti e della loro concreta produzione nell’intreccio fra dinamiche locali, nazionali ed internazionali. Il motivo ispiratore, tuttavia, rimane la costruzione di un nuovo e forte rapporto tra comunità e territorio finalizzato allo sviluppo locale, al rafforzamento identitario e, più in generale, alla possibilità di usare il patrimonio culturale come strumento per favorire, nella comunità, riflessioni sul presente e sul futuro dei luoghi.

Al primo nucleo di opere, consistente in trenta opere di pittura, tecniche miste, fotografia, e wall-painting, il 10 ottobre 2019 si affiancheranno ulteriori nove opere realizzate da Ernesto Jannini, Francesco Lucrezi, Giuseppe Pirozzi, Felix Policastro, Carmine Rezzuti, Marco Rossetti, Amedeo Sanzone ed Antonello Tagliafierro, alle quali si aggiungerà un nuovo wall-painting di Marco Casentini che occuperà un’ampia superficie del secondo piano dell'edificio universitario con forme geometriche colorate e larghe campiture attraverso un linguaggio minimalista percettivamente molto coinvolgente.

All’inaugurazione del 10 ottobre parteciperanno, oltre ai curatori del progetto, il Magnifico Rettore dell’ateneo vanvitelliano prof. Giuseppe Paolisso, la prorettrice alla cultura prof.ssa Rosanna Cioffi, il direttore di M.U.S.A. prof. Angelo Itro e la direttrice del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali prof.ssa

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Maria Luisa Chirico. Il vernissage sarà presentato dal prof. Massimo Guastella dell’Università del Salento, da anni attivo su progetti di studio sul tema e promotore di buone pratiche sulla relazione fra arte contemporanea e sedi universitarie.
Il progetto è sostenuto da A.M.A.C.I. (Associazione dei musei d’arte contemporanea italiani) e gode del “matronato” del Museo Madre. Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
La realizzazione del wall-painting è stata resa possibile grazie alla fornitura di idropittura lavabile Alpha Rezisto Mat di SIKKENS fornita da GEI COLOR di Giuseppe Gei, San Prisco (CE).

Solo il 10% delle strutture ricettive nel mondo presenti sul portale Tripadvisor riceve questo premio. Si chiama Travellers' Choice Awards ed è il riconoscimento che la più grande piattaforma mondiale ha assegnato quest'anno al Museo Universitario delle Scienze e delle Arti della Vanvitelli, in particolare al Museo Anatomico. Il riconoscimento di eccellenza tiene conto della qualità, della quantità e dell'attualità delle recensioni pubblicate dai viaggiatori in un periodo di 12 mesi su musei di tutto il mondo, ed i vincitori scelti sono stati determinati da un algoritmo che ha preso in considerazione questi dati. "Per essere idonea, una struttura deve mantenere un punteggio complessivo stabile di almeno quattro punti su cinque ed essere presente sul portale da almeno 12 mesi" - spiega Angelo Itro, Direttore del MUSA.

Requisiti pienamente rispettati per il MUSA, che ad oggi ha raggiunto circa 8000 visitatori all'anno.

"In questi anni il MUSA ha registrato un costante e significativo aumento dei visitatori, favorito sia dalla interazione con altre prestigiose strutture scientifiche e culturali del territorio, che da una decisa spinta verso l’innovazione tecnologica e nuovi contenuti digitali, come la realizzazione di applicazioni dedicate alla visita delle collezioni - continua il Direttore -. "Tutto questo è stato possibile anche grazie al lavoro della Commissione Scientifica, collaborante e coesa nelle scelte programmatiche e gestionali, composta da cinque docenti della Vanvitelli, Nadia Barrella, Michele D’Amico, Claudio Gambardella, Francesco Izzo e Michele Papa nel suo ruolo di Curatore del Museo Anatomico ed allo staff tecnico-amministrativo coordinato dall’arch. Raoul Basile, che mi hanno dato la possibilità di interpretare al meglio la volontà innovativa del Rettore Paolisso di riconfigurare il sistema Museale di Ateneo conferendogli autonomia gestionale e tecnico-amministrativa". Un contributo significativo alla crescita mediatica del MUSA, infine, è avvenuto attraverso un efficace progetto di comunicazione, in sinergia con il C.S.C. coordinato dalla dott.ssa Fabrizia Ruggiero, connesso al più generale rebranding dell’Ateneo - conclude Itro.

"I vincitori dei “Travellers 'Choice Awards 2020” dovrebbero essere orgogliosi di questo prestigioso riconoscimento", ha affermato Kanika Soni, Chief Commercial Officer di Tripadvisor. "Sebbene sia stato un anno impegnativo per i viaggi e l'ospitalità, vogliamo celebrare i risultati dei nostri partner. I vincitori del premio sono amati per il loro servizio e qualità eccezionali. Non solo questi vincitori sono ben meritevoli, ma sono anche una grande fonte di ispirazione per i viaggiatori mentre il mondo inizia di nuovo ad avventurarsi".

Una giornata di confronto per esplorare le possibili relazioni tra musei e imprese al Museo Duca di Martina con "Musei e sviluppo locale: strategie per l'Handmade in Italy", curato da Claudio Gambardella, docente di disegno industriale all'Università Vanvitelli, e organizzato dal MUSA, sistema museale della Vanvitelli, con il Polo museale della Campania, ideato e promosso dall'associazione culturale non profit I Love Pompei. 
Nel corso del convegno ono state esplorate le possibili relazioni tra musei e imprese: le raccolte dei musei saranno fonte di ispirazione per designer e artisti, le loro creazioni potranno diventare prodotti di eccellenza.
"Incoraggiare lo sviluppo dell'Handmade in Italy - ha detto Gambardella, anche Presidente di I Love Pompei - è l'asse prioritario della salvaguardia del nostro artigianato, di quel design dei territori che deve rientrare di diritto nel più ampio pianeta del Made in Italy; a questo tema è dedicata anche una commissione tematica dell’ADI-Associazione per il Disegno Industriale".
Hanno partecipato all'evento, tra gli altri, il direttore del MUSA, Angelo Itro, Luigi Maffei, direttore del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale (DADI) della Vanvitelli, Patrizia Ranzo, docente di Disegno Industriale al DADI e referente del progetto "Officina Vanvitelli", Francesco Izzo, direttore del Dipartimento di Economia e membro della Commissione scientifica del MUSA.

 

Dalla collaborazione tra l’Università della Campania “L. Vanvitelli” e il Liceo “P. Giannone” di Caserta nasce il progetto di didattica a distanza La Vanvitelli per la Scuola, finalizzato ad arricchire l’offerta formativa del liceo, a supportare gli indirizzi con i potenziamenti di latino/greco e fisica/ingegneria/robotica, ma anche a offrire approfondimenti in vista dell’esame di Stato. In linea con esperienze di collaborazione tra i diversi livelli di istruzione già da lungo tempo sperimentate e consolidate, per l’Università “L. Vanvitelli” le attività programmate costituiranno anche un’importante occasione per implementare le azioni della cosiddetta “Terza missione”, nonché una concreta ed efficace testimonianza della volontà dell’ateneo di accompagnare e supportare gli studenti anche nel delicato e complesso momento storico determinato dall’emergenza in corso.

Si tratta di un progetto pilota, che potrà essere esteso alle scuole che ne faranno richiesta e ad altre materie di insegnamento, attraverso la collaborazione di altri Dipartimenti universitari.

Le lezioni si terranno online, sulla piattaforma Google Suite for Education gestita direttamente dal Liceo, dalla metà di aprile alla fine dell’anno scolastico 2019/20.

Il programma dei primi incontri è il seguente:

a cura del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali

21 aprile: Claudio Buongiovanni, Docente di Lingua e letteratura latina, Tacito e il principato;

23 aprile: Gianluca Del Mastro, Docente di Papirologia, Individuo e crisi della comunità in età ellenistica;

4/5 maggio: Giovanni Morrone, Docente di Storia della Filosofia, La vita e le forme. Considerazioni sulla "malattia storica";

8/15/22 maggio: Elena Porciani, Docente in Letteratura italiana contemporanea, Elsa Morante e il contagio dell'irrealtà;

14-15/20-21 maggio: Cristina Pepe, Docente di Filologia Classica,  Antigoni a Roma: riscritture del mito nella letteratura latina.

a cura del Dipartimento di Matematica e Fisica

20 aprile: Lucio Gialanella, Docente di Fisica Nucleare e Subnucleare, Attrito statico e attrito dinamico: sperimentare a casa utilizzando i sensori degli smartphone -1

24 aprile: Livio Gianfrani, Docente di Fisica della Materia, Equazioni di Maxwell

27 aprile: Lucio Gialanella, Attrito statico e attrito dinamico: sperimentare a casa utilizzando i sensori degli smartphone - 2

4 maggio: Livio Gianfrani, Onde elettromagnetiche

8 maggio: Lucio Gialanella, Utilizzo a distanza del laboratorio CIRCE (Center of Research and Isotopic Services for Cultural and Environmental Heritage).

In date da fissare: Carlo Sabbarese, Docente di Fisica Applicata, Laboratorio di fisica virtuale.

Questa iniziativa rappresenta una nuova opportunità di crescita comune e una conferma della qualità dell’istruzione secondaria nel nostro territorio. Il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali ha ottenuto il riconoscimento ministeriale di Dipartimento di Eccellenza, a seguito di una valutazione su scala nazionale. Il Dipartimento di Matematica e Fisica è all’avanguardia per la qualità della ricerca, l’internazionalizzazione e il laboratorio CIRCE, dove è stato realizzato un innovativo programma che permette agli studenti di eseguire esperimenti e manovrare strumenti a distanza attraverso una piattaforma software e hardware utilizzata nei principali centri di ricerca e atenei internazionali, tra i quali CERN e NASA. 

Terza Conferenza nazionale di Public History presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania – Vanvitelli (Santa Maria Capua Vetere, CE) dal 24 al 28 giugno 2019 organizzata dall’associazione Italiana di Public History, con l’obiettivo di discutere e condividere esperienze e pratiche italiane e internazionali e di confrontarsi sulle numerose sfide della Public History.

Sessantacinque panel, cinque tavole rotonde, venti poster in esposizione, uno speed networking durante il quale i partecipanti al convegno si potranno informare sulle pratiche professionali della public history a colloquio con esperti dei vari settori; più di duecento relatori, tra docenti di scuola e università, storici indipendenti, ricercatori, giornalisti e operatori della cultura provenienti da tutta Italia e dall’estero. I cinque giorni di eventi, all’insegna dell’idea che la Storia debba essere concepita come un bene pubblico in costante dialogo con la società in cui è prodotta, avranno come teatro principale il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali di Santa Maria Capua Vetere e, nella giornata di giovedì 27 giugno, il Dipartimento di Scienze Politiche “Jean Monnet” a Caserta. Il programma del convegno prevede inoltre visite ad alcuni dei più importanti simboli di un territorio ricco di storia e cultura, come il Museo di Capua e la Reggia di Caserta. La 3° conferenza annuale dell’AIPH, dopo quelle di Ravenna nel 2017 e di Pisa nel 2018, si sposta dunque al Sud. I temi scelti dall’AIPH quest’anno toccano, tra altri, proprio la storia del meridione d’Italia, con un’attenzione specifica al tema del brigantaggio e delle sue rappresentazioni e al recente dibattito suscitato dai nostalgici ritorni neoborbonici. Il pomeriggio del 24 giugno è specificatamente dedicato proprio ai molti eventi che hanno per tema il “neoborbonismo”. Fra gli altri temi affrontati quelli legati ai concetti di identità, confine, beni culturali, patrimonio materiale ed intangibile, paesaggi storici e ruolo della memoria nello spazio pubblico.

Molte sono le sfide a cui oggi sono chiamati a rispondere non solo gli insegnanti di storia – a scuola come nelle università – ma, più in generale, tutti coloro che praticano la public history in ambiti diversi, dai musei agli archivi, dalle biblioteche a tutte le altre istituzioni culturali, a cui vanno aggiunti il mondo della comunicazione e quello dell’industria culturale.

Alcune società storiche e professionali partecipano alla settimana della Conferenza e hanno dato il loro patrocinio all’AIPH. La 3° conferenza AIPH di Santa Maria Capua Vetere, anche per questo, sarà un vero laboratorio culturale, interdisciplinare e diacronico.

La Conferenza nazionale AIPH di Santa Maria Capua Vetere sarà una nuova occasione di confronto e di riflessione fra chi opera e lavora con e sul passato e sui modi in cui la storia è presente nella società, dall’università alle piazze, nelle scuole e nel mondo della formazione, nella cultura alta e in quella popolare e nella vita quotidiana delle nostre comunità.  L’invito a partecipare è rivolto a quanti svolgono professioni che afferiscono a vario titolo alla public history con la produzione di contenuti storici e didattici. Sono dunque molteplici gli ambiti a cui attenersi per l’invio delle proposte.

Programma

Si è tenuto sabato 21 dicembre UNInCANTO a NAPOLI, il primo incontro dei cori universitari attivi in regione Campania. L'incontro è stato organizzato dall'Arciconfraternita dei Pellegrini e dal Coro polifonico dell'Università della Campania 'Luigi Vanvitelli'. Oltre al Coro dell'Università della Campania 'Luigi Vanvitelli', hanno partecipato: il Coro Polifonico Universitario 'Federico II', il Coro AMA (Associazione Musicisti Agraria) e il Coro Universitario 'Joseph Grima'.

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Il canto corale è l'espressione artistica più diffusa con cui le Università testimoniano la ricchezza creativa e culturale presente nel proprio interno e promuovono l'integrazione con il territorio di cui sono espressione. Le attività del Coro di Ateneo rientrano così nell'insieme delle attività di Terza Missione. L'intento è aggregare le diverse componenti universitarie, a partire dagli studenti, e favorire il senso di appartenenza e lo spirito identitario.

Il Coro dell'Università della Campania 'Luigi Vanvitelli', nato nel 2011 e diretto dal Maestro Carlo Forni, è attualmente composto da più di 40 coristi, tra cui 3 studenti Erasmus, e una vivace e marcata componente studentesca. Anche se ancora giovane, si è gemellato con il Coro dell’Università della Basilicata, con il Coro Mercadante di Altamura e con la Corale Poliziana di Montepulciano. 

Scopri di più sul Coro di Ateneo

 

La narrazione del territorio. Landtelling per Terra di Lavoro. Per rafforzare le competenze dei propri studenti e facilitare il dialogo tra formazione universitaria e mondo del lavoro, il DILBEC ha promosso, dal 1 al 6 luglio nell'Aulario del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali a Santa Maria Capua Vetere, un workshop dedicato al Landtelling ed alle strategie di comunicazione utili allo sviluppo di un territorio. Obiettivo dell’attività formativa è aumentare la capacità di racconto di Terra di Lavoro, imparare a comunicarne l’identità e la specificità per connettere eredità culturale e marketing territoriale e individuare strategie utili anche alla promozione di prodotti (e/o aziende) locali fortemente collegate alle peculiarità di Terra di Lavoro. Il Workshop è curato dalle docenti Rosanna Cioffi, prorettrice alla Cultura, e Nadia Barrella.

Gli studenti selezionati parteciperanno a 5 giorni di lezioni, incontri e attività laboratoriali finalizzati alla realizzazione di un’idea progetto in grado d’innovare le forme di comunicazione dell’identità casertana. L’idea migliore sarà premiata da una giuria che potrà scegliere il progetto più convincente tra quelli presentati nella mattinata del 6 luglio e parteciperà alla presentazione di Caserta nell’ambito delle attività dell’iniziativa Destinazione Campania promossa da Rete Destinazione SUD che si terrà a Milano il prossimo autunno.
Saranno coinvolti, come “testimoni” durante le lezioni, aziende e i consorzi che lavorano sul territorio con produzioni site specific per consentire agli studenti un confronto concreto con la realtà produttiva e il mondo del lavoro, utile a capire su quale elemento della complessa eredità culturale di Terra di Lavoro oggi possa essere più vantaggioso lavorare e su quali strumenti di comunicazioni concentrarsi maggiormente.

“Il workshop – precisa Nadia Barrella- è un momento formativo che ha un duplice obiettivo. Mira ad aumentare la competenza dei nostri studenti e ad arricchire il loro sapere, anche in un’ottica di placement, per sviluppare la capacità di rapportarsi ai cambiamenti ed individuare nuove opportunità in un mercato del lavoro in cui nuove figure professionali emergono ed altre subiscono un rapido destino di obsolescenza ma è anche da leggersi in come attività di terza missione. Desideriamo rafforzare la capacità di lettura e di comunicazione del contesto di riferimento del nostro Dipartimento costruendo nuove connessioni tra sapere universitario e il sistema economico campano e consentire al territorio ed alle sue imprese di conoscere e dialogare con le risorse umane che formiamo e con i servizi che mettiamo a disposizione. Crediamo che, per reali prospettive di sviluppo e per serie politiche territoriali, il supporto di chi conosce e studia “l’armatura culturale” di un territorio e che sappia guardare al patrimonio culturale come matrice d’identità dei luoghi, sia una risorsa imprescindibile”.

 Modalità di partecipazione
Sono previsti 25 partecipanti ( 20 studenti laureandi o laureati in Discipline umanistiche e 5 in Discipline economiche).
Possono far domanda:
1) Laureati e laureandi triennali e/o magistrali in Conservazione dei bb.cc., Archeologia e Storia dell’arte, Lettere, Filologia Classica e Moderna
2) Laureati e laureandi triennali e magistrali in Economia aziendale, economia e commercio, Economia e management.
La partecipazione al workshop è gratuita, gli studenti saranno selezionati secondo i seguenti criteri:

Per i laureati (triennio o magistrale) max 20 punti così suddivisi:
1) Voto di Laurea (da 1 a 10 punti)
2) Anni di corso ( 4 punti per gli studenti che hanno concluso in corso)
3) Motivazione (valutata attraverso lettera di richiesta di adesione al progetto – da 1 a 6 punti )
Per i laureandi ( triennio e magistrale)
1) numero complessivo di crediti ottenuti ( da 1 a 5 punti)
2) media ponderata (da 1 a 5 punti)
3) anni di corso (4 punti per gli studenti in corso)
4) Motivazione (valutata attraverso lettera di adesione al progetto – da 1 a 6 punti).
A parità di punteggio avrà precedenza il candidato più giovane.
La frequenza del corso è obbligatoria. Eventuali assenze comporteranno l’esclusione dal workshop.
Gli studenti iscritti al Corso di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte che non hanno ancora effettuato il tirocinio possono chiedere, a seguito della partecipazione al workshop, il riconoscimento dei crediti come tirocinio interno.

Le domande di partecipazione vanno presentate a mano entro il 17 giugno ore 12,00 alla segreteria didattica del DILBEC – dott. Pasquale Galiero.

locandina