“Mia madre uccisa dal compagno”. Martina, studentessa alla Vanvitelli racconta la sua storia nelle aule

Incontro a Palazzo Melzi nella giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne

 

Contro la violenza sulle donne l'Università Vanvitelli sceglie di dare voce alla testimonianza di Martina, una studentessa in Scienze delle Investigazione e della sicurezza, la cui madre è stata uccisa dal suo ex compagno a soli 25 anni, con due colpi di pistola di ordinanza calibro 9. Quando lei, di anni, ne aveva appena 6. Martina Floriano, due grandi occhi castani e tanta dolcezza, ha raccontato la sua storia davanti a centinaia di ragazzi, e sempre con un sorriso. Al Dipartimento di Giurisprudenza davanti a tanti suoi coetanei c'era una donna, sopravvissuta al dolore, ma serena.

Martina è emblema della violenza che continua a mietere vittime tra mogli, fidanzate, compagne, donne, ed è vittima ‘collaterale’ di femminicidio, come tutti gli orfani e i familiari che vengono privati delle proprie madri, dei propri figli, e che sono vittime di un trauma incancellabile.

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“Martina si è avvicinata a me durante una lezione proprio dedicata alla violenza di genere e ai reati di femminicidio, e mi ha raccontato la sua storia personale – afferma Marianna Pignata, docente alla Vanvitelli e delegata di Ateneo alle pari opportunità - Da qui, poi, è partita l’organizzazione di una giornata per parlare a studenti e a studentesse dedicata a questo tema, così delicato, eppure così sentito oggi e in molti casi, purtroppo, vicino a noi.”

Il Silenzio degli Innocenti, questo il titolo dell'incontro organizzato dall’Università insieme alla Questura di Caserta, ha rappresentato una giornata di sensibilizzazione e formazione, rivolta agli studenti dell’Ateneo e alle scolaresche degli istituti della Provincia di Caserta. “Compito delle istituzioni è cercare di ascoltare anche i silenzi delle vittime – ha detto Andrea Grassi, Questore di Caserta – La Polizia ha il ruolo di stare in mezzo a due fuochi, il fuoco dell’amore ed il fuoco della violenza, e quindi deve intercettare il disagio, comprenderlo, e tutelare chi ha bisogno di noi”.

Quest'evento rappresenta un’altra tappa di un percorso educativo ambizioso che impegna ormai da diversi anni la Vanvitelli in continue attività e riflessioni, consapevole del ruolo culturale centrale delle istituzioni nella cultura della non violenza.