Napoli, al via una nuova alleanza tra Seconda  Università di Napoli e GSK per la ricerca del futuro

-    L’iniziativa Discovery Partnerships with Academia (DPAc) di GSK diventa un nuovo motore per lo sviluppo della ricerca medica nel capoluogo campano.
-    Dalle intuizioni dei ricercatori napoletani la traccia per lo sviluppo dei farmaci del futuro, che potranno essere sviluppati in costante rapporto con gli scienziati dell’azienda farmaceutica, prima in Italia per presenza industriale.
-    Dopo il primo incontro pubblico di oggi, a novembre la “chiamata” per i ricercatori più innovativi.

L’innovazione nasce dalle idee. Potrebbe essere questo il motto dell’accordo che vede “alleate” per la ricerca la Seconda Università di Napoli e GSK, il principale gruppo farmaceutico in Italia per presenza industriale e numero di occupati. L’iniziativa, presentata l'8 luglio, rappresenta il calcio d’inizio di una collaborazione che si annuncia fruttuosa e che potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci sulla base dell’intuizione dei ricercatori partenopei e si inserisce nell’ambito del percorso di condivisione che GSK porta avanti con le università, i centri ospedalieri e le charities di tutto il mondo per lo sviluppo di una ricerca collaborativa che si pone come modello ottimale per lo sviluppo rapido di nuovi principi attivi e per lo studio di meccanismi d’azione originali.

“La parternship tra Università e ricerca in campo farmacologico – dice Giuseppe Paolisso, Rettore della Seconda Università - rappresenta un’utile opportunità per i nostri ricercatori e per consentire lo sviluppo di nuovi farmaci, che al li da di quelli che possono i naturali interessi di una grande azienda come GSK, possono rappresentare la soluzione di importanti problemi di salute per tanti pazienti . L’alleanza tra Università e Azienda  rappresenta il futuro delle università ed il presente delle Aziende nell’ambito dl progresso del Sistema Italia”.
 
GSK oggi in Italia fattura 1,6 miliardi di euro: è presente nel nostro Paese a Siena del 1904 e a Verona dal 1932 ed ha tre siti produttivi oltre ad un centro ricerche per i vaccini a Siena che dà lavoro a quasi 600 scienziati.

GSK è inoltre impegnata in numerose attività di ricerca collaborativa con il mondo universitario e i principali centri di ricerca pubblici e privati.
Il Discovery Partnership with Academia (DPAc) (http://www.dpac.gsk.com) rientra in questa tipologia di ricerca collaborativa ed è un programma internazionale di GSK per la scoperta precoce di farmaci lanciato nel 2010 con l’obiettivo di integrare in maniera ottimale la creatività, la profonda conoscenza delle basi biologiche delle malattie e la capacità scientifica dell’università con le risorse e l’esperienza dell’industria farmaceutica nello sviluppo dei medicinali, in modo da ottimizzare il passaggio dalla ricerca alla disponibilità dei nuovi farmaci per i pazienti.

“Abbiamo scelto di puntare sulla “Open Innovation”: le grandi sfide possono essere vinte condividendo informazioni e competenze con l’accademia, gli ospedali più avanzati, le charities e per questo oggi GSK sostiene in Italia circa 25 studi condotti in 400 centri pubblici universitari e non, oltre a 180 studi clinici che ci vedono collaborare direttamente con più di 1600 centri nel nostro Paese  – afferma Massimilano Di Domenico, Direttore Affari Istituzionali e Comunicazione di GSK. La dimostrazione pratica di questo approccio viene dalla messa a punto della prima terapia genica al mondo per l’Ada-Scid (una rara malattia infantile che rende i bambini estremamente sensibili anche alle infezioni più banali, tanto da costringerli a vivere in una bolla) che nei giorni scorsi è stata autorizzata in Europa e in Italia e che nasce dalla collaborazione tra Fondazione Telethon, Ospedale San Raffaele di Milano e GSK”.
La sfida per la ricerca è lanciata: chissà che proprio dall’Università di Napoli non nascano i semi di una nuova speranza per vincere altre malattie e aiutare tante persone in cerca di una cura per la loro patologia.

Un robottino interattivo contro l’obesità nei bambini. Un gioco, progettato da tre docenti con un gruppo di studenti della SUN, che si propone di aiutare il bambino sovrappeso a riconoscere i propri stimoli attraverso il meccanismo dell’identificazione.

Il gioco interattivo è un robot, chiamato You, con il quale il bambino si relaziona quotidianamente. Attraverso una app il bambino nutre You selezionando le quantità e la tipologia degli alimenti che egli stesso ha assunto. You reagisce alle informazioni ricevute attraverso segnali luminosi, espressioni del viso o frasi relative alle proprie sensazioni: “ho mangiato tanto”, “mi sento gonfio”, “basta stare fermo, ho voglia di muovermi”!

Ottimizzare l’uso dell’energia con un semplice smartphone o con un tablet, aumentando l’autoconsumo, attraverso la collaborazione tra vicini di casa.

Da Costanza (Germania) alla provincia di Caserta per un progetto pilota alternative sulla Smart Energy. La Seconda Università degli Studi di Napoli partecipa al Progetto CoSSMic finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito della Call SMART-CITIES del Settimo Programma Quadro per l'Information and Communication Technology.

Il progetto intende sviluppare un sistema ICT innovativo ed autonomico per coordinare ed ottimizzare l’utilizzo, l’immagazzinamento e lo scambio di energia solare nei vicinati.

L’auto del futuro ridisegnata nelle aule dell’Università. Gli studenti della Sun e dell’Ateneo di Cassino, con Fiat Chrysler Automobiles progettano la vettura del prossimo decennio, con nuove tecnologie mirate a migliorare sempre più il rapporto tra il mezzo e il suo conducente.

La visione del mondo dell’auto da parte dei giovani studenti, i cosiddetti “millennials”, è al centro del progetto “Fca Innovation Award for university students”, coordinato da Start Up Lab, il laboratorio per l’imprenditorialità e l’innovazione del Dipartimento di Economia della Sun, con un originale contest rivolto agli studenti di Economia e Management della Seconda Università di Napoli e l’Università di Cassino, lanciato in collaborazione con Fiat Chrysler Automobiles.

Sono quattro gli studenti premiati che hanno vinto uno stage di sei mesi presso uno stabilimento FCA e sono: Natalia Barna (Unicas), Andrea Bisceglia (Sun), Sabrina Cirillo (Unicas) e Fracesco Di Ninno (Sun).

Oltre 500 i partecipanti “Millenials”, ovvero i giovani nati tra la fine dello scorso secolo e l’inizio del nuovo millennio, sono stati chiamati a ridisegnare l’auto del futuro, a ideare nuovi modi di pensare alle vetture e immaginare gli scenari del mercato automotive del 2030.

L’open innovation contest “Millennials and cars: the future of the car and the car of the future” è nato per raccogliere in modo diretto e immediato le idee, i pareri e i contributi sulle auto da parte di chi si affaccia ora sul mondo dell’università e del lavoro e ha una forte familiarità con la comunicazione, i social network e le tecnologie digitali.
“Il progetto – spiega Sorrentino - nasce a seguito di una mia docenza al Mba Fiat Chrysler nel quale è stato trattato, tra l’altro, il tema dell’open innovation e di come i processi di innovazione aperta siano in modo crescente utilizzati dalle imprese di grande dimensione. A seguito dell’interesse che si è generato, ho proposto il progetto “Innovation Award Millennials”.

Progetto FCA INNOVATION AWARD MILLENNIALS

Energia pulita con il calcolo scientifico. Questo l'obiettivo del progetto europeo Energy oriented Centre of Excellence – EoCoE, con il quale si studiano i risvolti pratici delle potenzialità offerte dai supercomputer per promuovere e accelerare l'utilizzo affidabile di energia a bassa emissione di inquinanti in Europa. Al progetto partecipa il Dipartimento di Matematica e Fisica della Sun. nell'ambito delle attività di Matematica Applicata e Calcolo Scientifico ad Alte Prestazioni per le applicazioni del settore energetico.

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