Quando il cervello inganna la vista. Uno studio dei neurologi dell’Ateneo Vanvitelli rivela i meccanismi che generano disturbi visivi nelle cefalee e si aggiudica il “Greppi Award”, premio internazionale che non veniva conferito ad una ricerca italiana da oltre 15 anni.
La ricerca mirava a rivelare ciò che fino ad oggi ancora non era noto sulla relazione esistente tra la il mal di testa tipico dell’emicrania e i disturbi visivi riportati dai pazienti durante gli attacchi (ovvero l’aura vera e propria).
Tale vuoto di conoscenza è stato colmato grazie alle scoperta di un gruppo di neurologi napoletani del Centro Cefalee della I Clinica Neurologica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, diretta dal Gioacchino Tedeschi. I risultati del lavoro chiariscono il diverso funzionamento del cervello dei pazienti con emicrania con aura rispetto ai soggetti non emicranici.
“Nello specifico, chiarisce Antonio Russo - responsabile del Centro Cefalee e primo autore della ricerca - la corteccia del cervello interpreta “in maniera scorretta” gli stimoli dolorosi dell’attacco emicranico e risponde attivando non solo le aree cerebrali deputate alla percezione del dolore ma anche, inaspettatamente, le aree visive, generando i noti scintillii o gli altri disturbi visivi di breve durata tipici di tale fenomeno”.
I sintomi dell’emicrania non si limitano, infatti, al dolore al capo ma consistono in un corteo di accompagnamento caratterizzato da nausea, vomito, fastidio per la luce, per i rumori e per gli odori. Un terzo di tali pazienti però sperimenta, prima dell’attacco doloroso vero e proprio, disturbi neurologici transitori (che vanno sotto il nome di “aura”) come ad esempio fastidi visivi, scintillii, luci colorate o cecità transitoria in alcune aree del campo visivo.
L’aura visiva può durare molti minuti, spaventando i pazienti i quali spesso si recano, soprattutto nel corso dei primi attacchi, in Pronto Soccorso.
Perché questo avviene? In che modo la vista è collegata all’emicrania? La ricerca dei neurologi della Vanvitelli rivela proprio questo meccanismo per cui molti pazienti affetti da mal di testa tipico dell’emicrania hanno, durante gli attacchi, anche fastidiosi e angoscianti disturbi visivi. In pratica, è il cervello stesso che reagisce al dolore attivando anche le aree visive, oltre a quelle deputate alla percezione del dolore stesso.
I dati dello studio sono stati presentati nel corso del congresso internazionale della “European Headache Federation” tenutosi nei giorni scorsi ad Atene, laddove i ricercatori dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” Gioacchino Tedeschi, Antonio Russo, Marcello Silvestro e Alessandro Tessitore hanno ricevuto il prestigioso “Greppi Award”.
“I risultati della ricerca permetteranno di comprendere meglio i meccanismi sottostanti l’emicrania con aura – commenta Tedeschi - e grazie alla recente possibilità di utilizzare farmaci di nuova generazione, specifici e mirati, ci consentiranno di trattare i pazienti in maniera sempre più efficace e priva di effetti collaterali”.
L’emicrania è il mal di testa disabilitante più frequente nella popolazione generale. In Europa ne soffrono circa 136 milioni, di cui 6 milioni solo in Italia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha considerato l’emicrania come la patologia più invalidante nella popolazione al di sotto dei 50 anni in quanto responsabile del maggior numero di anni persi a causa della malattia.