Negli ultimi mesi si è assistito ad un vero e proprio “bombardamento” mediatico su quello che possiamo definire il “caso meningite”. In realtà, non esiste nessun “caso”, in quanto dai dati resi pubblici dal Ministero della Salute è ormai chiaro che non c’è nessuna epidemia di meningite in Italia, fatta eccezione di una piccola area della Toscana, la cosiddetta “Valle dell’Arno”. Il numero dei casi registrati per anno risulta, infatti, stabile se non addirittura in leggerissimo calo, passando da 1.479 casi globali nel 2014 a 1.376 nel 2016 e da 196 casi da meningococco nel 2015 ai 189 del 2016. Per tale motivo, recentemente, anche quattro grandi Società Scientifiche Nazionali, la Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva (SItI), la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG) e la Federazione Italiana dei Medici Pediatri (FIMP), sono scese in campo insieme e al fianco del Ministero della Salute per sedare l'ingiustificato allarmismo degli ultimi tempi.
Chiarita la reale dimensione del problema, cerchiamo ora di capire cosa è la malattia e quali sono le misure preventive e terapeutiche necessarie per combatterla.
La meningite è un processo infiammatorio a carico delle meningi, legato, nella maggior parte dei casi, ad un agente infettivo. Le infezioni che causano la meningite possono essere sostenute da virus, batteri o, più raramente, da funghi. Le meningiti virali di solito non causano quadri clinici gravi e si risolvono nell’arco di 7-10 giorni; al contrario, le forme batteriche sono più rare ma estremamente più severe, essendo associate a rischio di sequele a lungo termine e, nella forma fulminante, anche a rischio di rapido decesso.
Un precoce riconoscimento dei sintomi e dei segni clinici, l’esecuzione tempestiva delle procedure diagnostiche e della terapia antibiotica sono fondamentali per ridurre la mortalità e il rischio di sequele a lungo termine di questa patologia.
Nei bambini, in particolare nei più piccoli, al di sotto dei due anni di età, però, i sintomi e i segni clinici della meningite sono in genere sfumati e quindi difficili da riconoscere soprattutto nelle fasi precoci della malattia. Per questo motivo, ancora oggi l’arma più importante contro la meningite batterica in età pediatrica è rappresentata dalla prevenzione.
Prevenire la meningite significa vaccinare, senza inutili ed ingiustificati allarmismi ma comunque vaccinare. Esistono oggi diversi vaccini che agiscono verso i diversi batteri che possono causare la meningite.
I batteri più frequentemente chiamati in causa in corso di meningiti sono cambiati nel corso del tempo. Fino a circa 10 anni fa, infatti, la causa più frequente di meningite nei bambini al di sotto dei 5 anni di età era l’Haemophilus influenzae tipo b (Hib). Oggi le meningiti da Hib sono quasi del tutto scomparse in Italia grazie all’inclusione della vaccinazione anti-Hib nella vaccinazione esavalente (Difterite-Tetano-Pertosse, Poliomielite, Epatite B e, appunto, Hib) eseguita da oltre il 95% dei bambini nel primo anno di vita. La diffusione dello screening con tampone vaginorettale delle gestanti tra la 35° e 37° settimana di gestazione e la conseguente attuazione della profilassi antibiotica intrapartum ha permesso una importante riduzione dei casi d’infezioni neonatali precoci da Streptococcus agalactiae (SBEGB), comune patogeno causa di meningite nel neonato. Ancora, il miglioramento delle condizioni igieniche e la riduzione della contaminazione degli alimenti ha poi determinato la riduzione di infezioni causate da Lysteria monocytogenes, responsabile negli USA di circa il 2% dei casi di meningite batterica.
Attualmente, i batteri che più frequentemente causano meningite in Italia sono rappresentati dallo Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e dalla Neisseria meningitidis (meningococco).
In Italia sono disponibili diversi vaccini anti-pneumococco: il vaccino coniugato 13 valente (PCV13) e il vaccino polisaccaridico 23 valente (PPSV23). I sierotipi contenuti nei vaccini sono quelli che causano le forme di malattia più severe nei bambini e almeno la metà di quelli che causano malattia grave nell’adulto. Il PCV13, a differenza del PPSV23, essendo un vaccino
coniugato, conferisce memoria immunologica e protezione prolungata sia nei soggetti sani che con
condizioni di rischio, inoltre, il vaccino PPSV23 non coniugato è sconsigliato al di sotto dei 2 anni di età per la scarsa capacità immunizzante di questo vaccino in tale fascia d’età.
Attualmente sono, invece, disponibili tre differenti vaccinazioni anti-meningococco: anti-meningococco B, anti-meningococco C e tetravalente contro i sierotipi A, C, W135, Y. Il vaccino contro il meningococco C (MenC) è disponibile già da parecchi anni ed è inserito tra le vaccinazioni raccomandate ed è gratuito. Va somministrato ai bambini di età compresa tra 13 e 15 mesi, in concomitanza con il vaccino MPR (Morbillo, Parotite, Rosolia) e agli adolescenti non precedentemente immunizzati.
Il vaccino contro il meningococco B (MenB) è stato autorizzato solo nel 2013. In alcune regioni è ancora a pagamento, mentre in altre è offerto gratuitamente. Il vaccino protegge contro quasi il 90 % dei ceppi di meningococco B e si può fare a partire dai 2 mesi, anche in concomitanza con gli altri vaccini previsti nei primi anni di età. Il vaccino tetravalente AC W135 Y (Mcv4), infine , è disponibile da pochi mesi ed è raccomandato a chi viaggia.E' somministrabile nel secondo anno di vita ai bambini che non hanno ancora effettuato il MenC o agli adolescenti di 12-16 anni già vaccinati con MenC, a completamento della copertura ed è a pagamento.
L’ultimo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale ( PNPV) 2016-2018 prevede la vaccinazione anti meningococco C nei bambini che abbiano compiuto un anno di età, consiglia il vaccino tetravalente per gli adolescenti non vaccinati da piccoli (il richiamo per quelli già vaccinati) e raccomanda il vaccino contro il meningococco B per i bambini sotto l’anno di età. Inoltre, simultaneamente alla vaccinazione esavalente, ma in sede anatomica diversa (quadricipite
femorale della coscia contro-laterale), raccomanda la somministrazione del vaccino anti-pneumococcico coniugato.
La Regione Campania ha recentemente promosso una importante campagna vaccinale contro il meningococco.
Prossimamente, infatti, presso gli uffici vaccinali distrettuali delle ASL campane, sarà possibile vaccinare gratuitamente tutti i soggetti al compimento del 13° mese di vita e tutti gli adolescenti nella fascia di età compresa tra i 12 e i 18 anni, con il vaccino tetravalente adiuvato efficace contro quattro sierotipi di meningococco (09/01/2017 - Comunicato n.8).
di Francesca Rossi, docente di Pediatria Generale e Specialistica all'Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli