Caldo e siccità colpiscono le foreste tropicali. Il nuovo studio su Geoscience

Le foreste tropicali sono considerate il polmone verde del mondo, ma come stanno reagendo ai cambiamenti climatici in corso?

Il lavoro recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Geoscience (https://www.nature.com/articles/s41561-022-00911-8) dimostra che l’aumento della temperatura e la conseguente siccità, hanno un effetto negativo sulla crescita delle piante negli ecosistemi tropicali, condizionandone la capacità di assorbimento di carbonio. “Le piante, assorbono anidride carbonica mediante l’attività fotosintetica – spiega Giovanna Battipaglia, docente del Dipartimento di Scienze Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche alla Vanvitelli che ha collaborato allo studio - e la usano per svolgere le loro attività vitali e per accrescersi. L’aumento globale di temperatura sta condizionando i tassi di fotosintesi, le piante tropicali crescono di meno e di conseguenza assorbono meno anidride carbonica”.

I dati della ricerca mostrano come anni siccitosi e caldi comportino una diminuzione di crescita delle piante e quindi, a livello globale, una minore capacità di questi ecosistemi di funzionare come serbatoi di carbonio. “Il costante aumento di temperatura degli ultimi anni ha determinato una riduzione significativa della biomassa di carbonio presente negli ecosistemi tropicali – continua la docente - con conseguenze negative sul bilancio del carbonio terrestre, da cui attualmente dipendiamo per mitigare le emissioni antropogeniche di anidride carbonica, con pesanti conseguenze sul cambiamento globale”.  Per la prima volta evidenze sperimentali ad ampia scala, mostrano la vulnerabilità di questi ecosistemi e la necessità di azioni concrete e sostenibili per la loro tutela.

Il lavoro si basa su un network internazionale che copre misure e dati provenienti da 350 siti sparsi nei tropici.  Le informazioni sono state ricavate grazie alla dendrocronologia, ossia la scienza che si occupa di studiare gli anelli di accrescimento che si formano ogni anno nelle piante e che fungono da “registratori” delle condizioni climatiche e ambientali in cui la pianta ha vissuto.

Nel lavoro pubblicato sono state elaborati informazioni provenienti da 14,000 campioni che hanno permesso di ricostruire le variazioni di biomassa forestale negli ultimi cinquanta anni e di metterle in relazione ai cambiamenti di temperatura e precipitazione registrati negli ambienti tropicali