Il post vacanza, si sa, è sempre un po’ duro da affrontare. Conciliare casa, famiglia e lavoro può risultare faticoso e dare luogo a sensazioni spiacevoli di ansia, disagio o disorientamento. Come ripartire con la carica giusta per affrontare il rientro?


A cura di Alessandro Lo Presti, docente di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni al Dipartimento di Psicologia dell'Università Vanvitelli

Affrontare questo tema significa innanzitutto riflettere attorno a tre aspetti diversi, ma complementari: vita, lavoro e sé stessi. Suggerire delle strategie per armonizzare vita e lavoro non può che fondarsi su di una sommaria analisi di tali ambiti, i quali pongono tutta una serie di istanze e offrono risorse e richieste con le quali fare i conti.

Ascoltarsi
Conciliare ambiti di vita e lavoro significa innanzitutto ascoltare sé stessi e interrogarsi su tutta una serie domande alle quali solo in parte si può rispondere individualmente, e che, auspicabilmente, dovrebbero vedere il coinvolgimento dei propri cari, nell’interesse dei propri obiettivi, personali e professionali nonché di quelli della famiglia e dei suoi membri (pensiamo alle esigenze dei nuclei familiari dual-earner, ovvero in cui entrambi i partner lavorano):
-    A cosa voglio dare priorità: lavoro o famiglia/vita?
-    Posso e/o voglio tenere vita e lavoro in compartimenti stagni o lasciare che si intreccino?
-    Quali sono le esigenze di carattere familiare irrinunciabili e alle quali devo dare massima priorità?
-    Su quali risorse familiari posso contare per organizzare al meglio i miei tempi di vita e lavoro?
-    Come si concilia tutto ciò con i miei obiettivi di carriera e con quelli del/la mio/a eventuale partner?
-    Quali strumenti e servizi di conciliazione offre la mia azienda e qual è la sua sensibilità a riguardo?

Riorganizzare i carichi di lavoro in famiglia
Per la maggior parte delle persone il versante familiare è quello a cui si dà più importanza: che si parli di lavori domestici o di cure parentali, il tempo e le responsabilità a esse connesse possono ricadere in maniera impari sui componenti della famiglia. Tuttavia, queste istanze possono essere differenziate sia in termini di sistema familiare che rispetto al particolare momento del ciclo di vita che sta vivendo il nucleo familiare:
decidere, d’accordo con il proprio partner, come affrontare i compiti fissi da svolgere, ad esempio, oppure coinvolgere i bambini nello stabilire alcune regole riguardanti la casa, come il riordino della propria stanza prima di andare a letto, possono essere sicuramente degli escamotage utili per far sì che ogni membro si senta coinvolto nel gruppo famiglia, e consentirebbe, allo stesso tempo, di alleggerire le mansioni del singolo, che ancora troppo spesso è la donna.

Chiedere aiuto in famiglia
Anche la famiglia può fornire risorse a supporto della conciliazione: è importante poter individuare nei propri cari un supporto, una valvola di sfogo alle comuni difficoltà quotidiane di carattere lavorativo e non.

Arricchimento, non conflitto
Qualche volta l’organizzazione delle incombenze familiari, le situazioni affrontate, le difficoltà anche di tipo ambientale che poi sono state risolte, possono portare a sviluppare nuove competenze ed esperienze che possono essere valorizzate in ambito lavorativo: ad esempio, le competenze sviluppate durante la ristrutturazione di casa potrebbero tornare utili per trattare coi fornitori a lavoro. E’ importante, dunque, che l’esigenza di conciliare non vada vista solo in un’ottica compensatoria, ovvero di ridurre il conflitto, ricordando le soluzioni scelte nelle esperienze pregresse che hanno portato a un arricchimento personale.

Valutare altre risorse
C’è un asilo comunale che può occuparsi dei bambini? E’ possibile chiedere aiuto ai nonni? Ci si può organizzare con altri genitori per le attività extra – scolastiche? A chi posso rivolgermi per un aiuto con un genitore anziano? Mai dimenticare le influenze della famiglia più ampia, dunque, in termini sia di risorse, che di istanze, e valutare attentamente la disponibilità di servizi messi a disposizione dallo Stato.

Fare squadra con i propri colleghi
L’ambito lavorativo viene solitamente messo al primo posto per assicurare continuità di reddito. Le strategie per migliorare l’attività lavorativa sono simili a quelle da adottare nell’ambito familiare, con una differenza: l’organizzazione in termini di ruoli, risorse ed istanze, è più complessa, e tutto avviene contemporaneamente, e non sempre sinergicamente, a più livelli: colleghi di lavoro, supervisore/capo-ufficio, organizzazione nel suo complesso. Facciamo degli esempi: si potrebbe godere del supporto dei propri colleghi per questioni inerenti la conciliazione (es. “ti copro io mentre fai quella telefonata urgente a casa”) per poi invece trovare un ostacolo nel proprio supervisore o nelle policy aziendali (es. “non concediamo permessi straordinari per le malattie dei figli”). Ovviamente tali dinamiche risentono delle normative a disposizione (es. Legge 53/2000) ma soprattutto della loro applicazione a livello organizzativo.
Fermo restando che tale applicazione, per ovvie ragioni, è solitamente più puntuale nel settore pubblico piuttosto che nel privato, una variabile spesso ignorata ma che risulta invece fondamentale è la cultura organizzativa della propria azienda, e in particolare quegli aspetti che riguardano appunto la conciliazione lavoro-famiglia. Da almeno due decenni ci si è resi conto che le aziende possono essere più o meno sensibili rispetto alle necessità di conciliazione dei propri dipendenti, e questo appunto si riflette non solo nell’applicazione puntuale delle leggi, ma anche nell’implementazione di iniziative e servizi aggiuntivi e spesso fondamentali (es. job sharing, asilo nido aziendale, voucher di formazione).

Famiglia e lavoro, ambiti distinti sì o no?
Veniamo infine all’ultimo aspetto, quello più importante, ovvero sé stessi. Questo perché quanto detto sinora viene a declinarsi differentemente (ad esempio in termini di effetti più o meno positivi o negativi) in funzione delle percezioni, delle aspettative e degli obiettivi individuali. La distinzione fondamentale, che a cascata si riflette su tutte le variabili sopracitate, è l’orientamento individuale alla conciliazione di lavoro e aspetti di vita personale: ovvero, possiamo distinguere tra coloro che tendono a “segregare” o “compartimentalizzare” i due ambiti, quindi tracciando una netta linea di demarcazione tra i due (es. “a lavoro non si parla di casa, e viceversa!”), e coloro i quali invece tendono a creare una commistione tra i due o comunque a lasciare che i confini tra questi siano più permeabili all’intrusione delle istanze reciproche.
La strada giusta non esiste aprioristicamente, ma dipende da tanti fattori: dal momento di vita dell’individuo,  quindi dal grado di salienza ovvero di importanza e di priorità che ognuno di noi dà alla famiglia piuttosto che al lavoro, dallo status  (per un single e/o per un giovane è più facile compartimentalizzare) dal tipo di lavoro svolto (un Dirigente con molte responsabilità tenderà meno a tenere gli ambiti separati), dalle dinamiche proprie della contemporaneità (l’aumento dei tempi di lavoro, la necessità di rendersi multitasking, la precarizzazione lavorativa), dall’essere uomo o donna (la forte diffusione, in alcuni contesti, di stereotipi di genere fa sì, ad esempio, che più facilmente la donna sia spinta a sacrificare l’ambito lavorativo a favore di quello familiare, lasciando ancora una volta al partner maschile il ruolo di breadwinner.)

Un’indagine nazionale volta ad identificare le conoscenze in merito alla salute riproduttiva e sessuale degli studenti universitari tramite la compilazione un questionario anonimo. 
Per la prevenzione e la cura delle patologie della sfera sessuale e riproduttiva, spesso sono sufficienti poche norme pertinenti lo stile di vita. Testare la conoscenza degli studenti universitari sui comportamenti a rischio diventa, dunque, un prerequisito essenziale per lavorare nell’ottica della prevenzione e la cura di patologie che influenzano negativamente la salute riproduttiva delle coppie, il tasso di natalità e i costi per il Sistema Sanitario Nazionale.


Sul sito https://www.abcriproduzione.it/ è possibile accedere ad un questionario anonimo immaginato per gli studenti universitari dal Centro Nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie del Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università di Roma “Sapienza".

Un primo passo per aiutare i giovani adulti ad una sessualità più sicura e consapevole e a preservare la loro salute riproduttiva.

Due Bollini rosa all’Azienda ospedaliera Policlinico dell’Università Vanvitelli. Un premio per l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili, con particolare attenzione alle esigenze delle donne, riconosciuto dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), da sempre impegnata sul fronte della promozione della medicina di genere, dal 2007 attribuisce alle strutture ospedaliere attente alla salute femminile.
Tre i criteri di valutazione con cui sono stati giudicati gli ospedali candidati: la presenza, all’interno delle aree specialistiche di maggior rilievo clinico ed epidemiologico, di servizi rivolti alla popolazione femminile, appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici, a garanzia di un approccio alla patologia in relazione alle esigenze della donna e offerta di prestazioni aggiuntive legate all’accoglienza in ospedale e alla presa in carico della paziente, come la telemedicina,  la mediazione culturale e il servizio di assistenza sociale.
Diverse le novità della nuova edizione del Bando: sono state introdotte due nuove specialità, la geriatria e la pediatria, è stata valutata anche la presenza di percorsi “ospedale-territorio” soprattutto nelle aree specialistiche che riguardano patologie croniche come cardiologia e diabetologia e, nell’ambito dell’accoglienza in ospedale, da quest’anno è stato dato rilievo anche alla presenza del servizio di Pet-Therapy rivolto ai pazienti ricoverati.
Sul sito www.bollinirosa.it dall’8 gennaio 2018 è possibile consultare le schede degli ospedali premiati, suddivise per regione, con l’elenco dei servizi valutati. Tramite un apposito spazio riservato agli utenti è possibile lasciare un commento sulla base dell’esperienza personale che viene poi condiviso da Onda con gli ospedali interessati.
Come per le precedenti edizioni, anche per il prossimo biennio, grazie a un accordo con Federfarma, le 17mila farmacie distribuite su tutto il territorio nazionale forniranno alla clientela femminile indicazioni per trovare l’ospedale a “misura di donna” più vicino.

La Clinica Oculistica dell'Università Vanvitelli entra nella Rete Europea di Riferimento per le malattie oculari rare con un nuovo reparto ad essi dedicate, un centro che a Napoli accoglie e cura pazienti con malattie rare fornendo un percorso diagnostico veloce grazie a tecnologie e sistemi all'avanguardia.

"Impegnarsi nella ricerca e cura di malattie rare è una scelta di valore - ha dichiarato il governatore De Luca - e oggi con l'inaugurazione di questo centro di eccellenza nella cura di patologie oculari si è aperta davvero una stagione interessante per la sanità nella nostra regione. Grazie a voi abbiamo un motivo in più per essere orgogliosi di Napoli e della Campania perché proprio sulle malattie rare si misura l'eccellenza dei servizi di un territorio".

Il centro rappresenta da anni un punto di riferimento nazionale nella cura delle malattie oculari rare. I pazienti provengono non solo dalla Campania e dal Sud Italia ma anche, in buona parte, dal Piemonte, dall'Emilia Romagna e dalla Lombardia. Fitta è l'attività di ricerca scientifica e diversi i trattamenti offerti dal centro, che si avvale di un gruppo di eccellenza coordinato da Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Professore ordinario e Direttore della clinica oculistica.

Tra le innovazioni tecnologiche sviluppate nel centro più all’avanguardia, c'è la diagnosi precoce di malattia e le nuove terapie in fase di sperimentazione per la retinite pigmentosa, la degenerazione maculare giovanile e la degenerazione maculare senile.

Il Cardinale Crescenzio Sepe dona all'Azienda Ospedaliera Universitaria "Vanvitelli" un'ambulanza per la Terapia Intensiva Neonatale.  Un’ambulanza di ultimissima generazione, frutto dell'asta di beneficenza tenuta dallo stesso Cardinale lo scorso anno e consegnata il 15 dicembre. Terapia Neonatale che si attesta oggi tra i più importanti presidi della rete dell'emergenza della Regione Campania.

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Il Punto Nascita del Policlinico Vanvitelli conta su un Pronto Soccorso Ostetrico, attivo h. 24, su un Reparto di Degenza di Ostetricia e Ginecologia, con 10 posti letto di Ricovero Ordinario e 4 posti letto di Ricovero Diurno, e su un Complesso Operatorio, costituito da due Sale Operatorie (una delle quali dedicata esclusivamente all’urgenza), due Sale Parto (una delle quali attrezzata con vasca per il Parto in Acqua) e due locali dedicati per la fase di Travaglio. A supporto delle attività di Ostetricia e Ginecologia sono inoltre attivi, all’interno della Struttura: un Reparto di Terapia Intensiva Neonatale, connesso con la Rete Emergenza-Urgenza Regionale e con il Sistema di Trasporto in Emergenza Neonatale (STEN) regionale;  il Nido Fisiologico e un Reparto di Chirurgia Pediatrica.
Il punto nascita rappresenta oggi una Struttura di qualità assistenziale, con un elevato comfort alberghiero, una alta qualità della dotazione tecnologica e di organico che consente alla struttura di rispondere pienamente  ai Requisiti Minimi di Legge, richiesti per i Punti Nascita di II livello.
Trattandosi di Struttura di nuova attivazione, sono state implementate fin dall’inizio delle attività procedure finalizzate al contenimento del numero di Parti Cesarei Primari. In particolare con l’ausilio dei docenti della branca di Ostetricia e Ginecologia, è in atto un percorso formativo continuo specifico, dedicato a tutto il personale afferente al punto nascita, che quotidianamente assiste l’utenza. Al momento del parto viene inoltre proposto alle pazienti la possibilità di partorire con la procedura di  Parto-Analgesia, ma anche quella del Parto in Acqua

Il risultati ottenuti sono i seguenti: nel periodo Luglio-Dicembre 2016, il rapporto parti cesarei primari/parti totali è stato pari al 25,6%. Nel primo trimestre 2017, il rapporto si è ulteriormente ridotto al 18,2%, nettamente al disotto degli standard minimi proposti dalla Regione Campania. Il risultato è particolarmente positivo, se si tiene presente che è annessa al Punto Nascita la Terapia Intensiva Neonatale, che rende conto della maggior complessità della casistica ostetrica e, quindi, di una possibile percentuale di parti cesarei primari più elevata.
Anche il numero di parti è da considerarsi pienamente soddisfacente, se si considera che, per soli 10 posti letto attivi, sono stati effettuati 607 parti nei primi 12 mesi, con una media di 60,7 parti/anno per posto letto. Tenendo altresì presente che i primi mesi di attività sono stati inevitabilmente costellati da qualche piccola difficoltà organizzativa, non è azzardato prevedere che, nel secondo anno di attività, i numeri prodotti saranno ulteriormente e sensibilmente migliori.

Misurazioni, valutazione antropometriche, visite e diete personalizzate. Anche l'Università Vanvitelli scende in piazza per l'Obesity Day, oggi 10 ottobre dalle 10.00 alle 17.00 in Piazza Dante con medici e specialisti del settore, per prevenire e contrastare uno dei fenomeni più dilaganti in Campania, soprattutto nei bambini.
“Da un’indagine statistica compiuta in base ai risultati pervenuti durante la Notte Bianca della Salute, si evince che su circa 400 persone di età superiore ai 18 anni, più della metà è fuori dal normopeso - afferma Marcellino Monda, docente di Fisiologia al Dipartimento di Medicina sperimentale alla Vanvitelli, e Direttore del servizio di Dietetica,  Medicina e Sport - . - Considerando i dati relativi agli  abitanti del centro storico di Napoli, il problema maggiore riguarda i maschi, di cui circa il 30% è in condizioni di normopeso, mentre il restante 68% è in eccesso ponderale. Diversa è invece la situazione delle donne per le quali le condizioni sono migliori, essendo più basso l’indice di obesità”, conclude il docente.
La campagna di sensibilizzazione è promossa dall’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica. In Campania oggi si contano 500.000 obesi, il 18% della popolazione, ben l'8% in più rispetto alla media nazionale, che si attesta sul 10%.

A cura di Katia Di Lorenzo, studentessa del Master in Giornalismo e Ufficio Stampa all'Università Vanvitelli

Come si fa ad onorare la tradizione campana della buona tavola delle festività natalizie senza danneggiare il peso corporeo, probabilmente già da tempo compromesso? Domanda che ci angustia, non facendoci assaporare appieno le delizie del Natale, e che ci induce a immaginare "scenari disastrosi" al cospetto della bilancia dopo l'Epifania. E invece no! Ci sono sono strategie di comportamento che salvano sia il gusto sia il peso; vale a dire: nella tradizione senza danno. Se pensiamo al cenone delle due vigilie, quella di Natale e quella di Capodanno, il pesce la fa da padrone. L'insalata di mare e quella di "rinforzo" (a base di cavolfiore e peperoni) sono poco caloriche se mangiate con pochissimo pane. Un piatto di spaghetti alle vongole con 70 gr. di pasta e 10 vongole rappresentano un equilibrato mix tra gusto e leggerezza. Per il secondo piatto, la porzione dipende dal tipo di pesce e dalla modalità di cottura: se al forno e pesce non grasso, 200 gr., se fritto e pesce grasso (capitone) 100 gr. Il tutto accompagnato da 2 bicchieri di vino bianco. La frutta, una porzione, ed un roccocò o una fettina di pastiera o di cassata posso suggellare il completamento di un cenone più che soddisfacente, senza mettere a repentaglio il peso corporeo. Ovviamente, nell'attesa del cenone, la colazione ed il pranzo della vigilie sono frugali: 100 ml di latte, una fettina di pizza di "scarole" (corrispondente ad un pacchetto di crackers).
La stessa impostazione vale per il pranzo di Natale e per quello di Capodanno, sostituendo i piatti a base di pesce con quelli di carne e, quindi, riducendo leggermente le porzioni. La cena di questi due giorni può essere tranquillamente saltata.
Nei giorni successivi, tra Natale e Capodanno, la strategia prevede pranzi molto leggeri (verdura 300 gr., carne o pesce 130 gr., pane 30 gr., frutta 150 gr.) e cene un bicchiere di latte ed 1 frutto, che pongono rimedio a trasgressioni dietetiche, difficilmente evitabili nelle festività natalizie, così lunghe e così ricche.
E se dsiderate un consulto specializzato, il Reparto di Dietetica e Medicina dello Sport del Policlinico dell'Università "Vanvitelli" è a disposizione di tutti, per porre rimedio ai danni di una scorretta alimentazione e per arginare l'epidemia di obesità, che affligge il mondo industrializzato. Se è vero che "non si ingrassa tra Natale e Capodanno, ma tra Capodanno e Natale", è innegabile che "tra Natale e Capodanno si può aggiunge peso su peso".
Tanti Auguri per un Natale con gusto e senza danno!

Marcellino Monda, docente di Fisiologia all'Università Vanvitelli e Direttore dell'UOC di Dietetica e Medicina dello Sport

Grande successo per la notte bianca della salute, iniziativa promossa ed organizzata dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli, due anni dopo in versione “by night”. Più di un centinaio di persone hanno infatti affollato una piazza Miraglia adornata a festa per l’occasione: palloni bianchi e giochi di luce hanno fatto da sfondo alla serata, regalando un’atmosfera unica e di grande raccoglimento.

Ben sei i percorsi clinici organizzati e 33 gli stand disposti sull’intero perimetro della piazza: dal benessere donna a nascere e crescere nel centro storico, dalla prevenzione dell’obesità infantile e dell’adulto a quella delle malattie cardiovascolari, dei rischi da abuso di alcol, della sterilità maschile e femminile e anche della cecità. Così medici, specializzandi ed infermieri sono scesi in piazza pronti ad accogliere, sensibilizzare ed indirizzare pazienti e famiglie sul tema della prevenzione e sui percorsi di consulto e controllo, il tutto in maniera gratuita. Oltre a quelli medici, presenti in piazza stand enogastronomici in chiave “street food”, un’area per i più piccoli con spettacoli circensi di artisti di strada, ed un palco dove si sono esibiti il pianista napoletano Vincenzo Danise e Gigi Finizio. Grande afflusso anche per il dialogo sul corpo e lo spirito tra Enzo Avitabile e don Tonino Palmese, simposio filosofico, moderato da Paola Villani, che ha aperto la serata. A concludere l’evento, l’esibizione voce e chitarra acustica di Maria Nazionale, che si è svolta nel magico scenario del Chiostro di Sant’Andrea delle Dame.


A cura di Katia Di Lorenzo, studentessa del Master in Giornalismo ed Ufficio Stampa

 

Il Centro della Vanvitelli attivo con terapie innovative: dall’infusione di Levodopa alla stimolazione cerebrale profonda.
Incontri tra pazienti, caregivers, neurologi. Per la Giornata Nazionale Parkinson, si terrà sabato 25 novembre, dalle ore 9.30, un evento dal titolo "Parkinson: Idee per conoscere" dalle 9.30 alle 13.30  nella sala del Capitolo del Convento San Domenico Maggiore, in Vico San Domenico, 18. La giornata, organizzata dal Centro Parkinson della Prima Clinica Neurologica dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli in collaborazione con l’Ambulatorio Parkinson AORN Cardarelli e con l'Associazione Parkinson Parthenope, prevede una serie di incontri tra pazienti e tutte le figure sanitarie coinvolte nella gestione della malattia. Si affronteranno tutti gli argomenti relativi alla malattia, dalla ricerca sulle nuove terapie, alla riabilitazione. Seguirà l'esibizione di un coro Gospel.

Sono tante le iniziative messe in campo in occasione della Giornata nazionale dedicata alla malattia, promossa da Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus e Accademia LIMPE-DISMOV. L'appuntamento, giunto alla sua nona edizione, ha l'obiettivo di sensibilizzare ed educare la popolazione e non solo. Partono due importanti iniziative: l’avvio del primo studio italiano multicentrico osservazionale per la valutazione dei fattori di rischio e dei fattori protettivi della malattia di Parkinson e un concorso per premiare le idee di volontariato “Il tuo progetto per combattere il Parkinson”.

Il concorso, realizzato grazie al contributo di Charming Italian Chef e della Federazione Italiana Cuochi, invita le Associazioni, pazienti e il mondo del volontariato a elaborare e presentare progetti finalizzati al miglioramento della qualità della vita delle persone con malattia di Parkinson. Tutti i dettagli del concorso sono disponibili su www.giornataparkinson.it.

Il Centro Parkinson dell’Ateneo Vanvitelli porta avanti ormai da anni due tecniche terapeutiche innovative, in grado di migliorare la qualità di vita del paziente: l’infusione intestinale di levodopa, farmaco cardine nella terapia del Parkinson, che viene somministrata continuamente e direttamente nell’intestino dall’esterno, azionando una piccola pompa che il paziente porta a tracolla; la Stimolazione cerebrale profonda (DBS), praticata in collaborazione con l’equipe di Paolo Cappabianca, neurochirurgo dell’Università “Federico II”, che attraverso il posizionamento di due elettrodi in strutture nervose situate profondamente nel cervello e deputate al controllo dei movimenti, consente di modularne il funzionamento. Nel corso degli ultimi anni il Centro Parkinson, coordinato da Alessandro Tessitore, ha intensamente sviluppato queste due tecniche con ottimi risultati.
“Quando la selezione del paziente è accurata – spiega il professor Alessandro Tessitore -  queste terapie garantiscono una stimolazione continua e una risposta terapeutica costante, in grado di contrastare i sintomi invalidanti di questa fase della malattia”.

Il mal di schiena colpisce gran parte della popolazione ed è un problema spesso trascurato e sottovalutato. Molte patologie sono responsabili di questo sintomo che può influire sulle attività della vita quotidiana in differenti modi: da un semplice fastidio a un dolore più intenso che nei casi più gravi può costringerci a limitare le attività della vita quotidiana.
In Italia il mal di schiena è la prima causa di assenteismo dal lavoro (seguita dal mal di testa) e la seconda di invalidità permanente. Tutti almeno una volta nella vita hanno sofferto di mal di schiena che solitamente si risolve in pochi giorni, anche se purtroppo nella maggior parte dei casi il dolore si ripresenterà.
Paradossalmente nonostante l’estate sia sinonimo di vacanze e riposo, si possono verificare una serie di situazioni che riacutizzano o peggiorano il dolore.

Capita spesso durante il viaggio di assumere posture scorrette a causa delle lunghe tratte da percorrere in auto o in aereo, delle ore trascorse su sdraio e lettini e delle calzature che, pur sembrando più comode (come le ciabatte infradito), in realtà non danno il giusto supporto ai piedi e alla schiena. E se poi ci aggiungiamo lo stress del cambio del letto e del sollevamento di valigie, l’esposizione ad aria condizionata e un’attività fisica più intensa rispetto a quella sedentaria a cui il nostro corpo è abituato, la comparsa o la riacutizzazione del mal di schiena è assicurata.
Molte di queste situazioni si possono evitare mettendo in pratica dei semplici accorgimenti: se ti appresti ad esempio a compiere un lungo viaggio in auto regola il sedile in modo da avere schiena e testa ben poggiate; in caso di una lunga traversata in aereo, porta con te un cuscino da viaggio e alzati ogni mezz’ora per fare due passi. Non dimenticare di riposare bene, ovviamente non puoi portare con te il tuo letto ma cerca almeno di trovare una posizione idonea per mantenere in asse la colonna vertebrale.

Ma quali sono gli esercizi da fare in vacanza per prenderci cura della nostra schiena? Se vai al mare ricorda, durante un bagno rinfrescante, di prediligere il nuoto stile dorso per ottenere un rinforzo dei muscoli della schiena che ti permetterà di migliorare la postura e ridurre il dolore. Allo stesso scopo questi due esercizi possono essere molto utili e facili da eseguire anche in spiaggia: posizionati sul telo partendo dalla posizione prona e solleva alternativamente una gamba e poi l’altra per rinforzare i muscoli lombari, mentre dalla stessa posizione di partenza solleva il più possibile il tronco per agire sui muscoli estensori della colonna. Anche il rinforzo dei muscoli addominali è fondamentale per il miglioramento della postura. Possiamo consigliare il seguente esercizio: dalla posizione supina con le ginocchia flesse, i piedi appoggiati al suolo e le braccia distese lungo i fianchi, solleva la testa mantenendo la posizione per almeno 3 secondi. Eseguire 3 serie da 3 ripetizioni di questi esercizi durante la vacanza, rappresenta un valido programma di allenamento facile per la spiaggia.

Anche una semplice passeggiata sul bagnasciuga ti permetterà di ottenere numerosi benefici sulla microcircolazione delle gambe oltre alla nota azione curativa del clima marino che è base della talassoterapia.  Se hai un mal di schiena che persiste da più tempo è verosimile che alla base del dolore ci sia un processo infiammatorio. La talassoterapia comprende una serie molto variegata di trattamenti in grado di agire sullo stress e sull’infiammazione. Una delle possibili applicazioni talassoterapeutiche è la balneoterapia, effettuata con acqua di mare a temperatura compresa tra 35 e 40 gradi circa, che produce benefici sia sul sistema cardiocircolatorio che sul distretto osteoarticolare.

A cura di Francesca Gimigliano, docente di Medicina Fisica e riabilitativa all'Aou Vanvitelli

Microalghe e piante terrestri contro il melanoma. Ha dato risultati positivi la sperimentazione contro il melanoma di un vaccino derivato da prodotti naturali presenti in microalghe e in piante terrestri. Il prodotto, messo a punto da un team di ricerca del quale fa parte l’Università Vanvitelli insieme all’Icb-Cnr e all’Università di Genova, agisce stimolando il sistema immunitario a controllare la proliferazione delle cellule tumorali e degli agenti patogeni. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Report.

Il Dipartimento di Clinica interna e sperimentale dell’Università Vanvitelli, infatti, con l’Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Icb-Cnr) e con il Centro di eccellenza per le ricerche biomediche dell’Università di Genova e il dipartimento di Clinica interna e sperimentale dell’Università della Campania, ha identificato un nuovo componente vegetale per la preparazione di vaccini e dimostrato la sua efficacia contro un modello sperimentale di melanoma. Il composto, denominato Sulfavant, deriva da prodotti naturali presenti in microalghe marine e in piante terrestri e agisce stimolando le cellule dendritiche, prima linea di difesa del sistema immunitario e responsabili del riconoscimento di agenti pericolosi per l’organismo. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature. Il nuovo composto è stato brevettato e l’Istituto del Cnr ne sta progettando lo sviluppo attraverso un accordo con la società spin-off bioSEArch, nata dalla collaborazione con la Stazione Zoologica ‘A. Dohrn’.

"In questo lavoro descriviamo una nuova serie di sostanze, estratte da organismi marini, in grado di potenziare le risposte immunitarie verso i tumori – spiega Raffaele De Palma, docente di Immunologia Clinica ed Allergologia dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli -  La disponibilità di queste sostanze apre la strada per l'esplorazione di nuovi approcci per la modulazione del sistema immune in varie patologie come quelle neoplastiche e quelle infiammatorie croniche, in cui il Sistema Immunitario svolge un ruolo determinante".

“La stimolazione delle cellule dendritiche che caratterizza il Sulfavant, determinando il potenziamento della difesa naturale dell'organismo, rende il composto utilizzabile per lo sviluppo di trattamenti preventivi o terapeutici in varie malattie - spiega Angelo Fontana dell’Icb-Cnr - L’origine naturale della molecola e l’assenza di tossicità rilevata dai primi studi ci rende fiduciosi che possa essere utilizzato nella preparazione di vaccini”.
I composti che svolgono questa azione di potenziamento della risposta immunitaria evocata dagli antigeni sono chiamati adiuvanti e sono necessari per la preparazione dei vaccini di ultima generazione, inclusi quelli in fase di studio per aumentare la risposta immunologica contro i tumori.

“Questa forma di trattamento, che rientra nelle cosiddette immunoterapie, è un nuovo e promettente approccio alla lotta ai tumori e il suo successo è legato all’efficacia con cui le sostanze adiuvanti sono in grado di stimolare la fisiologica capacità dell'organismo di eliminare le cellule con mutazioni cancerogene e di tenere sotto controllo o bloccare sul nascere la formazione di nuovi tumori”, conclude Fontana“. A rendere particolarmente interessante il risultato ottenuto con Sulfavant sono le caratteristiche farmaceutiche del nuovo composto e il fatto che è risultato efficace nel trattamento di modelli sperimentali di neoplasie aggressive, come il melanoma. Prossimo obiettivo dello studio è la validazione dell’attività in altri modelli sperimentali, compreso quelli infettivi, e l’identificazione del bersaglio cellulare che, stimolato da Sulfavant, determina l'attivazione delle cellule dendritiche”.

Premio SIE alla carriera 2017 per Katherine Esposito, docente di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell'Università Vanvitelli.
La Società Italiana di Endocrinologia (SIE) ha conferito il premio alla carriera a Katherine Esposito nel contesto del 39° Congresso Nazionale tenutosi a Roma dal 21 al 24 giugno 2017.
Il premio SIE alla carriera è stato conseguito sulla base dell’eccellenza scientifica testimoniata dal contributo sostanziale della ocente al progresso delle scienze endocrinologiche (endocrinologia, andrologia, metabolismo) in campo nazionale ed internazionale.