E' arrivo il momento di dare la possibilità del vaccino anche alle donne in gravidanza

di Nicola Colacurci
Ordinario di Ginecologia ed Ostetricia - Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli

La valutazione che faccio nei confronti della vaccinazione anticovid nelle gravide riflette perfettamente l'atteggiamento della SIGO ( Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia ) di cui da gennaio 2022 mi onorerò di esserne il presidente per il biennio 2022-2023.
Come SIGO, abbiamo avuto, fin dall'inizio della pandemia COVID , un atteggiamento attivo, cercando di informare sia le donne che tutta la ginecologia italiana, sia ospedaliera, universitaria che territoriale, dello stato delle conoscenze sull'infezione COVID e del suo impatto sul percorso riproduttivo, sia nella fase di ricerca della gravidanza, sia durante l'evoluzione della gravidanza ed il parto .

Nei confronti della somministrazione del vaccino abbiamo da sempre avuto un atteggiamento positivo. Abbiamo inizialmente evidenziato che non vi erano studi di registrazione effettuati sulle donne, ma che sulla base della tipologia del vaccino ( a quei tempi vi era solo il vaccino Pfizer), poteva essere considerato sufficientemente sicuro e quindi poteva essere somministrato sia in gravidanza che in allattamento.
L'indicazione alla vaccinazione, a nostro giudizio, non poteva essere generalizzata ma doveva tenere conto dei rischi personali, dell'attività lavorativa della donna ,del BMI, dell'età alfine di effettuare una scelta motivata, caso per caso, sulla base di tutti questi fattori.
Anche nella prima ondata abbiamo sostenuto la tesi che l'evoluzione dei casi covid positivi in gravide non differiva nella gravità da quello della popolazione della stessa età, non gravida.

Attualmente abbiamo ritenuto necessario stilare un nuovo documento sulla base di alcune considerazioni:
-L'età della popolazione covid positiva con complicazioni gravi si abbassa con il trascorrere dei mesi
-i dati epidemiologici internazionali confermano che la gravidanza deve essere considerata da sola un fattore di rischio per lo sviluppo di complicazioni , sia materne che ostetriche, in caso di positività al COVID.
-nel primo trimestre del 2021 il tasso di ospedalizzazione in terapia intensiva o subintensiva di donne gravide covid positive è significativamente aumentato
-è partita una vaccinazione di massa in cui sono state identificate le fasce fragili che sono state invitate ad accedere prioritariamente alla vaccinazione; presso il nostro Ateneo, per esempio la diabetologia, la cardiologia, la medicina interna, la neurologia, l'oncologia medica, le malattie infettive, hanno stilato gli elenchi dei loro pazienti fragili per poterli inserire in una lista di vaccinazione
-le donne gravide, per la peculiare situazione immunitaria , sono classicamente considerate popolazione fragile per l'influenza , per cui da anni vengono inserite nella popolazione che deve essere sottoposta annualmente a vaccinazione antiinfluenzale
-la gravidanza non è stata considerata, per il COVID, a differenza dell'influenza, una condizione di fragilità, ma addirittura all'inizio della campagna vaccinale, una controindicazione.
-Superata l' iniziale reticenza, attualmente la donna gravida che , insieme al suo medico curante, ritenesse consigliabile e prudente accedere alla vaccinazione, non ha nessuna possibilità di farlo se non ha patologie di base così gravi da rientrare nei casi fragili per le patologie concomitanti. Mi spiego meglio: la condizione di gravidanza e le sue possibili complicazioni non sono considerati fattori di rischio aggiuntivi che la identificano come " fragile" . Potrà vaccinarsi solo quando e se apriranno ad una vaccinazione generalizzata, che non terrà conto della sua condizione di gravida

Su tali presupposti abbiamo chiesto, come SIGO, di considerare le donne gravide come categoria fragile per dare loro la possibilità di scegliere se vaccinarsi o no.
Non abbiamo richiesto una vaccinazione generalizzata: abbiamo chiesto di rendere possibile l'autodeterminazione da parte della donna gravida a vaccinarsi o no. Tale scelta deve essere effettuata da ogni singola donna con il proprio medico curante tenendo conto di tutti i fattori implicati.
Come azienda sanitaria siamo inoltre pronti anche a diventare centro vaccinale per tutte le gravide napoletane che ne facessero richiesta, previa certificazione del proprio medico curante.