5G: progresso o danno?

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A cura di Francesca Giulia Pagano borsista e studentessa magistrale in Ingegneria Elettronica e di Adriana Brancaccio, professore associato di Campi Elettromagnetici presso il Dipartimento di Ingegneria

Sin dai primi sviluppi delle telecomunicazioni radio e televisive, che utilizzano come “vettore” per il trasporto dell’informazione il campo elettromagnetico, le persone hanno nutrito sospetti e timori nei riguardi della tecnologia wireless. In particolare, si temeva, e si teme tutt’ora, che l’esposizione ai campi elettromagnetici comportasse rischi per la salute. Ai giorni nostri, ciò che attira l’attenzione e desta ancora in parte preoccupazione sono i campi elettromagnetici connessi ai nuovi standard 5G. Ma la popolazione sa davvero cos’è il 5G e quali sono le novità rispetto agli standard precedenti?

In queste poche righe, aiutandoci con alcuni articoli pubblicati nel 2020 da importanti testate giornalistiche del nostro paese, tentiamo di dare alcuni elementi oggettivi di valutazione.

Innanzitutto, con la dicitura “5G” ci si riferisce alle telecomunicazioni di “quinta generazione” che si basano su un vasto insieme di tecnologie con lo scopo di consentire il collegamento sempre più veloce ed affidabile non solo tra i singoli utenti ma anche tra oggetti e insiemi di oggetti, come le auto intelligenti, gli smart phones, la casa intelligente, le reti di sensori e così via.[1] Tutto questo può avvenire grazie agli avanzamenti tecnologici nel campo dell’elettronica, dell’elaborazione dei segnali, dell’informatica e delle antenne. Ma è proprio sull’installazione di queste ultime, che irradiano il tanto temuto campo elettromagnetico, che si concentra l’attenzione popolare e mediatica.

Il “Corriere della sera” in un suo articolo di inizio anno, ha alimentato i timori popolari riguardo ai rischi per la salute connessi al 5G, citando in particolare l'effetto delle radiazioni sulle cellule affermando che “le radiazioni pulsate emesse dal 5G sono molto più potenti di quelle standard e dieci volte più pervasive”. [2] Notizie di questo tipo non corrispondono alla verità scientifica e disinformano il lettore, generando confusione e panico.

A tal proposito cerchiamo di chiarire vari aspetti.

Quali sono le frequenze utilizzate e che verranno introdotte in Italia?

Dall’asta per le frequenze 5G proposta dal Ministero dello Sviluppo Economico, in Italia, gli operatori lavoreranno a tre principali frequenze:

  • 700 MHz;
  • 3,7 GHz;
  • 26,5-27,5 GHz;

Le prime due frequenze sono le stesse già in uso da tanti anni per le reti 4G e per le trasmissioni televisive, mentre le nuove frequenze 26,5-27,5 GHz, proprio perché sono più elevate, vengono assorbite solo superficialmente a livello della pelle, senza penetrare all’interno del corpo. In ogni caso, è bene precisare che gli effetti sulla salute nella banda di frequenza tra i 10 𝑘𝐻𝑧 − 300 G𝐻𝑧 sono stati ampiamente studiati dalla comunità scientifica che ha fornito ai legislatori le linee guida per le norme per tutelare i cittadini. Erroneamente si tende ad associare alle alte frequenze un maggiore rischio, quando in realtà ciò su cui si deve focalizzare l’attenzione è il valore della potenza. I limiti imposti dalle leggi italiane sono particolarmente restrittivi e non riguardano l’emissione di potenza da parte del singolo operatore o dispositivo, ma si riferiscono al totale. Pertanto, l’aggiunta di nuove antenne, che tanto preoccupa la popolazione, non implica un incremento proporzionale della potenza consentita. 

Quali sono i livelli di potenza consentiti in Italia?

La legge italiana fissa il valore massimo del campo elettrico a 6 V/m quando ci si esponga per un tempo superiore alle 4 ore.  Si tratta di un limite estremamente prudenziale, ben dieci volte più basso rispetto a quello consigliato dalle linee guida dell’OMS e imposto in molti paesi dell’Unione Europea. In termini di potenza significa che la massima densità di potenza consentita è inferiore al decimo di Watt a metro quadro.

Nonostante ciò, sono molti gli scettici e i timorosi che vorrebbero porre un freno allo sviluppo del 5G. È interessante il fatto che gli oppositori esprimano i loro timori sui social, utilizzando quindi un mezzo che per sua natura è frutto degli avanzamenti nelle tecnologie delle telecomunicazioni. In un articolo de “Il sole 24 ore”, successivo al periodo del lockdown causato dell'emergenza da coronavirus, è stata riportata un’analisi statistica delle menzioni fatte sui social network riguardo al 5G. Dallo studio emerge che nel bimestre marzo-aprile in rete sono state rilevate quasi 150.000 menzioni, con una crescita progressiva da una media di circa 1.000 fino a circa 3.000 nell'ultimo periodo. Si è verificato che progressivamente nel tempo i commenti si sono sbilanciati verso le fake news e l’accostamento privo di basi scientifiche dello sviluppo del 5G al diffondersi del Covid-19. Dallo studio emerge un bilancio sul Net Sentiment (il saldo tra i promotori e i detrattori del 5G) del solo 8% di menzioni positive contro il 27% di quelle negative. Anche l’analisi della fascia d’età lascia sbalorditi, in quanto i detrattori sono mediamente giovani tra i 18 e i 24 anni. [3]

Come si pongono le amministrazioni locali rispetto all’installazione delle antenne 5G?

Anche i sindaci si sono in larga parte opposti al 5G. Nei soli primi mesi del 2020, in ben 500 comuni italiani sono stati imposti divieti all’installazione delle antenne necessarie allo sviluppo del nuovo standard di rete. Al fine di garantire l’adeguamento ai nuovi standard il governo nel decreto semplificazioni del luglio scorso ha predisposto una modifica alla legge del 2001, che disciplinava le regole per l’insediamento di antenne e reti per le infrastrutture di telecomunicazioni, limitando il potere di veto dei sindaci in materia. In molti casi i sindaci si erano appellati ai possibili rischi sanitari, la cui valutazione però compete, come è ormai noto, alle regioni, che vegliano sul rispetto dei limiti di legge mediante le ARPA (Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente). [4-5]

Il 5G provoca effetti dannosi sulla nostra salute?

Come già detto, il 5G è l’unione di diverse tecnologie che sfruttano per la trasmissione dell’informazione i campi elettromagnetici, il cui effetto sulla salute è stato a lungo studiato dalla comunità scientifica. Alle frequenze di cui parliamo, si è evidenziato solo un riscaldamento dei tessuti. Tale riscaldamento dipende dalle potenze in gioco che, se sufficientemente basse, provocano effetti reversibili e non nocivi. Ma il 5G, come le altre tecnologie di telefonia mobile, non richiede segnali elettromagnetici di potenza tale da indurre aumenti significativi della temperatura corporea dei soggetti esposti, anzi, con l’avanzamento tecnologico nell’elettronica e nell’elaborazione dei segnali si richiedono potenze sempre più basse. Infine, non sono stati rilevati effetti non termici, quali ad esempio l’insorgenza di tumori (né tantomeno il contrarre il Covid-19).

Qual è l’impatto economico atteso del 5G?

Sono ovviamente moltissimi gli studi di settore sull’impatto economico del 5G. Citiamo ad esempio uno studio riportato in un articolo de “Il fatto quotidiano”, secondo il quale il passaggio ai servizi basati sulle reti 5G di nuova generazione produrranno un rientro economico complessivo in Europa di 210 miliardi di euro mentre per l'Italia si parla di 14,2 miliardi. Nello studio vengono valutati i costi e i benefici derivanti dall'adozione "full 5G", ossia ipotizzando che tutti i settori di maggiore interesse (Smart Production and Logistics, Smart Rural, Smart Urban, Smart Public Services) si adeguino a breve al nuovo standard di rete di quinta generazione. [6]

In conclusione, la sperimentazione è conclusa e il 5G è attualmente un servizio commerciale a tutti gli effetti. Restano però da adeguare le infrastrutture di rete per rendere pienamente operativo il servizio sul territorio nazionale. Siamo davvero disposti a rinunciare a un avanzamento tecnologico così significativo per la nostra vita quotidiana? Pensate a come sarebbe ora il nostro lockdown senza una connessione veloce.

Riferimenti:

[1] https://video.corriere.it/tecnologia/5g-rivoluzione-rete-come-cambiera-nostra-vita-vantaggi-nuova-tecnologia/60736a62-ef3d-11ea-94cc-1f80cc642b17">https://video.corriere.it/tecnologia/5g-rivoluzione-rete-come-cambiera-nostra-vita-vantaggi-nuova-tecnologia/60736a62-ef3d-11ea-94cc-1f80cc642b17

[2] https://www.corriere.it/tecnologia/20_gennaio_28/5g-ci-sono-rischi-la-salute-dibattito-scientifico-parlamento-europeo-c617a7ae-41b7-11ea-a986-8b98b73aaf06.shtml">https://www.corriere.it/tecnologia/20_gennaio_28/5g-ci-sono-rischi-la-salute-dibattito-scientifico-parlamento-europeo-c617a7ae-41b7-11ea-a986-8b98b73aaf06.shtml

[3] https://www.ilsole24ore.com/art/col-covid-crescono-rete-menzioni-5g-27percento-negative-ADg7ujO">https://www.ilsole24ore.com/art/col-covid-crescono-rete-menzioni-5g-27percento-negative-ADg7ujO

[4] https://www.corriere.it/economia/aziende/20_luglio_22/5g-no-divieti-sindacisulle-antenne-decide-stato-0689d710-cc48-11ea-81b7-8c245267730d.shtml">https://www.corriere.it/economia/aziende/20_luglio_22/5g-no-divieti-sindacisulle-antenne-decide-stato-0689d710-cc48-11ea-81b7-8c245267730d.shtml

[5] https://www.repubblica.it/economia/2020/04/19/news/crescono_i_sindaci_anti_5g_nella_crisi_coronavirus_l_allarme_degli_operatori-254287812/?ref=search">https://www.repubblica.it/economia/2020/04/19/news/crescono_i_sindaci_anti_5g_nella_crisi_coronavirus_l_allarme_degli_operatori-254287812/?ref=search

[6] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/26/5g-le-reti-mobili-di-nuova-generazione-produrranno-un-ritorno-economico-di-210-miliardi-di-euro-per-leuropa/5977989/">https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/26/5g-le-reti-mobili-di-nuova-generazione-produrranno-un-ritorno-economico-di-210-miliardi-di-euro-per-leuropa/5977989/