di Armando Cartenì, docente di Pianificazione dei trasporti al Dipartimento di Ingegneria dell'Università Vanvitelli
Studia da sempre i flussi del traffico della città di Napoli, così quando ha letto dell'ipotesi di riaprire il lungomare liberato per attenuare i disagi generati dal caos Tangenziale, ha scosso la testa, ha iniziato a fare il conto delle auto in circolazione e ha capito che non sarebbe utile.
Armando Cartenì docente di pianificazione dei trasporti all'università Vanvitelli parla della questione con puntualità e, soprattutto, lo fa dati alla mano.
«La chiusura di una corsia per ogni senso di marcia sul viadotto Capodichino della Tangenziale genera una riduzione di capacità di passaggio di circa duemila auto ogni ora. La questione è seria ma per adesso le due ipotesi più gettonate per superare l'impasse, e cioè l'eliminazione del pedaggio, che è già in atto, e la riapertura dell'area pedonale sul lungomare, non mi sembrano le migliori. Per la prima è sicuramente più semplice spiegare perché non genera i risultati attesi. L'idea che il percorso sia libero, senza pedaggio, non fa che attirare più persone su quella strada, persone che non la percorrerebbero se fosse a pagamento. Forse qualche beneficio si potrebbe avere se il pedaggio fosse cancellato nelle sole ore di punta, ma ovviamente sarebbe un progetto difficile da realizzare.
Poi c'è la questione del lungomare da riaprire: sarebbe un errore, lo ribadisco e ne spiego i motivi numeri alla mano. Abbiamo valutato che, delle duemila auto all'ora che la Tangenziale non riesce ad assorbire in questo momento, un po' meno della metà potrebbe scegliere di utilizzare il lungomare se fosse riaperto al traffico. Diciamo che potrebbero essere più o meno 800 auto ogni ora a percorrere quella strada. Ma non sarebbe una d'ossigeno perché quelle vetture, una volta percorso il lungomare andrebbero a immettersi su via Acton e andrebbero a impattare sul nodo Municipio cioè quel groviglio di percorsi obbligati, per via dei cantieri, che già attualmente è ai limiti del massimo di traffico sopportabile.
Nell’area di piazza Municipio, nelle ore di punta, si muovono in media cinquemila auto ogni ora e si generano code complessive che superano il chilometro. Attualmente la saturazione di quella zona è pari all'80-90% del massimo sopportabile. Se si aggiungessero le eventuali altre 800 auto all'ora provenienti dal lungomare accadrebbe che il nodo Municipio raggiungerebbe immediatamente il collasso. Si genererebbe una paralisi definitiva con blocchi del traffico e attese in coda non quantificabili.
Una soluzione del genere non è nemmeno ipotizzabile: per rendere meno disagevole il transito in Tangenziale si paralizzerebbe inesorabilmente un'altra zona della città. Quindi bisogna predisporre un piano traffico alternativo, ma i tempi per lo studio sarebbero talmente lunghi da superare quelli dei lavori sul viadotto della Tangenziale.
Una soluzione per limitare i disagi c'è. Bisognerebbe prevedere lavori 24 ore su 24, con turni di lavoro notturni.
Solo questa soluzione consentirebbe di limitare il tempo del disagio. Ma si tratta di una scelta difficile perché è molto costosa.
Tratto da Il Mattino del 31 ottobre 2019