«Noi tutti lavoriamo con gli occhi. Immaginiamo anzitutto, e poi la mano ci aiuta a tracciare segni su una tavola. Ma il lavoro visuale impone l’attivazione di sensi che vanno oltre il solo guardare. Le arti visuali oggi non sono legate soltanto all’occhio, ma anche al senso di presenza del nostro corpo in un ambiente. Vedere vuol dire muoversi, tastare, camminare, proiettare, costruire una spazialità. E i media hanno un ruolo fondamentale in questo processo». Si è aperta con questa premessa la lectio magistralis “L’occhio, la mano, il piede: i media visuali come media ambientali” di Francesco Casetti – professore alla Yale University, tra i più autorevoli studiosi di film & media studies a livello internazionale – mercoledì 12 dicembre nell’ambito delle Storie di Architettura e Design promosse dal Dipartimento di Architettura e Disegno industriale. Al centro di un’aula magna gremita di studenti, Casetti ha discusso alcuni dei principali aspetti che legano l’atto della progettazione alle dinamiche mediali contemporanee. I media esibiscono, sorvegliano, orientano i nostri corpi e i nostri movimenti nello spazio, ma soprattutto configurano l’ambiente in cui viviamo attraverso la loro stessa presenza e la loro stessa azione, con molti vantaggi e moltissimi rischi. «Ma se coordiniamo gli occhi e il corpo, se quando pensiamo visivamente pensiamo anche spazialmente – ha sostenuto Casetti –, allora possiamo raggiungere quel sapere critico che ci consente di trovare spazi di libertà».

«Lo spazio è sempre stato costruito dai media, a partire dal fuoco»
"Questa è stata l'espressione del prof. Casetti che mi ha fatto vibrare i polsi, nel vero senso della parola - ha commentato Martina Piccolo - studentessa. Innanzitutto per l'idea dei media in quanto spazio concreto. Spazio architettonico in cui le persone interagiscono non solo tramite il senso privilegiato che è la vista, ma tastando. I media, associati al fuoco primitivo, non sono necessariamente qualcosa che riguarda la contemporaneità, sono qualcosa senza tempo. I media ci sono sempre stati e non ce ne siamo mai resi conto. I media ci sono oggi e ancora si manifestano silenziosamente. Sono i mezzi più presenti, anche se non localizzabili. Siamo perennemente all'interno di una spazio mediatico, uno spazio talmente pervasivo che ci induce a scendere a compromessi concedendo parte della nostra privacy. Interessante l'immagine del Panopticon di Bentham, una sorta di Big Brother, in cui i cittadini sono soggetti esposti agli occhi del potere, inconsapevolmente. I media come <<un'arte democratica>>. Un ambiente, apparentemente democratico, in cui, però, si disegnano zone, privilegiate e non. Per una questione spaziale non tutti hanno eguale accesso alla stessa cosa. Ho tratto dunque dalla conferenza ancora una volta la contraddizione del sistema dei media. Il suo esibirsi, ma al contempo occultarsi. Il suo carattere democratico, e intanto elitario.

«Staccarsi dal continuo obbligo e lanciarsi nell’avventura»
"Questa è la frase che mi ha colpito di più della lezione di Casetti - ha detto la studentessa Enza Caterino. - Trovo che sia perfettamente in linea con il nostro percorso di studio. Staccarsi dal continuo obbligo quindi allontanarsi da ciò che è statico, senza vita, forzato e lanciarsi nell’avventura ovvero sperimentare, conoscere, allargare gli orizzonti, buttarsi a capofitto in nuove sfide, abbattere gli schemi. Noi, studenti di design dovremmo fare tesoro di questa frase, anzi utilizzarla come promemoria ogni qualvolta intraprendiamo un nuovo progetto creativo al fine di creare sempre un qualcosa di nuovo, fresco ed innovativo evitando così di cadere nel monotono o, peggio ancora, in un qualcosa di antiquato.

«Non esiste più lo spazio dei luoghi. Lo spazio oggi è spazio dei flussi» 
Di questa frase di Francesco Casetti traggo l’idea che lo spazio fisico sembra oggi quasi dissolversi, a favore del fluire immateriale della nuova socialità - ha concluso Alessia Galdi, studentessa. - Essere trasportati dal flusso, stare al passo con il flusso, non si può fare altrimenti. Essere assenti per essere presenti. Questa lezione in fondo ci richiama a prestare maggiore attenzione allo spazio come qualcosa che non può essere più solo osservato, ma deve essere “abitato” nel momento stesso in cui viene immaginato e progettato. E prima degli ambienti che ci circondano, dobbiamo abitare noi stessi. Il primo luogo in cui dobbiamo sentirci è l’abito. Saper abitare l’abito...

In mostra la storia dei cammei. Si terrà il prossimo 25 febbraio,alle ore 17, presso lo spazio espositivo del Centro Commerciale Jambo di Trentola (CE), bene sottoposto ad amministrazione giudiziaria in quanto frutto di attività illecite, si l’inaugurazione della mostra “Cammei e dintorni/Around Cameo”, che sarà aperta al pubblico per un mese con ingresso gratuito.
Nel corso dell’evento saranno esposte 32 tavole grafiche sulla storia dei cammei e proiettato un video realizzato dagli allievi del Corso di Laurea in Design per la Moda dell’Università Vanvitelli. La curatela scientifica della mostra e l’allestimento dell’esposizione sono state affidate a Riccardo Serraglio, docente del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università Vanvitelli. L’evento ha già ricevuto il patrocinio del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale e della Scuola Politecnica delle Scienze di Base dell’Ateneo.
L’iniziativa, di particolare interesse per il significativo impatto sociale, rientra a pieno titolo nelle linee guida della Terza Missione perché volta alla riabilitazione culturale e sociale di un territorio spesso riconosciuto per le sue negatività ma che invece racchiude in sé tanti elementi positivi, che meritano di essere valorizzati anche con il sostegno dell’Università.

invito

Lectio magistralis di Francesco Casetti (Yale) alla Vanvitelli sul tema “I media visuali come media ambientali”. Nell’ambito del ciclo di iniziative “Storie di architetture e design” promosso dal Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli
Studi “Luigi Vanvitelli”, mercoledì 11 dicembre 2019 alle ore 10.30 all’abazia di San Lorenzo ad Septimum ad Aversa si terrà una Lectio magistralis del professor Francesco Casetti, studioso di cinema e media alla Yale University.

Il tema
La lectio di Casetti, intitolata L’occhio, la mano e il piede: i media visuali come media ambientali, riguarderà i mutamenti del rapporto fra media e spazio in un’epoca caratterizzata dalla pervasività delle tecnologie e dall’affermazione di nuove pratiche sociali legate ai media della comunicazione. Secondo Casetti, «i media stessi si sono trasformati in ambienti: studiati per operare dovunque, oltre che sempre, la loro identità dipende inevitabilmente dal dove sono allocati. Ciò è vero per i media tradizionali: apparentemente destinati a uscire di scena, in realtà essi trovano nuovi luoghi in cui radicarsi e proseguire la loro esistenza. Il cinema esce dalle sale e s’installa in casa, nelle piazze, nei musei; il giornale si trasferisce dalla carta al tablet; i videogiochi lasciano le sale giochi o la console a casa e finiscono nel palmo della mano. Ciò è ancor più vero per i media più recenti: essi sono intimamente legati a uno spazio. Le telecamere di sorveglianza proteggono da intrusioni esterne; i dispositivi portatili creano delle bolle esistenziali entro cui l’utilizzatore può isolarsi pur rimanendo in mezzo alla folla; il GPS analizza la geografia del posto e identifica le strade buone e quelle sbagliate; le media-façades cittadine coprono interi edifici e li nascondono alla vista. Sia i vecchi sia i nuovi media lavorano grazie, dentro e sopra un territorio. La conseguenza è che lo spazio non appare più come un contenitore neutro in cui i media prendono semplicemente posto, magari solo per un momento. Al contrario, lo spazio è un’entità viva che risponde alla presenza dei media» (da “Mediascape. Un decalogo”, in Ambienti mediali, a cura di P. Montani et al., 2018).

Il programma
La lectio sarà preceduta dai saluti istituzionali di Luigi Maffei, direttore del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, e di Paolo Giordano, coordinatore del Dottorato di ricerca in Architettura, Disegno industriale e Beni culturali dell’Università Vanvitelli, e
verrà introdotta da Adriano D’Aloia, docente di Comunicazione per i media alla Vanvitelli. Dopo la lectio si terrà una tavola rotonda con gli interventi di Pina De Luca, docente di Estetica e Filosofia delle arti all’Università degli Studi di Salerno, e dei docenti del
Dipartimento di Architettura e Disegno industriale della Vanvitelli, fra cui Cettina Lenza (docente Storia dell’architettura contemporanea e presidente del corso di laurea in Scienze e tecniche dell’edilizia) e Alessandra Cirafici (docente Fondamenti visivi del progetto e presidente del Corso di laurea in Design per la moda).


Edoardo De Angelis per dire no alla violenza sulle donne Venerdì 23 novembre in occasione della manifestazione promossa dall’ Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e dall’Osservatorio sul fenomeno della violenza sulle Donne del Consiglio Regionale della Campania. Appuntamento per il 23 novembre a Santa Maria Capua Vetere - ore 9.30.

Il Regista casertano, dopo il successo del suo Indivisibili, film che conquista 6 David di Donatello 2017, 5 Nastri d'argento oltre al Premio Guglielmo Biraghi per Angela e Marianna Fontana, vince miglior colonna sonora ai Globi d'oro e ottiene 8 Ciak d'oro, ritorna con un nuovo film Il vizio della speranza - già pluripremiato al festival di Roma e al festival di Tokyo – che esce nelle sale il 22 novembre. Il giorno dopo sarà all’Università della Campania per incontrare gli studenti, i docenti e le autorità per conversare con loro sul tema della violenza sulle donne nell’evento “Stanche di Sperare e…Disperare” organizzato in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. 

Come ogni anno, l’Università della Campania scende in campo per un confronto sui temi della violenza sulle donne, argomento, purtroppo di estrema attualità e che, nonostante l’intervento delle forze dell’ordine, l’appassionato lavoro di tante associazioni che si impegnano sul fronte dell’aiuto e del sostegno alle donne maltrattate, vede la violenza morale e fisica contro le donne ancora un fenomeno in spaventosa crescita, una emergenza gravissima. L’iniziativa, promossa dalle Delegate di Ateneo alle Pari opportunità (prof.ssa Marianna Pignata) e per la Terza Missione e Promozione del territorio (prof.ssa Lucia Monaco), dal Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo e dall’Osservatorio regionale sul fenomeno della violenza sulle donne, vedrà la partecipazione delle Autorità istituzionali di Ateneo e del territorio.

Insieme al regista De Angelis ed al suo ultimo lavoro, che racconta una storia di abusi e sfruttamento sulle donne, si affronterà il delicato tema della lotta contro la violenza femminile in tutte le sue sfaccettature, (la Regione Campania è la seconda Regione per numero di Femminicidi) nella convinzione che la repressione non può essere l’unica risposta al dolore delle famiglie delle vittime, a quello delle donne che sopravvivono ai maltrattamenti o li subiscono in silenzio senza trovare la forza e il necessario supporto per la denuncia. C’è una responsabilità collettiva di fronte al problema culturale sotteso al fenomeno. Ed è soprattutto su questo fronte che l’Università può e deve giocare il ruolo centrale.

“L’evento, rivolto agli studenti ma aperto alle forze sociali del territorio, vuole essere un'ulteriore tappa di un percorso culturale teso a coinvolgere l’Università sul tema fondamentale dei diritti umani -sostiene la professoressa Marianna Pignata- facendo leva sul ruolo che essa riveste nel proprio ambito locale e sociale, nonché sulle sue effettive possibilità di conoscenza e incidenza nell’ambito delle politiche di integrazione e della diffusione della cultura della cittadinanza attiva e della solidarietà”.

Locandina

Nove nuove opere per V.Ar.Co. Vanvitelli per l'arte contemporanea. Si chiama Secondo Varco ed è un'ulteriore tappa del progetto V.Ar.Co (Vanvitelli per l’arte contemporanea) che costituisce la sezione artistica del MUSA (musei universitari di scienze ed arte), e sarà presentata il 10 ottobre 2019 alle ore 17.30 nel Dipartimento di Lettere e Beni Culturali Via Perla 21, Santa Maria Capua Vetere (CE) .

Tale progetto, curato da Gaia Salvatori e Luca Palermo, è stato il punto di arrivo di una intensa riflessione sulla collocazione di opere d’arte all’interno dei contesti universitari. È questa, dunque, la quarta edizione di un progetto nato come Le Aule dell’arte nella sede storica dell’ex convento di San Francesco (2010-13) del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali. Ad essa hanno fatto seguito: 7 artisti per un progetto, dal 2015 al primo piano della nuova sede del Dipartimento (l'Aulario) e ancora, nello stesso spazio, la terza tappa del progetto avviato nel maggio 2018 con la denominazione V.Ar.Co.

Le opere esposte vanno a implementare una raccolta d'arte permanente che si è rivelata in questi anni non solo un mero abbellimento estetico. Esse svolgono una funzione formativa e sono diventate, al tempo stesso, un metodo ed uno strumento per attivare processi di partecipazione in grado di far slittare la ragione dell’università da tradizionale luogo contenitore e dispensatore di saperi a luogo di bilanciamento tra formazione, ricerca e pubblica fruizione. L’iniziativa è nata dall’idea di portare lo studio e la conoscenza delle arti contemporanee fuori dall’isolamento teorico-accademico per favorire la formazione degli studenti nella consapevolezza del sistema delle arti e della loro concreta produzione nell’intreccio fra dinamiche locali, nazionali ed internazionali. Il motivo ispiratore, tuttavia, rimane la costruzione di un nuovo e forte rapporto tra comunità e territorio finalizzato allo sviluppo locale, al rafforzamento identitario e, più in generale, alla possibilità di usare il patrimonio culturale come strumento per favorire, nella comunità, riflessioni sul presente e sul futuro dei luoghi.

Al primo nucleo di opere, consistente in trenta opere di pittura, tecniche miste, fotografia, e wall-painting, il 10 ottobre 2019 si affiancheranno ulteriori nove opere realizzate da Ernesto Jannini, Francesco Lucrezi, Giuseppe Pirozzi, Felix Policastro, Carmine Rezzuti, Marco Rossetti, Amedeo Sanzone ed Antonello Tagliafierro, alle quali si aggiungerà un nuovo wall-painting di Marco Casentini che occuperà un’ampia superficie del secondo piano dell'edificio universitario con forme geometriche colorate e larghe campiture attraverso un linguaggio minimalista percettivamente molto coinvolgente.

All’inaugurazione del 10 ottobre parteciperanno, oltre ai curatori del progetto, il Magnifico Rettore dell’ateneo vanvitelliano prof. Giuseppe Paolisso, la prorettrice alla cultura prof.ssa Rosanna Cioffi, il direttore di M.U.S.A. prof. Angelo Itro e la direttrice del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali prof.ssa

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Maria Luisa Chirico. Il vernissage sarà presentato dal prof. Massimo Guastella dell’Università del Salento, da anni attivo su progetti di studio sul tema e promotore di buone pratiche sulla relazione fra arte contemporanea e sedi universitarie.
Il progetto è sostenuto da A.M.A.C.I. (Associazione dei musei d’arte contemporanea italiani) e gode del “matronato” del Museo Madre. Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
La realizzazione del wall-painting è stata resa possibile grazie alla fornitura di idropittura lavabile Alpha Rezisto Mat di SIKKENS fornita da GEI COLOR di Giuseppe Gei, San Prisco (CE).

Il fenomeno migratorio fra immagini e norme, questo il titolo del volume di Maria Eugenia Bartoloni e Luigi Valentino del Dipartimento di Giurisprudenza, tra i finalisti al prestigioso "Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 – Giancarlo Dosi".
Il Premio, nato, per rafforzare il settore del libro e della lettura in Italia per la saggistica rivolta alla divulgazione scientifica, favorisce l’interesse per la cultura scientifica e contribuisce a creare una cultura diffusa dell’innovazione e del sapere.
“La tutela dei migranti, nell’ampio bagaglio giuridico dei diritti umani, è anche un fenomeno etico, politico, sociale i brevi lavori raccolti nel volume intendono suscitare la riflessione sul ruolo che il “cinema”, inteso nella sua accezione più ampia, possono svolgere in questa direzione – spiega Maria Eugenia Bartoloni, autrice del testo – mostrando la realtà con i mezzi espressivi loro propri, rendendo visibile l’invisibile, mettendo in luce la problematicità delle questioni. Le sfide future relative ai diritti che vanno riconosciuti ai migranti, in quanto persone, dipendono anche dall’esistenza di una opinione pubblica attenta e accorta che non si accontenta dei risultati ottenuti, né di stereotipi e luoghi comuni facili e comodi.”
Secondo gli autori, anche un’opera cinematografica può fornire il mezzo, il codice per interpretare un testo normativo o per affrontare un problema giuridico.
“Il collega Valentino ed io abbiamo deciso di candidare il nostro testo al premio perché abbiamo ritenuto, alla luce dei temi che tratta (il fenomeno migratorio), del taglio non istituzionale e dell'approccio integrato tra cinema e diritto, che il Premio Dosi fosse la collocazione ideale per valorizzarne la funzione divulgatrice”.

Maria Eugenia Bartoloni è Professore associato di Diritto dell’Unione europea nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, dove insegna Diritto dell’Unione europea, Diritto europeo dell’immigrazione e Tutela dell’individuo e cooperazione giudiziaria. E’ autrice di due monografie dal titolo Ambito d’applicazione del diritto dell’Unione europea e ordinamenti nazionali. Una questione aperta (Napoli, 2018), Politica estera e azione esterna dell’Unione europea (Napoli, 2012) e di numerosi saggi scientifici. Oltre che di temi di carattere istituzionale, si occupa di tutela dei diritti fondamentali nelle sue molteplici declinazioni.

Luigi Valentino insegna diritto dell’Unione europea e diritto della concorrenza nell’Unione europea presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Nella sua più recente attività di ricerca si è occupato, in particolare, di ricongiungimento familiare (Il diritto al ricongiungimento familiare tra esigenze degli Stati membri e principi dell’UE, in I cittadini e l’Europa - Principio democratico e libertà economiche, a cura di P. De Pasquale e C. Pesce, Editoriale scientifica, 2015), e di tutela dei diritti dei cittadini e dei migranti (L’Unione europea tra regole degli Stati e diritti dei singoli, in La macchina delle regole, la verità della vita. L’era di Antigone, a cura di G. Limone, Franco Angeli, 2015).

Copertina libro

Una giornata di confronto per esplorare le possibili relazioni tra musei e imprese al Museo Duca di Martina con "Musei e sviluppo locale: strategie per l'Handmade in Italy", curato da Claudio Gambardella, docente di disegno industriale all'Università Vanvitelli, e organizzato dal MUSA, sistema museale della Vanvitelli, con il Polo museale della Campania, ideato e promosso dall'associazione culturale non profit I Love Pompei. 
Nel corso del convegno ono state esplorate le possibili relazioni tra musei e imprese: le raccolte dei musei saranno fonte di ispirazione per designer e artisti, le loro creazioni potranno diventare prodotti di eccellenza.
"Incoraggiare lo sviluppo dell'Handmade in Italy - ha detto Gambardella, anche Presidente di I Love Pompei - è l'asse prioritario della salvaguardia del nostro artigianato, di quel design dei territori che deve rientrare di diritto nel più ampio pianeta del Made in Italy; a questo tema è dedicata anche una commissione tematica dell’ADI-Associazione per il Disegno Industriale".
Hanno partecipato all'evento, tra gli altri, il direttore del MUSA, Angelo Itro, Luigi Maffei, direttore del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale (DADI) della Vanvitelli, Patrizia Ranzo, docente di Disegno Industriale al DADI e referente del progetto "Officina Vanvitelli", Francesco Izzo, direttore del Dipartimento di Economia e membro della Commissione scientifica del MUSA.

 

Grande successo per "Divina Sezione. L’architettura italiana per la Divina Commedia", la mostra curata da Luca Molinari e Chiara Ingrosso, docenti al Dipartimento di Architettura all'Università Vanvitelli, tenutasi presso le sale di Palazzo Trinci a Foligno (PG). 

La rappresentazione dei tre mondi attraversati da Dante all’interno della Divina Commedia ha appassionato per secoli artisti, illustratori e scienziati visionari. Da Botticelli a Galileo passando per Gustave Dorè e Dalì, sono stati in tanti a cercare di riprodurre, attraverso potenti immagini, spazi, atmosfere e paesaggi dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso. L’architetto razionalista Giuseppe Terragni è stato il primo a dare forma architettonica all’immaginario Dantesco attraverso il progetto mai costruito del Danteum a Roma, immaginando il viaggio ultraterreno come fosse un’esperienza spaziale oltre che spirituale, resa tangibile attraverso gli strumenti dell’architettura.

La mostra "Divina Sezione. L’architettura Italiana per la Divina Commedia", ha dato spazio a una visione contemporanea dell’escatologia dantesca, con i disegni di oltre settanta architetti di diverse generazioni, che hanno creato una personale visione contemporanea dei mondi raccontati nella Divina Commedia. Autori come Francesco Venezia, Paolo Portoghesi, Cherubino Gambardella, Aimaro Isola, Francesco Librizzi, Andrea Branzi, Michele De Lucchi e Franco Purini sono solo alcuni degli architetti che hanno contribuito con disegni originali a questa sfida visiva e intellettuale. Il catalogo della mostra, prodotto da Skira, è arricchito da contributi critici del dantista Riccardo Bruscagli oltre che di una serie di saggi di Alfonso Gambardella, Chiara Ingrosso, Simona Ottieri e Luca Molinari. Il progetto di allestimento è stato curato da Simona Ottieri con Maria Gelvi e Concetta Tavoletta e prodotto grazie al contributo di Knauf, utilizzando materiali solitamente impiegati nell’edilizia qui in una veste del tutto inattesa. La relazione visiva e concettuale tra l’immaginario tradizionale dantesco e una sua interpretazione attuale viene utilizzata come spunto per una riflessione più ampia che guarda al complesso e mutevole confronto tra racconto e immagine, filtrata attraverso visioni potenti e originali che riflettono sulla fragile natura del mondo contemporaneo riletto attraverso gli occhi di Dante.

 

I settanta autori in mostra appartengono a tre generazioni diverse di progettisti attivi sulla scena dell’architettura italiana contemporanea: 2A+P/A (Gianfranco Bombaci, Matteo Costanzo con Gergana Yaneva) — Benno Albrecht con Jacopo Galli — Laura Andreini – Studio Archea con Donatello D’Angelo — Carmen Andriani — Aldo Aymonino — Carmelo Baglivo — Guya Bertelli, con Paola Bracchi, Giulia Bonizzoni, Pasquale Mei — Nicola Braghieri — Andrea Branzi — Lorenzo Capobianco — Lucina Caravaggi, Alessandro Cimmino — Paolo Carli Moretti — Matilde Cassani — Francesco Costanzo — Raffaele Cutillo in collaborazione con Yorgos Spanodimitriou — Maddalena De Ferrari — Michele De Lucchi — Fernanda De Maio — Federico De Matteis — Manfredo di Robilant — Lorenzo Degli Esposti — Corrado di Domenico con Vittorio Golia e Salvatore Scandurra — Alfonso Femia con Diorama —
Alberto Ferlenga — Massimo Ferrari e Claudia Tinazzi con Lorenzo Brunetti, Annalucia D’Erchia — Emanuele Fidone — Fabio Alessandro Fusco — Luca Galofaro — Cherubino Gambardella — Matteo Ghidoni — Paolo Giordano con Lorenzo Giordano e Carla Mottola — Stefano Guidarini, Pierluigi Salvadeo, Marina Spreafico — bda bottega d’architetti + D’apostrophe — Aimaro Isola — Ugo La Pietra — LABORATORIO PERMANENTE (Nicola Russi, Angelica Sylos Labini con Alessandro Zanoletti, Marco Di Forenza, Luca Cozzani, Francesca Lina Pincella) — Peter Lang — Vincenzo Latina — Francesco Librizzi — ma0 studio d’architettura (Ketty Di Tardo, Alberto Iacovoni, Luca La Torre) — Giulia Maculan — Camillo Magni, Ilaria Pedrini, Omar Rota, Lorenzo de Pascale — Raffaele Marone con Arcangelo Martino — IM STUDIO MI/LA (laria Mazzoleni, Richard Molina + Jessica C.R. Passos + Tri Ta – ricerca specie animali Lola Dompé) — Milk Train s.c. (Pierluigi Barile, Francesca Borgia, Giampiero Sanguigni) — Subhash Mukerjee — Maurizio Navone con Flavio De Rossi — Park Associati - Milano — Domenico Pastore — Pietro Carlo Pellegrini — Gianluca Peluffo — Carmine Piscopo, con Daniela Buonanno — Efisio Pitzalis — Piuarch (Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini, Monica Tricario) — Attilio Pizzigoni — Paolo Portoghesi — Franz Prati — Raffaele Pugliese e Dora Pugliese — Franco Purini — Franco Raggi — Massimiliano Rendina Con Vincenzo Merola, Cinzia Rosa, Antonio Paolo Verde — Renato Rizzi Con Susanna Pisciella, Marco Renzi — Michele Sbacchi — Valter Scelsi — Beniamino Servino — Tamassociati — Davide Vargas — Francesco Venezia — YellowOffice — Ground Action (Carlalberto Amadori, Francesco Cucchiara, Matteo D’Ambros, Roberto Zancan).

 

 

Terza Conferenza nazionale di Public History presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania – Vanvitelli (Santa Maria Capua Vetere, CE) dal 24 al 28 giugno 2019 organizzata dall’associazione Italiana di Public History, con l’obiettivo di discutere e condividere esperienze e pratiche italiane e internazionali e di confrontarsi sulle numerose sfide della Public History.

Sessantacinque panel, cinque tavole rotonde, venti poster in esposizione, uno speed networking durante il quale i partecipanti al convegno si potranno informare sulle pratiche professionali della public history a colloquio con esperti dei vari settori; più di duecento relatori, tra docenti di scuola e università, storici indipendenti, ricercatori, giornalisti e operatori della cultura provenienti da tutta Italia e dall’estero. I cinque giorni di eventi, all’insegna dell’idea che la Storia debba essere concepita come un bene pubblico in costante dialogo con la società in cui è prodotta, avranno come teatro principale il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali di Santa Maria Capua Vetere e, nella giornata di giovedì 27 giugno, il Dipartimento di Scienze Politiche “Jean Monnet” a Caserta. Il programma del convegno prevede inoltre visite ad alcuni dei più importanti simboli di un territorio ricco di storia e cultura, come il Museo di Capua e la Reggia di Caserta. La 3° conferenza annuale dell’AIPH, dopo quelle di Ravenna nel 2017 e di Pisa nel 2018, si sposta dunque al Sud. I temi scelti dall’AIPH quest’anno toccano, tra altri, proprio la storia del meridione d’Italia, con un’attenzione specifica al tema del brigantaggio e delle sue rappresentazioni e al recente dibattito suscitato dai nostalgici ritorni neoborbonici. Il pomeriggio del 24 giugno è specificatamente dedicato proprio ai molti eventi che hanno per tema il “neoborbonismo”. Fra gli altri temi affrontati quelli legati ai concetti di identità, confine, beni culturali, patrimonio materiale ed intangibile, paesaggi storici e ruolo della memoria nello spazio pubblico.

Molte sono le sfide a cui oggi sono chiamati a rispondere non solo gli insegnanti di storia – a scuola come nelle università – ma, più in generale, tutti coloro che praticano la public history in ambiti diversi, dai musei agli archivi, dalle biblioteche a tutte le altre istituzioni culturali, a cui vanno aggiunti il mondo della comunicazione e quello dell’industria culturale.

Alcune società storiche e professionali partecipano alla settimana della Conferenza e hanno dato il loro patrocinio all’AIPH. La 3° conferenza AIPH di Santa Maria Capua Vetere, anche per questo, sarà un vero laboratorio culturale, interdisciplinare e diacronico.

La Conferenza nazionale AIPH di Santa Maria Capua Vetere sarà una nuova occasione di confronto e di riflessione fra chi opera e lavora con e sul passato e sui modi in cui la storia è presente nella società, dall’università alle piazze, nelle scuole e nel mondo della formazione, nella cultura alta e in quella popolare e nella vita quotidiana delle nostre comunità.  L’invito a partecipare è rivolto a quanti svolgono professioni che afferiscono a vario titolo alla public history con la produzione di contenuti storici e didattici. Sono dunque molteplici gli ambiti a cui attenersi per l’invio delle proposte.

Programma

Troppi Diritti. L'Italia tradita dalla libertà. Questo il titolo del libro di Alessandro Barbano, direttore de Il Mattino, edito da Mondadori, che sarà presentato in Ateneo martedì 5 giugno, alle ore 11, nell'Aula degli Affreschi del Chiostro di Sant'Andrea delle Dame, in via de Crecchio a Napoli. 

È un’ipertrofia dei diritti ciò che spiega il declino italiano: questa la lucida diagnosi di Barbano,  Si tratta di un virus che ha infiltrato il discorso pubblico e da decenni blocca ogni tentativo della politica e della società di riscattarsi. Certo, in passato i diritti individuali sono stati il carburante che ha alimentato la nascita, la crescita e l’affermarsi delle democrazie a scapito di assolutismi e di totalitarismi. Ma quando quei diritti sono diventati i princìpi guida delle società, è emerso anche il loro lato oscuro, favorito oggi dallo sviluppo di innovazioni tecniche che aprono inedite prospettive. Proprio la visione di queste nuove possibilità amplia lo spazio delle aspirazioni del singolo e dei gruppi, facendo perdere di vista il limite etico insito nel concetto stesso di libertà.

Alessandro Barbano, giornalista e saggista, dal 2012 è direttore de Il Mattino di Napoli. Laureato in giurisprudenza all’università di Bologna, ha alle spalle quasi quarant’anni di professione. Ha insegnato all’università La Sapienza di Roma, all’università del Molise, alla Link Campus University e all’istituto di studi superiori Suor Orsola Benincasa di Napoli. È autore di saggi dedicati al giornalismo e libri su temi di carattere politico e sociale: Professionisti del dubbio (1997), L’Italia dei giornali fotocopia (2003), Degenerazioni. Droga, padri e figli nell’Italia di oggi (2007), Dove andremo a finire (2011). Nel 2012 ha pubblicato il Manuale di giornalismo, scritto in collaborazione con Vincenzo Sassu, adottato come libro di testo in molte università italiane.

La narrazione del territorio. Landtelling per Terra di Lavoro. Per rafforzare le competenze dei propri studenti e facilitare il dialogo tra formazione universitaria e mondo del lavoro, il DILBEC ha promosso, dal 1 al 6 luglio nell'Aulario del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali a Santa Maria Capua Vetere, un workshop dedicato al Landtelling ed alle strategie di comunicazione utili allo sviluppo di un territorio. Obiettivo dell’attività formativa è aumentare la capacità di racconto di Terra di Lavoro, imparare a comunicarne l’identità e la specificità per connettere eredità culturale e marketing territoriale e individuare strategie utili anche alla promozione di prodotti (e/o aziende) locali fortemente collegate alle peculiarità di Terra di Lavoro. Il Workshop è curato dalle docenti Rosanna Cioffi, prorettrice alla Cultura, e Nadia Barrella.

Gli studenti selezionati parteciperanno a 5 giorni di lezioni, incontri e attività laboratoriali finalizzati alla realizzazione di un’idea progetto in grado d’innovare le forme di comunicazione dell’identità casertana. L’idea migliore sarà premiata da una giuria che potrà scegliere il progetto più convincente tra quelli presentati nella mattinata del 6 luglio e parteciperà alla presentazione di Caserta nell’ambito delle attività dell’iniziativa Destinazione Campania promossa da Rete Destinazione SUD che si terrà a Milano il prossimo autunno.
Saranno coinvolti, come “testimoni” durante le lezioni, aziende e i consorzi che lavorano sul territorio con produzioni site specific per consentire agli studenti un confronto concreto con la realtà produttiva e il mondo del lavoro, utile a capire su quale elemento della complessa eredità culturale di Terra di Lavoro oggi possa essere più vantaggioso lavorare e su quali strumenti di comunicazioni concentrarsi maggiormente.

“Il workshop – precisa Nadia Barrella- è un momento formativo che ha un duplice obiettivo. Mira ad aumentare la competenza dei nostri studenti e ad arricchire il loro sapere, anche in un’ottica di placement, per sviluppare la capacità di rapportarsi ai cambiamenti ed individuare nuove opportunità in un mercato del lavoro in cui nuove figure professionali emergono ed altre subiscono un rapido destino di obsolescenza ma è anche da leggersi in come attività di terza missione. Desideriamo rafforzare la capacità di lettura e di comunicazione del contesto di riferimento del nostro Dipartimento costruendo nuove connessioni tra sapere universitario e il sistema economico campano e consentire al territorio ed alle sue imprese di conoscere e dialogare con le risorse umane che formiamo e con i servizi che mettiamo a disposizione. Crediamo che, per reali prospettive di sviluppo e per serie politiche territoriali, il supporto di chi conosce e studia “l’armatura culturale” di un territorio e che sappia guardare al patrimonio culturale come matrice d’identità dei luoghi, sia una risorsa imprescindibile”.

 Modalità di partecipazione
Sono previsti 25 partecipanti ( 20 studenti laureandi o laureati in Discipline umanistiche e 5 in Discipline economiche).
Possono far domanda:
1) Laureati e laureandi triennali e/o magistrali in Conservazione dei bb.cc., Archeologia e Storia dell’arte, Lettere, Filologia Classica e Moderna
2) Laureati e laureandi triennali e magistrali in Economia aziendale, economia e commercio, Economia e management.
La partecipazione al workshop è gratuita, gli studenti saranno selezionati secondo i seguenti criteri:

Per i laureati (triennio o magistrale) max 20 punti così suddivisi:
1) Voto di Laurea (da 1 a 10 punti)
2) Anni di corso ( 4 punti per gli studenti che hanno concluso in corso)
3) Motivazione (valutata attraverso lettera di richiesta di adesione al progetto – da 1 a 6 punti )
Per i laureandi ( triennio e magistrale)
1) numero complessivo di crediti ottenuti ( da 1 a 5 punti)
2) media ponderata (da 1 a 5 punti)
3) anni di corso (4 punti per gli studenti in corso)
4) Motivazione (valutata attraverso lettera di adesione al progetto – da 1 a 6 punti).
A parità di punteggio avrà precedenza il candidato più giovane.
La frequenza del corso è obbligatoria. Eventuali assenze comporteranno l’esclusione dal workshop.
Gli studenti iscritti al Corso di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte che non hanno ancora effettuato il tirocinio possono chiedere, a seguito della partecipazione al workshop, il riconoscimento dei crediti come tirocinio interno.

Le domande di partecipazione vanno presentate a mano entro il 17 giugno ore 12,00 alla segreteria didattica del DILBEC – dott. Pasquale Galiero.

locandina

 

Europe is culture, l'Università Vanvitelli per la manifestazione internazionale dedicata ai giovani, al patrimonio culturale e l'arte contemporanea.

La manifestazione, che si terrà dal 28 aprile al 1 maggio a Caserta, in Piazza Carlo III e presso la Reggia, è organizzata dal Dipartimento di Scienze Politiche Jean Monnet insieme al Comune di Caserta, l'Ambrosetti-The European House, dal Dipartimento di Studi Europei Jean Monnet con sede a Locarno (struttura operativa della Fondazione croata Zaklada Europa) ed ha come obiettivo di avvicinare i giovani delle scuole al patrimonio culturale. A tal fine sarà realizzata una competizione tra studenti delle scuole medie superiori di tutta l’Italia per la presentazione di “prodotti artistici” nelle seguenti sezioni: musica, canto, teatro, danza, arti visive.
"Grazie anche alla presentazione di proposte progettuali su fondi europei, che consentiranno l’allargamento dei partecipanti provenienti da paesi europei e mediterranei, la manifestazione si sta sempre più configurando come un’attività di diplomazia culturale i cui protagonisti sono studenti compresi tra i 14 e i 20 anni - spiega Gian Maria Piccinelli, Direttore del Dipartimento -. Al fine di far fronte alle numerose richieste dei giovani studenti e rendere sostenibile il costo della loro partecipazione, si è progettata la creazione di una “Cittadella dei giovani” all’interno della quale poter ospitare gli studenti partecipanti. La cittadella conterrà una tendopoli attrezzata, organizzata insieme alla Protezione Civile- conclude il Direttore - che consentirà ai ragazzi di vivere appieno la manifestazione, in continuità con le attività che si svolgeranno nelle diverse arene sopra menzionate. 
Europe is culture si svolgerà a Caserta, nel contesto monumentale della Reggia vanvitelliana, con un format che vedrà l’organizzazione di tre distinti spazi o “arene” tra loro complementari:

Arena dell’Arte: sul palco in Piazza Carlo III, tutti i giovani tra i 14 e i 21 anni iscritti al concorso si esibiranno con le loro performance, espressioni di arte contemporanea, nelle sezioni teatro, musica, canto, danza e arti visive
Arena della Cultura (all’interno di un Cortile della Reggia di Caserta): i giovani parteciperanno a momenti di approfondimento, confrontandosi con esperti e testimonial, intervenendo in dibattiti e sperimentando percorsi tematici interattivi. Ogni giornata sarà dedicata ad un tema:
1. Il patrimonio culturale
2. La legalità e la cittadinanza
3. La salute e la dieta mediterranea.
Arena del Gusto (Piazza Carlo III): nell’Anno del Cibo Italiano, i prodotti regionali di eccellenza saranno alla base delle ricette tipiche proposte alla degustazione dei giovani partecipanti da parte degli Istituti scolastici della Provincia di Caserta.

Locandina
Programma dell'evento