Cannabis sì, cannabis no. Nuovi studi sull’epilessia per i pazienti resistenti ai farmaci si interrogano sull’utilizzo del cannabidiolo nella cura della malattia.
Questi ed altri aspetti saranno affrontati in un convegno sull’epilessia per approfondire il tema. L'appuntamento è per venerdì 12 aprile alle ore 8.30 presso il Renaissance Naples Hotel Mediterraneo. Una giornata di formazione per discutere di una tra le patologie neurologiche più frequenti, che interessa 1 persona su 100, con 6 milioni di pazienti epilettici in fase attiva in Europa (cioè con crisi persistenti e/o tuttora in trattamento) e circa 500.000 pazienti in Italia.
Due le sindromi più difficili da curare, quella di Lennox-Gastaut e quella di Dravet, che hanno un rapporto di mortalità precoce più alto di altri tipi di epilessia e non rispondono a molte delle medicine disponibili. E proprio a proposito di queste forme epilettiche saranno discussi nuovi approcci terapeutici, prendendo spunto da tre grandi studi clinici presi in considerazione dall’agenzia internazionale del farmaco in cui i ricercatori hanno presentato prove valide sull’efficacia del cannabidiolo (CBD)
La domanda è se i nuovi medicinali disponibili contenenti la nuova sostanza possano in alcuni casi risolvere o ridurre il problema della farmacoresistenza, ovvero il fallimento della terapia, che interessa il 30%-40% dei pazienti con epilessia.
Ma anche altri saranno i temi trattati. In particolare, il rapporto territoriale che si viene a creare tra il neurologo del territorio e il centro per la diagnosi e cura dell’epilessia nella gestione a lungo termine di pazienti complessi, o per quali è richiesto uno studio più mirato ed approfondito.
“Cruciale diventa il ruolo del Neurologo generale che come spesso accade è il primo specialista coinvolto nella gestione anche a posteriori di un primo evento critico a verosimile genesi epilettica – spiega Alfonso Giordano, Neurologo all’Università vanvitelli –. Egli deve necessariamente avviare un corretto iter diagnostico differenziale tra l’epilessia ed altri “imitators” clinici e deve inoltre essere capace di instaurare una corretta terapia antiepilettica tenendo conto delle recenti molecole disponibili dotate di maggiore maneggevolezza e tollerabilità rispetto ai farmaci antiepilettici di prima generazione”.
L’epilessia colpisce tutte le età della vita con picchi maggiori d’incidenza nei bambini e negli anziani e clinicamente si manifesta con la ripetizione di sintomi e segni molto variabili, le cosiddette crisi epilettiche.
Il corretto inquadramento clinico e la gestione della terapia farmacologica a lungo termine risultano fondamentali per migliorare la prognosi del paziente affetto da epilessia e per prevenire le complicanze legate al mancato controllo delle crisi.
“In questo focus group – continua l’esperto – la prima sessione verrà dedicata agli aspetti clinici nell’ambito della diagnosi differenziale con altri eventi critici non epilettici, e alle recenti acquisizioni in tema di diagnosi e terapia delle epilessie generalizzate e focali. Nella seconda sessione prenderemo in considerazione gli aspetti terapeutici con uno sguardo ai recenti avanzamenti in termini di molecole antiepilettiche ivi compresi i cannabinoidi disponibili nell’ottica di ridurre l’annoso problema della farmacoresistenza. Il corso terminerà infine con un’ultima sessione di casi clinici in cui guideremo l’anamnesi e il processo diagnostico e terapeutico.