di Giuseppe Paolisso
Uno degli obiettivi strategici del mio mandato è stato quello di testimoniare la vicinanza della Università al territorio ed in particolar modo a quello casertano che da sempre ha percepito l'Università come un soggetto, se non estraneo, sicuramente poco partecipe alle necessità di crescita del territorio stesso. È ciò che oggi viene chiamata «terza missione» dell'università che tutti i rettori si prefiggono di portare a termine. Ma nel territorio casertano vi è sempre stato un problema in più: il nome dell'università.
La Seconda Università di Napoli (Sun) nasce ufficialmente nel 1992 con l'idea di decongestionare l'Università di Napoli al fine di fornire un servizio più efficiente agli studenti specialmente nell'area giuridico-umanistica e in quella scientifico-tecnologica. La composizione iniziale si base sullo scorporo della ex Facoltà di Medicina e Chirurgia dalla Università di Napoli e dalla successiva nascita di tutte le altre Facoltà (oggi Dipartimenti) che vanno a collocarsi prevalentemente nel territorio casertano con un'ottica di decentralizzazione delle attività dall'area metropolitana. Si arriva ai giorni d'oggi con una distribuzione delle attività didattiche della «Sun» su un vasta area della Regione comprendente Caserta (Psicologia, Studi Politici, Medicina e Professioni Sanitarie, Matematica e Fisica, Scienze Ambientali e Farmacia), Napoli (Medicina e Professioni Sanitarie), Santa Maria Capua Vetere (Giurisprudenza e Lettere), Capua (Economia), Aversa (Architettura e Ingegneria), Avellino (Professioni Sanitarie). In verità l'esigenza di una diversa denominazione della «Sun» era stata già percepita negli anni addietro, anche se il tentativo di arrivare a una nuova denominazione è sempre fallito sul nascere per ostacoli prevalentemente interni e per la paura di ripercussioni elettorali. Ma se l'obiettivo era di aumentare il radicarsi dell'università sul territorio, oltre alle numerose attività culturali sul territorio casertano (le conferenze di Oltre le Due Culture, i Maestri del Cinema alla Reggia, la Maratona Dantesca e il ciclo di conferenze su Carlo III di Borbone) era necessario trovare un legame tra denominazione dell'università e territorio. Abbiamo pensato quindi di iniziare un processo che, ben consci delle difficoltà e dei costi (circa 400.000 euro senza che questo abbia alcun effetto negativo né sulle casse né sull'operatività della Sun), portasse con decisione a un cambio ragionato e ragionevole della denominazione, in un'ottica inclusiva e partecipativa, democratica e di rappresentanza di tutte le componenti e territori interessati, che avesse i giusti tempi, senza fretta né ansia.
A norma di legge il cambio di denominazione di un'università è equivalente a una variazione di statuto per cui basta avere il parere del Cda e la delibera a maggioranza qualificata del Senato Accademico per proporre la modifica al Miur. Si iniziava invece processo più ampio nel Febbraio del 2015 ponendo all'attenzione del Senato Accademico la necessità del cambio del nome ed individuando 3 possibili soluzioni: Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli», Università degli Studi Di Caserta, Università «Luigi Vanvitelli». Tralasciando le ultime due soluzioni che sono quelle più ovvie, è necessario fare qualche precisazione sulla individuazione della prima.
La denominazione Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli» era espressione della comune volontà della Comunità Accademica di continuare a contribuire, attraverso la presenza dell'istituzione universitaria, alla riqualificazione del territorio della «Campania Felix» e alla crescita culturale delle future generazioni. La Reggia di Caserta è infatti riconosciuta a livello internazionale come massima espressione dal punto di vista stilistico del pensiero vanvitelliano e il richiamo all'architetto Vanvitelli equivale a ben collegare l'istituzione universitaria alla città di Caserta. Inoltre, l'appellativo «Campania» è stato inteso a forte valenza storica, poiché rievoca quella «Campania Felix» che raggruppava i territori di Capua, Santa Maria Capua Vetere e Aversa su cui insistono alcuni dei Dipartimenti dell'Ateneo. Sulle ipotetiche 3 denominazioni si apriva una costruttiva consultazione con tutti i Dipartimenti e le forze sociali, limitando di fatto i poteri discrezionali del Cda e del Senato e ampliando significativamente la partecipazione degli studenti e delle diverse componenti accademiche alla decisione finale. Su 19 Dipartimenti 16 espressero la loro preferenza per il nome «Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli»: il 74% del personale dell'Ateneo scelse questo nome mentre il 20% si astenne e solo il 6% optò per «Università degli Studi di Caserta». Di conseguenza il Senato Accademico del 31 marzo 2015 votò a maggioranza qualificata il cambio di denominazione da Seconda Università degli Studi di Napoli a Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli». A questa decisione seguirono reazioni di componenti accademiche, studentesche, politiche, delle istituzioni e della società civile casertane, positive ma anche negative, quest'ultime tutte risolte con il buon senso e la calma. Nel frattempo era necessario rivedere e riaggiornare lo statuto della «Sun» e fu quindi deciso di inviare tutta la pratica (cambio di denominazione e nuovo statuto) al Miur solo dopo aver compito tutto il percorso, anche per dare maggior tempo alla comunità accademica di riflettere sul proprio operato. Si arriva così ad Aprile 2016 quando il nuovo Statuto della «Sun» che al 1° articolo reca il cambio di denominazione viene posto ai voti negli organi Collegiali invitando quest' ultimi a riflettere di nuovo sul cambio di denominazione. Questa volta lo Statuto e il cambio di denominazione vengono votati all'unanimità e la ««Sun» comunica al Miur la delibera del Senato per il parere previsto per legge. Il Miur ai primi di Agosto 2016 approva lo Statuto senza alcuna variazione e si arriva ai giorni d'oggi con la sua pubblicazione in G.U. dell'8 novembre.
Terminata la fase autorizzativa, parte ora la fase di riposizionamento nazionale della nostra università per cui dopo aver effettuato un'analisi «Swot» per comprendere limiti, debolezze e forza della nostra università andremo a fare un bando internazionale per il nuovo brand (o logo) oltre ad affrontare una serie di problematiche tecniche ed amministrative connesse con il cambio del nome. Anche in questo caso tutto è stato studiato affinché avvenga nel modo più graduale e meno traumatico possibile (ci vorranno 6-9 mesi per andare a regime), anche se qualche disfunzione sarà un prezzo che potrebbe essere necessario pagare.
Appuntamento ora a maggio quando il nuovo logo dell'Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli» dovrebbe essere pronto e adeguatamente pubblicizzato. Alla fine di questa percorso mi corre l'obbligo di ringraziare quanti fra colleghi, personale tecnico amministrativo, studenti e addetti alla comunicazione hanno lavorato con me per il raggiungimento di questo obiettivo, non facile né scontato, ma ritengo molto importante per l'Università ed il territorio. Perché è evidente, che questo è il lavoro di una squadra che io ho solo coordinato.
Si poteva far di più e meglio? Probabilmente si, ma tra la ricerca assoluta del meglio senza la certezza di realizzare o arrivare ad un risultato perfettibile io preferisco sempre la seconda possibilità.