Individuare la cefalea a grappolo attraverso la voce dei pazienti. È questa l'intuizione alla base dello studio dall’Università Vanvitelli condotto da un team di esperti composto da neurologi e otorini.
La ricerca, condotta da Antonio Russo, Alessandro Tessitore e Marcello Silvestro, ricercatori del Centro Cefalee della Clinica Neurologica dell’Università Vanvitelli di Napoli diretta da Gioacchino Tedeschi e nato dalla collaborazione tra i neurologi della Vanvitelli e gli otorini ed i glottologi della Federico II di Napoli, è stata pubblicata recentemente sulla prestigiosa rivista "Headache”, organo ufficiale della American Headache Society.
È noto che pazienti affetti dalla cefalea a grappolo presentino oltre ad un dolore lancinante che colpisce un solo lato della testa, concentrandosi spesso nella zona attorno all'occhio (tra i dolori più forti che si possano sopportare) molti sintomi definiti “vegetativi” tra i quali la lacrimazione, l’arrossamento degli occhi, e la sensazione di naso chiuso o che cola. È la forma più severa di mal di testa e, fortunatamente, tra le più rare. Infatti, la cefalea a grappolo colpisce una persona su 1000. Si può manifestare a qualsiasi età, ma tende a comparire dopo i 20 anni e a colpire soprattutto gli individui di sesso maschile.
Nel corso di circa due secoli trascorsi dall’identificazione di tale tipo di cefalea, mai nessuno aveva posto l’attenzione ad un sintomo che sembrerebbe essere molto caratteristico della cefalea a grappolo: la voce rauca.
Associando alla valutazione clinica della cefalea un’analisi spettrale computerizzata per la valutazione di frequenze, timbro ed intensità della voce sono stati delineati i tratti caratteristici e significativi della voce in questa patologia.
"Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto - afferma il prof. Russo responsabile del Centro Cefalee dell’Università Vanvitelli di Napoli, poiché la cefalea a grappolo è una patologia estremamente dolorosa ed invalidante, che comporta una grave sofferenza dei pazienti: tuttavia essa è spesso sotto-diagnostica e l’identificazione di un parametro strumentale che analizzi la voce dei pazienti potrebbe aiutare anche i meno esperti a raggiungere la diagnosi e la terapia opportuna.
Il passo successivo è quello di perfezionare l’utilizzo della tecnica dell’analisi spettrale della voce per differenziare la cefalea a grappolo dalle cefalee più rare e difficili da diagnosticare cosa che – commenta il dott. Silvestro – avrebbe un sicuro impatto sul miglioramento della vita dei pazienti.
Lo studio sulla qualità della voce nei pazienti con cefalea a grappolo si inserisce in un filone di ricerca il cui valore è riconosciuto a livello internazionale con l’attribuzione, negli ultimi due anni, ai ricercatori del Centro Cefalee dell’Università Vanvitelli di Napoli del “Greppi Award” e del “Wolff Award” i due premi più prestigiosi nell’ambito della ricerca sulle cefalee.