Inaugurazione del laboratorio linguistico-multimediale di Psicologia e Scienze Politiche

Inaugurato nel complesso di Viale Ellittico il laboratorio linguistico-multimediale dei dipartimenti di Psicologia e di Scienze Politiche della Vanvitelli, un laboratorio linguistico all'avanguardia con attrezzature informatiche di ultima tecnologia e programmi linguistici gratuiti per gli studenti, dottorandi, ricercatori, ed utilizzabile anche da docenti e personale tecnico-amministrativo .

“Il laboratorio rappresenta una soluzione ottimale per la condivisione di più risorse mediatiche in un luogo fisico in cui la didattica universitaria possa svolgersi proficuamente – spiega Lucia Abbamonte, docente di Lingua e Traduzione inglese - non solo per le numerose discipline linguistiche insegnate nel Polo Ellittico nei dipartimenti di Psicologia e Scienze Politiche, ma, parimenti, per le discipline informatiche, e per i docenti che si avvalgono di un ambiente technologically-enhanced.”

Il coordinamento del laboratorio è affidato ai due direttori, Luigi Trojano (Psicologia) e Francesco Eriberto d’Ippolito (Scienze Politiche).

“La realizzazione del lab è in sintonia con un obiettivo rilevante nelle politiche dell’Unione Europea, che riconosce nel multilinguismo una componente essenziale del patrimonio culturale – continua la docente - L’acquisizione di una o più lingue è obiettivo irrinunciabile per i nostri studenti, finalità che l’Ateneo Vanvitelli persegue con attente politiche di internazionalizzazione”.

Il laboratorio è stato allestito con una mostra permanente curata dall’artista Carla Viparelli: 9 pannelli di diversi artisti rivestono le pareti laboratorio linguistico-aula multimediale, ispirati al multilinguismo.

"Ciò che accomuna i loro contributi è la scrittura come strumento espressivo con duplice valenza: da un lato c'è il gruppo di artisti che reinventano graficamente la parola, liberando la grafia da ogni ancoraggio facendone una sorta di scrittura automatica e non codificata; dall'altro lato ci sono gli artisti che la parola la "deificano", quindi diventa centrale, strettamente legata al suo compito di trasmettere un significato - conclude la Viparelli.