Sono i gas, e non il magma, la causa del sollevamento del suolo ai Campi Flegrei. Una ricerca di un team di geochimici italiani, coordinato dalla Seconda Università degli Studi di Napoli, sovverte gli studi effettuati fino ad oggi sulle cause del bradisismo che ha portato, negli ultimi nove anni, ad un sollevamento del suolo di ben 38 cm, dimostrando come esso sia dovuto ai gas profondi, e non ad un accumulo di magma. Questo lavoro è stato recentemente presentato alla conferenza mondiale “Goldschmidt” a Yokohama (Giappone), il 30 giugno 2016”.
I Campi Flegrei, siti dall’altro lato della Baia di Napoli e dal celebre Vesuvio, sono uno dei più pericolosi vulcani della Terra. In passato sono stati capaci di generare un’eruzione con indice di esplosività (VEI) pari a 7, quindi maggiore della famosa eruzione del Krakatoa del 1883. Tuttavia, questo fu 40.000 anni orsono. L’ultima eruzione, VEI 2, si ebbe nel 1538 DC.
“Tutti accettano l’evidenza geochimica che l’attività corrente ha cause diverse da quelle del 1982-84 – ha commentato il coordinatore della ricerca, Roberto Moretti della Seconda Università degli Studi di Napoli -  Molti geochimici stanno recentemente mostrando che il sollevamento del 1982-84 fu causato da attività idrotermale e che la attività corrente è causata dal magma, ma noi pensiamo che sia esattamente l’opposto. Abbiamo controllato i dati geochimici presi da più di 30 anni e la nostra interpretazione – basta sui gas rilasciati e altri segnali fisici- sembra essere consistente con una attività attuale di tipo idrotermale, benché supportata da gas magmatici profondi, piuttosto che dovuta alla migrazione di magma o suo accumulo con crescita di una relativamente poco profonda (a 3-4 km) camera magmatica. Crediamo invece che quest’ultima dinamica magmatica abbia caratterizzato l’episodio del 1982-84”.

A causa della instabilità geologica dell’area, il suolo in alcuni siti di questo campo vulcanico può salire e scendere anche di parecchi metri nell’arco di pochi anni. Questo fenomeno è noto come Bradisismo. Negli ultimi anni, il suolo ha cominciato a risollevarsi, fino a raggiungere, dal 2005 ad oggi, 38 cm di sollevamento. Molti sono preoccupati che questo nuovo fenomeno possa presagire una nuova eruzione.
 “Queste potrebbero essere buone notizie solo apparentemente, almeno per ora – spiega ancora Moretti - Un’attività in cui il magma si muove verso l’alto tende ad essere associata infatti con un aumento della probabilità di eruzione. Tuttavia,il passaggio da attività idrotermale ad attività magmatica può avere luogo in qualsiasi momento, perciò non stiamo assolutamente dicendo che tutto “va bene” sotto i Campi Flegrei. I campi Flegrei sono pur sempre un sistema molto “volubile”. Ciò dimostra la difficoltà nell’interpretare i dati, pure se provenienti da una delle aree vulcaniche meglio studiate al mondo. Riconciliare tutti i dati è un obiettivo principale, malgrado i nostri sforzi. Il pervenire ad unica e coerente interpretazione richiederebbe probabilmente l’accesso “diretto” alle informazioni geochimiche, geofisiche e geologiche del sottosuolo delle aree di interesse. Tuttavia, si dibatte molto dell’opportunità di eseguire perforazioni profonde in un area così “volubile” per ovvie ragioni di sicurezza”.
L’ultimo serio episodio di cosiddetto “unrest” nell’area si ebbe nel 1982-84, periodo nel quale il suolo registrò un sollevamento di 1,8 m. Molti scienziati pensano che il movimento in tale periodo fosse causato da un’attività mista magmatico-idrotermale. D’altro canto, attualmente, vi è un consenso che l’attività recente sia causata da magma in movimento, che si accumula sotto i Campi Flegrei, cosa che condurrebbe ad un alto rischio eruttivo. Ora, un gruppo di geochimici della Seconda Università di Napoli e dell’Osservatorio Vesuviano, pensano che il consenso si sia consolidato esattamente nella maniera opposta a quanto dovrebbe essere.
 “Interpretare le cause del sollevamento del suolo di vulcani non quiescenti è ancora un annoso problema per i vulcanologi –conclude Jon Blundy, dell’Università di Bristol -  Sia gas caldi (vapore) che magma sono cause possibili, ma con implicazioni piuttosto diverse per la futura attività eruttiva. Moretti e co-autori mostrano ragioni convincenti per il ruolo dei gas, piuttosto del magma, come causa dell’ultimo episodio di sollevamento ai Campi Flegrei. Il loro metodo potrebbe anche essere adottato ad altri vulcani dove si ha evidenza di sollevamento del suolo.
Fonte: eurekalert.org

Energia pulita con il calcolo scientifico. Questo l'obiettivo del progetto europeo Energy oriented Centre of Excellence – EoCoE, con il quale si studiano i risvolti pratici delle potenzialità offerte dai supercomputer per promuovere e accelerare l'utilizzo affidabile di energia a bassa emissione di inquinanti in Europa. Al progetto partecipa il Dipartimento di Matematica e Fisica della Sun. nell'ambito delle attività di Matematica Applicata e Calcolo Scientifico ad Alte Prestazioni per le applicazioni del settore energetico.

Napoli, al via una nuova alleanza tra Seconda  Università di Napoli e GSK per la ricerca del futuro

-    L’iniziativa Discovery Partnerships with Academia (DPAc) di GSK diventa un nuovo motore per lo sviluppo della ricerca medica nel capoluogo campano.
-    Dalle intuizioni dei ricercatori napoletani la traccia per lo sviluppo dei farmaci del futuro, che potranno essere sviluppati in costante rapporto con gli scienziati dell’azienda farmaceutica, prima in Italia per presenza industriale.
-    Dopo il primo incontro pubblico di oggi, a novembre la “chiamata” per i ricercatori più innovativi.

L’innovazione nasce dalle idee. Potrebbe essere questo il motto dell’accordo che vede “alleate” per la ricerca la Seconda Università di Napoli e GSK, il principale gruppo farmaceutico in Italia per presenza industriale e numero di occupati. L’iniziativa, presentata l'8 luglio, rappresenta il calcio d’inizio di una collaborazione che si annuncia fruttuosa e che potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci sulla base dell’intuizione dei ricercatori partenopei e si inserisce nell’ambito del percorso di condivisione che GSK porta avanti con le università, i centri ospedalieri e le charities di tutto il mondo per lo sviluppo di una ricerca collaborativa che si pone come modello ottimale per lo sviluppo rapido di nuovi principi attivi e per lo studio di meccanismi d’azione originali.

“La parternship tra Università e ricerca in campo farmacologico – dice Giuseppe Paolisso, Rettore della Seconda Università - rappresenta un’utile opportunità per i nostri ricercatori e per consentire lo sviluppo di nuovi farmaci, che al li da di quelli che possono i naturali interessi di una grande azienda come GSK, possono rappresentare la soluzione di importanti problemi di salute per tanti pazienti . L’alleanza tra Università e Azienda  rappresenta il futuro delle università ed il presente delle Aziende nell’ambito dl progresso del Sistema Italia”.
 
GSK oggi in Italia fattura 1,6 miliardi di euro: è presente nel nostro Paese a Siena del 1904 e a Verona dal 1932 ed ha tre siti produttivi oltre ad un centro ricerche per i vaccini a Siena che dà lavoro a quasi 600 scienziati.

GSK è inoltre impegnata in numerose attività di ricerca collaborativa con il mondo universitario e i principali centri di ricerca pubblici e privati.
Il Discovery Partnership with Academia (DPAc) (http://www.dpac.gsk.com) rientra in questa tipologia di ricerca collaborativa ed è un programma internazionale di GSK per la scoperta precoce di farmaci lanciato nel 2010 con l’obiettivo di integrare in maniera ottimale la creatività, la profonda conoscenza delle basi biologiche delle malattie e la capacità scientifica dell’università con le risorse e l’esperienza dell’industria farmaceutica nello sviluppo dei medicinali, in modo da ottimizzare il passaggio dalla ricerca alla disponibilità dei nuovi farmaci per i pazienti.

“Abbiamo scelto di puntare sulla “Open Innovation”: le grandi sfide possono essere vinte condividendo informazioni e competenze con l’accademia, gli ospedali più avanzati, le charities e per questo oggi GSK sostiene in Italia circa 25 studi condotti in 400 centri pubblici universitari e non, oltre a 180 studi clinici che ci vedono collaborare direttamente con più di 1600 centri nel nostro Paese  – afferma Massimilano Di Domenico, Direttore Affari Istituzionali e Comunicazione di GSK. La dimostrazione pratica di questo approccio viene dalla messa a punto della prima terapia genica al mondo per l’Ada-Scid (una rara malattia infantile che rende i bambini estremamente sensibili anche alle infezioni più banali, tanto da costringerli a vivere in una bolla) che nei giorni scorsi è stata autorizzata in Europa e in Italia e che nasce dalla collaborazione tra Fondazione Telethon, Ospedale San Raffaele di Milano e GSK”.
La sfida per la ricerca è lanciata: chissà che proprio dall’Università di Napoli non nascano i semi di una nuova speranza per vincere altre malattie e aiutare tante persone in cerca di una cura per la loro patologia.

Un robottino interattivo contro l’obesità nei bambini. Un gioco, progettato da tre docenti con un gruppo di studenti della SUN, che si propone di aiutare il bambino sovrappeso a riconoscere i propri stimoli attraverso il meccanismo dell’identificazione.

Il gioco interattivo è un robot, chiamato You, con il quale il bambino si relaziona quotidianamente. Attraverso una app il bambino nutre You selezionando le quantità e la tipologia degli alimenti che egli stesso ha assunto. You reagisce alle informazioni ricevute attraverso segnali luminosi, espressioni del viso o frasi relative alle proprie sensazioni: “ho mangiato tanto”, “mi sento gonfio”, “basta stare fermo, ho voglia di muovermi”!

Ottimizzare l’uso dell’energia con un semplice smartphone o con un tablet, aumentando l’autoconsumo, attraverso la collaborazione tra vicini di casa.

Da Costanza (Germania) alla provincia di Caserta per un progetto pilota alternative sulla Smart Energy. La Seconda Università degli Studi di Napoli partecipa al Progetto CoSSMic finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito della Call SMART-CITIES del Settimo Programma Quadro per l'Information and Communication Technology.

Il progetto intende sviluppare un sistema ICT innovativo ed autonomico per coordinare ed ottimizzare l’utilizzo, l’immagazzinamento e lo scambio di energia solare nei vicinati.

L’auto del futuro ridisegnata nelle aule dell’Università. Gli studenti della Sun e dell’Ateneo di Cassino, con Fiat Chrysler Automobiles progettano la vettura del prossimo decennio, con nuove tecnologie mirate a migliorare sempre più il rapporto tra il mezzo e il suo conducente.

La visione del mondo dell’auto da parte dei giovani studenti, i cosiddetti “millennials”, è al centro del progetto “Fca Innovation Award for university students”, coordinato da Start Up Lab, il laboratorio per l’imprenditorialità e l’innovazione del Dipartimento di Economia della Sun, con un originale contest rivolto agli studenti di Economia e Management della Seconda Università di Napoli e l’Università di Cassino, lanciato in collaborazione con Fiat Chrysler Automobiles.

Sono quattro gli studenti premiati che hanno vinto uno stage di sei mesi presso uno stabilimento FCA e sono: Natalia Barna (Unicas), Andrea Bisceglia (Sun), Sabrina Cirillo (Unicas) e Fracesco Di Ninno (Sun).

Oltre 500 i partecipanti “Millenials”, ovvero i giovani nati tra la fine dello scorso secolo e l’inizio del nuovo millennio, sono stati chiamati a ridisegnare l’auto del futuro, a ideare nuovi modi di pensare alle vetture e immaginare gli scenari del mercato automotive del 2030.

L’open innovation contest “Millennials and cars: the future of the car and the car of the future” è nato per raccogliere in modo diretto e immediato le idee, i pareri e i contributi sulle auto da parte di chi si affaccia ora sul mondo dell’università e del lavoro e ha una forte familiarità con la comunicazione, i social network e le tecnologie digitali.
“Il progetto – spiega Sorrentino - nasce a seguito di una mia docenza al Mba Fiat Chrysler nel quale è stato trattato, tra l’altro, il tema dell’open innovation e di come i processi di innovazione aperta siano in modo crescente utilizzati dalle imprese di grande dimensione. A seguito dell’interesse che si è generato, ho proposto il progetto “Innovation Award Millennials”.

Progetto FCA INNOVATION AWARD MILLENNIALS

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