Swim for Parkinson, anche una paziente della Vanvitelli tra i partecipanti

 

"Esattamente nove anni fa il mio braccio sinistro tremava, 9 anni fa la paura per il mio futuro si insinuava nella mia vita. Già mi vedevo sulla sedia a rotelle, lo sguardo inebetito e la bava alla bocca". A raccontare la sua storia è Marina Agrillo, paziente ammalata di Parkinson, seguita dall'equipe del Centro Parkinson della Vanvitelli insieme al Centro Parkinson del Cardarelli, che lunedì 29 luglio parteciperà alla Swim for Parkinson, la traversata a nuoto dello Stretto di Messina da Capo Peloro a Cannitello, sotto la supervisione dei medici dell'Ateneo.  Scopo dell'iniziativa è sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di questa malattia così diffusa ma ancora poco conosciuta e di lanciare un messaggio positivo a tutti coloro che vivono la malattia di Parkinson in modo invalidante. 

"La malattia di Parkinson è la seconda più comune malattia neurodegenerativa - spiega Alessandro Tessitore docente di Neurologia, coordinatore del Centro Parkinson alla Vanvitelli e membro del Comitato tecnico scientifico della Fondazione Limpe per il Parkinson ONLUS - ed è la forma più frequente di malattia del movimento". Combattere la malattia anche attraverso lo sport, dunque, nel rispetto dell'approccio terapeutico più corretto.  "Terapia farmacologica, supporto psicologico due dei pilastri alla base dell'approccio terapeutico, a cui si aggiunge un terzo pilastro altrettanto fondamentale: l'attività fisica, che riesce a contenere gli stessi sintomi motori della malattia, determinando un notevole miglioramento della qualità di vita."

Marina rappresenterà l'Associazione Parkinson Parthenope, organizzazione di volontariato napoletana di pazienti molto attiva in Campania. Dopo nove anni, grazie alla sua determinazione ed al supporto medico scientifico del team della Vanvitelli e Cardarelli, attraverserà a nuoto lo stretto di Messina insieme ad altri 7 ammalati di Parkinson. "In quei 3600 metri non nuoterò solo per raggiungere la Calabria, ma lo farò soprattutto per convincermi che, se in tutto quello che faccio, oltre alla mente metto anche il cuore, allora anche il mio corpo risponderà con energia. Nove anni fa pensavo che la mia vita fosse finita. Oggi invece posso dire che non mi sono mai sentita più viva di così e spero di farlo capire a tutti gli ammalati di Parkinson come me".
La manifestazione è organizzata e sostenuta dalla Fondazione LIMPE e da Aquilone ONLUS di Messina.