Il Punto di Giuseppe Paolisso - Rettore dell'Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli
Il 23 gennaio, presso il Belvedere di San Leucio, è stata inaugurata “Officina Vanvitelli” e, per l’occasione, si è svolta la cerimonia di conferimento della Laurea Honoris Causa a Rosita Missoni Jelmini.
Ma quale è il progetto di Officina Vanvitelli e quale la relazione tra i due eventi? L’obiettivo della Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, ambizioso ma concreto e strutturato, è quello di creare un hub dedicato a ospitare percorsi di formazione post-laurea avanzata destinati a intercettare – e formare – giovani talenti in grado di portare sviluppo, innovazione, creatività, e quindi generare economie, nel nostro territorio. I dati Alma Laurea indicano che, a fronte di bassi numeri di occupazione post laurea triennale e di bassissima esperienza all’estero, di contro il tasso di occupazione post laurea magistrale aumenta in modo esponenziale – il 61% che diventa il 77% a cinque anni dalla laurea – a dimostrazione che vi è una richiesta molto importante di profili altamente specialistici e con un livello di competenze articolato e completo. Questo 77% di occupati confluisce prevalentemente – per il 75% - nel settore privato.
Ma quali sono le imprese private locali? E come mai una richiesta così importante di capitale umano? La Campania ha sofferto per anni i ritardi della modernizzazione lamentando un mancato sviluppo industriale che oggi, invece e per paradosso, dimostra di essere il suo vantaggio competitivo. Il tessuto imprenditoriale campano, infatti, è costituito per la maggior parte da imprese piccole e medie che hanno fondato la propria ragion d’essere sulla valorizzazione della cultura artigianale locale consentendo una saldatura tra artigianato di grande qualità e una organizzazione in parte industrializzata. Questa scommessa locale, gemmata in seno ad una esigenza strutturale, l’impossibilità cioè di competere con le culture industriali intensive delle altre regioni del nord Italia, ha alimentato un sapere locale che ha fatto del proprio ritardo un pionierismo illuminato e coraggioso, teso a trovare soluzioni spregiudicate e alternative alle produzioni intensive e standardizzate europee. Succede così che le imprese campane abbiano fatto della qualità una scelta di vita, orientandosi su un modello produttivo locale HandMade Industry; un modello cioè, in grado di coniugare il sapere artigianale all’interno di un ciclo produttivo di tipo industrializzato. Scelta che si sta dimostrando vincente comprovata anche dai dati provenienti dalla crisi economica del primo decennio del 2000 che ha dimostrato come i consumi si focalizzino ormai, su scelte di alta qualità, secondo il principio Less but Better.
In questo contesto così caratterizzato l’Università Vanvitelli ha intercettato un vuoto formativo, quello spazio di alta specializzazione - nel design della moda, della comunicazione e del prodotto - che deve poter creare un anello di connessione tra Imprese locali e corsi di alta formazione. Un percorso formativo teso a formare figure altamente specializzate – tailored profile – in grado di coniugare il sapere artigiano locale con le più avanzate ricerche e sperimentazioni tecnologiche, produttive, distributive, ma, soprattutto, un percorso formativo che possa “trattenere” i nostri cervelli più brillanti per contribuire allo sviluppo dei nostri territori.
In questo senso la politica dell’Università Vanvitelli è stata, attraverso la creazione di Officina Vanvitelli, quella di farsi promotrice della costruzione di partenariati tra Imprese locali, università banche e istituzioni , tese a lavorare insieme per creare quella futura classe dirigente in grado di traghettare la nostra economia in quel mercato di alta qualità che si profila essere – e già lo è – la vera opportunità del futuro sia in ambito nazionale che ancor di più, internazionale. La possibilità di promuovere un “Italy Made” partendo dal sud.
Questa è la sfida di Officina Vanvitelli e il modo migliore per presentare il progetto ci è sembrato essere il conferimento della laurea honoris causa a una figura prestigiosa, riconosciuta e stimata come Rosita Missoni Jelmini proprio per i caratteri di affinità presenti nel progetto Missoni: una azienda che ha fatto del coraggio della sperimentazione la propria forza, della volontà di restare nel proprio paesino di origine la propria missione, della volontà di andare nei mercati del mondo la propria visione. Ecco, questo è anche il progetto di Officina Vanvitelli.
Pubblicato su Corriere del Mezzogiorno del 29 gennaio 2019