Quei bimbi malati al Policlinico

di Nicola Russo, magistrato componente del Comitato direttivo della Scuola superiore della magistratura

Due giorni fa, dopo aver notato degli strani lividi apparire in rapida successione sulle gambe e sulle braccia di mio figlio Matteo di otto anni accompagnati da piccoli pigmenti rossi sui suoi arti, abbiamo fatto su consiglio di un amico medico gli esami del sangue, scoprendo che il livello delle piastrine di Matteo era pericolosamente sceso a 2000 unità ( il livello normale è di 100.000 unità). Siamo stati indirizzati al reparto di Ematologia ed oncologia pediatrica del II Ateneo di Napoli (quello che dalle mie parti viene denominato "Vecchio Policlinico"). Per due giorni ho vissuto un incubo, temendo che quel sintomo così marcato fosse il segno di una leucemia. Fortunatamente si è rivelato solo l'effetto patologico di una mononucleosi.

Matteo oggi è tornato a casa e domani andrà in vacanza. Qui finisce la piccola storia di Matteo. Per fortuna è a lieto fine.

In questi due giorni, quasi interamente trascorsi nel reparto, ho incontrato tanti bambini molto meno fortunati di Matteo, che quotidianamente affrontano un percorso di cura lungo, incerto e spossante. Lo fanno comunque trattenendo con sé il sorriso, come è naturale per un bambino, ma anche facendo entrare nel proprio quotidiano attrezzi ed abitudini innaturali, come i supporti delle sacche di immunoglobuline, la "matematica" delle pasticche di cortisone da assumere durante la giornata, la chemioterapia. Ho visto comunità di genitori darsi coraggio e consiglio, preparare per sé e per gli altri il caffè offerto in giro per le stanze su un vassoio, cucinare qualcosa di profumato per i propri piccoli nella cucina comune, festeggiare un compleanno od un onomastico con tutti i bimbi del reparto nella saletta dei giochi. Su tutto ciò l'assistenza e le cure di un gruppo di medici e di infermieri eccellenti per competenza ed umanità, sempre disponibili ad una parola in più ed a prestare il loro lavoro anche oltre l'orario dovuto. Questo in una struttura pubblica del Sud.

In questo luogo, misto di speranza e sofferenza, si muove da anni un'associazione che si chiama Agop (associazione genitori oncologia pediatrica onlus). Ho parlato con chi ne fa parte ed ho chiesto cosa potevo fare.
In quel reparto si ha bisogno di cose di varia natura:

DONAZIONI DI SANGUE: dopo averlo "buttato" per due giorni ne ho fatto dono stamane per la prima volta nella mia vita dopo la dimissione di Matteo. Le immunoglobuline di altri donatori lo avevano salvato e non potevo non "restituire" l'amore sconosciuto che lui aveva ricevuto.

DONAZIONI DI TEMPO: c'è tanto tempo perso nella vita di ognuno di noi. Possiamo ritrovarlo donandolo agli altri, anche un po' per volta.

DONAZIONI DI DENARO: direttamente o con il 5X1000

DONAZIONI DI GIOCATTOLI, TELEVISORI, TABLET E PC PORTATILI: i giocattoli lì dentro hanno la potenza di un farmaco. I televisori, i tablet ed i computer servono a tenere questi bambini legati a tutto il mondo fuori durante le lunghissime degenze.

Senza grossi sforzi, migliorando con il sostegno degli operatori telefonici ( o con il sostegno economico di tutti noi) il cablaggio della rete wireless interna, si potrebbero realizzare video collegamenti con le classi scolastiche cui appartengono i piccoli degenti per consentire loro di partecipare alle lezioni, spesso perse durante i periodi di cura in ospedale. Io non ho mai chiesto niente ad un politico. In particolare non l'ho mai chiesto per me o
per i miei familiari. Ora lo chiedo ai politici regionali ed al presidente della Regione Campania per i bambini che sono lì. Assicuriamo, nella ripartizione delle risorse sanitarie, personale stabile, borse di studio e finanziamenti a questo
straordinario reparto di ematologia ed oncologia pediatrica.

Ho ascoltato tante storie di bisogno e di cure in soli due giorni che esigono l'attenzione e l'attivazione coscienziosa del presidente Vincenzo De Luca e della sua giunta.
La gran parte degli strumenti e delle strutture del reparto sono stati acquistati non con fondi pubblici, bensì con donazioni di privati fatte per sostenere l'Agop.
Ognuno di noi può fare anche una sola delle cose che ho elencato.
Alcuni ne possono fare tantissime. Nulla di ciò che ciascuno farà sarà inutile o insufficiente: sono le gocce, tutte insieme, a fare la pioggia.

 

RIFERIMENTI PER IL SOSTEGNO ALL'AGOP
Bonifico bancario c/c 27/6763 intestato ad Agop Campania presso San Paolo Banco Napoli Iban: IT70V0101003401000027006763
Conto corrente postale numero 20419800 intestato ad Agop Campania, vico Luigi De Crecchio 2, 80138 Napoli
5 X MILLE con indicazione del codice fiscale 94047810638