Coinvolge il 9,4 % della popolazione mondiale, ne soffrono di più gli europei rispetto ad americani e asiatici, insorge prima tra le adolescenti rispetto ai coetanei maschi. E’ l’acne, la malattia infiammatoria della pelle, “che colpisce soprattutto il viso con il più alto impatto negativo psicologico e sociale per chi ne è affetto” – spiega Eleonora Ruocco, docente di Dermatologia presso l’Unità Operativa Complessa della Clinica Dermatologica dell’Università Vanvitelli.
Predisposizione genetica, batteri o irregolarità ormonali sono le cause alla base della malattia, ma spesso ad incidere sul fenomeno c’è anche l’esposizione prolungata al sole o alcuni prodotti alimentari come formaggi, latticini e derivati del latte, che possono intensificare il fenomeno. “I raggi UV hanno un effetto variabile sui pazienti – spiega Eleonora Ruocco - , dopo l’esposizione alcuni migliorano, altri peggiorano, in altri ancora si osserva un effetto rimbalzo dopo un temporaneo miglioramento estivo. Anche sul fronte dell’alimentazione il rapporto tra acne e alimenti è oggetto di controversia: tra gli alimenti incriminati ci sarebbero i prodotti caseari ed i loro derivati”.
E’ tra gli adolescenti che si riscontra il tasso più alto di incidenza della patologia, che insorge nelle donne intorno ai 12-13 anni e negli uomini tra i 14 e i 15 anni, scompare intorno ai 20-25 anni. “Tuttavia, in una piccola percentuale di pazienti pari al 7% le lesioni possono persistere anche oltre i 30 anni.” – continua la docente.
Varie sono le forme di acne, ciascuna delle quali va trattata con terapie strettamente individuali, da quelle farmacologiche a quelle alternative. “La terapia fotodinamica, ad esempio, e la fototerapia con l’utilizzo della luce blu (405-415 nm) riescono a migliorare l’acne medio-grave nel 70% dei pazienti”. Evitare la comparsa dell’acne è difficile, ma qualche precauzione c’è. “Si raccomanda di evitare l’uso di gel per capelli in caso di acne fronto-temporale, dentifrici aggressivi, abbigliamento eccessivamente coprente la regione del collo, ad esempio sciarpe di lana”.
E’ stato dimostrato infatti che il contatto di collo e mento, dove la pelle è più fragile, aiuta il proliferare dei brufoli. “L’aumento di temperatura di mezzo grado Celsius alla regione del collo e alla metà inferiore del viso potenzia di 10 volte l’attività dei batteri responsabili dell’acne”.
Per consulenze specialistiche: Ambulatorio acne, capelli e unghie (E. Ruocco) giovedì ore 9-12 previa prenotazione CUP : 800 177 780 (codice 520111) con prescrizione del medico di base con ricetta rossa (visita dermatologica).