CasaCorriere torna all'Università Vanvitelli e fa record di presenze. Il chiostro di Santa Patrizia accoglie il terzo incontro della seconda serie, dedicato al ventennale del Corriere del Mezzogiorno, sul tema “L’immagine e l’immaginario”. Un confronto sul successo delle tante rappresentazioni di Napoli dal cinema alla letteratura, alla tv. Padrone di casa è il Rettore Giuseppe Paolisso che racconta la storia del chiostro, una delle sedi dell'Ateneo, dove è ubicato anche il museo di anatomia. «Si tratta di un luogo - spiega Paolisso - di grande valenza storica. Per generazioni di studenti era la sede delle lezioni di anatomia. Anche il celebre Gastone Lambertini insegnò in queste stanze. Qui si eseguivano le autopsie, pratica oggi poco eseguita».
Sul palco, moderati dal direttore del Corriere del Mezzogiorno, Enzo D'Errico, Gabriella Buontempo (Clemart), produttrice dei Bastardi di Pizzofalcone; Lorenzo Mieli (Fremantlemedia), produttore de L’amica geniale e di The young pope;Carlo Macchitella (Madeleine), produttore di Passione di Turturro e di Ammore e malavita dei Manetti Bros; Luciano Stella (Mad Entertainment), produttore della Gatta Cenerentola.
«l’Italia è un paese sempre meno raccontabile, Napoli invece lo è - dice Macchitella - Il vantaggio di Napoli su tutte le città è che è un luogo comune, è come New York negli anni Settanta per il cinema americano. È l’unica che abbia un’iconografia pari a quella di Ny».
Gabriella Buontempo, poi, racconta: «Ho letto con grande trasporto i Bastardi e a loro devo il fatto di venire a lavorare a Napoli. Da napoletana non l’avevo mai fatto e questa è stata un’occasione importante. L’idea di non reclutare solo attori partenopei ha moltiplicato gli sguardi. L’altra grande serie televisiva che spero partirà presto è quella il commissario Ricciardi, che racconta un altro tempo. Napoli è stata una grande capitale. Se alcune classifiche ci pongono sempre come fanalino di coda, io credo che la creatività e questi racconti nuovi e antichi possano ribaltare le graduatorie». Luciano Stella, della factory Mad, spiega che "si inserisce in un genere, l’animazione, che ha un grande passato e un grande futuro perché ora, ad esempio, è protagonista dei videogiochi. Abbiamo usato mezzi poveri, open source, ma sono stati forse la nostra forza. La città non è solo la protagonista del film, è la fucina-madre. Potremmo anche non rappresentarla più, ma resteremmo qui».
Sul palco salgono poi Diego De Silva e Maurizio de Giovanni dialoganti tra loro, cui si unisce Enzo Gragnaniello: «Napoli mi fa essere libero - dice il cantautore - Napoli bisogna vederla con gli occhi chiusi. Bisogna portare rispetto a Napoli, atomo per atomo. Io ho sempre rifiutato di andar via perché Napoli mi fa essere libero per non dire anarchico" Gragnaniello canta L’erba cattiva, brano che il suo avatar cartoon canta in Gatta cenerentola e incanta il suo pubblico nel chiostro di Santa Patrizia.
La videoinstallazione dell’Università Vanvitelli
Alle 20.05 la chiusura dell’evento sulle note di Enzo Gragnaniello e con le immagini della videoinstallazione a cura dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli “La città possibile. La Narrazione culturale dei luoghi” (cura scientifica di Patrizia Ranzo, Roberto Liberti, Maria Antonietta Sbordone. Foto di Raffaele Mariniello; videomaker Agnes Pokua Agyeman. I luoghi Sant’ Andrea delle Dame, Complesso monumentale di Santa Patrizia, Museo anatomico dell’Università degli Studi della Campania, Chiesa della Croce di Lucca, Ospedale degli Incurabili, Rettorato di via Costantinopoli, Arco del Fanzago).