La nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) affossa i mercati e fa salire lo spread
Venerdì nero a Piazza Affari, all’indomani dell’accordo raggiunto nella maggioranza di governo sui contenuti della prossima legge di bilancio. Lo spread ha chiuso a 267 punti base (+ 33 rispetto al giorno precedente), mentre il principale indice rappresentativo dei mercati azionari italiani, il FTSE MIB, ha registrato un calo del 3,72%, con una perdita di valore di circa 22 miliardi di euro. Ne abbiamo parlato con Antonio Meles, Professore Associato di Economia degli Intermediari Finanziari della Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Partiamo dal principio, cosa è la nota di aggiornamento al DEF e perché era tanto attesa dai mercati?
E’ un documento che, recependo le raccomandazioni dell’UE, aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del DEF nonché gli obiettivi programmatici che il Governo intende raggiungere con la manovra di bilancio. Si tratta di un delicato strumento di programmazione che conduce alla presentazione in Parlamento del disegno di legge di bilancio. La Nota di aggiornamento al DEF di quest’anno era particolarmente attesa dai mercati in quanto primo documento ufficiale di bilancio varato dal nuovo Governo.
Perché la Borsa di Milano ha reagito negativamente all’annuncio della manovra del governo?
Risponderei con un eufemismo: “gli investitori non gradiscono l’incertezza”. I mercati finanziari appaiono turbati non solo da una manovra finanziaria “poco attenta” ai conti pubblici, ma anche dal timore che ciò possa determinare una frattura difficilmente sanabile tra esecutivo italiano e istituzioni europee.
Perché ad essere penalizzati sono stati soprattutto i titoli bancari?
Il motivo è semplice: le banche italiane hanno in portafoglio titoli di stato per circa 373 miliardi di euro e ogni qual volta lo spread aumenta il loro valore si riduce in modo considerevole.
Facciamo un passo indietro, cosa è lo spread e come è calcolato?
Lo spread di cui spesso parlano i mass media è il differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato decennali Italiani, i BTP, e quelli tedeschi, i Bund. Quest’ultimi sono usati come termine di paragone per il semplice motivo che l’economia tedesca è considerata la più solida e sicura dell’intera area euro.
Perché lo spread aumenta?
Fermo restando il rendimento dei Bund tedeschi, uno spread in aumento denota una tensione crescente sul debito pubblico italiano. In altri termini, gli investitori avvertono un incremento del rischio di default (incapacità di “onorare” i propri debiti) del nostro Paese e sono disposti a finanziarlo a condizione che il rendimento offerto sia sufficientemente congruo.
Che cosa comporta per l’Italia un aumento dello spread?
Lo Stato Italiano dovrà corrispondere agli investitori, nazionali ed internazionali, interessi più alti in occasione delle future emissioni. Se consideriamo che nei prossimi 12 mesi è previsto il collocamento di titoli per un controvalore di circa 380 miliardi non è difficile comprendere l’ordine di grandezza di cui stiamo parlando.
Quali conseguenze, invece, per le famiglie e le imprese italiane?
Nel breve periodo le famiglie e le imprese che hanno investito in titoli di Stato italiani vedranno i loro portafogli obbligazionari perdere valore. Nel medio-lungo termine, invece, livelli alti dello spread potrebbero indurre le banche italiane a ridurre la quantità di credito al settore privato e aumentarne il costo.
Che cosa potrebbe accadere nelle prossime settimane?
Nei prossimi giorni mi aspetto mercati particolarmente nervosi e non escluderei un ulteriore aumento dello spread. Poi diventa difficile fare previsioni. Il mese di ottobre è denso di eventi che possono condizionare il sentiment dei mercati, come la pubblicazione dei giudizi sul debito sovrano italiano da parte delle agenzie di rating Standard & Poor’s e Moody’s.