Sparita la fiducia tra mandatari e delegati, si rompe il tacito patto tra elettori ed eletti in favore di un rapporto completamente differente: Non si vota più chi nella dimensione decisionale, a qualsiasi livello, rappresenta la massa, pur rimendo libero nelle sue scelte, si decide di votare un mandatario, che insieme alla massa compirà una scelta. Alessandro Barbano ci offre una serie di spunti per riflettere sulla crisi di questo rapporto, sul perché questa rottura si è verificata e che ruolo hanno avuto gli organi d’informazione nell’accaduto. Ospite dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” mercoledì 28 novembre al Dipartimento di lettere e beni culturali il direttore de "Il Mattino" ha saputo coinvolgere il pubblico formato da studenti e docenti del dipartimento, su un tema d’interesse non solo nazionale ma internazionale. Parlando del fenomeno Brexit, del movimento 5 stelle e di tutta una serie di conseguenze verificatesi al capezzale della delega.
Ruolo strategico nel disfacimento del legame tra massa e rappresentanti lo ha ricoperto sicuramente internet, Internet 2.0 come lo chiama Barbano, dove si sacrifica la qualità all’altare del “Dio quantità”, inteso come quantità di click e quindi di lettori e consequenzialmente di soldi. Se “il giornalismo è una proiezione dei rappresentati nella società civile” come dice Barbano, la carta stampata resta relegata ai vertici della piramide sociale, letta solo da un élite, di contro il mondo del “giornalettismo” cibernetico è decisamente aperto alle masse. Il quotidiano in sostanza sceglie tra tutti gli accadimenti del giorno quali sottoporre al lettore in base ad una “scala di valori, l’architettura di una civiltà civile”, di diverso approccio la linea del giornalismo on-line che di fatti sceglie e seleziona le notizie in base ad una “scala di priorità fatta dal mercato”. Un’informazione faidate, dove “chiunque abbia una cultura di base può accedere ad internet e decontestualizzando le nozioni può tracciare un’idea propria” fuori dalle linee che un’informazione mediata invece potrebbe dare.
Oltre il peso rilevante di internet nella questione Barbano ha esposto sulla crisi dei doveri e dei diritti che ha di fatti compartecipato alla questione crisi della delega, diventando “fattore di disgregazione della democrazia”.
Schierandosi apertamente contro il movimento di Grillo, il direttore lo etichetta come una “patologia, un’utopia di una democrazia disintermediata che esprime al meglio la frattura” centro della discussione.
Barbano ci offre anche la sua cura alla malattia degenerativa che ha colpito il rapporto tra elettori ed eletti: Ridonare dignità decisionale ai rappresentati e agli organi di potere, controlladone l’operato, per fare tesoro del passato e non incappare nell’ “errore degli errori”.
A cura di Margherita Tamburro, studentessa in Lettere al Dipartimento di Lettere e Beni Culturali